Guida ai Test Match di giugno, parte prima: l’Italia in Giappone

Opportunità e rischi della trasferta nipponica della Nazionale, in cinque temi fondamentali analizzati dalla redazione

ph. Sebastiano Pessina

Sabato 9 giugno comincerà per davvero l’estate per l’Italia del rugby. Un’estate rapida e importante, con gli oramai tanto attesi Test Match contro il Giappone alle porte, dopo che nello scorso fine settimana i nostri si sono tolti un po’ di ruggine di dosso contro il Yamaha Jubilo.

Per le squadre europee la finestra di giugno rappresenta sempre un momento di particolare difficoltà: si paga il conto dei chilometri fatti durante la stagione, si gioca con la riserva di benzina lasciata nel serbatoio.

L’Italia ci arriva con un misto di ambizione e pressione, dovute al fatto di affrontare finalmente un avversario grosso modo di pari livello per due volte consecutive. Il Giappone attende gli Azzurri fra le mura amiche, con la voglia di ben figurare in vista della Coppa del Mondo del prossimo anno. A partire da questo quadro, abbiamo sviluppato cinque temi fondamentali per accompagnarvi verso le prossime due settimane.

Il Giappone occupa la posizione numero 11 nel ranking mondiale. L’Italia non affronta un avversario fuori dalla top-10 dalla sconfitta di Padova del novembre 2016, contro Tonga. Nei 19 mesi seguenti la Nazionale ha ottenuto una sola vittoria in sedici partite (Fiji, novembre 2017). Le partite in terra nipponica sono quelle che presentano le maggiori probabilità di vittoria che gli Azzurri abbiano visto in tempi recenti. Che Italia dobbiamo aspettarci? Con quali obiettivi e quali aspettative?

Lorenzo Calamai
Credo che sia arrivato il momento di puntare alla vittoria, e di aspettarci anche dei risultati. Se davvero il miglioramento azzurro c’è stato, questo è il momento di dimostrarlo battendo una squadra che ci sta sopra nel ranking anche grazie a un calendario facilitato rispetto al nostro. Almeno una vittoria nei due incontri contro il Giappone è vitale, mente un doppio successo lancerebbe in maniera concreta il progresso degli Azzurri e darebbe delle certezze per poi affrontare il demone Georgia il prossimo novembre.

Daniele Pansardi
Gridare al fallimento è diventata una prassi comune quando si parla dell’Italrugby, a ragione. Non vincere almeno un Test contro i nipponici sposterebbe ulteriormente l’asticella dell’indignazione verso l’alto, molto vicina ad un punto di non  ritorno. Vincere è necessario e non è negoziabile con le buone prestazioni: farlo giocando male, inoltre, denoterebbe anche una capacità di gettare cuore e (soprattutto) testa oltre l’ostacolo.

Michele Cassano
L’obiettivo deve essere, a parer mio, quello di fare bottino pieno. Credo che rispetto al Sei Nazioni ci si possa attendere un’Italia più consapevole della propria forza, anche perchè l’ultima sfida contro la Scozia (nel mese di marzo) aveva mostrato una squadra azzurra comunque in più che discreta salute. O’Shea, poi, ha deciso di puntare su un gruppo consolidato che deve iniziare a dare delle risposte.

Matteo Viscardi

Inutile girarci intorno. In questo giugno, almneo una vittoria sarebbe fondamentale, per lenire la sete di successi e infondere una bella dose di autostima nel gruppo. Non sarà affatto banale riuscire nell’impresa di archiviare il doppio scalpo, ma, al tempo stesso, tornare a casa dalla trasferta nipponica a mani vuote sarebbe iper negativo.

Dopo un Sei Nazioni fra luci e ombre, le due franchigie italiane di Pro14 hanno concluso il loro miglior campionato di sempre. Arriviamo a questo giugno sull’onda di una crescita generale, ma anche con poche certezze, dovute alle tante sconfitte consecutive. Quali sono i principali scogli di affrontare questa trasferta dall’altra parte del mondo a fine stagione?

Lorenzo Calamai
Giugno è sempre un mese particolare per le europee. I test arrivano a fine stagione, i giocatori sono acciaccati e stanchi. In più si gioca a migliaia di chilometri di distanza con tempi di preparazione scarsi. E sappiamo che l’Italia non è particolarmente abituata ad andare a vincere fuori casa…

Daniele Pansardi
Il principale scoglio, più che la disabitudine a vincere o a lasciare segnali positivi nelle tournée estive dell’Italia, è proprio affrontare un avversario in fiducia, nel pieno della stagione e davanti al pubblico di casa. Come sottolinea Lorenzo, i tempi di preparazione sono stati ridotti, ma il gruppo si conosce da tempo, è ben affiatato ed ha avuto modo di rompere il ghiaccio con il Yamaha. Tutto starà nell’adattarsi all’avversario e ad imporre il proprio volere in campo, con una buona esecuzione. Non sarà facile, ma è nelle corde degli azzurri.

Michele Cassano
Storicamente il mese di giugno per le nazionali dell’Emisfero Nord è un periodo ostico, non fosse altro per il fatto che si affrontano dei test nella fase finale della stagione europea. Affrontare il Giappone, non sarà facile: per loro, l’appuntamento con la World Cup casalinga si avvicina e le sfide con l’Italia potrebbero essere il “biglietto da visita” – dopo il pareggio contro la Francia, ottenuto a Novembre – che li lancerà verso la volata mondiale.

