Vent’anni di Benetton Treviso. Amerino Zatta taglia un personale traguardo

Il Presidente dei Leoni ripercorre gli anni biancoverdi. E mette in guardia: c’è l’ultimo treno

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Interza 11 Luglio 2017, 12:20

    Auguri, ma lasciare adesso spazio ad altri sarebbe intelligente
    Lo so che è bello lasciare da vincitori, ma significa restare attaccati con le unghie senza nessuna capacità di autocritica.
    Quando ho smesso di giocare mi sentivo ancora in grado di fare buone prestazioni ma ho scelto di dare spazio ad altri molto più giovani e la mia squadra ha fatto ottimi risultati. Si può fare il bene anche mettendosi da parte.
    Io però mi sono dedicato alla mia attività di imprenditore e con successo, qui mi sa che non si vuole lasciare la poltrona e le interviste a dire sempre le stesse cose

  2. mauro 11 Luglio 2017, 13:18

    Grazie Amerino.
    La diagnosi l’hai fatta da solo: gli altri hanno continuato a crescere noi no è l’entusiamo, che faceva la differenza in Super10, non basta più.
    Solo ai reali regnanti viene riservato di resistere fino al termine del cammino terreno, i comuni mortali possono fare un passo indietro o a fianco prima che l’ingiuria del tempo faccia il suo. In fin dei conti anche Mion ha mollato…
    Vent’anni sono tanti, guarda alla prima squadra che hai diretto e quanti sono passati.

  3. soa 11 Luglio 2017, 14:10

    L’unica speranza per essere competitivi in Pro12 era quella legata alla costituzione dei Dogi: la miopia legata al perseguimento primario dei propri interessi e la volontà di voler avere sempre l’ultima parola ha fatto sì che il progetto naufragasse (anche se non definitivamente).
    Ora la situazione è critica, ma non mi pare ci siano stati riavvicinamenti concreti.
    Avanti così, nel paese dei ciechi il guercio è re.

    • try 11 Luglio 2017, 14:18

      ohh finalmente.
      Basta con le persone che sanno solo criticare. Bisogna dire quali sono le soluzioni.
      Per l’italrugby intero la soluzione sono i Dogi.
      Con loro si sarebbe vinto il pro12 a mani basse e ce la saremmo giocata in Heineken cup.
      Per no parlare del 6N.

      • soa 11 Luglio 2017, 15:08

        Non mi sembra che Treviso da sola abbia racimolato poi molto, se escludiamo il tanto decantato settimo posto.
        Ad ogni modo, per quanto mi riguarda, i Dogi erano – e sono tuttora – l’unica soluzione che abbiamo per essere competitivi in quel campionato.
        Quali sono i principali problemi delle franchigie?
        1. Mancanza di soldi;
        2. Mancanza di organizzazione nella filiera.
        Con i Dogi si sarebbero gettate ottime basi per risolvere entrambi:
        1. Quanto ai soldi, o Benetton decide di metterne di più o si allarga la compagine. Magari in termini di capitale l’aumento non è così grande, ma almeno si aumenta il bacino di tifo e le possibilità di marketing. Ovviamente giocare a Padova darebbe maggiori vantaggi, data la favorevole posizione geografica e la possibilità di creare connessioni con le realtà che gravitano in città (una su tutte l’Università).
        2. Quanto alla filiera, sono noti i problemi circa i permit player. Visto che in FIR non si è riuscito a fare un piano e che in Veneto pare si sia tutti d’accordo – o almeno così si può immaginare, visto che si sono presentati compatti alle elezioni – le società dovevano coalizzarsi e trattare direttamente con la FIR. Davanti ad un fronte compatto che avesse incluso Treviso e 4 delle dieci società di Eccellenza, anche la FIR sarebbe stata costretta quanto meno ad ascoltare.
        Questo molto brevemente, aspetto ora di sentire la tua proposta.

