Rugby World Cup 2023: le reazioni della stampa estera alla vittoria del Sudafrica sugli All Blacks

“La notte più buia per Sam Cane” scrive il Guardian. Per Planet Rugby “Du Toit e Kolisi soffocanti in difesa”, per il New Zealand Herald “sconfitta devastante”

Rugby World Cup 2023: le reazioni della stampa estera alla vittoria del Sudafrica sugli All Blacks (Photo by Julian Finney - World Rugby/World Rugby via Getty Images)

Rugby World Cup 2023: le reazioni della stampa estera alla vittoria del Sudafrica sugli All Blacks (Photo by Julian Finney – World Rugby/World Rugby via Getty Images)

Tutti gli occhi del mondo erano puntati sullo Stade de France, dove il Sudafrica ha battuto 12-11 gli All Blacks conquistando il quarto Mondiale della sua storia. E tutto il mondo, oggi, ha celebrato questo storico successo e – per contro – l’incubo degli All Blacks, sconfitti dopo una partita incredibile, nel bene e nel male.

Rugby World Cup 2023: le reazioni della stampa estera alla vittoria del Sudafrica sugli All Blacks

Per cominciare, splendida la copertina a tutta pagina dell’Equipe che titola “All Boks”. Il Guardian esalta il successo del Sudafrica: “Nessuno aveva mai vinto quattro coppe del mondo di rugby. Il Sudafrica è di nuovo campione, e qualsiasi discussione sulla nazione più dominante al mondo può essere temporaneamente messo a tacere. È stata una gara epica e altalenante, sarà ricordata anche per la storia dei due capitani. Quando Siya Kolisi, il primo capitano nero del Sudafrica, alzò la Webb Ellis Cup in Giappone quattro anni fa fu una delle immagini più memorabili di questo sport e ora c’è un glorioso senso di deja-vu. Per contro, si è rilevata la notte più buia per Sam Cane”.

“Che gara epica e altalenante è stata. Sarà ricordata anche come la storia di due capitani. Quando Siya Kolisi, il primo capitano nero di rugby del Sud Africa, issò la Webb Ellis Cup in Giappone quattro anni fa, fu una delle immagini più memorabili di questo sport e ora, per ogni sostenitore degli Springboks, c’è un glorioso senso di deja vu. Per la sua controparte degli All Blacks, Sam Cane, si è rivelata la notte più buia” ha proseguito il Guardian.

Planet Rugby esalta “La difesa soffocante che ha portato agli Springboks la quarta Coppa del Mondo. Al centro di questo successo ci sono due flanker di livello mondiale: Siya Kolisi e Du Toit, che con la loro difesa sembrava avessero spento le fiamme della Nuova Zelanda con una coperta antincendio. Era soffocante, senza fiato e avvolgente, la velocità della salita difensiva era incredibile. Non sono stati decisivi solo i titolari: Kwagga Smith ha mostrato incredibile precisione e intelligenza e Deon Fourie ha corso per il campo come se fosse un 16enne, più che un uomo di 37 anni”.

Per RugbyPass, una delle chiavi è stata l’indisciplina neozelandese: “Il disastro si è verificato quasi immediatamente, con Shannon Frizell mandato in panca puniti dopo soli due minuti e mezzo di gioco. Sebbene il flanker abbia evitato il cartellino rosso, non ha aiutato la causa degli All Blacks, che avevano reagito, ma poi la partita ha preso un’altra piega. Il capitano Sam Cane è stato prima mandato in panca puniti e poi quel fallo si è trasformato in un cartellino rosso, il primo della storia delle finali della Coppa del Mondo maschile”.

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Il Telegraph si è concentrato sul dramma di Sam Cane: “La decisione del bunker di trasformare in rosso il giallo ricevuto per il placcaggio alto su Kriel non ha significato soltanto aver gravemente danneggiato le possibilità della squadra di battere il Sudafrica, ma gli ha anche conferito l’orribile onore di essere il primo giocatore ad essere espulso in una finale di Coppa del Mondo maschile. Per un All Black il sentimento di umiliazione sarebbe stato cocente. Ma per il capitano? Quasi oltre la sopportazione. Nei tre anni e mezzo trascorsi da quando gli è stato dato l’onore di guidare questa squadra, Cane ha lottato per sfuggire all’ombra del suo predecessore, un uomo che ha ispirato i trionfi consecutivi della Coppa del Mondo. Nemmeno nei suoi incubi più raccapriccianti, però, avrebbe potuto immaginare un destino peggiore di questo. Mentre l’arbitro Wayne Barnes brandiva il rosso, Cane ha sepolto la testa tra le mani, stropicciandosi gli occhi come un uomo che voleva svegliarsi. Eppure l’orrore era ancora lì, puro e nudo. Per Cane, l’infamia era suggellata: era solo l’undicesimo All Black a ricevere un cartellino rosso nei 120 anni di esistenza della squadra, e tutto accadeva sul palco più importante di tutti” scrive Oliver Brown.

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La stampa neozelandese

Per il New Zealand Herald è stata “Una sconfitta devastante, che segna la fine di un’era per le leggende Sam Whitelock, Brodie Retallick, Aaron Smith, Richie Mo’unga e Dane Coles, nonché per Nepo Laulala, Shannon Frizell e Leicester Fainga’anuku, che lasceranno gli All Blacks. Gli uomini di Ian Foster non hanno mai smesso di crederci, si sono spinti in avanti e hanno inseguito costantemente la vittoria, hanno scavato nel profondo delle loro avversità dopo aver combattuto in 14 uomini in seguito al giallo di Frizell e al cartellino rosso di Sam Cane. Alla fine, però, non sono riusciti a sferrare il colpo definitivo per conquistare la Webb Ellis Cup”.

Stuff, invece, mette sotto la lente d’ingrandimento la prestazione dell’arbitro Wayne Barnes, e critica il cartellino rosso a Sam Cane: “Cane era in posizione verticale, quindi pericolosa, anche se non era una carica di spalla perché avvolgeva l’avversario con il braccio. Per Kriel non è stato nemmeno richiesto un HIA (il protocollo per il controllo delle concussion, ndr). C’era sicuramente una potenziale mitigazione per un abbassamento di Kriel. Si tratta di una delle mitigazioni più difficili da valutare, ed è stata applicata con molte incoerenze durante la Coppa del Mondo”.

La stampa sudafricana

The South African pone l’attenzione sul “100% di vittorie del Sudafrica nelle finali della Coppa del Mondo. Inoltre, gli Springboks sono diventati l’unico paese ad aver vinto la Coppa del Mondo tre volte fuori dal proprio paese d’origine, oltre ad essere l’unica squadra a vincere la coppa in tre diversi continenti”. Inoltre, la testata sudafricana titola: “Giù le mani dal nostro Rassie Erasmus”, che ha un contratto fino al 2025. SA Rugby Magazine esalta la strepitosa prestazione di Pieter Steph Du Toit: “Boks hail ‘Malmesbury Missile’ Du Toit

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