Dati impressionanti, soprattutto a livello difensivo, per la squadra capace di trionfare nel 50% dei Mondiali ai quali ha partecipato
È stata una Rugby World Cup assolutamente spettacolare quella da poco chiusa in Francia e vinta dal Sudafrica. Un mese e mezzo di partite per coronare gli Springboks e dare vita a nuovi e interessanti record che hanno per forza di cose condizionato la decima edizione del torneo iridato. Decima per tante squadre ma non per il Sudafrica, escluso dalle prime due per via dell’apartheid, e dunque capace di mettere insieme l’assurdo record del 50% di vittorie visti i quattro successi (1995, 2007, 2019 e 2023) sulle otto partecipazioni. Nelle quattro finali vinte, suona incredibile, sono state segnate solo tre mete complessive. Due dai Boks contro l’Inghilterra nel 2019 (Mapimpi e Kolbe), una lo scorso sabato da parte del neozelandese Beauden Barrett, il primo a marcare nell’atto più importante contro il Sudafrica. Per la seconda volta quindi una squadra vince due Rugby World Cup di fila (Nuova Zelanda 2011-2015 il precedente), ma mai era successo che accadesse a una formazione non di casa visto che gli All Blacks 12 anni fa vinsero il torneo disputato in patria.
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Scendendo nel dettaglio dei singoli punteggi, è noto come i sudafricani abbiano vinto quarti, semifinale e finale per un punto di scarto contro Francia, Inghilterra e Nuova Zelanda. Benissimo, prima dell’ultima Coppa del Mondo solo 5 delle 66 partite a eliminazione diretta erano finite con uno scarto così ridotto, con l’ultimo (+3) che diventa ovviamente il più ristretto della storia dai quarti di finale in poi. Il precedente “record”? Ce l’aveva l’Australia del 1991 che mise insieme un margine di +17, quindi l’Inghilterra 2003 con +31, mentre i primi All Blacks (1987) dominarono le tre gare decisive con uno scarto di 90 punti.
Parlando invece solo della finale di Rugby World Cup, quello che risalta a livello statistico è ovviamente la difesa del Sudafrica, a tratti disperata ma efficace contro la ferocia All Blacks: sono stati 209 complessivamente i placcaggi fatti (record del torneo) contro i 93 dei neozelandesi. Primo, oltre che giustamente premiato come man of the match, Pieter Steph Du Toit all’irreale quota di 28 placcaggi, dietro di lui l’adattato Deon Fourie a 21 ma comunque tutti gli avanti Springboks sono andati in doppia cifra. Da segnalare anche un altro incredibile dato: tra Francia, Inghilterra e Nuova Zelanda Franco Mostert ha tentato 49 placcaggi. Percentuale di riuscita? 100%, nessuno gli è scappato via.
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Spostandosi dalla mischia poi non è che il livello delle prestazioni sudafricane scenda di molto, anzi. Uno dei cardini è stato senza dubbio il rientrante Handre Pollard, selezionato dopo l’infortunio di Marx vista l’assenza iniziale per infortunio. Nelle ultime quattro partite del Sudafrica, contando anche alcuni ingressi dalla panchina a gara in corso, non ha sbagliato nulla. 13 calci tentati e 13 calci riusciti per il formidabile numero 10, marcatore di tutti i punti degli Springboks nella finale di Rugby World Cup.
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