Lo specialista francese, già consulente di club di Top14 e delle federazioni di judo, MMA e boxe, si occupa da anni di commozione cerebrale
Il neurologo Chermann: “Nel rugby si gioca troppo, il rischio concussion si alza”
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Chermann è assolutamente un luminare ma in questo caso è sufficiente seguire il buon senso per trovare la soluzione
Non solo le testate, ma anche i colpi di frusta come avviene a Smith in questo placcaggio di Pastrami danneggiano il cervello, sballottato contro la scatola cranica… la depressione è il primo sintomo e non è un caso che Johnny Wilkinson abbia ammesso i suoi problemi e si renda disponibile a parlare con chi ha problemi simili
https://youtu.be/CXzqxsryYBM
Io sono dell’opinione anche che andrebbe un po’ ripensato il modo di giocare a rugby, anche se oggi lo vedo difficile. Non si cerca più di eludere l’avversario, ma si va muro contro muro per cercare anche pochi cm di avanzamento nella speranza di creare un due contro uno finale, se va bene. Ormai le partite si vincono sui bd che sono veri e propri incontri di lotta libera di gruppo e non il tentativo di creare velocemente una piattaforma dalla quale ripartire. Poi è ovvio che, di fronte a difese asfissianti come si vedono ormai quasi in ogni squadra, è molto difficile riuscire a farlo. Inoltre, rispetto al passato, in genere il giocatore grosso era anche lento e quindi il placcaggio era, diciamo così, “comodo”, oggi il giocatore grosso è anche estremamente dinamico e veloce e questo comporta che anche il placcatore, in un nanosecondo, deve capire l’esatto posizionamento mettendo quindi spesso la testa dalla parte sbagliata. Molti forumisti anche qui, negli anni passati hanno proposto soluzioni ragionevoli, ma che dubito fortemente siano prese in considerazione come un peso massimo di squadra, o un numero minore di cambi in modo che le difese si aprano maggiormente col passare dei minuti. Sicuramente giocare meno partite potrebbe aiutare anche se Sexton gioca col contagocce, ma è soggetto spesso a concussion. Non lo so. La vedo difficile da qualsiasi parte la si guardi
q = m * v
Se il problema è la quantità di moto che arriva sparata sul cranio, non si può esimere dalla basilare equazione qui sopra: un Dane Coles che ti arriva coi suoi 110kg sparati dalle gambe di un velocista è garanzia di rimanerci tramortito.
Dato che non si può limitare la velocità, essendone lo sviluppo uno degli scopi dello sport, si potrebbe dover arrivare ai limiti di peso in stile pugilistico: ti sei pompato fino a pesare 120Kg per 1.90m? Mi spiace, sei troppo pericoloso, una volta lanciato verso l’impatto. Torna quando sarai tornato sotto al quintale. Che vuol dire -20% di quantità di moto.
Scusa Unforgiven, non ho capito se la tua è ironia sulla mia affermazione o se l’hai detto con convinzione. In entrambi i casi, come ho scritto, la cosa non è comunque fattibile. Il rugby ha preso determinate strade e difficilmente si tornerà indietro. Del resto anche nel pugilato una volta si arrivava ai pesi massimi ai quali appartenevano i vari Mohamed Alì, Frazier, Foreman e Norton. Francamente non mi ricordo quale fosse il peso minimo del peso massimo (bisticcio di parole), ma ammettiamo fosse dai 100 kg in su, un conto è pesare 100 kg un altro 130 a parità di velocità. Tant’è che poi hanno creato la categoria dei supermassimi. È logico che bel rugby odierno non si possono stabilire categorie, ma in effetti non è più uno sport per tutti
Rocky Marciano stava sugli 85 chili, campione dei massimi ritirato imbattuto con 49 incontri,era anche più basso di tutti i suoi avversari,178 cm,forse non il miglior massimo della storia ma quello con più stamina si 🙂. Se non stabiliscono limiti di peso per ruolo l’aumentare degli infortunati è consequenziale,e non credo danneggia lo spettacolo se un pilone può pesare max 120 o un centro 100.
