Rugby World Cup 2023: le pagelle della finale tra Sudafrica e All Blacks

Du Toit, partita da 10, Etzebeth immenso. Sam Cane paga per tutti, ma che disastro Jordan

Rugby World Cup 2023: le pagelle della finale tra Sudafrica e All Blacks (Photo by David Ramos - World Rugby/World Rugby via Getty Images)

Rugby World Cup 2023: le pagelle della finale tra Sudafrica e All Blacks (Photo by David Ramos – World Rugby/World Rugby via Getty Images)

Una finale memorabile, degno epilogo di un Mondiale altrettanto memorabile. Il Sudafrica conquista la quarta Rugby World Cup della sua storia, battendo gli All Blacks 12-11 dopo una maratona di 80 minuti. Ecco i nostri voti.

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Rugby World Cup 2023, la finale: le pagelle del Sudafrica

Damian Willemse 8 – Da quando lo hanno rimesso ad estremo, il suo ruolo originario, è tornato il Willemse di sempre. Una sicurezza in difesa, bene nel gioco tattico al piede e presente anche da secondo ricevitore in attacco. (Le Roux 7 – Entra tardi, anche perché con un solo trequarti il cambio andava dosato alla perfezione, ma garantisce esperienza e solidità in un finale convulso)

Kurt-Lee Arendse 8 – La meta salvata su Rieko Ioane vale come averne segnata una. In attacco è elettrico e imprendibile.

Jesse Kriel 7 – Partita di grande sostanza, come sempre in questo Mondiale: Rischia di rovinare tutto a un minuto dalla fine, con un calcio folle che regala l’ultimo possesso agli All Blacks.

Damian de Allende 6.5 – Come ariete fa sempre bene il suo. Non perfetto nelle scelte tattiche: spreca palloni importanti con calci poco precisi e funzionali all’azione. Bene in difesa.

Cheslin Kolbe 7 – Gioca una partita sontuosa, degno bis della grande finale del 2019. È presente in ogni zona del campo, in attacco e in difesa, e i neozelandesi non lo prendono mai. Nel finale, però, quell’avanti volontario poteva costare un Mondiale. Lui lo sa, e all’inizio nemmeno festeggia.

Handré Pollard 7.5 – Salvato dal palo al primo tentativo, negli altri 3 torna ad essere il cecchino che è sempre stato. In mezzo al campo è una sicurezza, nonostante non abbia la brillantezza dei tempi migliori: il Sudafrica però ha vinto il Mondiale con 12 punti, i suoi.

Faf de Klerk 8.5 – Su di lui c’era una pressione incredibile. Tutti sapevano (soprattutto gli avversari) che doveva giocare 80 minuti, e li ha giocati alla grande. Accelera quando serve e scala una marcia quando bisogna gestire, mantiene sempre la calma e in difesa piazza una partita da 15 placcaggi riusciti su 16. Nel finale ha ancora la forza di andarsi a prendere Papali’i appena entrato con una “francesina” che mette la parola fine alla partita.

Duane Vermeulen 8 – Nonostante quella degli Springboks sia prettamente una partita difensiva, nella quale lui è come sempre fondamentale, soprattutto nel breakdown, riesce a fare strada anche in attacco, andando più volte oltre la linea del vantaggio. (Smith 8 – Il turnover portato a casa a un minuto dalla fine è decisivo, e prima aveva letteralmente fatto volare Will Jordan strappandogli il pallone dalle mani, e portandosi dietro pure lui)

Pieter-Steph du Toit 10 – Non può esistere un altro voto per una partita del genere: non sono soltanto i 28 placcaggi (che di per sé basterebbero già), ma la potenza degli impatti e la capacità di essere sempre nel posto giusto al momento giusto. L’antifona si era capita già al primo placcaggio su Jordie Barrett (il rumore dell’impatto l’avranno sentito anche in Svezia) e palla in mano è sempre stato avanzante.

Siya Kolisi 7 – Alza il secondo mondiale consecutivo da capitano. Una cosa riuscita solo al leggendario Richie McCaw. In campo guida la linea difensiva con consumata esperienza e contribuisce anche nella manovra offensiva, assorbendo spesso l’uomo a contatto e aprendo spazi per i compagni. Pesano però quei 10 minuti in cui ha lasciato in 14 i compagni. (Wiese 7.5 – Gioca 7 minuti e piazza 4 placcaggi. Basta e avanza.)

Franco Mostert 7.5 – Non sarà appariscente come altri compagni, ma dal punto di vista fisico è fondamentale in difesa. Piazza 16 placcaggi, e in rimessa laterale i lanci di Fourie lo costringono agli straordinari. (RG Snyman 6.5 – Il solito martello, anche se meno potente rispetto alle precedenti uscite)

Eben Etzebeth 8 – Si avventa su ogni pallone come una furia, ne strappa uno fondamentale dalle mani di Ardie Savea in una delle migliori occasioni degli All Blacks e in attacco è spesso protagonista con delle cariche importanti dal lato chiuso. (Kleyn 6.5 – Buono l’ingresso nel momento più difficile)

Frans Malherbe 7.5 – Fa un lavorone nel punto d’incontro. In mischia è solido, come sempre. (Nyakane 7 – In mischia lo attaccano, lui non cede mai)

Bongi Mbonambi s.v. – La sua finale termina dopo 2 minuti (Fourie 7 – Giocare 78 minuti da tallonatore adattato in una finale mondiale farebbe venire gli incubi a tutti. Non a lui. In rimessa è messo costantemente sotto pressione, ma è feroce nel breakdown, placca tutto ciò che gli passa davanti e a 37 anni corre come un ragazzino.)

