Allenatori, chi resta e chi va: una quadro delle panchine internazionali dopo la Rugby World Cup

Italia, Sudafrica, Argentina e Giappone ancora incerte del proprio futuro

Allenatori, chi resta e chi va: una quadro delle panchine internazionali dopo la Rugby World Cup – ph. Sebastiano Pessina

Mancano solamente pochi mesi all’inizio della Rugby World Cup 2023, inevitabile spartiacque del rugby internazionale del prossimo futuro.

Con la conferma di Gregor Townsend come head coach della nazionale scozzese fino al 2026, è stato posto un nuovo tassello nel quadro delle panchine internazionale per il nuovo ciclo che inizierà all’indomani del mondiale francese.

La Scozia si unisce così all’Irlanda, la Francia, il Galles, l’Inghilterra e l’Australia tra le squadre che rinnoveranno la loro fiducia nell’attuale capo allenatore.

Andy Farrell, attuale head coach dell’Irlanda, ha un contratto fino al 2025, rinnovato l’estate scorsa per impedire all’Inghilterra di scippare l’attuale tecnico della squadra numero 1 al mondo.

Leggi anche: Scozia: i 41 convocati verso la Rugby World Cup 2023

I Bleus non hanno ancora confermato ufficialmente il rinnovo di Fabien Galthié, ma la federazione ha già fatto trapelare l’intenzione di rinnovare il contratto al suo tecnico fino al 2027, anno in cui si terrà la prossima Rugby World Cup.

I Dragoni e i Wallabies hanno recentemente cambiato guida tecnica, mettendo sotto contratto due dei migliori tecnici dell’ultimo decennio in Warren Gatland e Eddie Jones fino al 2027. Stesso discorso per l’Inghilterra, che ha invece puntato su Steve Borthwick, alla prima esperienza da tecnico internazionale.

Gli All Blacks hanno recentemente annunciato i nomi di tutti i componenti dello staff che prenderà la guida della nazionale neozelandese dopo il mondiale in Francia, con Scott Robertson capo allenatore fino al 2027.

Tra le principali squadre del panorama internazionale, Sudafrica, Argentina, Italia e Giappone non hanno ancora scoperto le carte in merito alla prossima guida tecnica.

Gli Springboks potrebbero attingere da una delle quattro franchigie di URC, con John Dobson degli Stormers che proprio in settimana ha dovuto fare marcia indietro da alcune precedenti dichiarazioni che sembravano tagliarlo fuori dalla corsa all’ambita panchina. Rassie Erasmus, director of rugby con un contratto fino al 2025, potrebbe però essere pronto a ritornare nel doppio ruolo di capo allenatore come ai tempi della vittoria della Rugby World Cup 2019.

L’Argentina, che saluterà Michael Cheika, sembrava fin dall’inizio intenzionata a scegliere una figura interna dopo l’australiano. Felipe Contepomi rimane il nome più caldo per il salto, lui che non ha mai guidato uno staff tecnico fin qui.

Per quanto riguarda il Giappone, le ultime voci parlavano di un interessamento della federazione per Dave Rennie, scaricato dai Wallabies solo pochi mesi fa. Non è però da escludere una riconferma di Jamie Joseph, che parrebbe intenzionato a rimanere ad allenare nel Sol Levante dopo aver visto sfumare la sua candidatura alla panchina degli All Blacks.

Ancora incognita la situazione della panchina azzurra. Lo scorso anno erano trapelate indiscrezioni su un addio di Kieran Crowley all’indomani della coppa del mondo transalpina, ma da allora non ci sono state né conferme né contrordini, né sono girate altre voci sulla futura successione eventuale del tecnico neozelandese

Il quadro della panchine dopo la RWC 2023

Nuova Zelanda: Scott Robertson (2027)

Australia: Eddie Jones (2027)

Sudafrica: –

Argentina: –

Italia: –

Galles: Warren Gatland (2027)

Scozia: Gregor Townsend (2026)

Francia: Fabien Galthié (2027, ma non confermato ufficialmente)

Inghilterra: Steve Borthwick (2027)

Irlanda: Andy Farrell (2025)

Giappone: –

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