L’amarezza del tecnico dei Leoni dopo il match contro i Lions: “Dobbiamo migliorare nella gestione della partita”
Benetton, Bortolami: “Con più ordine avremmo vinto. È frustrante”
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Challenge Cup: la formazione del Benetton Rugby per la sfida al Gloucester
Negri, Lamaro e Halafihi in terza linea, Menoncello e Brex al centro e una panchina "pesante"
Marco Bortolami: “Giocare contro Gloucester per me sarà speciale. Siamo pronti per la partita”
A parlare è il tecnico dei veneti che in passato è stato giocatore degli inglesi
Gloucester-Benetton, il DG Pavanello:” Sono gli avanti a dover dimostrare di essere superiori”
Il dirigente dei biancoverdi ha sottolineato quale sarà la chiave del match
Benetton Rugby, Michele Lamaro: “Vogliamo attaccare Gloucester. In attacco dovremo essere cinici”
Il capitano carica i suoi in vista della semifinale di sabato contro gli inglesi
Benetton, Albornoz: “A Gloucester per cancellare la delusione dell’anno scorso e far gioire i tifosi”
Il numero 10 non è soddisfatto dal risultato con Ulster nonostante i due bonus, arrivati anche grazie a lui
Trovo che anche la parola frustrante sia ripetuta troppe volte (come la ben nota “squadra fisica”). Molto spesso anche gli inglesi la ripetevano su di noi, del tipo ” It’s frustrating watching Italy matches, given how much potential they have”.
Il fattore mentale e di approccio alla partita nella squadra è un Dott. Jekyll e Mister Hyde…incomprensibile prendere certe mete
Io credo che sia più semplice di quanto sembra : la cilindrata delle due squadre è ancora differente, per abitudine, cultura, condizioni al contorno varie… soprattutto in questa fase della stagione.
Treviso spara tutto subito, e poi cala, loro restano stabili su una consistenza elevata per tutti gli ‘80 e alla fine fanno la differenza.
I nostri tanti giovani, semplicemente, non sono ancora su quello standard, ma lavorando duro potrebbero arrivarci.
Hanno comunque segnato tanti punti, loro di più!😊
Semplice.
Come dissi in passato, attirandomi gli strali del gruppo del bicchiere sempre mezzo pieno, il problema del sistema rugby italiano è avere rose composte in larga parte da giocatori con un curriculum professionistico fatto al 80% da sconfitte: perdere aiuta a perdere e quando le partite sono equilibrate ne perdi 9 su 10.
Questa è solo l’ultima di una lunga serie.
Il famoso ragionamento secondo cui si cresce prendendo sempre mazzate dai più forti è una fesseria tremenda: quando tu incontri 3-4 volte all’anno lo stesso avversario e ci perdi sempre, nel club o in nazionale, sei oramai talmente assuefatto all’idea di essere inferiore che sei spacciato in partenza.
La svolta per il rugby italiano ci sarà quando (se mai possibile) si avrà una generazione di giocatori che, se non abituati a vincere, siano perlomeno non assuefatti a prendere mazzate in continuazione e quindi sapranno gestire meglio le partite.
Questo è il problema di un sistema senza retrocessioni, dove tu puoi perdere l’80% delle partite e tanto non cambia nulla.
Mah, io non la metterei sulla famigerata “cilindrata”, termine pure questo più che abusato…se finisci a -8 tutta questa differenza, alla fine, non c’è. Piuttosto è la gestione delle partite, che non è buona, che finisce sempre per sbilanciare il conto a favore dell’avversario, anche e soprattutto quando le forze in campo sono piuttosto equivalenti. Se una partita equilibrata finisci sempre o quasi per perderla, il problema è che gli sanno gestire momenti cruciali meglio di te. E in questo momento, le squadre che sanno gestire meglio questi momenti rispetto a Benetton, non sono poche. Io la differenza di cilindrata l’ho vista con il Leinster, Ulster e Munster e con gli Sharks…ma non altro.
Faccio il democristiano. C’è una parte di ragione un po in tutti i messaggi precedenti.
Essere abituati a perdere è un problema perchè se nella testa ti entra quella convinzione che gli altri sono più forti di te, difficilmente vinci. Questo nel rugby come nella pallavolo (per dirne una diametralmente opposta- non c’è contatto). La cilindrata è senza dubbio quello che maggiormente alla fine fa la differenza., anche se l’ho anche io vista in 4/5 squadre.
Così come le parole di Bortolami a mio avviso non sono sbagliate. Devi saper gestire la partita: se gli altri sono abituati a correre a mille, quando ne hai le occasioni devi rallentare e rifiatare.
Io ne aggiungerei un’altra, la disciplina. Non sempre devi strafare per recuperare l’errore fatto pochi minuti prima. Il rugby è fatto per giocatori che usano la testa oltre che al corpo. Il sapersi adattare al metro arbitrale è indispensabile. Non so se avete notato l’enorme differenza di metro arbitrale tra la partita del benetton e quello delle Zebre nei breackdown.
Sono tutte cose dove bisogna lavorarci tanto. E lo dobbiamo fare nel miglior modo possibile e ne l più breve tempo possibile. Altrimenti tutte le insicurezze descritte in precedenza avranno sempre il sopravvento.