“Nei prossimi anni vogliamo allargare l’attività”
Giuliana Campanella: “Le franchigie femminili sono una grande opportunità”
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Come ipotizzavo attività propedeutica alla nascita del campionato femminile URC e allora torna tutta la polemica che mi sembra l’utente Gian faceva in altri post.
Club che hanno investito anni e da soli nel femminile si troveranno defraudati delle lor atlete e dovranno chiudere perdendo sponsor.
Di solito un movimento si allarga dal basso, non dall’alto.
Trovo positivo che non sia già chiuso il discorso su chi avrà la franchigia, un po’ meno sull’idea, qui non espressa, ma normale in Italia, franchigia=superclub/club pro, che sarebbe letale.
Poi un “gne gne gne” a chi diceva ” sono solo due partite”, “lo fanno per comodità”, “i club non ci rimettono” etc etc. Questo è un primo step per creare due franchigie autonome dai club di Elite, non si impara mai e si dà sui denti a chi costruisce (a prescindere che quest’ ultimo abbia anche le sue belle colpe sulla poca crescita)
Sul come l’iniziativa sia stata presa dai club mi pare che abbia glissato…
Per me, bisognerebbe sistemare o risistemare per meglio dire le due franchigie italiane, fino ad arrivare ad avere due franchigie xon una fortissima identità italiana, e con la possibilità di inseire solo giocatori che poi potrebbero essere inclusi in nazionale quindi azzurrabili, visto che non abbiamo la quantità e la qualità dei jaguares.
Poi avevo anche io letto il post di gian, e concordavo su tutto, spero solo che la fir sappia cosa sta facendo!!!!
Concordo altresì anche con l’ultimo concetto espeesso da fido….
FORZA ITALIA.
Più che come, direi dove… 😁😁😁
tutti quelli che piangono per i club, retorica italianissima, ricordo che fino a pochissimo tempo fa, in moltissime realtà le ragazze erano considerate quasi un peso. Le stesse per giocare dovevano prendere ferie o permessi e che in molti caso facevano pure le collette..
Questa falsa ipocrisia è tipica del rugby italiano…e forse questa volta le franchigie sono nate con cognizione di causa
I problemi che elenchi esistono ancora. Contributi per le trasferte, difficoltà con il lavoro etc. Inoltre ci sono club che invece di fare reclutamento serio nelle scuole e crescersi le ragazze in casa preferiscono prenderle già firmate e portarle lontano da casa magari per farle giocare poco o nulla. Le più interessanti, magari nel giro delle nazionali giovanili, vengono a volta invitate ad andare a giocare di qua e di là bypassando il club di appartenenza. La differenza la fanno sempre le persone e non sempre le persone si comportano in modo corretto e leale. Ben venga per le giovani la possibilità di giocare partite di livello in squadre composte anche da giocatrici più esperte, quindi.
Meno male che ci capite voi, poi se chiude tutto lamentatevi
E quello delle ferie e simili si chiama dilettantismo, so che alcuni non lo concepiscono, ma esiste, ed è tipico degli sport emergenti, ma bisognerebbe chiedere scusa a chi, almeno, dopo molti anni e fatica, è riuscito ad arrivare al semi dilettantismo/professionismo, ed i nomi sono lì, le società che danno la quasi totalità delle ragazze, dando la possibilità alle poche ragazze che passano per i campi, di continuare. Poi ci sono società che hanno rinunciato, peccato, ogniuno fa le sue scelte, ma il problema è solo suo, c’è anche chi è tornato sui suoi passi quando ha visto un ritorno e si trova il giocattolino bello pronto in casa, ed i soldi non gli mancavano di certo, al contrario di alcuni (non tutti, sia chiaro)
Sei troppo polemico con chi la pensa diversamente da te, per i miei gusti.
Bene, intanto grazie per aver ascoltato (forse) il mio suggerimento a capire qualcosa di più facendo interviste e poi domani anche una inchiesta, allargando la platea di chi vuole dire la sua (società, giocatrici, tifosi)
Che non ci sia dibattito prima o notizie preparatorie e tutto caschi dal cielo, è un dato di fatto. Non per essere polemico a prescindere ma per avere i passaggi delle scelte.
Restando a quello che si dice, cosa dovrebbe andare meglio rispetto all’esperienza Celtic-Urc maschile, dopo tanti anni ? Ci troviamo di fronte ad un movimento che lentamente fa dei progressi anche su territori importanti, penso a Milano, Torino due piazze dimenticato dal movimento maschile oppure una piazza del sud, es Napoli. Eppure facciamo confluire le migliori giocatrice negli imbuti di Parma e Treviso, con la scusa che li ci sarebbero già strutture e tecnici. Ci sono alternative a questo ragionamento dell’alto livello stpendiato dalla Federazione e che ottiene scarsi risultati ? Io dico di si. E anzi proprio il movimento femminile poteva dimostrarcelo. E invece ci si riempe la bocca di opportunità. La Nazionale va bene per i club non per le franchigie. Hanno meriti club e tecnici e ragazze che ci credono ?
Io dico di si. E se proprio vogliamo costruire un sistema più qualificato, spingiamo per giocare con squadre di club francesi, inglesi, oppure per costruire una “franchigia” in quelle citta che avrebbero seguito e numeri molto alti. Milano ?! Oppure ci lanciamo al sud ?!! Questo significa fare crescere qualcosa in territori nuovi e contestualmente a quellei 3-4 societa gia solide Villorba, Valsugana, Colorno e ci aggiungo Capitolina che dovrebbero ricevere aiuti economici e prospettive di crescita. La Nazionale femminile ha fatto buoni risultati esattamente come fece quella di Coste basata sui club. Perchè ripetere la stessa strada e non verificare un modello diverso ? Come aumentiamo la base territorialmente ?
Io purtroppo penso che quello che si fa nasconde solo l’inseguire risultati solo economici, di crescita di immagine a fini solo del vil denaro, diritti televisivi e basta.
Giuliana, facciamola a Messina la franchigia…