Il responsabile dell’alto livello, intervistato da Sky Sport, ha fotografato il nuovo percorso intrapreso dagli Azzurri
Italia A, il punto di Franco Smith: “Abbiamo due obiettivi: vincere e sviluppare”
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
Italia Under 20: i primi convocati al raduno di preparazione al mondiale sudafricano
24 giocatori classe 2004/5 a lavoro da lunedì 22 aprile a Parma
Italia Under 20: il programma d’avvicinamento degli Azzurri ai Mondiali U20
Una fitta serie di raduni e anche un Test Match di preparazione
Sei Nazioni under 20 2024: la classifica finale
Inghilterra e Irlanda imbattute, solo un punto le separa al termine del Torneo
Italia U20, Massimo Brunello amaro: “Sconfitta semplicemente inaccettabile”
Il capo allenatore non fa sconti nell'analisi della gara persa contro il Galles dopo essere stati in vantaggio di 15 punti
Sei Nazioni U20: Italia bella a metà, vince il Galles 27-15
Dopo un buon primo tempo, gli Azzurrini soffrono la reazione dei dragoni che segnano quattro mete e portano a casa la vittoria
Sei Nazioni U20: la preview di Galles-Italia
Si gioca a Cardiff l'ultima partita del Sei Nazioni di categoria: obiettivo terza vittoria consecutiva
… 80-90 giocatori di interesse nazionale, ambizioso… Galthié si è prefisso di seguirne tra 90 e 100, in un bacino leggermente più ampio di quello peninsulare… mah!…
Ambizioso, ma ora perlomeno è realistico. 10 anni fa se si avesse fatto un elenco di 80-90 giocatori, tra il primo e l’ultimo il gap sarebbe stato abissale, o quantomeno, molto importante. Ora tra i 90 ci sta un bella e sana competizione su un livello molto simile.
a me invece, pare il modo corretto di programmare: la differenza tra i 90-100 italiani e i 90 -100 francesi, probabilmente, sarà il livello qualitativo medio, ma escludo che non si riescano a trovare – nell’arco di un paio d’anni – 90 giocatori per l’alto livello.
Ci si deve riuscire! 30 fra le 2 franchigie, almeno 30 dal top 10 (in media 3 per ogni squadra di top 10, se non ci si riesce il top 10 non serve a “nulla” per l’alto livello..e quindi non si merita investimenti corposi) , 10 da campionati esteri (+ possiili naturalizzati) e altri 20 tra Under varie da integrare. Da qui i 2 punti deboli piu rilevanti, le nostre franchigie sono mediamente e storicamente da bassa classifica (con giocatori italiani di livello medio ma tutto sommato interscambiabili fra loro ed inferiori a quelli di altre tier1, senza nessuna stella di livello assoluto) e il top 10 non produce molti giovani di interesse ad oggi. Serve trovare un modo per alzare l’asticella (cilindrata e tecnica) dei nostri under da adesso e riuscire a colmare quel gap che fra la fine dell’under e i primi 2/3 anni di professionismo mette in stallo la crescita dei nostri giovani. non so come…é da sempre uno dei piu grossi misteri del nostro movimento. che vengano a fare i capi argentini, italiani, inglesi, sudafricani, irlandesi, il risultato non cambia.. nessuno lo ha mai risolto
Per quanto mi riguarda i 30 del Top10 li puoi pure ridurre a 3, visto il livello di questo campionato, poi aggiungo che per un giocatore del campionato domestico è tardi ambire all’alto livello, infine le squadre sono tutte imbottite di stranieri.
Secondo me giocatori di probabile alto livello possono solo uscire dall’attuale formazione degli under (CDF)
Gli obiettivi
In merito al tema Franco Smith afferma in senso ampio: “Abbiamo due obiettivi: vincere e sviluppare. Al momento non abbiamo un sistema di sviluppo che ci consenta di fare questo, ragione per la quale abbiamo iniziato un processo.
ma se non sviluppiamo perché non possiamo, allora facciamo solo convocazione???
Lo fa dando il via a questo processo.
E qui sono d’accordo con Innocenti : hey clubs datevi da fare.
Con tutti i pregi e difetti del caso, Smith chiarisce il senso della nazionale A.
