Autumn Nations Cup 2020: la Georgia

Arrivati al torneo come seconda scelta, affrontano l’occasione attesa da un decennio nel momento peggiore possibile

georgia

Autumn Nations Cup: Georgia – ph. Sebastiano Pessina

La Georgia è stata la dominatrice del rugby europeo di seconda fascia degli ultimi dieci anni. Nelle ultime otto edizioni di quello che oggi si chiama Rugby Europe Championship, la Georgia ne ha vinte sei (e l’ottava, quella di quest’anno non è stata assegnata, per i noti motivi) perdendo 3 partite e pareggiandone una su 55 incontri totali.

Questo successo senza precedenti e il chiaro dominio su tutte le avversarie del torneo, unite alla competitività che la squadra ha dimostrato alla Rugby World Cup 2015 battendo Tonga e Namibia, ne hanno legittimato la pretesa all’essere inserita in un circuito che ne premiasse gli sforzi e gli investimenti.

Non ha funzionato: le possibilità concesse alla Georgia dal calendario internazionale sono sempre state limitate, e le sfide contro le squadre di livello potenzialmente similare come Giappone, Fiji ed Italia hanno un bilancio di una vittoria e cinque sconfitte dal 2016 ad oggi.

Con l’uscita di scena di Milton Haig al termine di una deludente campagna mondiale nel 2019, la Georgia si trova ad affrontare la Autumn Nations Cup forse nel suo momento peggiore degli ultimi dieci anni: con uno staff ad interim, una federazione da cui gli investimenti si stanno allontanando a causa di alcuni guai e con un difficile momento di ricambio generazionale all’interno dello spogliatoio.

Non di meno, non bisogna sottovalutare la voglia infinita di dare battaglia degli est-europei: questo torneo è l’occasione che tutti in Georgia stavano aspettando, e faranno di tutto per coglierla. Per gridare al grande successo, basterà una singola vittoria.

Le altre preview: GallesIrlanda

“Ci sono giocatori che non hanno giocato molto rugby finora, ce ne sono altri molto giovani che non hanno giocato molto nel proprio club, e questa è per loro la prima opportunità di lavorare insieme per il prossimo mese” ha detto David Humphreys, l’ex director of rugby di Gloucester che oggi si occupa dell’alto livello in Georgia.

“Non dimentichiamo che prima della partita con la Scozia [persa 48-7] i giocatori di base in Francia avevano lasciato il ritiro, perché la partita non ricadeva sotto i termini previsti dalla finestra internazionale, quindi la squadra al completo p stata insieme giusto per un paio di sessioni.”

“Il prossimo mese darà la possibilità agli allenatori di inserire un piano di gioco adatto agli interpreti, di conoscere al meglio i giocatori e di dare ai giovani la possibilità di affrontare un livello che molti di loro non hanno mai vissuto prima.”

Insomma, sulla carta la Georgia sembra indirizzata ad essere la squadra materasso della prossima Autumn Nations Cup. La squadra è divisa piuttosto equamente in due parti: gli esperti da oltre 50 caps, giocatori intorno ai 30 anni con esperienze di lungo corso all’estero, e giovani con un pugno di esperienze, la maggior parte contro nazionali di basso tier 2.

I giocatori da cui aspettarsi qualcosa sono quattro. Il pilone Beka Gigashvili, del Tolone, è in questo momento uno dei più temibili nel suo ruolo in Top 14. A differenza di altre prime linee georgiane, non è solo valente in mischia chiusa, ma è un ball carrier presente in diverse parti del campo. La giovane apertura Tedo Abzhandzadze è il regista che la Georgia sta coltivano da anni per prendere le redini della nazionale: intanto ha preso quelle del Brive, giocando nello scorso weekend la sua prima da titolare. Il capitano, Merab Sharikadze, è un centro iperfisico e solido, che trascina la squadra attraverso l’esempio in campo. Infine c’è il terza linea Beka Gorgadze, altro giocatore ruvido ma anche rapido e mobile, una terza linea da temere ad ogni carica, dotato anche della sensibilità per riciclare il pallone dopo il contatto.

Nel frattempo la Georgia prova a portare avanti le proprie nuove leve. L’ex specialista per la mischia dello staff georgiano Graham Rowntree ha detto: “Quando abbiamo attraversato la Francia per incontrare i giocatori con Milton Haig, c’erano un sacco di georgiani nelle accademie delle squadre professionistiche. I club francese hanno vagoni di piloni georgiani”.

In squadra ci saranno 3 esordienti: Mikheil Alania e Luka Matkava hanno 19 anni e giocano mediano di mischia e di apertura, Davit Niniashvili ha 18 anni e fino ad oggi ha giocato solo con le rappresentative under 18 della Georgia a sette e a quindici. Chissà se lo staff butterà in mezzo al campo anche questi tre giovanissimi, per acquisire esperienza fin da subito nel modo più brusco possibile.

Un po’ come quando si insegnava ai ragazzi a nuotare buttandoli dove non si tocca.

Un modo di fare rustico e diretto, un po’ come lo spirito che anima questa squadra georgiana fatta di giocatori forse non eccezionali, molto fisici, forti, duri. Trovarseli di fronte è sempre un brutto compito per tutti, perché d’altronde, come ricordava lo stesso Rowntree dalla sua esperienza in Georgia: “E’ stata la prima volta che ho visto dei ragazzi fare plank in palestra con un compagno di 130 chili seduto sulla schiena!”

Lorenzo Calamai

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