Le pagelle di Georgia-Italia

Allan e poco altro tra le cose da salvare di una prestazione disastrosa

Le pagelle di Georgia-Italia (ph. Federugby)

Le pagelle di Georgia-Italia (ph. Federugby)

Il tour estivo dell’Italia si chiude con una sconfitta, nella sfida più importante. La Georgia passa 28-19, contro un’Italia che dopo aver rimontato lo svantaggio iniziale, ha visto la partita sfuggirle inesorabilmente di mano.

Ange Capuozzo 4.5 – Si è visto poco per tutto il tour estivo. Un solo guizzo, nel secondo tempo, ma perde Tedua sulla prima meta e soprattutto manca il placcaggio su Niniashvili in occasione della terza. Tanta fatica sulle palle alte.

Edoardo Padovani 4.5 – Male, come tutti, sulle palle alte. Gioca con una frenesia che da lui non ci si aspetta, sbagliando troppe scelte in attacco, e manca il controllo di alcuni palloni tutto sommato facili.

Ignacio Brex 5.5 – Come sempre ultimo baluardo in difesa, prova a dire la sua anche palla in mano. Va a farfalle insieme a Menoncello sulla contesa aerea con Niniashvili, che costa la meta alla fine del primo tempo.

Marco Zanon 5 – Parte bene, poi si perde strada facendo. Nella ripresa gioca pochi minuti, poi Crowley lo sacrifica per passare al doppio play.

Tommaso Menoncello 5 – Bene la meta, ma per il resto tanti, troppi errori. Sulle palle alte manca il tempo del salto sia sulla seconda che sulla terza marcatura georgiana.

Tommaso Allan 6.5 – Il migliore degli azzurri. Prova più volte a creare spazio e occasioni per i trequarti, che non lo supportano adeguatamente. Dalla piazzola ha una delle sue giornate migliori, ma purtroppo non basta.

Alessandro Garbisi 5.5 – Nel primo tempo è tra i migliori per lucidità e qualità tecnica. Nella ripresa perde di mano la partita, come buona parte dei suoi compagni, e comincia a sbagliare passaggi elementari.

Toa Halafihi 4.5 – Sottotono. Il suo giallo costa all’Italia 10′ in inferiorità numerica nella fase più delicata della partita.

Michele Lamaro 4.5 – Nel marasma del secondo tempo aveva il compito di prendere per mano i suoi ragazzi. Col senno di poi è sempre più facile, ma paga alcune discutibili scelte tattiche.

Federico Ruzza 6 – In rimessa laterale, quando non gli arrivano palloni imprendibili anche coi trampoli, è la principale sicurezza azzurra. E anche in mezzo al campo è una garanzia.

Marco Fuser 6 – Tanto lavoro sporco e qualche break utile a guadagnare metri, e non è successo spesso agli azzurri in questa partita. Quando esce l’Italia cala.

Niccolò Cannone 5 – Alterna errori a cose buone, come ormai ha abituato. Con la fisicità che ha, poteva e doveva fare di più, soprattutto in partite come questa.

Simone Ferrari 5.5 – A fasi alterne in mischia. Tiene duro anche dopo i cambi georgiani, ma non riesce a dare la costanza e la concretezza che servivano.

Gianmarco Lucchesi 4 – Molto male al lancio, dove regala palloni che la Georgia nemmeno aveva conteso. Si divora una meta già fatta alla fine del primo tempo, anticipando troppo l’uscita dalla maul.

Danilo Fischetti 5 – Come Ferrari, in mischia prende e dà, ma da uno come lui ci si aspettava molto di più, soprattutto in mezzo al campo.

Dalla panchina:

Giacomo Nicotera 5.5 – Rimette a posto il lancio azzurro, ma non basta.

Ivan Nemer 6 – Il suo ingresso coincide col momento migliore dell’Italia in mischia. Palla in mano non riesce ad esprimere il sui potenziale, ma è tra i meno colpevoli.

Ion Neculai 5 – In mischia non riesce a cambiare l’inerzia, in mezzo al campo non si vede.

David Sisi s.v. – Entra quando la partita è ormai compromessa

Giovanni Pettinelli 5 – Solitamente è il più affidabile delle terze azzurre a livello di workrate, ma a Batumi è praticamente invisibile.

Renato Giammarioli 5 – Si vede poco, e quando carica sbatte sul muro georgiano.

Alessandro Fusco 5.5 – Prova a mettere un po’ di ordine, e poi ad accelerare, ma non riesce a dare luce a una squadra senza idee.

Paolo Garbisi 5 – Contro la Romania il suo ingresso da secondo play aveva consentito agli azzurri di accelerare e chiudere la partita, stavolta non succede. Manca il guizzo

Francesco Palma

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