Si capiscono le convocazioni di Violi, Traore ecc e anche alcune mancate convocazioni dal top10, anche se per ampliare il bacino bisogna attingere anche dal top10 e vedere chi riesce a giocare ad un livello superiore
Tutto bene.
Mi piacerebbe solo che si smettesse di parlare del Mondiale come un obiettivo (manco fossimo pallonari).
Lo dico e ridico da anni: il nosto vero e unico Mondiale è, ogni anno, il 6N !
Il Mondiale è una competizione a cui siamo onorati certo di partecipare ma pone come unico obiettivo, minimo e massimo nello stesso tempo, la terza piazza nel girone. Giusto per riqualificarci (e battere d’obbligo due tier2). Punto.
Non è un fine per la programmazione di un intero movimento, come invece per gli azzurri in altre discipline.
Scusate….ma è un mio pallino…;-)
…la differenza è che invece nel 6N l’obbiettivo è di vincerne una. Se mi dici che si valutano i progressi o magari spesso i regressi non vedo perché non lo si possa fare anche nelle partite della Coppa del mondo. E se l’uovo di Colombo potrebbe essere quello di avere entrambi come obbiettivi?! Con molta modestia poi sarebbe meglio, vista la realtà…
Concordo con il coach e con i compagni tifosi qui su OnRugby, ma si deve affrontare un argomento cruciale secondo me, che solo a volte si sfiora nei commenti: avvicinare i ragazzini a questo sport. Per me è impossibile trovare una base di 100 giocatori se non arriva benzina dal basso. Attualmente, tra un gruppo di primi della classe (Garbisi, Polledri, Minozzi, Riccioni, Ioane) e gli ultimi ci passa un abisso. Per chiudere il gap è necessario un bel rifornimento, adesso, di ragazzini tra i 14 e i 16 anni seguiti bene già dai primi livelli che, tra 8 o 10 anni potranno dare sostegno. Il focus non può essere su ciò che abbiamo oggi, perchè quello è, ma su ciò che potremmo e dovremmo avere domani.
…Mich, salvo il termine “tifosi” che non mi piace molto (appassionati, aficionados, supporters ma tifosi fa troppo troppo palla tonda! 🙂 ) , salvo questo dicevo, hai perfettamente ragione e credo che quando FS parla di un orizzonte temporale 2031 a questo si riferisca… ora, che fare?… per aumentare l’appeal del rugby italico nei confronti delle giovani generazioni (i ventenni del 2031 oggi hanno dieci anni) si dovrebbe già fin da ora avere una serie di vittorie non estemporanee (SAF 2016 per intenderci), cioè oltre a portare a casa l’Argentina (non oso nemmeno pensare ad una striminzita vittoria con l’Uruguay, con i Teros “deve” esserci una vittoria con almeno venti punti e zero mete loro) oltre all’Argentina dicevo, ci sia un 6N in cui non sia la “solita” Scozia (anche perchè con la Scozia attuale sono dolori per tutti) ma almeno un paio di vittorie, o una vittoria ed un pareggio suvvia!… ma questo già nel 2021-2022, ogni anno perso sono migliaia di possibili futuri giocatori di rugby che si avvicinano ulteriormente al calcio (!) o alla pallavolo, alla pallacanestro, al golf, al tennis e quant’altro, e l’orizzonte 2031 sfugge via, diventa 2035, 2040 etc etc… purtroppo, però, sono anni se non decenni che queste cose saltano fuori nei ragionamenti sui vari siti e blog di rugby, e la situazione non solo non migliora, ma peggiora!… ora, non metto in dubbio l’onestà intellettuale di FS, ma quando parla di uh bacino di 80-90 giocatori tra cui pescare per l’alto livello, credo si illuda un po’, tra tre anni max (lasciandogli la RWC 2023 come “orizzonte” personale) sarà probabilmente fuori dai giochi (come accadde a tutti i suoi predecessori) e nel frattempo arriverà a pescare, come sovente se non sempre è accaduto, nell’ “altro” livello (perdonami la battuta), quello dei naturalizzati-oriundi-doppi o triplo passaportati… dirigenza FIR permettendo…
…quanto sopra, naturalmente, affiancato da un lavoro di inseminazione a livello scolastico (fina dalla scuola per l’infanzia), politico-amministrativo (ai vari livelli, dal quartiere al governo nazionale, ognuno per le proprie competenze e possibilità) e naturalmente mediatico… mah!
