Steve Hansen durissimo: “Sudafrica-Lions? Una serie fatta solo di scontri fisici”

L’ex allenatore degli All Blacks non risparmia critiche ai colleghi per il modo nel quale hanno allenato la serie della scorsa estate

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Mich 30 Agosto 2021, 12:28

    Due cose: la prima “Serve che tutti gli elementi coinvolti capiscano che con il pallone in mano serva fare qualcosa, non solamente andare a sbattere”. Finalmente qualcuno di rilevante, oltre che ai pochi e isolati lettori di onRugby, lo dice.
    Seconda; sono assolutamete d’accordo con l’inulità delle sostituzioni per ridurre l’impatto e concordo in pieno con la previsione che in giro per il campo ci sarebbero solo giocatori più stanchi. Non credo che qualcuno si risparmi solo al pensiero di avere meno possibilità di essere sostituito. Che ciò possa addirittura costituire un pericoloso risvolto (pensiero mio) è ovviamente da dimostrare, ma plausibile: un giocatore stanco commette errori, è scomposto, non ha energie per trattenersi o essere preciso nel placcaggio nè per subirne uno, mette a rischio se stesso oltre che l’aversario.

    • Unforgiven79 30 Agosto 2021, 14:13

      In realtà io avevo letto per la prima volta il termine “rugby da autoscontri” già una decina d’anni fa, mi pare a firma di Luciano Ravagnani. Ed allora le mischie ancora ingaggiavano slegate!
      Comunque è bene che un’osservazione del genere venga da un personaggio così autorevole, che con tutt’altro gioco ha messo in piedi quella che rimane probabilmente la squadra più forte in assoluto dell’ultimo decennio e tra le più inarrestabili di sempre (AB 2014-2018).
      Certo, qualcuno potrebbe dire che invocare un gioco più aperto è, in fondo, tirare acqua al mulino neozelandese…

      • Mich 31 Agosto 2021, 10:42

        Si si, ma anche il più recente chilorugby a me piaceva come termine, perchè sintetizzava in una sola parola tutta una complessa (o forse fin troppo semplice) impostazione mentale fatta di scontri, linee dritte, contatti cercati e ricercati, gioco soffocato e lento alla base della quale c’è la prestanza (intesa in termini di altezza e peso e non di permormance) fisica.

    • Ventu 31 Agosto 2021, 09:23

      Sono d’accordo, inoltre i piloni devono essere cambiati, altrimenti finiscono tutte le partite senza mischia. Per cui ti trovi dei piloni freschi che stendono terze linee che giocano 80 mins

  2. Parvus 30 Agosto 2021, 13:33

    hansen è un faro nella notte buia e tempestosa.

  3. Unforgiven79 30 Agosto 2021, 14:09

    Verso la prima mezz’ora del secondo test match mi sono appisolato. Durante un test del tour dei Lions!!
    Forse non ci poteva aspettare granché di diverso, con gli Springboks che venivano fuori dal letargo ed i Lions da tre anni preoccupati di vincere la sfida fisica.
    Tuttavia, il gioco è diventato improvvisamente un’altra cosa quando è entrato in campo Finn Russell. Da segnarsi sul taccuino, anche per il CT che per primo mise BB ad estremo.

    • Superignazzio 30 Agosto 2021, 14:53

      dici la verità piú evidente e semplice sul terzo test, quello che veramente non mi spiego è perchè anche Biggar e Farrel non abbiano giocato muovendo il pallone, cioè sono assolutamente in grado di farlo, magari non bene come Russel, ma rifiutarsi totalmente di giocare il pallone da parte loro e non di Russel non trova spiegazione da parte mia

      • Unforgiven79 30 Agosto 2021, 23:02

        Vero, infatti io mi aspettavo che Russell, portato in panchina chiaramente come impact player da secondo tempo inoltrato, venisse mandato in campo col guinzaglio tenuto stretto, invece ha potuto sprigionare subito la propria verve.
        Mi viene da pensare che a ciascun MA fosse stato dato il compito di portare in campo il PROPRIO gioco. Farrell se non altro aveva accelerato il ritmo delle esecuzioni (non cambiato le scelte) nel primo test, cosa che ricordava un po’ l’Inghilterra brillante della RWC. Biggar, invece, era lì a fare disciplinatamente l’ingranaggio della Warren-ball.
        Può aver senso.

