Rugby mania in Francia: per la LNR i club professionistici non sono mai stati così in salute

Un rapporto della lega certifica che le casse sono piene al pari delle tribune degli stadi

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Parvus 10 Maggio 2023, 11:05

    la francia è solida sia economicamente, sia nelle politiche sportive e questa è la cartina di tornasole.
    il nostro comitato olimpico è da poco che programma, la in francia è da almeno 40 anni che lo fanno con grande raziocinio.
    avevo una insegnate di edu fisica che insegnava da me, era francese, e mi diceva che la a tolosa insegnano a scuola edu fisica a partire dalle elementari con progetti dedicati agli schemi motori di base e applicazione dei fondamentali di almeno 4-5- sport. la in francia non esiste il prof di religione, ma fanno 6-8 ore di edu fisica alle elementari, il resto lo dice il medagliere olimpico, e lo stato di salute di ogni federazione nazionale. .

  2. ezio 10 Maggio 2023, 11:49

    Vivendo in Francia posso dire che l’aumento di popolarità è dovuto soprattutto ai risultati della nazionale maggiore, i giocatori sono ovunque nelle pubblicità e nei supermercati, partite sempre in diretta su France 2 (equivalente di Rai 2), grande attrazione per il pubblico generalista che di conseguenza si interessa anche ai club. Poi ovviamente il loro sistema di formazione è anni luce avanti per qualunque sport di squadra, basta vedere i risultati delle ultime olimpiadi

    • tifoso ignorante 10 Maggio 2023, 14:12

      Esatto.
      È qua in Italia che ancora c’è chi pensa che per sviluppare il movimento si debbano togliere risorse dall’alto livello per finanziare la coppa del nonno…
      Al giorno d’oggi serve una strategia pull e non push….

      • Il Bonzo Tama 10 Maggio 2023, 14:45

        La coppa del nonno mi fa sempre ridere 😀
        Avete ragione comunque

      • Shakespeare 11 Maggio 2023, 00:01

        Tutte le strategia che vuoi, ma intanto ci sono in media 14.500 spettatori allo stadio. Da li’ si puo’ finanziare tutto e non servono le franchigie parastatali.
        Se non c’e’ il pubblico ci si ritrova a litigare per spartire i proventi del Sei Nazioni (immeritati, perche’ al Sei Nazioni portiamo meno pubblico, spettatori TV e sponsor di tutti gli altri, purtroppo).

    • mistral 10 Maggio 2023, 16:16

      …buongiorno Ezio, è corretto quanto dici sul traino che la nazionale maggiore ha, a livello di visibilità e sponsor, sul settore, ma è anche vero che la politica della FFR e della LNR non sempre sono state in accordo, ai tempi di Gozé i contrasti erano grandi (e paradossalmente i risultati della nazionale inferiori) mentre dalla dirigenza Laporte/Galthié in avanti l’attenzione della FFR al settore professionistico e la ricerca di un accomodamento tra le diverse esigenze è aumentato (pur senza dimenticare il brutto esito della vicenda Laporte)… oggi la nazionale maggiore (ma anche le altre) tira molto, ma il risultato sui campi del top14 (incassi, televisione, sponsor etc) non è isolato, anche il proD2 e la Nationale attraggono molto sia il pubblico che i media… tra tutti i campionati professionistici (e ci metto la Nationale) ci sono ormai una cinquantina di club che coprono il territorio quasi capillarmente, conquistando regioni un tempo “dimenticate” dal grande rugby (Rouen ne é un esempio)… delocalizzare grandi match a Lille, altro esempio di politica di programmazione… oggi la Francia gode degli effetti positivi di questa politica, attendendo il grande risultato storico a settembre, ma come disse il poeta nostrano si fa in fretta a passare da “… Due volte nella polvere, Due volte sull’altar…” e viceversa…

  3. davo 10 Maggio 2023, 17:16

    mentre al sud Italia societa’ storiche arrancano (e.g. vedi Benevento, che ha contribuito non poco a dar giocatori alla nazionale…) o spariscono (e.g. Partenope….).

    Io non ricordo test/partite della maggiore al sud, ma forse mi sbaglio. Tra le altre cose….ma non esisteva un piano per il Sud?

    • Maggicopinti 10 Maggio 2023, 18:23

      Quella del sud è una ferita dura da rimarginare, perché quando una realtà chiude, il sapere le conoscenze, le infrastrutture, i legami anche informali con gli enti e il territorio spariscono in tempi rapidissimi, e ricostruirli costa altre decine di anni.
      Quanto cosa al rugby italiano aver perso L’Aquila? Pensate a quanti giocatori (e poi allenatori!) sono venuti da lì, che era terra di rugby, una delle poche in cui il rugby contava e il calcio no….Se mai il rugby aquilano rinascesse, dovrebbe rifarlo quasi a da zero, con il pubblico e l’interesse colelttivo disperso.
      E in misura minore il discorso vale per Catania, Benevento…

  4. Maggicopinti 10 Maggio 2023, 18:25

    Quanto alla Francia, la differenza sta nei programmi di lungo periodo. Così hanno trasformato la nazionale di calcio, non particolramente brillante per decenni, in quella in assoluto più forte al mondo in termini di profondità. E stanno facendo lo stesso con il rugby, portandolo progressivamente verso nord, dove è meno popolare.

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