Il vero problema della riforma non è il massimo campionato, ma la prossima stagione di Serie A
Suspense e competitività: cosa non cambia con due squadre in più in Eccellenza
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Capire cosa si debba fare subito è necessario. Capire cosa si debba fare oggi per trovarsi bene tra un anno è più complesso, ma certamente importante e utile. Da gennaio il vecchio “pool retrocessione” si troverà davanti ad un bivio: cicaleggiare e pagare il conto a ottobre, oppure investire sui giovani e risparmiare per poi essere competitivi a settembre successivo?
Di certo ne risentirà lo spettacolo e la suspence non di tutti i campionati ma di quello “ex retrocessione” a partire dal 6 gennaio 2018 fino a maggio.
Non vedo un dramma ma, volendo/sapendo sfruttarla, una possibilità per tirare il fiato e riorganizzare risorse.
Se io fosse del Lyons Piacenza un tocco nelle parte basse mi lo farei!!!;)
Fatto… |n|
Dopo secoli, abbastanza d’accordo con la Redazione nell’analisi. Ma la questione della A è più o meno come chiudere un anno per lavori una strada dove già i commercianti sono alla canna del gas. Quanto all’eccellenza, 10 o 12 cambia niente se non cambia la struttura del campionato, o è come aumentare la capienza degli stadi per avere più pubblico. Che non c’è. I domestici che funzionano sono strutturati a campionati territoriali e poule (o campionati, o play off) nazionali. E in ogni caso ci sarebbe voluto mica Archimede per far giocare i campionati senza interruzioni ad minchiam, saltare per un anno la mitica coppa Italia (ma giusto per non giocare troppo: è noto che qui rispetto alle altre nazioni è un inferno di competizioni 🙂 ) e a primavera mettere su una raffica di play off a partita secca per chi sale e chi scende.
Sull’eccellenza già detto tutto, e alla fine risulterà più combattuta di adesso anche se divisa tra chi corre per i primi 4 posti e chi per salvarsi. Per la serie A i gironi da sei avevano fatto il loro tempo, troppo corti, con un paio di infortuni e qualche assenza ti ritrovi a retrocedere in un attimo, avversari sempre uguali ( poco pubblico e poca attrattiva sponsor), caccia a qualificarsi al girone promozione per poi giocare accontentandosi, o nel secondo girone con un paio di partite andate bene salvavi il campionato. A danno di due sfortunate. Con i gironi da dieci ci sarà più equilibrio e competitività fin dall’inizio, con spese modeste in più e più giro di avversari, sentenze finali più giuste. Salvezza garantita quest’anno? Non sta nel carattere del gioco andare in campo per perdere, nè ci sarà chissà che tracollo di pubblico, appassionati più che tifosi. Altrimenti qualche partita di Eccellenza doveva andare deserta.
Per me bella idea.
La stagione scorsa ho visto molta più gente a vedere la serie A che a vedere l eccellenza…
Però il livello della A negli ultimissimi anni è calato, e quello dell’Eccellenza migliorato. Basta guardare il tempo di gioco effettivo, per dirne una (ma fondamentale e oggettiva). E’ stato un processo naturale di riassetto, sano anche se non governato centralmente, che ha “costretto” i club eccellenti o presunti o aspiranti tali a pescare tra i ragazzi e i campionati minori come prima facevano quasi esclusivamente in A. E’ il famoso downgrade che nessuno vuol fare, e che avanza per conto proprio. Una volta tagliati i 400K, sarà più o meno completato anche per chi su quei soldi ci ha costruito la nobiltà (altri, la bancarotta). Per la A questa decisione è molto grave, è il primo campionato italiano effettivamente nazionale e che tocca in profondità e in ampiezza quella “provincia” dove il rugby ancora si riproduce, mantiene l’appartenenza e l’interesse “generalista”, aggancia le scuole medie e superiori, e costruisce i giocatori. L’anno scorso, tra abbonamenti e biglietti, alla fine spesso c’era più pubblico pagante a Noceto che alle Zebre, per dirne una. Tolti parenti e amici, difficile che ci si vada per vedere un’amichevole. E l’effetto può essere, in certe realtà, devastante.
Il tifoso che sia un amichevole o meno viene lo stesso a vedere la partita….per quanto riguarda i campionati nostrani…l eccellenza é la serie A di 6/7 anni fa….e la serie A é la serie B…..
io non vedo tanto problema con un anno senza retrocessione, lo spirito della competizione nello sport deve essere intrinseca… chi non entra x vincere ogni domenica non può essere un sportivo… sicuramente diventerà interessante il modo nel quale si vuole arrivare al risultato, speriamo ci guadagne la spettacolarità del gioco…
Nessuno mette in dubbio che i giocatori entrino in campo per vincere…ma sicuramente le società se dovevano investire x avere piu possibilità di salvarsi nn lo faranno piu…e questo abbasserà il livello…
Soprattutto negli staff..
Io non do per scontato che gli investimenti sugli staff rimangano gli stessi per molte squadre..
Se questo non rappresenta un problema…
Riforme che aiutano i ritardatari o gli incompetenti che non hanno ancora finalizzato la squadra x la stagione che verrà.. risparmieranno quest’anno x investire nel prossimo.. rimarranno con il nulla in mano chi si era organizzato x tempo investendo danari x salvarsi..
Riforma scandalosa con livello che tenderà al basso.
