Italia, il giugno di fuoco delle selezioni azzurre

Sono contento che il calendario di fine primavera/inizio estate delle Nazionali azzurre si vada riempiendo e già lo avevo espresso sotto l’articolo pubblicato ieri. Mi sembra molto utile che vi sia modo di sperimentarsi con Nazionali di livello inferiore o simile (Georgia) e finalmente in misura assai più ampia di quanto avveniva in anni recenti. Vorrei però che vi fosse “semplicemente più semplicità” nelle denominazioni delle selezioni e magari anche nel loro numero. Non sono forse sufficienti due selezioni a livello seniores? E chiamare queste due selezioni Nazionale maggiore, più spesso Italia senza altre specifiche, e Italia B, rompendo anche una tradizione che penso di origine anglosassone che prevede l’uso della lettera A che, come molte altre cose, andava benissimo quando il rugby era sport d’elites amatoriali ma che ora crea confusione in chi segue occasionalmente il rugby (per non parlare delle denominazione con il XV). Da noi si aggiunge anche il doppione A/Emergenti nato, se ben ricordo, per quel pasticcio dirigenziale su un giocatore rivelatosi poi non eleggibile anche se è vero che la FIR di una decina d’anni fa aveva già alimentato la confusione creando questa “nuova selezione Emergenti”. Sono convinto che non si alimenti di un centesimo lo sviluppo del rugby italiano alimentando inutili discussioni nei forum o meno, su questioni sulla classificazione di ogni selezione come seconda, terza, quarta o addirittura (l’abbiamo lette tutti) interventi che accreditano una selezione di essere collocabile tra la seconda e la terza, cosa che mi ha portato a identificarla come “Italia due virgola cinque” 😉 Gli amici/nemici del soccer possono avere in questo caso qualcosa da insegnarci: Italia e Italia B tra le rappresentative e anche nelle denominazioni dei campionati, dopo anni di Leghe pro prima e seconda che avevano addirittura portato la Serie D a essere il quinto (!) livello, hanno riportato le cose a un buon livello di semplicità con le serie A, B, C, D nell’ordine.

Ho però la netta sensazione che il discorso della “trafila”, che certo dev’esserci, venga spesso sopravvalutato. Parliamoci chiaro: un giocatore molto forte, a 20 anni o poco più è pronto per giocare ai livelli più alti e ora che finalmente il movimento italiano comincia a produrre qualche talento in più, lo si nota anche da noi, basti vedere Menoncello, Gesi, i due Garbisi e diversi altri. La trafila è quella delle Under. Ovvio che vi sono giocatori dalla maturazione più lenta e una seconda Nazionale deve esserci, ma una mi sembra sufficiente. Che poi possa venire talvolta organizzato qualche incontro per una rappresentativa dei campionati “locali” va anche bene ma sia chiaro che non sarà una Nazionale ma una squadra che servirà più che altro a dare qualche bella soddisfazione a giocatori che non raggiungono l’alto livello internazionale; dovrebbe essere un qualcosa tipo Italian Wolves (se si vuol dare un nome inglese 😉 (o simili) e giocare contro squadre di tipo simile. Chi eventualmente è forte, emerge di suo anche dal campionato nazionale.