Sei Nazioni 2021, arriva l’Irlanda: a che punto è la squadra di Andy Farrell?

Due sconfitte, un sistema offensivo in discussione e la necessità di fare risultato sabato a Roma

Sei Nazioni 2021 formazione Irlanda

Sei Nazioni 2021: come sta l’Irlanda? – ph. Sebastiano Pessina

Alle 15:15 di sabato pomeriggio Italia e Irlanda si sfideranno sul prato dello Stadio Olimpico di Roma per la partita della terza giornata del Sei Nazioni 2021.

Una sfida importante: la squadra ospite arriva in Italia con la necessità di portare a casa un bottino pieno e offrire una prestazione convincente, da penultima in classifica e peggior attacco del Torneo; i padroni di casa vogliono dimostrare di poter competere contro le nazionali celtiche dopo le forche caudine attraversate con i 91 punti subiti da Francia e Inghilterra, con una recondita ma malcelata speranza di riuscire nello sgambetto che sfuggì per poco all’ultima Italia di O’Shea solo un paio di anni fa.

L’Irlanda avrebbe dovuto essere il terzo incomodo di questo Sei Nazioni: la squadra che avrebbe potuto insidiare il duopolio francese e inglese. Invece, sorprendentemente, si trova a essere ritratta come una squadra in crisi d’identità e di gioco. Qual è davvero la sua situazione?

Il contagio

In maniera piuttosto imprevedibile, i numerosi casi di positività al coronavirus nella squadra francesi a partite dal giorno successivo la sfida di Dublino contro l’Irlanda non hanno per il momento lasciato scorie nella squadra irlandese.

A 9 giorni dalla partita con i Bleus, nel ritiro irlandese si contano solamente test negativi per i giocatori di Farrell. Lo staff irlandese ha inoltre confermato di avere tutti i convocati pienamente a disposizione: non ci sono infortunati, Johnny Sexton, James Ryan e Conor Murray sono tutti e tre rientrati dai rispettivi infortuni.

I problemi

Nonostante due partite perse per appena un pugno di punti, l’Irlanda ha deluso sotto il profilo offensivo, tallone d’Achille già da qualche tempo.

Contro il Galles la squadra irlandese ha stabilmente occupato la metà campo avversaria, in particolar modo nella prima frazione di gioco, fosse con quindici o con quattordici uomini. Ne è uscita fuori una meta, ma la difesa gallese ha saputo tutto sommato resistere agli assalti della squadra in verde.

Nel match con la Francia l’Irlanda è arrivata a soli tre punti dalla vittoria, ma giocando una partita dove quasi non è riuscita a creare pericoli agli avversari. È arrivata una meta fortuita, su un rimbalzo fortunato del pallone in una rimessa laterale persa, e l’unica vera azione pericolosa creata è finita con James Lowe portato in rimessa laterale all’ultimo millisecondo disponibile.

“Siamo felici di quello che stiamo creando ma ci manca l’ultimo passaggio, o l’ultima scelta giusta – ha detto Mike Catt, l’ex allenatore dell’attacco dell’Italia sotto Conor O’Shea, oggi assistente di Farrell per la medesima fase offensiva – Quello che chiediamo ai giocatori è di vedere quello che hanno davanti.”

“Questa è la chiave per noi: assicurarci che i giocatori vedano quello che hanno davanti e compiano la giusta decisione.”

Finora le cose non sono andate benissimo, come testimonia il fermo immagine di Irlanda-Francia in cui Billy Burns spara un up and under al primo minuto di gioco, nonostante un evidente 4 v 2 con tonnellate di spazio al suo esterno.

I tifosi irlandesi si aspettavano altro dal duo Farrell-Catt. Dopo anni passati in un sistema efficace ma estremamente rigido come quello di Joe Schmidt, il nuovo coaching staff irlandese ha il compito di riuscire a giocare un rugby più propositivo e meno meccanico, ma in un anno i risultati sono stati scarsi.

L’Irlanda sembra soprattutto orfana di playmakers: non ha centri con spiccate doti di distribuzione e decision making, Conor Murray e Johnny Sexton sono ingrigiti e in un momento di declino della loro carriera, i loro successori latitano.

Il ricambio generazionale lento e le scelte di selezione stanno forse lasciando l’Irlanda in questa situazione di limbo: i questo momento il numero 9 migliore in Irlanda è John Cooney dell’Ulster, il miglior 10 è Harry Byrne, fratello minore di Ross.

Su Andy Farrell, ma soprattutto su Mike Catt, cominciano ad addensarsi le nubi delle critiche e la pressione per un risultato positivo è estremamente necessaria.

I punti di forza

Tuttavia l’Irlanda ha offerto spunti che fanno pensare che la penultima posizione in classifica con soli due punti fatti sia relativamente bugiarda rispetto a quello che la squadra può offrire.

Le prestazioni di alcuni membri del pacchetto degli avanti e di qualche trequarti come Robbie Henshaw o Hugo Keenan testimonia che di qualità e di giocatori in forma, nella squadra irlandese, ce n’è da vendere.

Sfortunatamente per gli Azzurri, l’Irlanda ha dei punti di forza che si abbinano particolarmente male alle debolezze della nazionale italiana, rendendolo un abbinamento sempre scomodo, come dimostrano i risultati disastrosi degli ultimi anni.

La grande fisicità dei primi 8 uomini irlandesi è capace di far soffrire gli avanti azzurri, sia in fase offensiva che difensiva. Se l’Italia vuole provare a giocarsela dovrà necessariamente alzare il livello dello scontro quando il pallone ce l’hanno gli avversari: sfruttare le attuali incertezze offensive impedendo al pack ospite di mettere la squadra sul piede avanzante, una cosa che gli Azzurri finora non sono riusciti a fare contro nessun avversario.

L’Irlanda, inoltre, ha le armi per mettere più di qualche granello di sabbia nell’attacco azzurro: la rimessa laterale è la migliore del Torneo per touche rubate, in difesa le competenze al placcaggio e nel punto d’incontro non porteranno forse a un numero sanguinoso di turnovers, ma sono sufficienti per rallentare drammaticamente un gioco offensivo come quello italiano che si basa in gran parte su un ritmo forsennato.

Dal punto di vista del gioco tattico la bilancia pende ancora una volta dalla parte dell’Irlanda. La squadra di Farrell non è esente da difetti, ma finora l’Italia non ha mai dimostrato di saper sfruttare molto bene l’utilizzo del piede in chiave offensiva. L’Irlanda invece può mettere sotto pressione il triangolo allargato azzurro con il consueto bombardamento di box kicks insidiosi e garryowen, come li chiamano loro.

L’Irlanda annuncerà la propria formazione per prima, mercoledì 24. Ci si aspettano scelte conservative da parte dello staff, che cercherà di mettere in campo tutte le proprie certezze in un momento nel quale non può permettersi di sbagliare. Che questa sia una scelta saggia o solo un perpetuare la mediocrità finora dimostrata da questa squadra lo deciderà il campo.

Lorenzo Calamai

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