Nations Championship: venerdì 19 giugno ci sarà una prima importante deadline

World Rugby aspetta una risposta dalle federazioni di riferimento

ph. Sebastiano Pessina

Venerdì 19 giugno, l’elite del rugby mondiale, rappresentata dalle dieci federazioni attualmente coinvolte tra Sei Nazioni e Rugby Championship, dovrà dare una risposta a World Rugby, organo governativo ovale, in merito al sostegno (o meno) sulla (bozza di) proposta di istituzione, a partire dal 2022, della Nations Championship, nuova competizione globale, sul cui formato definitivo ci sarebbero ancora dettagli da limare.

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Questioni (retrocessioni/promozioni, spazio alle isolane, calendario) che verrebbero affrontate nel prossimo futuro, eventualmente anche stabilite democraticamente, attraverso votazioni, solo a patto che, però, al termine di questa settimana lavorativa, le dieci Union di riferimento scelgano di appoggiare unanimemente la proposta di World Rugby.

“Supportiamo il concetto. Pensiamo che abbia un senso. È positivo per la crescita globale del gioco. Dal punto di vista finanziario, i numeri sono buoni per permetterci di reinvestire nel gioco, anche se è una proposta complessa e ci sono ancora diverse cose da aggiustare. Possiamo dire di essere nel bel mezzo del percorso di costruzione”, ha dichiarato la scorsa settimana Bill Sweeney, CEO della federazione inglese. Pur sottolineando come ci sia ancora da lavorare per rendere sostenibile questa innovativa competizione, il dirigente britannico ha dato una sterzata dialettica decisa alla rotta della RFU, rispetto a quanto sostenuto, non più tardi del mese di marzo, dall’amministratore delegato Nigel Melville, che, paventando lo spettro di una possibile retrocessione, aveva lasciato intendere grande scetticismo rispetto all’idea della Nations Championship.

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