Il terza linea Ben Gunter non ha dubbi sul livello raggiunto dalla squadra orientale, ormai pronta per sfidare le grandi dell’Emisfero Sud
“Il Giappone dovrebbe far parte del Rugby Championship”
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Meglio non fare paragoni..
Il Giappone è uno scherzo.
Nell’ ultima partita tra i 15 titolari 8 erano stranieri e pure il capitano era SA.
Peggio della Scozia.
I risultati sono seri,noi abbiamo meno equiparati per motivi economici.
Concordo su tutta la linea. Ho sprecato commenti su questo punto, e gli accostamenti con gli azzurri li rifiuto. Il Giappone rappresenta l’estremizzazione del regolamento in materia di equiparazioni, e la loro potenza economica è pericolosamente attrattiva per molti talenti di nazionali meno ricche. Inoltre riciclano molti giocatori che nelle loro nazionali non troverebbero mai spazio perchè superati da colleghi di reparto più dotati. Tutto ciò, ma sono quasi stanco di evidenziarlo, sta snaturando il concetto di squadra nazionale. Certo, sono in ottima compagnia, ma a mio avviso va fatto qualcosa.
Il giappone si sta meritando il palcoscenico, altro che scherzo!! per la passione, il tifo e il gioco che producono! Noi potremmo scendere in campo con Negri, Steyn, Varney, Faiva, Herbst, Ioane e Sisi (tuivaiti),che fanno 6/7/8 di formazione non italiana praticamente titolari fissi, cosi come la Scozia. Senza contare che firmeremmo ora per Odongwu e Lynagh . Loro (Giap e Scozia) si giocano le partite , noi ne abbiamo perse 30 e passa di fila. Prima di giudicare gli altri meglio guardarsi in casa e cominciare a pretendere di piu dai nostri. Non ci sono ordini di scuderia, se Faiva, Steyn e company giocheranno significa che sono piu bravi e pronti degli altri ed io tiferò al 120% per loro. Se non vinciamo costantemente con la nazionale maggiore il rugby in Italia non crescerà mai.
Per la Scozia il discorso e’ diverso,come i risultati,secondo me sono due anni di fila che hanno la squadra per vincere il 6n.
Non puoi mettere sullo stesso piano Varney o Negri, che hanno entrambi un genitore italiano (pur non essendo nati in Italia) con Steyn, Faiva, Ioane o Herbst, che di italiano non hanno nulla…alla fine, pur al 50%, ma sono italiani, tanto quanto sono inglesi (magari nati in Zimbabwe) o gallesi, alla fin fine. Poi siamo d’accordo che di nascita e formazione non sono italiani (e magari parlano solo inglese, cosa che trovo inaccettabile ma vabbè), ma non li puoi mettere sullo stesso piano degli altri, proprio per un fattore di sangue. Anche i Lynagh, hanno la madre italiana e il padre australiano, quindi potrebbero optare per qualunque delle due nazionali. Cioè, questi casi sono diversi, non sono persone venute a giocare in Italia e che risiedono qui da un po’…cioè, perché per molti di voi non sono italiani? E’ ovvio che se cresco in un altro posto, sarà diverso per me, ma rimane comunque la mia origine italiana e non certo alla lontana.
Forse Varney ha una origine più lontana, anche se a me sembrava di aver capito che la madre fosse italiana…ma comunque io parlo soprattutto dei casi 50 e 50…cioè, lì per me sono superconvocabili, ecco.
la madre è Italiana e sembra abbia fatto promettere a suo figlio di giocare per l’Italia qualora fosse stato all’altezza di giocare per una nazionale
Che Mamma gente!
Che bello ricordarsi sempre da dove si viene! E buon per noi che Stephen abbia ascoltato sua madre 🙂 ora, non è sempre facile capire le storie di famiglia, le fonti sono tante e non sempre attendibili…ma pare che i bisnonni materni del nostro mediano di mischia si siano trasferiti in Galles e la loro figlia abbia poi sposato a sua volta un italiano: da questa unione nacque la madre Valeria. Dunque si può che pur trapiantata nelle terre del Dragone, lei sia completamente italiana. Poi Valeria sposò un rugbista gallese, Adrian Varney, terza linea anche piuttosto forte del Neath. Ed ecco Stephen!!