  4. Waene 30 Agosto 2021, 16:13

    Parole sante. Purtroppo, tolta l’Australia che vive un periodo buio e, a tratti, la Francia, non vedo grandi nazionali votate al gioco aperto e dinamico. Concordo sul fatto che il tour dei Lions sia stato estremamente noioso, ma è solo l’ultimo esempio di una filosofia di gioco ormai consolidata un po’ dappertutto.

    • narodnik 30 Agosto 2021, 21:40

      Pure la Scozia ha un bel gioco.

    • Unforgiven79 30 Agosto 2021, 23:04

      Beh, direi che gli All Blacks rimangono coerenti a se stessi in attacco, più dell’Australia allo sbando che apre “temptatively” per disperazione.
      Inoltre, ricordiamo i neo-campioni inglesi: gli Harlequins! Liberatisi da Paul Gustard a gennaio che li voleva più rocciosi, sono tornati al loro tradizionale gioco effervescente… ed hanno spiazzato tutti.

  5. Interza 30 Agosto 2021, 21:06

    E’ il rugby moderno che a me personalmente fa schifo da un pezzo. Certamente vedere il gioco spumeggiante degli all blacks quando aprono il gioco è molto bello
    Ma a dire la verità sono stati loro ad inventare le entrate assassine nelle ruck e anche con entrate laterali con buona pace del 90 per cento degli arbitri internazionali per decenni. Di cosa parla Hansen ?!! Dai siamo seri, una grossa responsabilità del cambiamento verso gli autoscontri di cui parla Ravagnani è anche della nuova zelanda che ha deciso di dominare anche menando come fabbri….
    Secondo me tanti ex si dimenticano la storia e sono poco obiettivi

    • massimiliano 30 Agosto 2021, 21:38

      Concordo. McCaw in ruck giocava un altro sport, la leggenda vuole che a Meads lasciassero fare di tutto.

    • Mich 31 Agosto 2021, 10:39

      Ciao Interza, in parte potrei anche essere d’accordo, ma anche tu da appassionato conoscerai senza dubbio l’origine del soprannome All Blacks dei neozelandesi, un frainteso derivante dal all backs, ovvero tutti trequarti, proprio per sottolineare la capacità di tutti di giocare in campo aperto. Ricordo le mete di Coles e Retallik in corsa, McCaw sulla fascia a fare da ala e così via, e il soprannome è molto più antico.
      Qui non si parla di correttezza, sulla quale concordo con te, i tuttineri (o meglio i tuttitrequarti) non sempre sono stati dei modelli. Si parla di impostazione di gioco; gli autoscontri sono belli solo nei video su Youtube, in partita si vorrebbe vedere altro.

  6. 3rdlost 31 Agosto 2021, 12:20

    Parlo da profano, se un giocatore di 130 kg può correre 60 minuti, e deve rimanere in campo per 80 minuti, mi aspetto che il peso corporero del giocatore tenderà a diminuire, in quanto dovrà tenere la capacità di correre per tutto il tempo e mi risulta difficile pensare che simili masse lo possano fare. La tendenza di avere giocatori stanchi e di muovere in continuazione il pallone da un lato all’altro con l’effetto di creare buchi… quindi ritengo che giocatori leggeri (in parte) possano diminuire la potenza degli impatti, i giocatori dovranno essere in forma e ci saranno più turn over con utilizzo oculato dei giocatori.. non penso che gli allenatori nelle partite importanti cambieranno il modi di giocare se non cambiano le regole. Mi auguro che si possa arrivare al cambiamento del gioco in modo indiretto. la mia opinione è che la sostituzione di solo due giocatori possa essere un inizio del cambiamento, ma occorrono anche altri fattori….

    • 3rdlost 31 Agosto 2021, 12:26

      la tendenza di avere giocatori stanchi “porterà” a muovere in continuazione il pallone. Scusate..mi sono mangiato una parte del discorso…

