Sei Nazioni 2020, Italia: i convocati per la partita contro la Francia

Ciao Toto, purtroppo il dilemma è aperto e credo che a risolverlo possa essere solo il board del torneo perchè per chiamarsi fuori ci vuole tanto coraggio e tanta volontà di rinascere, e sono entrambi assenti all’appello.
Per come da alcuni anni la vedo io, da semplice tifoso, ritengo che recitare il ruolo a cui fai riferimento non sia edificante nè per l’immagine collettiva nè per il singolo. Giocare contro squadre palesemente più forti ma, sopratutto, in costante crescita, renderebbe migliori solo a patto di giocare lo stesso sport. Dal divano, fra le tante cose tecniche su cui non mi ritengo capace di mettere opinione, vedo sopratutto una cosa: le partenze da fermi.
Quando la nostra mediana si appresta a distribuire, il ricevutore è quasi sempre fermo e così per le successive (poche) trasmissioni. Da qui è difficile poi essere avanzanti o generare linee di corsa inedite. Alla base di questo può essereci una mediana fuori timing o una trequarti fuori posizione, non lo so e non mi permetto di giudicare, però il timing e la posizione sono alla base di ogni gesto sportivo e da sportivo (non rugista) non ho potuto fare a meno di non notarlo.
Poi c’è l’handling, le touche, gli offloads, le pulizie, e credo che ci sia un gran bisogno di curare le basi perchè quei pochi gesti pregevoli vengono da altrettante poche iniziative di altrettanto poche individualità.
Il dilemma se è meglio essere ultimi tra i primi o primi tra gli ultimi si ripropone ancora.
Quando nazionali che molti credono alla nostra seppur difficile portata come la Francia, che batte e domina la corazzata inglese, la Scozia che batte gli australiani o il Giappone che, in piena WC, fa fuori l’Irlanda, mostrano indiscutibili punti di crescita, allora è chiaro che chi ci crede vicini a loro è fuori timing e fuori posizione.