Fallimenti, papere, disastri, gaffes, guai, disfatte ovali. Antologia di Marco Pastonesi
Alcool, pittura fresca, discorsi e panini da ko: quando il rugby fa autogol
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
La Rugby World Cup 2011 raccontata da Marco Pastonesi
Settimo appuntamento con le letture tratte dal libro "Ovalia. Dizionario erotico del rugby"
La Rugby World Cup 2007 raccontata da Marco Pastonesi
Continua il nostro viaggio attraverso la storia della Webb Ellis Cup con le letture della nostra prestigiosa firma
La Rugby World Cup 2003 raccontata da Marco Pastonesi
Quinto appuntamento le letture tratte dal libro "Ovalia. Dizionario erotico del rugby"
La Rugby World Cup 1999 raccontata da Marco Pastonesi
Quando la Coppa del Mondo si trasformò da "teatro per eroi dilettanti, a palcoscenico per attori professionisti".
La Rugby World Cup 1995 raccontata da Marco Pastonesi
Terzo appuntamento con le letture tratte dal libro "Ovalia. Dizionario erotico del rugby"
La Rugby World Cup 1991 raccontata da Marco Pastonesi
Dall'exploit di Western Samoa al pugno di Pascal Ondarts, fino alla stella David Campese
Tutto molto comprensivo……ma sulla “Pittura fresca” posso dire la mia
… E fu così che nacquero i Pitura Freska…
Una volta, anche uno dei miei “cuccioli” del minirugby di prima elementare, alla prima palla in mano della prima partita dela sua giovanissima vita, in un momento di confusione ando’ trionfalmente a segnare nella sua area di meta… 🙂
….adesso gioca in Top12… 😉
Visto che siamo in periodo di amarcord, qualche clamoroso “autogol” dal campo si può menzionare. E allora, al di là dei voli dell’angelo verso la meta che perdono l’ovale in maniera clamorosa, come i recenti Le Roux con la maglia degli Wasp e il Seniloli della Benetton nell’occasione che ben ricordiamo tutti, per me la gaffes più clamorosa della storia del rugby europeo rimane quella di Poitrenaud a due minuti dal termine della finale di Heineken Cup 2004. Fu proprio Rob Howley, allora negli WASP, a soffiare l’ovale all’ultimo secondo a un Poitrenaud che aspettava tempo interminabile che l’ovale arrivasse in area di meta per annullarlo. Con quella incredibile meta Tolosa perse la Coppa Campioni. Ancora adesso, in Francia, quando qualcuno fa una belinata del genere la chiamano “una poitrenaude”.