    • Mich 31 Agosto 2021, 13:03

      Provo a dire la mia.
      Il minutaggio da te riportato è abbastanza indicativo. Un giocatore di 130 chili si suppone sia un uomo di mischia e quindi, tendenzialmente e in linea teorica, un giocatore più vicino ai punti di incontro. 60 minuti di corsa su 80 minuti di partita, difficilmente li raggiunge anche un trequarti fgurarsi un uomo di mischia, ma non per questo il coinvolgimento cardiovascolare è minore. Da un punto di vista di meccanismo energetico, un giocatore di rugby, dai locks all’ala, impiega un meccanismo di tipo misto, con momenti anaerobici alattacidi, ovvero in debito di ossigeno ma senza formazione di acido lattico (spinte, scatti, balzi ecc.), a fasi aerobiche, ovvero produzione di energia in presenza di ossigeno (rientri o salite, corsette di recupero posizione ecc.). Quest’ultimo è tendezialmente responsabile della perdita di peso in quanto, esaurite le riserve di glucosio immediatamente disponibili in circolo, inizia a prediligere i lipidi per produrre energia, ma solo se tenuto costante per almeno 30 minuti. Il problema è che, lo ribadisco, rugby, basket, calcio, volley, football, hockey ed in genere gli sport di squadra, sono tutti a carattere misto, pertanto non possono costituire attività nelle quali “si perde peso”;ovvero partendo da una condizione fisica di fit, alla base di ogni sportivo professionista, difficilmente si perderà peso. Piuttosto, il costante coinvolgimento muscolare in sforzi statici, come la mischia, la maul, le pulizie, favorirebbero la forza ed una delle conseguenze, non visibili in tutti i soggetti, sarebbe l’ipertrofia muscolare, ovvero una crescita del tessuto attivo al di sopra del fisiologico con conseguente aumento di peso.
      La conseguenza naturale di tutto questo ragionamento è che tendenzialmente, salvo casi nemmeno troppo rari, un giocatore pesante predilige un gioco più statico e su linee dirette, in cui la forza espressa e la sua stessa forza peso possano costituire per lui un vantaggio, mentre un giocatore leggero preferisce aprire il gioco, ricercare tagli originali, linee di corsa e cambi di direzione per esprimere al meglio le sue caratteristiche fisiche.
      Detto ciò, e mi scuso per aver sintetizzato forse poco e male, ragionando all’inverso e ricercando un gioco più veloce ed estroso (rugby 7 per estremizzare) da parte dei tecnici, si assisterebbe via via al ritorno a numeri più “umani” in termini di peso, e ciò avrebbe due conseguenze: la prima (qualitativa), diretta, quella di diminuire la forza degli impatti. La seconda (quantitativa), indiretta, quella di diminuire il numero dei punti di incontro e delle scelte “dritto per dritto”.
      Per quanto attiene le regole, dubito che possano cambiare il modo di pensare di molti nel rugby, salvo che non siano radicali. Una regola, ad esempio similmente all’hockey con le dovute declinazioni tecniche, potrebbe essere quella di limitare la rincorsa di chi entra in ruck a pulire, piuttosto che consentire a missili da 120 chili di proiettarsi a peso morto in corsa da 10 metri. Un’altra regola, drammatica e radicale, potrebbe addirittura prevedere limitazioni di peso per i vari ruoli; molti sport e in molte circostanze la adottano, non solo gli sport da combattimento, ma anche il sollevamento pesi e la vela (anche se spesso per ragioni di necessità).
      Credo che limitare le sostituzioni possa solo rendere gli ultimi 20 minuti di partità più lenti, noiosi e pericolosi in quanto un giocatore stanco espone se stesso e gli avversari a maggiori rischi, sia per la subentrata incapacità di controllare i propri interventi, sia per la difficoltà di reggere impatti subiti.

      • 3rdlost 31 Agosto 2021, 13:27

        Ti ringrazio per la disamina. Sei stato esaustivo ancorché sintetico. Vista la spiegazione non posso far altro che ricredermi.

        • Mich 31 Agosto 2021, 13:41

          Lieto di aver contribuito. Naturalmente, considerazioni scientifiche a parte, il resto è una mia opinione. Se qualcuno ai piani alti sta studiando una regola per limitare le sostituizioni, significa che ci avranno visto qualcosa che a me sfugge. Personalmente continuo a credere che prediligere un rugby fisico, oltre che pericolose, renderebbe le partite sempre più statiche e noiose e non sono certo che un giocatore giochi pelando il freno solo perchè consapevole di non poter essere sostituito. McCaw giocò la finale mondiale, vincendola, con un piede rotto, figurarsi se un pò di fiatone o qualche indolenzimento possono fermare un giocatore di rugby.

          • 3rdlost 31 Agosto 2021, 17:31

            A dire il vero speravo che gli uomini di mischia, costretti a fare gli 80 minuti, dovessoro lavorare in modo diverso dal punto di vista aerobico e quindi nel tempo dovessoro diventare più fit… per coprire gli spazi dietro normalmente la linea è composta da 13 giocatori, e gli ultimi venti minuti con giocatori stanchi non è semplice. Quindi il mio assunto era che il giocatore (primi 5 uomini) dovesse perdere peso per poter resistere e performare 80 minuti.

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