Autumn Nations Series: tutti gli occhi su Inghilterra-Nuova Zelanda

Rivincita della semifinale mondiale, con due monumenti come Owen Farrell e Brodie Retallick che festeggiano i 100 caps

Inghilterra-Nuova Zelanda – ph. Sebastiano Pessina

Com’è giusto che sia, per i tifosi italiani la partita più importante del pomeriggio di rugby sarà quella di Marassi fra Italia e Sudafrica, ma travalicati i nostri confini tutti i riflettori sono puntati sullo scontro di Twickenham fra Inghilterra e Nuova Zelanda, di scena alle ore 18:30 con diretta televisiva su Sky Sport Arena.

Una partita speciale per tradizione, fra due squadre notoriamente rivali e storicamente campioni, in senso cavalleresco, dei due emisferi.

Una partita speciale che non si gioca dal 26 ottobre 2019, quando l’Inghilterra eliminò a sorpresa gli All Blacks dal mondiale giapponese in una semifinale già passata alla storia.

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Una partita speciale perché si gioca a meno di un anno dalla Rugby World Cup 2023, torneo in cui per abbinamento le due squadre non possono trovarsi prima di una nuova semifinale. Si è sempre giocata una sfida fra queste nazionali ad un anno dal mondiale, spesso rivelandosi barometro di quello che sarebbe stato: nel 2002 l’Inghilterra vinse in casa prima di conquistare le Webb Ellis Cup in Australia, nel 2010 e nel 2014 la Nuova Zelanda espugnò Twickenham prima dei suoi successi iridati, nel 2018 l’outlier della vittoria di un solo punto degli All Blacks nella capitale inglese.

Una partita speciale, infine, perché contrassegna la 100esima presenza in nazionale per due monumenti viventi e giocanti del panorama internazionale, uno per parte: il capitano dell’Inghilterra Owen Farrell e il seconda linea della Nuova Zelanda Brodie Retallick.

Farrell, 31 anni, è uno dei migliori marcatori della storia del gioco, fra gli 8 soli giocatori con oltre 1000 punti segnati (attualmente è il terzo dietro Dan Carter e Jonny Wilkinson).

Retallick non diventerà solo il dodicesimo centurione degli All Blacks, ma infrangerà anche il record per la coppia di seconde linee più longeva della storia nella 64esima occasione in cui scenderà in campo al fianco di Sam Whitelock. Il giocatore ha vinto la Rugby World Cup nel 2015 ed è stato premiato come Player of the Year nel 2014.

La Nuova Zelanda approccia la partita nel momento migliore del suo difficile 2022. Un anno da fenice, per la compagine in maglia nera: battuta da Irlanda e Francia nel novembre dello scorso anno, battuta in casa propria dalla medesima Irlanda nella serie di luglio e poi dall’Argentina nel Rugby Championship, ha ripreso un percorso vincente che attualmente dura da sei partite consecutive.

Gli All Blacks si presentano con Scott Barrett spostato a terza linea, un’opzione che ha dato già in passato dividendi contro l’Inghilterra, in particolare in rimessa laterale. Richie Mo’unga torna a guidare il reparto arretrato con Jordie Barrett nuovamente schierato a numero 12, nella combinazione che sembra funzionare maggiormente a livello di playmaking, mentre Mark Telea conserva il posto dopo un esordio con doppietta a Murrayfield.

Per l’Inghilterra l’autunno ha finora riservato luci e ombre: brutta la sconfitta nel fortino casalingo contro l’Argentina, agevole la vittoria contro il Giappone. La formazione scelta da Eddie Jones è una sintesi delle due provate nelle settimane precedenti, con Sam Simmonds premiato per la forma con la partenza dal primo minuto. Attenzione: contro il Giappone quando ha diviso il campo con Vunipola ha giocato da flanker in difesa e da terza centro in attacco in occasione delle mischie ordinate.

Jack van Poortvliet, classe 2001 dei Leicester Tigers, è di nuovo scelto per iniziare la partita davanti al proprio mentore Ben Youngs. Rispolverato inoltre il midfield che Eddie Jones preferisce in assoluto ma che poche volte ha potuto schierare: Marcus Smith affiancato da Owen Farrell e Manu Tuilagi.

Curiosità: entrambe le squadre portano in panchina due centri, eventualità più unica che rara. Si dice che Henry Slade si sia allenato da estremo ultimamente e che possa coprire quindi tutti i ruoli dal 12 al 15, cosa certa dall’altra parte per David Havili, che in carriera ha iniziato da estremo prima di passare in mezzo al campo.

Direzione arbitrale affidata a Mathieu Raynal, che torna ad arbitrare gli All Blacks dopo il Foleygate nel Rugby Championship.

Lorenzo Calamai

Inghilterra: 15 Freddie Steward, 14 Jack Nowell, 13 Manu Tuilagi, 12 Owen Farrell (c), 11 Jonny May, 10 Marcus Smith, 9 Jack van Poortvliet, 8 Billy Vunipola, 7 Tom Curry, 6 Sam Simmonds, 5 Jonny Hill, 4 Maro Itoje, 3 Kyle Sinckler, 2 Luke Cowan-Dickie, 1 Ellis Genge
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Mako Vunipola, 18 Will Stuart, 19 David Ribbans, 20 Jack Willis, 21 Ben Youngs, 22 Guy Porter, 23 Henry Slade

Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett, 14 Mark Telea, 13 Rieko Ioane, 12 Jordie Barrett, 11 Caleb Clarke, 10 Richie Mo’unga, 9 Aaron Smith, 8 Ardie Savea, 7 Dalton Papali’i, 6 Scott Barrett, 5 Sam Whitelock (c), 4 Brodie Retallick, 3 Tyrel Lomax, 2 Codie Taylor, 1 Ethan de Groot
A disposizione: 16 Samisoni Taukei’aho, 17 George Bower, 18 Nepo Laulala, 19 Shannon Frizell, 20 Hoskins Sotutu, 21 TJ Perenara, 22 David Havili, 23 Anton Lienert-Brown

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