Sei Nazioni 2019: cosa dicono le statistiche dell’Italia?

I numeri confermano le sofferenze in mischia, ma anche i progressi in rimessa laterale. In difesa pochi placcaggi dominanti

italia 2019

ph. Sebastiano Pessina

Le statistiche spesso aiutano a dare concretezza a delle impressioni astratte che si hanno durante la visione di una partita, oppure permettono di scoprire alcuni insospettabili trend per una squadra. Allo stesso tempo, possono smontare anche alcuni luoghi comuni, oppure semplicemente si rivelano fuorvianti se non inserite nel giusto contesto. Tenendo a mente tutto ciò, abbiamo dato uno sguardo ai numeri maturati fin qui dall’Italia nel Sei Nazioni 2019, dopo tre partite che hanno offerto spunti diversi sulla nazionale di Conor O’Shea, sfruttando i lavori pubblicati sul sito del torneo e consultabili da tutti qui.

Attacco

Finora l’Italia non è mai riuscita a chiudere una partita con una percentuale di possesso superiore all’avversario, tant’è che in media ha il 46,5% di tempo trascorso con la palla in mano, davanti solo all’Inghilterra che ha un dato peggiore con 42,9. La squadra di Eddie Jones ha però una media di occupazione del territorio avversario pari al 56,1% del tempo, contro il 44,3% azzurro, che rivela un po’ anche le differenze tra chi ha nel proprio sistema un gioco al piede efficace e chi invece è ancora lontano da certi standard.

Delle sette mete segnate fin qui, l’Italia ha segnato due volte dopo 3 fasi, una volta dopo 4, una volta dopo 7, due volte dopo 8 e una volta dopo 11 o più fasi, che testimonia in un certo senso le accresciute abilità nel macinare gioco in fase offensiva, anche se non sempre di qualità eccelsa.

Nel breakdown, in fase offensiva l’Italia ha un po’ a sorpresa – considerando gli storici difetti – un dato positivo nella durata media di un punto d’incontro, pari a 3,59 secondi: nella speciale classifica gli azzurri sono dietro solo all’Irlanda (3,39 secondi). La media del torneo è di 3,74 secondi. Meno bene sta andando con la rolling maul: delle 13 impostate dall’Italia, gli azzurri ne hanno perse 4, un dato peggiore solo del Galles (3 perse su 7).

Anche nel gioco aperto l’Italia ha numeri forse superiori a quanto si possa immaginare: gli azzurri hanno al momento il secondo miglior rapporto metri corsi/palle portate avanti, pari a 6,16 metri per carica (meglio solo la Scozia con 6,56 metri). È anche la seconda squadra che ha completato più offload (21); al primo posto di questa classifica c’è la Francia con 48, mentre l’Irlanda si sta confermando squadra meno effervescente da questo punto di vista (9). Con la palla in mano, inoltre, gli azzurri hanno creato 11 linebreak, leggermente sopra la media di 10,83 del torneo.

L’Italia invece ha calciato poco finora rispetto alle altre: con 57 calci è ultima in questa classifica, mentre la Scozia davanti è a 63.

Difesa 

Le mete subite sono state 11 finora, che ne fanno la peggior difesa. La percentuale di placcaggi realizzati è dell’89,8%, la quarta del torneo davanti a Inghilterra e Scozia di pochi decimi. In media, i placcaggi mancati per partita sono stati 22, ma come abbiamo imparato a conoscere questa statistica è da prendere con le pinze, visto lo stile difensivo che adottano gran parte delle squadre di alto livello.

A dare indicazioni interessanti, invece, è il dato sui placcaggi dominanti: l’Italia è quella che ne ha fatti di meno in tutto il torneo finora (33), il che dimostra la difficoltà degli azzurri non tanto nell’avere un sistema difensivo adeguato, ma nel reggere di continuo la fisicità avversaria. Chi svetta in questa classifica è l’Inghilterra, con ben 107 placcaggi dominanti; la Scozia, seconda in classifica, è a quota 67.

Sui punti d’incontro difensivi, l’Italia ha avuto qualche problema in più rispetto alla fase offensiva; la durata media di una ruck difesa dagli azzurri è di 3,34 secondi, il dato più basso tra le cinque squadre che denota una certa difficoltà nel rallentare la manovra offensiva altrui.

Fasi statiche

Uno dei segreti di Pulcinella della nazionale italiana è una mischia non più performante come anni fa, come confermano anche i numeri. Gli azzurri hanno avuto con introduzione a favore 10,3 mischie a partita, vincendo solo il 75% di queste: è il dato di gran lunga più basso del torneo, visto che il Galles (penultimo in questa classifica) ha una percentuale di mischie vinte del 91,3%.

Sul totale delle mischie (che comprendono anche quelle con introduzione per gli avversari), la media dei falli concessi dall’Italia è di due a partita, al pari della Francia e dietro alla Scozia (2,33 di media); gli azzurri hanno invece concesso un calcio libero a partita finora, dato più alto nel torneo.

Per quanto riguarda i falli fischiati a favore in mischia, l’Italia si è fermata finora a una punizione conquistata a partita; solo l’Inghilterra ha fatto peggio (0,67), mentre Galles e Francia stanno guidando il gruppo rispettivamente con 2,67 e 2,33 punizioni a favore.

Se balbetta la mischia, la rimessa laterale è invece di nuovo su livelli notevoli. L’Italia è infatti prima per percentuali di touche vinte (93,1%), su una media di 9,7 lanciate a partita. Positiva anche la statistica delle ‘Effective lineouts’, ovvero le touche vinte con efficacia, da cui è effettivamente nata un’azione: gli azzurri hanno vinto con efficacia l’86,2% di touche (la media del torneo è 77,11%), mentre la percentuale di ‘Ineffective lineouts’ è 6,9%. Gli azzurri sono inoltre primi con buon distacco nelle rimesse laterali rubate a partita (3).

Disciplina

Insieme alla Scozia, l’Italia è stata la squadra più indisciplinata fin qui con 29 punizioni concesse all’avversario, con una media di 9,7 che è superiore di due punti a quella del torneo (7,7). La maggior parte delle infrazioni sono arrivate in seguito a placcaggi (11), mischie (6) e fuorigioco (5).

Calciatori

La situazione è piuttosto negativa. Tommaso Allan e Ian McKinley hanno accumulato fin qui una percentuale del 42,9% dalla piazzola, la stessa della Francia. La media generale del torneo è di 67,4%.

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