Elezioni federali: si va verso lo slittamento al 2021

“È inevitabile che i presidenti federali rimangano in carica fino ai Giochi di Tokyo 2021” dice il Presidente del CONI Malagò

Elezioni federali: Il presidente del CONI Giovanni Malagò

Il presidente del CONI Giovanni Malagò- ph. S. Pessina

Tra le tante problematiche create dal rinvio delle Olimpiadi di Tokyo, che la scorsa settimana sono state ufficialmente posticipate al 2021, il mondo dello sport deve fare i conti anche gli scenari istituzionali e politici che potrebbero venirsi a creare ad ogni livello. A partire dallo stesso CIO, ossia il Comitato Olimpico Internazionale che sovraintende all’organizzazione dei Giochi e ne ha deciso il rinvio, passando per le varie federazioni internazionali fino ad arrivare, infine, a quelle nazionali. Tutte situazioni senza precedenti un po’ come la maggior parte delle vicende, non solo sportive, legate a questa emergenza.

Partiamo dal CIO: le elezioni per il rinnovo della presidenza sarebbero programmate per l’inizio del 2021. L’eventuale non riconferma dell’attuale presidente Thomas Bach, deus ex machina dei Giochi di Tokyo, potrebbe provocare un choc che si ripercuoterebbe inevitabilmente sulla manifestazione. Il Comitato Internazionale ha la possibilità di modificare le regole ma è chiaro che la cosa non è cosi semplice e immediata, viste anche le numerose altre contingenze con cui è attualmente alle prese. Per quanto concerne le singole Federazioni Internazionali, su cui il CIO non ha potrei formali, la data di scadenza dei mandati è la medesima ma la situazione è un po’ diversa. Il Comitato, vista la situazione eccezionale, potrebbe cercare di indirizzare le scelte perché si vada verso comportamenti ragionevoli, privilegiando il bene dello sport e andando anche in questo caso verso un anno di “bonus” per le attuali dirigenze.

Capitolo Italia. Da ottobre in poi sarebbero previste le elezioni di tutte le Federazioni. Ma i regolamenti federali, approvati dal CONI ben prima che fosse anche solo ventilata un’ipotesi di rinvio dei Giochi, presentano delle diciture che alla luce dei fatti si prestano a diverse interpretazioni e che, inoltre, non sono nemmeno omogenee nei vari statuti. Infatti come data per le elezioni federali si indica, in alcuni una “data successiva alla celebrazione dei Giochi Olimpici” in altri si parla di convocazione elettorale dopo il “quadriennio olimpico” in altri ancora, come nel caso della FIR (articolo 18 punto 3 dello statuto) di “convocare l’assemblea entro il 15 marzo dell’anno successivo alla celebrazione dei Giochi Olimpici estivi di ciascun quadriennio”. Del resto chi avrebbe potuto immagine un simile scenario e che il ciclo olimpico sarebbe durato (dai Giochi di Rio a quelli di Tokyo) cinque anni e non quattro?

Come già anticipato qualche giorno fa da Franco Carraro -che è uno dei membri del CIO – al di là dei suggerimenti del Comitato Olimpico Internazionale la decisione, per quanto riguarda l’Italia, è formalmente “nelle mani del ministro dello Sport Spadafora a cui la legge approvata lo scorso agosto dal parlamento delega il riordino di tutto il settore e quindi anche la possibilità di uniformare le carte federali.” Concetto ribadito anche dal presidente del CONI Malagò che ieri, in un intervista a La Gazzetta dello Sport confermava “Ne ho parlato sia con il CIO sia col ministro Spadafora” aggiungendo “tutti concordano sul rinvio di un anno. È inevitabile che i presidenti federali rimangano in carica fino ai Giochi di Tokyo 2021”.

In sostanza la decisione definitiva sulla data per le elezioni federali, che spetta al Ministro Spadafora, verrà sicuramente presa tenendo in considerazione anche i “consigli” del CIO e questo dovrebbe quindi ragionevolmente portare a un prolungamento di un anno di tutti i mandati evitando ulteriori possibili sconquassi oltre a quelli già provocati dall’attuale emergenza.

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