No retrocessioni significa poter giocare questa stagione con 15 ragazzini.
Perché sbattersi a fare mercato, prendere stranieri, correre a trovare sponsor??
Mamma mia… se la qualità si può avere solo prendendo degli stranieri e fare mercato nella serie A, il problema è a monte e non nella riforma del campionato!!!
Sono molto d’accordo con @vogliorugby. Se il problema c’è a monte le riforme non fanno che evidenziarlo. Sarebbe come dare la colpa del colesterolo al medico che fa le analisi e non a chi sceglie la propria dieta.
Ciao gioviale, se non sbaglio sei mediceo e allora capisco che un rugby competitivo fatto con le campagne acquisti dalle tue parti sia davvero incomprensibile. 🙂
A Firenze s’è visto di tutto di più negli ultimi 80 anni… io ne conosco direttamente solo una parte.
Firenze non è solo medicei abbiamo una b ed una c1. Un vivaio da far crescere. Il problema mi tocca e come: per me l’obiettivo dovrebbe essere sfornare talenti per non doverli pagare e usare i risparmi per investire nella formazione di giovani. Questo sarebbe un circolo virtuoso. I medicei per me sono una grande soddisfazione, io li immagino come quel volano che porterà nuovi iscritti, più attenzioni e farà crescere la base del nostro movimento.
Perfettamente coerente.
Hai ragione Gioviale: “Sarebbe un circolo virtuoso”.
Ma il Firenze Rugby 1931 che gestisce la propaganda e l’Under 14 e che dovrebbe essere la fonte primaria dei Medicei, ha negli ultimi anni raddoppiato le quote di iscrizione, ridotto il numero degli iscritti nelle categorie indicate, puntato zero alla crescita di allenatori lasciandone andar via diversi (o meglio facendoli fuggire) in altre società limitrofe, latitato nelle scelte educative/tecniche, nei fatti ha gestito il comparto con una pressapochismo imbarazzante. Se non cambiano marcia credo che solo in maniera del tutto causale i Medicei possano in futuro attingere dal vivaio fiorentino.
Non sono molto d’accordo su quello che si dice sull’Eccellenza, ma forse perché a me la stagione appena conclusa era piaciuta molto, anche per la lotta per la salvezza.
Domani dirò la mia sul mio blog. 😀
OT ma mica tanto: il contributo di Emy manca come il pane, almeno a me. Buone vacanze e l’accoppiata Noto-Ferrari la vedo strategica!
Gironi a 10 squadre vuol dire ancora meno partite,togliere i derby una scelta inconcepibile.
Per la serie A una stagione pressoché inutile per 18/20 squadre.
C’è altro da aggiungere?
Inutile x chi non programma, chi non pensa ai giovani, chi non ha un progetto su dare spazio a chi esce delle giovanili…certo… invece chi ha un progetto va avanti indipendentemente delle formule dei campionati…
Domanda : l’Accademia Francescato ha un budget che non scende dagli 800.000 €
nemmeno con gli ultimi tagli – ha senso spendere così tanti soldi ? Altro che arrivare in semifinale, questo è stato da playoff di eccellenza nelle due stagioni scorse.
Non era il caso per una volta di fare un bilancio onesto ed una analisi costi benefici?
Personalmente credo che non sia una questione di format : 8 , 10 , 12 squadre non è quello il problema ( a dir il vero credo che aumentare il numero avrà l’ effetto opposto ) , il problema è il basso livello tecnico dei nostri domestic . Se non si alza il livello ( formazione ) avremo sempre dei tornei di scarsa qualità .
Antonio9 secondo me ha senso spendere quei soldi: il picco degli iscritti a rugby giovanile è corrispondente al momento d’oro della nazionale. Se tanto mi da tanto questa under 20 non passerà indimenticata.
I soldi spesi nella formazione dei giovani sono il migliore investimento per tutti!!
In questa Under 20 i 2/3 dei giocatori vengono dai club, 1/3 gioca con la Francescato (ed i miglioramenti si sono visti)
Anche senza essere grandi esperti è più che evidente che se investiamo i soldi della Accademia nella formazione giovanile ma PRESSO LE SOCIETA’ otteniamo un rendimento molto ma molto più elevato.
Questo per la semplice ragione che un ragazzo nel club il posto se lo deve conquistare e difendere sia con gli altri compagni di squadra che con i giocatori delle altre squadre, invece quando uno è in accademia è a posto per due stagioni (è stato mai mandato via qualcuno per scarso rendimento?)
Quanto alla -scontata- obiezione che “le società prendono i soldi e comprano gli stranieri scarsi” ricordo che la FIR è arrivata ad imporre per regolamento persino CHI dovesse giocare N.10 nei club …quindi potrebbe controllare fino al centesimo come vengono spesi i soldi – per esempio controllando i minutaggi dei giocatori delle giovanili, dati che sono pure raccolti dai comitati.
Che coincidenza la norma del N. 10 poi tolta per far giocare apertura un Maori in una squadra della bassa bresciana.
Quindi tu dici spendiamo quei soldi per pagare allenatori bravi nelle società e troviamo sistemi di controllo per evitare che si spendano in altro.
Mi torna con un dubbio: non sempre nelle squadre ci sono giocatori da nazionale. Si scelgono ogni anno le squadre da finanziare? Così non si rischia di disperdere troppo?
Se il problema è l’eccesso di spesa forse dovremmo lasciare le accademie razionalizzando i costi.