        • fracassosandona 11 Luglio 2017, 16:00

          ciao soa, bello rileggerti…

          • soa 11 Luglio 2017, 17:04

            Ciao fracasso, un caro saluto.

        • try 11 Luglio 2017, 16:39

          -mancanza di soldi: il problema principale dei dogi sono stati proprio i soldi che non tutti erano disposti a mettere in egual maniera.
          -mancanza della filiera: qui il problema non è certamente da imputare a treviso, in quanto i permit come sono stati fatti finora non li ha deciso treviso ma la fir. Treviso piuttosto voleva fossero gestiti in maniera molto diversa, tipo fargli fare la seconda squadra o il libero scambio di giocatori con ascesa e discesa per non farli marcire in tribuna e per recuperarli dai infortuni.
          ora dopo sette anni gli hanno dato una accademia…
          Poi non credi che la gestione dei dogi non necesiti di almeno 2 anni per essere produttiva ed efficace. Risolvre gli inevitabili problemi che nascerebbero?
          .
          Io sono il primo a sostenere i dogi, ma non è una cosa che si può fare in 2 mesi.
          Tanto è vero che i problemi sono nati da subito.

          • gian 11 Luglio 2017, 17:10

            Solo per il punto soldi, non è che le altre non volessero metterci i soldi, petrarca e rovigo ce li avrebbero anche messi, insieme ad un sacco di altre cose utili per fare una franchigia vera, ma avrebbero messo quelli che avevano e potevano permettersi, è stato treviso a mettere come punto fermo che tutti dovevano mettere la stessa cifra, di cui tra l’altro nessuno disponeva al di fuori del treviso stesso (2 milioni, se non sbaglio)

          • soa 11 Luglio 2017, 17:33

            Try, mi fa piacere che anche tu sia un sostenitore di questa bellissima – forse utopica – suggestione dei Dogi.
            Se è così, capirai che il problema principale legato ai soldi era proprio pensare che tutti potessero essere soci alla pari. Se hai presente l’associazione che è nata due anni fa, venivano coinvolte – giustamente -tutte le società del Veneto (almeno chi voleva aderire). E’ naturale che tutti non abbiano gli stessi mezzi economici e/o di struttura e, pertanto, sarebbe stato meglio accontentarsi di qualcosa piuttosto che non fare niente. Il budget non sarebbe schizzato a 20 milioni, ma si sarebbe ampliata l’area di interesse dalla Marca al Veneto. Il problema di gestione era, a mio avviso, facilmente risolvibile: non si divide niente, ma tutto quello che viene raccolto rimane alla franchigia, la quale, però, deve accollarsi i compiti di formazione di tutte le società (ovviamente con andamento a piramide e nel limite di quello che c’è).
            Quanto alla filiera, il problema sta proprio nel fatto che Treviso si è mossa da sola: la FIR se ne è sempre fregata alla grande proprio perché sapeva che si trattava di un’iniziativa isolata. Se le società si fossero presentate compatte, probabilmente sarebbe stato diverso. Non foss’altro per il peso di 30 scudetti (15+12+12+1) che si muovono insieme.
            Infine, quanto ai problemi organizzativi, proprio perché erano molti bisognava procedere il prima possibile, quando ancora c’erano quattro anni davanti di partecipazione garantita.

          • soa 11 Luglio 2017, 17:51

            @gian, confermo.

  4. gian 11 Luglio 2017, 16:45

    Il buon zatta dimentica tante cose, non marginali, che hanno portato il benetton ad essere dov’è in questi 20 anni, e ancora di più non si rende conto che treviso in questo momento, ma praticamente sempre per quanto in alcuni momenti potesse fare il salto di qualità, è in realtà poco superiore alle eccellenti in quello che veramente fa la differenza nel pro, ovvero lo staff e gli obbiettivi/attese del club, invece si punta solo sulla rosa, che può far la differenza contro chi non ha la tua disponibilità monetaria, ma non certo contro chi ha più schei de ti e li usa pure meglio

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