Sei Nazioni 2019: le versioni di Eddie Jones e Joe Schmidt dopo Irlanda-Inghilterra

Il CT inglese rilassato e sorridente, i padroni di casa delusi per non aver saputo essere all’altezza

ph. Sebastiano Pessina

DUBLINO – Eddie Jones ha il sorriso dei giorni migliori. Ha appena inflitto la prima sconfitta casalinga nel Sei Nazioni all’Irlanda dell’era Schmidt e lo ha fatto dominando la partita mentalmente nei giorni precedenti e preparando un gameplan che ha messo in grande difficoltà l’Irlanda.

“Sapevamo che sarebbe stata una partita fisica e sapevamo di dover vincere la battaglia fisica per poterci imporre. Credo che l’elemento decisivo sia stata l’intensità che abbiamo messo in campo nel primo tempo, davvero incredibile. Quella ha portato la partita dalla nostra parte”

“Qualche partita è più fisica, qualcuna più tecnica, questa è stata fisica. Volevamo dimostrare di essere migliorati e lo abbiamo fatto. I primi cinque del pacchetto sono stati fantastici e anche Jonny May dietro ha fatto un lavoro incredibile”.

Prima della partita Jones aveva detto più volte che l’Irlanda è la migliore del mondo. Gli chiediamo se lo pensa ancora: “Non sono cose che cambiano in una partita. Se voi continuate a scriverlo, deve essere vero (ride perché sa che i media lo scrivevano perché lo diceva lui, ndr)”.

Tecnicamente un peso importante lo hanno avuto i calci in diagonale. Jones nega che questo sia stato dovuto all’assenza di Rob Kearney. “Dovevamo creare spazi e quello è un modo. Avrei giocato allo stesso modo chiunque avesse avuto la maglia numero 15”.

In casa Idlanda

L’aspetto positivo del dopo partita irlandese è che tutti sembrano aver capito cosa non ha funzionato, ed è nella testa. Il punto, per gli irlandesi, non è aver perso ma non essere stati all’altezza. Alla prima prova da “migliore del mondo”, col peso del pronostico da favoriti da rispettare, i verdi hanno fallito mentalmente, soprattutto nell’approccio alla gara.

Joe Schmidt è impietoso: “Siamo stati sopraffatti fisicamente – ha detto – Non credo di ricordare una gara nella quale siamo stati battuti così nettamente dal punto di vista fisico. Il numero di placcaggi dominanti cha abbiamo subito è altissimo (48, contro 8 fatti, ndr). La nostra palla era lenta e questo ha permesso agli avversari di essere durissimi nei placcaggi. Allora abbiamo dovuto cercare di creare spazio col gioco aereo e non siamo riusciti a fare neanche quello”.

Rory Best dimostra di essere in sintonia col tecnico: “Questa partita è una sveglia che suona. Non avevamo illusioni sulla forza dell’Inghilterra ma siamo delusi per come abbiamo iniziato la partita. Quando giochi un test match in trasferta vuoi mostrare subito di poterlo vincere”.

“Noi abbiamo permesso che l’Inghilterra entrasse subito in partita e poi non siamo più stati capaci di raggiungerli a livello di prestazione. Non abbiamo bisogno di risvegli come questo per voler migliorare, ma adesso dovremo capire cosa è successo nella preparazione della partita che ci ha portato a questa prestazione fisica sottotono. Lo faremo con tutto lo staff e andremo in Scozia per vincere. Sappiamo bene che Murrayfield è uno stadio difficile da espugnare, ma noi faremo di tutto per essere pronti, dall’inizio”.

In zona mista per l’Irlanda si presenta solo Conor Murray. “Eravamo a terra e un po’ fuori dalla partita – riassume – Loro hanno giocato meglio, innanzitutto mentalmente, e hanno meritato di vincere”.

di Damiano Vezzosi

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