Zebre, Richard Hodges: “Anche perdere può diventare un’abitudine, sono qui per cambiarla”

Il nuovo tecnico della difesa e del gioco al piede dei Ducali spiega le novità che ha portato in una interessante intervista

Zebre, Richard Hodges: “Anche perdere può diventare un’abitudine, sono qui per cambiarla” (ph. Zebre Parma)

Dopo sei anni di esperienza come assistente allenatore dei Cardiff Rugby, Richard Hodges si è unito da questa stagione allo staff tecnico delle Zebre in qualità di coach della difesa e del gioco al piede. Incarico non da poco per il tecnico britannico, soprattutto in una realtà ben diversa come quella dei Ducali.

Nonostante sia a Parma soltanto da pochi mesi, Hodges ha tante idee che sta provando a mettere in campo per rendere le Zebre più competitive già in questa stagione. Il tecnico ne ha parlato in una lunga video-intervista rilasciata ai microfoni del sito web del club, di cui riportiamo alcuni passaggi.

Hodges alle Zebre: “Il nostro focus è sul gioco al piede, per fare cose semplici ed efficaci”

“Essendo nuovo nello staff delle Zebre – ha esordito Hodges – c’era tanto lavoro da fare al mio arrivo. Una volta ambientatomi, abbiamo dato ai giocatori due principi chiave: Il primo era conoscere il proprio ruolo in campo, il secondo era che sarebbero stati giudicati dal loro sforzo. Questi sono i stati i due criteri con cui abbiamo impostato il lavoro nel corso della pre-season. Abbiamo disputato due amichevoli (con Ealing Trailfinders e Sitav Lyons, ndr), siamo abbastanza soddisfatti di come ci siamo comportati dal punto di vista difensivo. Entrambe le sfide sono state simili a sessioni di allenamento; abbiamo cercato di concentrarci sul gioco al piede, su come difendiamo in situazioni di gioco tattico”.

“L’anno scorso le Zebre avevano una filosofia che, da allenatore, è difficile non ammirare, perché era un gioco molto coraggioso. Il coraggio però è legato alla responsabilità, ed è lì che sono emerse le difficoltà. Se devo darti una statistica, la distanza media dei calci di una delle prime otto squadre di URC è di 824 metri. Quella delle Zebre era di 524 metri, circa 300 metri in meno rispetto alla media, l’equivalente di tre campi da rugby. Dobbiamo comprenderlo: abbiamo calciato più di 1000 metri contro Ealing”.

“Molte persone dicono spesso ‘il gioco al piede è brutto o noioso’: è una percezione sbagliata. Abbiamo la fortuna di avere dei grandi calciatori in squadra: Eden, Prisciantelli, Montemauri, Rizzi, due mancini come Gesi e Pani. Il gioco al piede è forse la principale area dove abbiamo messo il focus e dei chiari parametri: un gioco semplice, pulito, efficace. Sono sicuro che il gioco al piede ci renderà competitivi perché le Zebre chiudono sempre le partite in crescendo, segnando tanti punti nel secondo tempo. Il loro attacco è qualcosa che le avversarie temono, per cui se riusciamo a essere più consistenti e a migliorare il gioco al piede i tasselli del mosaico si comporranno tutti magicamente”.

Leggi anche: Zebre, Giovanni Montemauri: “Punto a crescere molto, c’è una bella atmosfera in squadra”

“Ho una filosofia molto chiara che guarda alle prime tre fasi di gioco: guadagniamo la linea del vantaggio o perdiamo terreno? Ho lasciato i Cardiff Rugby con un chiaro marchio distintivo nell’area della collisione. E’ qualcosa da allenare qui alle Zebre. Le prime due amichevoli hanno offerto degli indicatori interessanti, in particolare sulle decisioni nei punti di incontro”.

“Voglio però delle collisioni più forti sul portatore di palla. Voglio sviluppare un’identità per cui gli avversari abbiano timore nell’affrontare le Zebre. E’ un lavoro che richiederà del tempo, ma la mia filosofia è chiara e tutti i giocatori l’hanno compresa. Questa è la strada che insieme abbiamo deciso di percorrere e attorno a cui andremo a costruire i principi chiave. Mantenere le cose molto semplici, pulite ed efficaci. Adesso ci aspetta la sfida ad Oyonnax dove misureremo tutti questi indicatori e il nostro sistema di gioco e auspicabilmente il risultato verrà da sé”.

“Ci sono parecchi giocatori alle Zebre che non vincono una partita da più di un anno. Questo è inaccettabile, è un’area che dobbiamo migliorare. Perdere è un’abitudine, così come lo è vincere. Siamo confidenti che avremo la nostra striscia di vittorie molto presto. Quattro delle nostre prime cinque partite sono a Parma: il calendario ci sorride da questo punto di vista. Ma sono tutte partite molto difficili: non esiste sfida facile nell’URC. Dobbiamo iniziare a cambiare la percezione. Questo richiederà del tempo, ma se continuiamo ad allenarci come stiamo facendo, vinceremo partite”.

Clicca qui per ascoltare l’intera video-intervista a Richard Hodegs, nuovo tecnico delle Zebre

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