L’ex apertura inglese racconta le sue fragilità mentali legate al campo
Jonny Wilkinson rivela: “Da giocatore ho avuto grossi problemi psicologici”
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati
URC: il Benetton Rugby, domina, sbaglia e alla fine batte i Dragons
I biancoverdi, sempre in controllo, fanno bottino pieno contro la formazione gallese, comunque autrice di tre mete
Sei Nazioni femminile 2024: la preview di Italia-Scozia
Nanni Raineri opera quattro cambi nel XV iniziale. Dirige la gara Maggie Cogger-Orr
Quattro Italiani all’estero titolari nel fine settimana di Top 14 e Premiership
Tra gli Azzurri in Top 14 e Premiership, Paolo Garbisi si prende la prima maglia da titolare con Tolone
URC: la preview di Benetton-Dragons
Tanti cambi tra i Leoni, ma l'obiettivo resta lo stesso: fare più punti possibili per conquistare i playoff
Italia, Gonzalo Quesada: “Ora il difficile è confermarsi, in estate avremo partite impegnative”
Il ct azzurro: "Ho imparato e comunico in italiano anche per rispetto: sono io a dovermi adattare, non viceversa"
URC, 14esima giornata: le formazioni avversarie di Benetton e Zebre
Ecco i XV scelti dai Dragons e dal Connacht per le sfide con le italiane
Una domanda, cosa fa adesso Sir Wilkinson? In effetti è da un po’ che non si sentiva parlare di lui.
Sono molti i giocatori, anche di primissimo piano nella storia del rugby, che avevano o hanno simili problemi.
… e magari noi li critichiamo, li stronchiamo e li gettiamo nel baratro compreso tra i due intervalli di giudizio…
la fragilità interiore e la reazione alla paura è ciò che ci eleva, questo meccanismo con le dovute proporzioni, lo abbiamo sentito scattare tutti almeno una volta nella vita…tuttavia spero per lui che sia stato così solo nelle sfide decisive…sennò ha vissuto l’inferno di una carriera…
L’ansia di una perona sana che si fa pensieri per qualcosa non è paragonabile all’ansia di uno che soffre di ansia e di ocd come probabilmente Wilkinson.
Attacchi di panico, pianti, fifa pura che viene all’improvviso senza seri motivi. Cose che si curano solo con psicofarmaci e tanti anni di terapia.
credo che Wilko non avesse patologie, altrimenti non avrebbe raggiunto vette massime…il discorso è quando sei di fronte a situazioni davvero provanti…una finale, una partita della vita…lì è normale che si mettano in atto meccanismi di difesa volti a scaricare tensione in eccesso, spero e credo che lui non abbia vissuto tutto questo ogni singola partita…in ogni caso il coaching, per lavorare e migliorarsi anche sul fattore psicologico a quei livelli è la regola…
diversa cosa è andare in ansia per un qualcosa che riguarda la quotidianità, es. una semplice uscita,un luogo chiuso, un insetto…li si può parlare di patologia e di cure sistemiche
Per chi mastica l’inglese la sua biografia è molto bella e interessante. Tratta molto bene questo argomento della sua vita sportiva e non
Eccessiva competizione!
in questo direi la ragione del suo successo: riuscire a convertire la tensione psicologica in energia sul campo.
da lui, sempre lucido e spietato in campo, non me l’aspettavo