Il gruppo scelto da Conor O’Shea è ormai consolidato ed è evidente che sarà quello che affronterà la prossima Coppa del Mondo. Anche in questo giugno sembra che le scelte del CT rimarranno quelle a cui ci ha abituato nelle ultime uscite. Quali sono i giocatori a cui vi piacerebbe venisse data una chance in più? 

Lorenzo Calamai
Mi piacerebbe riuscire a vedere una coppia di centri Morisi-Campagnaro stabilmente in campo. Nonostante i pari ruolo recentemente scesi in campo non abbiano demeritato, specie Castello, mi piacerebbe scoprire il vero valore di una coppia di giocatori che sono fra i migliori talenti sviluppati in tempi recenti dal rugby italiano.

Daniele Pansardi
Se Michele Campagnaro dovesse essere pronto per scendere in campo dall’inizio, mi piacerebbe vedere come un giocatore come Giulio Bisegni all’ala piuttosto che dirottato in panchina. Il frascatano meriterebbe una maglia da titolare più di Benvenuti, per quanto fatto vedere in stagione, e con le Zebre ha dimostrato di saper interpretare al meglio anche quel ruolo.

Michele Cassano
Vorrei vedere un’Italia che fa a meno, almeno in partenza dei suoi leader storici. Rimpiazzare in questo momento Ghiraldini però, è fisicamente impossibile; poichè nel ruolo di tallonatore le alternative sono ridotte all’osso. In seconda linea invece avrei piacere nel vedere con continuità Ruzza ed in terza un reparto dove vi siano Negri-Licata-Polledri. Fra i trequarti, mi sembra impossibile non avere curiosità per Morisi e Campagnaro.

Matteo Viscardi
Mi piacerebbe ritrovare il vero Edoardo Padovani. Per un motivo o per un altro, l’ex Tolone, da quando è rientrato ina patria non é ancora riuscito ad esprimersi ai suoi migliori livelli, ma se al top della forma continua a rappresentare una pedina chiave nello scacchiere dei trequarti azzurri.

I Sunwolves migliorano ma continuano a faticare nel Super Rugby. Il campionato domestico giapponese è ricco di talenti stranieri, ma produce un numero limitato di giocatori per la nazionale. Cosa dobbiamo aspettarci dal Giappone? Dove potrebbe metterci in difficoltà e quali sono invece i punti deboli da sfruttare?

Lorenzo Calamai
Dobbiamo aspettarci quel rugby ad alto ritmo a cui ci hanno abituato a partire dalla Rugby World Cup del 2015. Un rugby che, se riesce a svilupparsi, può mettere in difficoltà i nostri, abituati a un ritmo più compassato. Sarà importante non concedere avanzamento in fase difensiva e mettere sempre in dubbio il possesso avversario, qualcosa che siamo troppo poco abituati a fare.

Daniele Pansardi
Il Giappone è una delle nazionali più divertenti del mondo rugbistico, soprattutto per la fase offensiva entropica e ipercinetica, con trequarti tanto rapidi quanto tecnici e abili a scegliere linee di corsa non banali. Il reparto degli avanti è funzionale a questo gioco e sa garantire palloni di qualità quando l’attacco è sul piede avanzante; gli azzurri, che raramente sanno rubare campo agli avversari con la salita difensiva, potrebbero soffrire soprattutto le repentine accelerazioni nipponiche. Le fasi statiche dovrebbero essere appannaggio dall’Italia, che dovrà anche essere brava ad esplorare le debolezze difensive avversarie nell’uno contro uno e nel placcaggio, in particolare per quanto riguarda il triangolo allargato.

Michele Cassano
Forse non ci faranno soffrire così tanto nelle fasi statiche, come purtroppo è capitato nell’ultimo Sei Nazioni, ma attenzione al ritmo dei nipponici; che sono in grado di sviluppare azioni ad una velocità notevole. La prima cosa su cui però l’Italia dovrà lavorare sarà l’attitudine mentale. E’ da lì che potrebbe passare gran parte dell’esito della serie contro la rappresentativa del Sol Levante.

Chi sarà il miglior giocatore della serie?

Lorenzo Calamai
Spero tantissimo che sia un giocatore italiano, e ho anche fiducia a riguardo. Però mi piace molto il terza linea giapponese Kazuki Himeno, un classe 1994 che potrebbe metterci in difficoltà nei punti d’incontro e completare al meglio la temibile terza linea giapponese con Amanaki Mafi e Michael Leitch.

Daniele Pansardi
Il rugby è spesso uno sport di facili letture quando si tratta di analizzare i rapporti di forza all’interno gioco, per cui dico Matteo Minozzi senza pensarci troppo.

Michele Cassano
Molto telegraficamente: uno fra Negri e Minozzi. Fra i padroni di casa invece la mia nomination potrebbe essere spesa appannaggio di capitan Michael Leitch.

Matteo Viscardi
Matteo Minozzi sarà chiamato a ripetersi sui livelli del Sei Nazioni. Dovesse farlo, sarebbe l’uomo della serie senza grossi patemi, spalle in testa al secondo.

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