Steven Kitshoff 7 – In mischia la partita è praticamente pari, e allora la differenza la fa in difesa con 15 placcaggi. (Nché 7 – In semifinale aveva distrutto la mischia inglese e cambiato una partita che si era messa malissimo. Qui invece lavora tanto in mezzo al campo e nel punto d’incontro)

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Rugby World Cup 2023, la finale: le pagelle degli All Blacks

Beauden Barrett 6.5 – Messo costantemente sotto pressione dal triangolo allargato sudafricano in fase difensiva e nel mirino delle terze in quella offensiva. Forse sbaglia un po’ troppo, ma si districa come può dall’intricata ragnatela degli Springboks e firma l’unica meta del match.

Will Jordan 4.5 – Partitaccia. Non era una serata per le ali, ma Telea, Kolbe e Arendse i palloni se li sono andati a cercare. Male anche in difesa: 67% di placcaggi riusciti non è una percentuale accettabile in una finale mondiale. (Lienert-Brown 6 – Il suo offload porta all’avanti volontario di Kolbe che vale la speranza di ribaltare tutto. Considerando la prestazione di Jordan, poteva entrare molto prima)

Rieko Ioane 5.5 – Parte male, poi cresce col passare del tempo ma viene bruciato sul tempo da Arendse, che lo porta fuori nell’unica occasione della sua partita.

Jordie Barrett 7.5 – Ovunque: prende tre botte tremende da Du Toit e si rialza come se niente fosse, in difesa lavora per due e dopo l’espulsione di Cane finisce a fare pure il flanker. Se avesse messo dentro quel calcio da metà campo avrebbero anche potuto annullare le elezioni in Nuova Zelanda e fare lui primo ministro.

Mark Telea 8 – Una miccia che sembra sempre sul punto di esplodere, e nel secondo tempo lo fa per davvero. Nel primo tempo è tra i pochi in grado di battere l’avversario diretto, nonostante la pressione furiosa degli Springboks, poi tira fuori la magia (forse viziata ad un in avanti) che porta alla meta di Barrett.

Richie Mo’unga 5.5 – Sulla meta annullata ad Aaron Smith aveva fatto qualcosa di mostruoso. Prima e dopo qualche errore di troppo, viene messo nel mirino sulle palle alte e manca la trasformazione – difficile – che avrebbe potuto regalare il Mondiale agli All Blacks. (McKenzie s.v. – Foster ritarda tanto i cambi, forse troppo. Uno come lui in una situazione del genere doveva farsi più di 5 minuti. Non ha materialmente il tempo di fare la differenza)

Aaron Smith 6.5 – Imbrigliato dagli Springboks, è bravo a mettere ordine e a dare il giusto ritmo ai compagni, soprattutto dopo il cartellino rosso. L’unico guizzo viene cancellato da un in avanti precedente. (Christie 6.5 – Buono il ritmo imposto negli ultimi assalti, ma non abbastanza per cambiare le sorti di una finale maledetta)

Ardie Savea 7 – Si prende la squadra sulle spalle dopo l’espulsione di Cane, si immola per tenere in piedi la partita sul tentativo di drop di Pollard, e nel mezzo prende tutto ciò che può prendere. Non è bastato, ma non per colpa sua.

Sam Cane 4 – Tre anni sulla graticola, un Mondiale per guadagnarsi il rispetto di tutti, un attimo fatale per rovinare tutto. La parabola di Sam Cane.

Shannon Frizell 5 – Comincia malissimo la sua finale, con un giallo che costa 6 punti agli All Blacks, poi si riscatta con una partita di grande sostanza. Ma alla fine, quando perdi di un punto, ogni errore vale doppio. (Whitelock 5.5 – Ottimo in difesa come sempre. Gli è mancato quel qualcosa in più in avanzamento nel finale)

Scott Barrett 7 – Si tiene fuori dal festival dei cartellini, e visti i precedenti è già una notizia. Piazza 10 placcaggi e lavora bene in rimessa.

Brodie Retallick 7 – Tiene in piedi una touche traballante nel primo tempo e mette costantemente pressione ai lanci di Fourie. Immortale. (Papali’i 5.5 – Ha tra le mani un pallone che vale oro, ma De Klerk lo fa volare a terra con una francesina e l’occasione sfuma)

Tyrel Lomax 6 – Tiene bene nella sfida contro Kitshoff, buon lavoro in difesa. (Laulala 6.5 – Portato in panchina per contrastare Nché in mischia, lo fa bene)

Codie Taylor 6.5 – Fatica al lancio nel primo tempo, poi si riprende e in mezzo al campo finisce per essere il miglior placcatore dei suoi. Ci prova anche in attacco, nelle poche volte in cui si apre qualche spazio. (Taukei’aho 6 – Bene al lancio, per il resto si vede poco)

Ethan de Groot 6 – Tiene a bada Malherbe in mischia. Si propone anche in fase di distribuzione e lavora bene in ruck. (Williams 6.5 – Tra i più attivi nel concitato finale. Doveva essere il terzo pilone sinistro in gerarchia, ma si è ritagliato meritatamente spazio in questo Mondiale)

A cura di Francesco Palma

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