….ecco, qui ti quoto anche più rispetto alla prima parte del tuo intervento. Pallavolo e pallacanestro hanno attratto giovani anche in periodi in cui a livello internazionale non facevamo grossi risultati. Penso che la differenza è che sono nelle scuole da mezzo secolo o giù di lì (con variazioni forse a seconda di zona, disponibilità di impianti e altro), anche se va detto che sono meno concorrenziali al calcio per tipologie fisiche, (pur se mi pare che per il ruolo di portiere la concorrenza possa esservi). Per i ruoli dei tre quarti nel rugby la concorrenza con il calcio penso sia alta e, guarda caso, sono quelli dove storicamente, facciamo più fatica. Tuttavia ribadisco che il rugby nelle scuole sarebbe un grande aiuto. Comunque vittoria con l’Argentina difficilissima e che i Teros facciano zero mete, mah, se avessi molti soldi 😉 un deca contro a quest’ipotesi lo scommetterei e anzi vedo possibile una vittoria, non certa, frutto di qualche iniziativa di sfondamento personale nel tipico stile italiano dal 60esimo in avanti e comunque molto improbabile una vittoria con il margine di cui parli e frutto di ampie e ripetute azioni manovrate al largo. Poi tutto ci puo’ stare visto che l’avversario ha certo, e (dieri anche) a sua volta, limiti non di poco conto.
…(direi anche)…
…ah, intanto vediamo come va l’Italia A con i Teros ( e come vanno loro). Poi non è detto che magari possa vincere la A e perdere la Maggiore 😀
Era per tagliare corto 🙂
Pensa che il concetto di tifo nemmeno mi piace nè lo capisco. Io provo un senso di appartenenza alla squadra italiana (da qui i miei pipponi sulle equiparazioni) e alle franchigie italiane (finchè restano abbastanza italiane), ma per il resto, forse perchè ex sportivo, semplicemente mi piace il confronto.
Detto ciò, deve agire la FIR, a livello di scuole e circoli ricreativi, ricercare convenzioni con centri sportivi, palestre, creare eventi in cui la partita tra ragazzini sia solo una parte del divertimento, con spazi ed eventi per famiglie (ci vuole poco, basta volerlo, non parlo del Superbowl) in modo da coinvolegere amici e parenti e diffondere in scala i progetti locali. Insomma, tutto il pacchetto di marketing che compete ad un’azienda che intenda espandersi. In Italia va innanzitutto sollecitata la cultura del rugby; la mamma media crede che mandare il figlio (di figlie nemmeno a parlarne! Per loro c’è la danza classica o la ginnastica ritmica o artistica… poi si parla di parità) su un campetto da rugby voglia dire mandarlo al massacro perchè, ovviamente, la flebile immagine che ha è quella di colossi che si ammucchiano, si spintonano e si buttano a terra l’un l’altro. I papà generalmente preferiscono gridare al figlio sui campetti di calcio che, maledetto lui, non si decide ad essere Cristiano Ronaldo (Messi è più forte, ma a loro non importa perchè vuoi mettere l’immagine?) o prendersela con i mister prima e dopo la partita perchè, ovviamente, loro ne sanno di più. Nelle peggiori delle ipotesi, si aggredisce l’arbitro davanti agli occhi stupiti ed imbarazzati dei ragazzini che, a loro volta, salvo rari casi, non hanno scelta se non fare la stessa cosa di li a 20 o 30 anni.
Ecco il quadro. Torniamo a parlare di una base di 100 giocatori? 🙂
Mi era già parsa una squadra cadetta più che la nazionale emergenti/del campionato domestico. “Cadetta” dove tenere in ritmo alcuni giocatori, dare minutaggio ai convalescenti, esperienza ai piccoli ecc. Non una squadra ben precisa ma una propaggine della maggiore con uno scopo di ausilio a quest’ultima (difatti si sono riunite insieme all’inizio).
Non è più la emergenti fatta tanto per fare a cui si diceva agli allenatori di pescare nel domestico giusto per fare un torneo d’estate.
Mi piace questa visione che sa molto di progetto ambizioso ben mirato e pensato. D’altronde da uno come Smith me lo aspettavo, dalla fir meno.