I campioni in carica al tappeto contro gli Scarlets, mentre a Belfast Edimburgo rischia il colpaccio. Vittoria anche per Ospreys e Dragons
Il secondo turno del Pro14 si è aperto venerdì con la vittoria di Glasgow contro Munster e di Ulster contro Edimburgo. A Belfast i padroni di casa la spuntano grazie a un calcio di punizione di John Cooney con il tempo già rosso, qualcosa di già visto una settimana fa.
Gli scozzesi erano partiti forte, portandosi sopra di 13 punti in 15 minuti con il piede di Hickey e la meta di Tom Brown, e, dopo aver chiuso la prima frazione sul 16 a 6, erano poi saliti in cattedra in apertura di ripresa portandosi addirittura a +17. La marcatura pesante al minuto 46 portava la firma di James Johnstone.
La rimonta degli uomini di casa si concretizzava allora nell’ultima mezz’ora: al 53′ Will Addison oltrepassava la linea bianca per il 23 a 13, quindi il numero 9 Cooney segnava e trasformava sette minuti dopo, e al 69′ la meta di Craig Gilroy segnava il sorpasso di Ulster sul 27 a 26. Edimburgo aveva quindi la forza di riportarsi avanti con un piazzato di Simon Hickey, ma dal successivo restart Ulster riusciva a recuperare il pallone, portarsi in zona pericolosa e ottenere un calcio di punizione che il piede preciso di Cooney trasformava nel definitivo 30 a 29.
A Llanelli cadono i campioni in carica di Leinster, nonostante le tre mete a due segnate dagli ospiti nei confronti dei padroni di casa. Il primo tempo è un bel botta e risposta: all’11’ apre le danze Ken Owens per gli Scarlets, ma Fergus McFaddeon risponde tredici minuti più tardi; dopo un calcio di Leigh Halfpenny, un cartellino giallo a Samson Lee costa 7 punti in chiusura di primo tempo: si val riposo sul 14 a 10 per Leinster.
Il piede di Halfpenny riavvicina i suoi dopo due calci di punizione trasformati mentre ci si avvia verso l’ultimo quarto d’ora di gioco. Al minuto 68 è un errore gestuale di Leinster a propiziare l’attacco decisivo di Hadleigh Parkes. Il centro di origine neozelandese buca la difesa e poi serve un preciso offload a Gareth Davies per la meta che porta davanti gli Scarlets sul 23 a 14. Nel finale Rhys Ruddock la riapre con una carica da distanza ravvicinata, ma gli Scarlets resistono agli ultimi assalti ospiti per portare a casa un prezioso 23 a 21.
Fanno sul serio anche le altre gallesi: gli Ospreys vincono e convincono contro i Cheetahs, depotenziati dalla Currie Cup ancora in corso. Dopo ottanta giri d’orologio il tabellone dice 46 a 14 per North e compagni, anche se i protagonisti di giornata sono Justin Tipuric e Alun Wyn Jones, autori entrambi di una doppietta.
Sono 7 in tutto le mete dei padroni di casa, a segno anche con il tallonatore Scott Otten, col pilone Alex Jeffries e proprio con George North. Per i sudafricani una meta per tempo, prima con Jasper Wiese e poi con Rabs Maxwane.
Vittoria infine anche per i Dragons, che hanno ragione dei Southern Kings per 27 a 22. I 17 punti dell’apertura Josh Lewis e il ritorno sui campi di Ross Moriarty valgono la prima vittoria stagionale per il gruppo di Bernard Jackman. I padroni di casa gallesi iniziano col piede giusto: le mete di Ollie Griffiths e di Aaron Wainwright, unite al piede di Lewis valgono un parziale di 17 a 0 nei primi 21 minuti. Poco dopo però il mediano di mischia Rhodri Williams si vede sventolare un cartellino giallo che i suoi pagano a caro prezzo: in tre minuti i Kings segnano due volte, prima con Mike Willemse, poi con Bjorn Basson. Il piede di Maxisole Banda non è preciso, e si va al riposo sul 17 a 10.
I Kings completano la rimonta dopo 15 minuti dall’inizio del secondo tempo, forzando un turnover a metà campo. La linea la oltrepassa il mediano di mischia di riserva Godlen Masimla, e stavolta Banda aggiunge i due punti che valgono il pareggio. A cavare d’impaccio i suoi è il numero 10 Josh Lewis, che prima va a segno dalla piazzola, quindi scala le marce per bruciare la difesa avversaria sulle conseguenze di un up and under e andare a segnare la meta che scava un solco di dieci punti. Un divario che i Kings non saranno in grado di recuperare negli ultimi dieci minuti, segnando comunque la terza meta a sessanta secondi dal termine.
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