Zebre Rugby, De Rossi: “Mai così tanta qualità negli italiani”

Il team manager della franchigia multicolor fa il punto della situazione fra permit player, staff tecnico e futuro

Zebre Rugby_Andrea De Rossi

Zebre Rugby: nella foto il team manager Andrea De Rossi (Ph. Sebastiano Pessina)

Zebre Rugby: il futuro è tracciato. La franchigia multicolor vuole vivere un 2020/2021 da protagonista dopo aver chiuso la precedente stagione con un bilancio di una vittoria e di una sconfitta nei derby col Benetton.

A fare il punto della situazione in casa emiliana è il team manager Andrea De Rossi che, nella sua intervista al sito ufficiale delle Zebre Rugby, tocca diversi punti e regala diversi spunti partendo da ciò che è stato a quello che sarà con la composizione del nuovo roster nelle mani di coach Bradley: “Sono state due belle partite – afferma De Rossi in riferimento ai derby – ma soprattutto due sfide vere. Sia noi che il Benetton Rugby siamo arrivati con molti dubbi ed infortuni ed eravamo un po’ spaventati per questo primo contatto di fine stagione, però fortunatamente tutto è andato bene. Abbiamo seguito molte linee guida e applicato il famoso buon senso, oltre che il rispetto delle regole, per permettere il regolare svolgimento dei due derby e credo che il messaggio passato sia positivo, di ripresa del rugby giocato, che era la cosa che tutti quanti aspettavamo con ansia. Sono state due gare irrilevanti ai fini della classifica, ma di un fascino tutto loro, trattandosi dei due derby tra le due franchigie che insieme rappresentato la quasi totalità della nazionale. In tribuna c’era anche lo staff tecnico azzurro per cui tutti i giocatori in campo volevano farsi trovare pronti a questo doppio appuntamento”.

Un paragone con la Premiership, altro campionato che ha ripreso il suo programma in queste settimane: “Abbiamo avuto un tempo effettivo di gioco abbastanza basso ed un ritmo abbastanza spezzettato, complice un po’ di ruggine nei meccanismi di gioco. Sia le Zebre che il Benetton Rugby andavano un po’ a sprazzi, ma questo è dovuto sicuramente alla lunga pausa che abbiamo dovuto osservare prima del ritorno in campo. Le squadre straniere hanno certamente qualcosa in più, oltre che una rosa più ampia, ma il ritmo ed il livello che ho visto nelle altre partite non mi è sembrato tanto più alto. Fatta qualche eccezione, siamo in linea con le altre formazioni del torneo”.

Leggi anche, Zebre Rugby: il programma per la ripresa degli allenamenti

Poi, la “virata” sulla stagione delle Zebre Rugby nel 2020/2021: “Abbiamo tanta voglia di ricominciare e stiamo iniziando a scaldare i motori. Lo staff tecnico sta facendo le prime prove vere della squadra in vista del nuovo avvio di stagione. C’è un bell’ambiente, con tanti giovani che conosciamo che provengono dall’Accademia prima e dal massimo campionato italiano poi: è il percorso di crescita previsto dalla Federazione Italiana Rugby”.

Il valore dei giocatori azzurri presenti a Parma: “Io credo che mai come quest’anno ci sia tanta qualità negli italiani. Ovvio che le cose non vengono per caso e penso che finalmente il lavoro svolto nelle accademie e nei club del massimo campionato italiano stia ripagando e dando i suoi frutti”.

Lo staff tecnico arricchito dall’arrivo del duo Roselli-Moretti: “Roselli è una vecchia conoscenza, essendo già passato dalle Zebre, mentre Andrea lo conoscevamo un po’ meno, ma devo dire che entrare nello staff con Bradley è estremamente facile. Chi lavora con Michael è fortunato perché un capo allenatore che sa gestire le persone e la squadra. Roselli e Moretti hanno poi allenato in passato la maggior parte dei giocatori della rosa delle Zebre quando erano in U20, per cui il loro inserimento è stato molto semplice e naturale. Lo stesso “passaggio di consegne” di Orlandi e Troncon è avvenuto in modo più che positivo e non ha visto grossi stravolgimenti nel piano di gioco. Insomma, la direzione è la stessa di prima, bisogna continuare ad andare avanti, credere e lavorare sui giovani”.

Test Match, permit player e gestione della squadra nel mese di novembre: “L’ingresso dei permit player assicura un certo equilibrio e profondità alla rosa. In assenza di grossi infortuni, non prevedo problemi di gestione dei giocatori nel periodo in cui i nostri nazionali saranno assenti per via degli impegni con l’Italia”.

La “campagna europea” in Challenge Cup, con un format nuovo e una possibilità in più: “Dover far a meno di molti nostri atleti nella finestra delle partite di coppa era sicuramente un grosso campanello d’allarme. Fortunatamente quest’anno non sarà così ed è un aspetto che ci offre un bel vantaggio, oltre che la possibilità di competere anche in Europa per poter puntare ad uno storico passaggio di turno”.


La strada dei permit player:
“I permit player fanno parte di un percorso naturale di uno o due anni che li vede accumulare minuti e presenze con le due franchigie italiane, mettendosi in mostra in attesa dell’inserimento in pianta stabile in rosa. Si tratta di un processo di crescita che va fatto con gradualità, intelligenza e buon senso perché sono giovani giocatori che vanno utilizzati e gestiti per far respirare loro gli standard dell’alto livello che le Zebre rappresentano”.

Infine una battuta sul nuovo ruolo di George Biagi all’interno delle Zebre Rugby: “Biagi è licenziato! Scherzi a parte, George è un ragazzo che entra nell’organigramma societario in automatico. E’ un leader naturale, oltre che una persona molto intelligente che ha studiato e ha cognizione di quello che è il rugby oggigiorno. Sono contento di averlo al fianco e mi sta dando un grosso supporto nel gestire lo spogliatoio, soprattutto nei rapporti con i giocatori stranieri, parlando lui un inglese impeccabile”.

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