No, non era ironico. E’ proprio così, elementare. Ho sentito gente che da junior giocava a rugby (amatorialmente, ma di buon livello) smettere perché, arrivato tra i senior, comparivano questi giocatori “moderni”, grossi e veloci contemporaneamente, dai quali ricavavano solo di venire tramortiti.
SEMBRA non praticabile, ma il rugby è già quello che non ammette prime linee “non professionali” a sostituire piloni e tallonatori in mischia per motivi di sicurezza. Che, diciamolo, è un unicum tra gli sport.
Cosa ci vorrebbe ad introdurre i massimali di peso? Un professionista come Cole, già seguito da dietologi ogni santo giorno, cosa ci metterebbe a buttar giù dieci chili?
Ok, grazie. In effetti dovrebbe poter essere così. Una volta si diceva che il rugby era adatto ad ogni fisico. Oggi non è più così. E questo, al netto della pericolosità, non lo rende appetibile ai ragazzini. Un tempo si poteva iniziare a giocare anche a 16-17 anni con buoni risultati, oggi, a meno che uno non provenga da altri sport che comunque ti costruiscono un bel fisico (volley, basket, nuoto, arti marziali) dubito fortemente che possa prendere in esame la possibilità di giocare. Ovviamente non sto parlando dell’alto livello, parlo di serie B o serie A al massimo. Ma già qui si vedono dei bei bestioni. Troppa importanza all’impatto e troppo poca all’elusione, all’agilità e alla velocità. Io e un mio amico, alla fine degli anni 70, a 17 anni smettemmo il volley per passare al rugby. Tutti gli allenamenti legati all’agilità della pallavolo, il coordinamento dei movimenti, ci furono di aiuto. Io giocavo ala e il mio amico centro o estremo. Lui arrivò in tre anni a giocare titolare nella serie B nazionale, che, all’epoca, era il secondo campionato nazionale dopo la A. Oggi sarebbe impensabile e, ovviamente, non si possono prendere a paragone due periodi così distanti tra loro nel tempo, però è un dato di fatto che ci siamo spinti ad un eccesso totalmente opposto. Beninteso, a me piace molto vedere le battaglie in campo, le difese ordinate, i bei placcaggi, ma mi piacerebbe anche vedere tanti Capuozzo che, a dispetto dei 75 kg di peso, riescono comunque a fare svoltare una partita
Non puoi permetterti di fare una cosa del genere, perché la gente grossa passerebbe al league e perderesti appetibilità e tanti talenti (specie in australi). In pugilato hai una categoria per ogni peso
Union e League ora hanno un dialogo molto migliore di quello che la tradizione tramanda… e, scommetto anche, questo problema in comune…
“Oggi si gioca troppo, e le commozioni cerebrali sono più spesso subite da giocatori stanchi e affaticati. ”
Questo è un punto che merita investigazioni, anche perché, e questo mi preoccupa… Ryan Jones ha sempre giocato col caschetto indossato!
Attenzione però all’effetto “super eroe”… un ex giocatore mi ha raccontato che alcuni suoi compagni si sentivano “invincibili” con il caschetto… e allora sempre dentro con la testa…
Il caschetto non serve a niente… Solo a proteggere dalle escoriazioni.
Il problema è lo scuotimento della massa cerebrale all’interno del cranio.
Sono studi partiti da casi simili nel football americano, in cui notoriamente si gioca con casco rigido ben più protettivo, eppure….
https://www.ilpost.it/2017/07/26/nfl-football-commozioni-cerebrali/
Io lo usavo per proteggere le orecchie (e perché avevo freddo alla testa in inverno).. Alla prima botta te ne accorgi subito che non attutisce nulla…
Ah, ok
Pensa che c’è gente che vuole aggiungere il SA al 6N… giusto per ridurre le partite logoranti