E se invece si ragionasse all’inverso? Se facessimo 100 partite Italia Giappone escludendo da entrambe la compagini gli equiparati, quante credi che ne vincerebbero loro? Io penso che non ci sarebbe storia.
Io non ne sono cosi convinto e assolutamente no (In questo mondo qui sono i risultati di world rugby e tornei privati, 6 nazioni e 4 nations, a definire i risultati e la caratura di un paese). Alla fine l’alto livello da loro si è sviluppato negli ultimi 10 anni. La nostra nazionale minore si confronta con quelle del 6 nazioni da molto di piu. Per altro con risultati da negativi ad alterni. Quello che voglio dire è che questi discorsi non sono reali. Le naturalizzazioni ci sono e ci saranno nel futuro sempre di piu. Se noi non le sfruttiamo a dovere (Qualità e programmazione in primis) abbassiamo le nostre possibilità di essere rilevanti nel futuro che vi piaccia o no (visto che siamo una nazione rugbysticamente minore, qualsiasi paragone con Argentina e Scozia non regge a priori). Per me non cambia nulla che tu abbia un genitore o nonno italiano o che tu abbia acquisito il diritto con la cittadinanza nel nostro paese.
Io non parlo di cittadinanza in un paese; non bisogna confondere lo status giuridico con quello sportivo. Parlo di equiparazioni, è molto diverso. Ad oggi, nel rugby basta aver giocato per un tot di anni in un paese che si diventa eleggibili per quella nazionale. E’ una regola, per me, assurda che denatura il concetto di team nazionale. La cittadinanza è una cosa diversa, e siccome qui non si parla di politica o di legge ma di sport, su questa non ha senso esprimersi.
Per il discorso sullo sviluppo, non condivido. Se metti al centro del discorso tanta capacità finanziaria, magari derivante da altre politiche commerciali e strategiche di stato, attiri stranieri, costruisci un megacampionato, data la vicinanza dell’Oceania ti assicuri il percorso di pensionamento o “anni sabatici” di neozelandesi, australiani e isolani vari, equipari a terremoto eccoti una nazionale che oggi crede di poter competere nel RC. Da noi è successo altro: da noi il rugby non piace, siamo in pochi e mettiamoci l’anima in pace. I risultati non c’entrano, abbiamo avuto la generazione di fenomeni nel volley maschile eppure non mi sembra che in Italia il volley sia diventato come il calcio in termini di seguito e investimenti. Siamo entrati nel 6N veuntuno anni fa, e da allora, dopo un entusiasmo iniziale, le cose sono andate solo e sempre peggio. Oggi le TV tentano di diffondere questo sport, ma come dimostra l’articolo di qualche giorno fa sulriscontro avuto, Treviso che vince lo guardiamo in 45mila. Una miseria.
Ma scendiamo in campo per un attimo, giochiamo Italia Giappone tra italiani e giapponesi e vdiamo chi vince. Noi! Ed è una delle poche scommesse che sono pronto a fare sul nostro rugby.
Le regole di equiparazioni, giuste o no che siano (non lo sono neanche per me) ci sono e vanno usate con senso e giudizio. Se l’obbiettivo è competere con le Tier 1 (io parto da questo) non possiamo permetterci di non usarle. Io parlo di competitività. Il tuo discorso di nostri italiani purosangue contro i loro non ha senso perchè non potrà mai avvenire se le leggi di cui sopra non cambiano ( e non cambieranno). Senza divagare troppo..la pensiamo diversamente ed è bello e salutare cosi. Tornando al discorso principale, se loro hanno 8 equiparati noi ne abbiamo 6 o 7 quindi che diceva che loro sono uno scherzo stava implicando che lo siamo anche noi..tutto qui
Michele 88 la potenza e i risultati giapponesi sono quelli della loro under.
Gli altri sono quelli del team multinazionale Giappone .
La cosa è sopportata dalla parte emisfero sud del world rugby percheè li vanno a giocare temporaneamente i NZ SA e AU e guadagnare firo di soldi.
Banks la sciò TV per il Jap dove si dice guadagnasse più del doppio di quanto gli poteva dare TV
Sacrosantissimo!
E a dirlo è un giapponese, nato cresciuto e formato in Giappone.
Chi sarebbe il JAP (se si può)
Ero ironico. Mi riferivo alle parole di Gunter.
Non avevo intuito 🤭