Viliami Ma’asi ha salvato la vita (e la carriera) del figlio Samson, stella della academy dei Northampton Saints e capitano dell’Inghilterra under 18
Qualcuno dalla memoria davvero buona si ricorderà di Viliami Ma’asi, 32 volte tallonatore di Tonga, avversario dell’Italia alla Rugby World Cup 2003 e poi a Prato, nel novembre 2005.
Dopo aver calcato i campi delle serie minori inglesi con diversi club, primo fra tutti i Cornish Pirates, ma anche i London Welsh, Ma’asi si è dedicato a crescere in Inghilterra i suoi cinque figli, tirandoli su nel segno della palla ovale e col sogno di renderli giocatori professionisti ancor migliori di quanto non fosse stato il padre.
Con uno di loro, Samson, le cose sono andate per il verso giusto: il ragazzo è cresciuto nella academy dei Northampton Saints, con ottime prospettive di carriera, tallonatore come il padre che rischiò di fargli saltare il provino con il club di Franklin’s Gardens per essere arrivato con mezz’ora di ritardo, visto che non trovava la strada per il campo sportivo.
Samson Ma’asi è stato capitano della under 18 dell’Inghilterra ed era uno dei prospetti più interessanti ad attraversare la filiera produttiva delle nazionali giovanili albioniche, con già qualche presenza in Premiership nonostante gli appena 19 anni. Almeno finché, lo scorso maggio, dopo un allenamento, l’alluce del piede destro non si era gonfiato, dando grossi problemi al giovane atleta.
Lo scrupoloso staff medico del club lo ha sottoposto alle conseguenti analisi, dalle quali è emersa una diagnosi scioccante: gotta, accumulo di acido urico nelle articolazioni. I reni di Samson non stavano funzionando a dovere: uno dei due aveva una funzionalità inferiore al 20%, la situazione si stava velocemente approcciando al limite.
“Ho fatto una biopsia al rene – ha raccontato il figlio di Viliami al Telegraph – e mi hanno richiamato per dirmi che non potevano fare una diagnosi perché era troppo cicatrizzato e oramai compromesso.”
Una predisposizione genetica, l’utilizzo intensivo di integratori alimentari e di antidolorifici sarebbero stati alla causa dell’insorgere della malattia e della disfunzionalità renale.
Viliami Ma’asi ha preso una decisione fondamentale, andando in sostegno del figlio come tante volte ha fatto sul campo, durante la carriera: ha deciso di donare un rene a Samson, salvandone la vita prima di tutto, e la carriera di giocatore professionista. Con l’asportazione chirurgica del rene compromesso, infatti, il giovane talento avrebbe dovuto sottoporsi per tutta la vita alla dialisi, tre volte a settimana.
“E’ mio figlio. Ne ha bisogno più di me – ha detto Vili Ma’asi – Io posso vivere con un rene, si tratta solo di far stare bene lui. Non ho fatto nient’altro che ogni altro padre non avrebbe fatto. Non è eroico in alcun modo si guardi la cosa.”
“Non volevo che nessun altro donasse un rene, né i suoi fratelli né nessun altro. Stanno tutti tentando di ottenere qualcosa nel rugby. Io l’ho già fatto. Io sono quello che può vivere con un solo rene. Io andrò avanti con la mia vita e spero che lui possa avere la sua carriera.”
E così, lo scorso novembre Viliami e Samson Ma’asi sono entrati insieme in sala operatoria per affrontare il trapianto.
In realtà non tutto è andato così liscio: l’operazione ha avuto una complicazione e il padre di Samson ha contratto un’infezione ai polmoni, dalla quale sta recuperando proprio in queste settimana. Il figlio, intanto, sta recuperando a vista d’occhio: nonostante debba ingerire circa 15 diverse pastiglie al giorno, la sua funzionalità renale si è già attestata intorno al 70%. Il suo obiettivo è tornare in campo per l’inizio della prossima stagione.
“Non sono bravo con i sentimenti, ma lui sa quanto sia grato. Mi sento come ad un nuovo inizio” ha detto Samson, propoendosi di rendere orgogliosa la famiglia. Famiglia che si riunirà per Natale, festeggiandolo alla tongana: “Il Natale tongano è mangiare, bere e ballare, in quest’ordine” ha sorriso Viliami “Quest’anno cercheremo di darci un taglio col bere, metteremo i figli prima di tutto.”
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