L’estate di Francia e Giappone, fra caldo, novità e record

La serie fra le due squadre è passata in sordina, ma è stata importante per entrambe

Giappone-Francia, la meta decisiva di Baptiste Couilloud nel secondo test – ph. CHARLY TRIBALLEAU / AFP

Saranno stati gli orari più ostici, sarà stato il minore appeal, ma Giappone-Francia, mini-serie da due gare consecutive, è stata forse quella che è passata più in sordina di questo luglio che ha visto abbinate tutte le migliori 10 squadre del mondo.

La Francia, che iniziava il mese al secondo posto del ranking, ha affrontato il Giappone, decimo, a Toyota e Tokyo, vincendo entrambe le gare: 23-42 il primo test, 15-20 il secondo.

In una serie caratterizzata dal grandissimo caldo (c’erano 35°C a Toyota durante la prima partita), in un paese in quei giorni sconquassato dall’attentato che è costato la vita all’ex premier Shinzo Abe, la squadra di Fabien Galthié ha centrato la nona e la decima vittoria consecutiva, eguagliando così il record di vittorie consecutive della nazionale transalpina.

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Giappone, alla ricerca di un nuovo impulso

La nazionale nipponica ha avuto un’estate a due facce: prima ha ospitato l’Uruguay, vincendo in maniera convincente entrambi i test disputati nella seconda metà di giugno, poi è passata alla Francia, con una sconfitta netta e quella che è stata una vera e propria vittoria sfumata.

L’ultima gara del Giappone è stata di necessario incoraggiamento: dalla Rugby World Cup i Brave Blossoms non sono più riusciti ad ottenere una vittoria contro una squadra di Tier 1 ed è sembrata arrestarsi quell’onda di sviluppo che aveva raggiunto il culmine con la qualificazione ai quarti di finale del mondiale casalingo.

Durante i test estivi, e in particolare nelle gare con l’Uruguay, l’head coach Jamie Joseph ne ha approfittato per vedere all’opera alcuni nuovi giocatori, facendo esordire un totale di 12 giocatori nelle prime due gare. Alcuni hanno poi giocato anche i test seguenti contro i transalpini, come l’ala di origine sudafricana Gerhard van den Heever o il mediano di apertura Lee Seung-Sin.

La squadra giapponese ha un’età media piuttosto alta, ma cercherà di tenersi stretti i propri veterani per farli arrivare fino alla Rugby World Cup in Francia: Shota Horie ha 36 anni, Michael Leitch e Ryohei Yamanaka ne hanno 34, Lappies Labuschagne e Yu Tamura 33.

Intanto, Joseph sta aggregando al gruppo un po’ di talenti nuovi e interessanti, come il già citato Seung-Sin, classe 2001, il 23enne Siosaia Fifita e il 20enne seconda linea Warner Dearns.

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Francia, un’occasione per incrementare la profondità

Fabien Galthié lo aveva annunciato fin dall’inizio: il tour in Giappone serviva per dare spazio ad elementi finora poco utilizzati del giro della nazionale francese. E così è stato: ad oggi, solo Francia e Sudafrica hanno avuto la possibilità di dare spazio ad un numero così ampio di giocatori nei loro impegni internazionali.

Un modo per rendere più profonda la rosa e di preparare i giocatori ad affrontare i palcoscenici più importanti quando chiamati in causa. Basti pensare a Yoram Moefana, forse il giocatore migliore del tour in Giappone, che durante il Sei Nazioni si è trovato a giocare spesso e volentieri, in diversi ruoli, per sopperire alle diverse assenze dopo un anno passato a guardare i compagni.

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Le migliori risposte Galthié le ha avute da Matthis Lebel, 2 mete in 2 partite e sostanzialmente imprendibile per la difesa avversaria, dal recupero progressivo di Charles Ollivon, capitano della spedizione, e dai giocatori della panchina come il tallonatore Pierre Bourgarit, il seconda linea Thomas Lavault (esordiente) e il mediano Baptiste Couilloud.

Dopo le meritate vacanze, per la Francia si apre una stagione delicatissima: dalla fine della Rugby World Cup 2019 ad oggi, la costruzione del grande piano per arrivare da favorita al mondiale in casa ha visto ogni casella andare al suo posto, ma c’è ancora da percorrere il rettilineo finale.

Lorenzo Calamai

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