L’Aquila, il Presidente Zaffiri: situazione davvero difficile

Cambiamenti o “non potremo garantire le ultime trasferte della stagione”

COMMENTI DEI LETTORI
  1. jazztrain 23 Marzo 2017, 09:34

    Grido di dolore…

    Forza l’Aquila. il rugby italiano ha bisogno di voi.

  2. Cinghio 23 Marzo 2017, 09:37

    Della questione non so nulla anche se già gli anni scorsi si intuiva che la società non navigava in buonissime acque. Dico solo che sarebbe un vero peccato perdere un punto di riferimento così forte per il rugby del centro/sud Italia.
    Se qualcuno mi potesse dare delucidazioni riguardo a cosa è successo in questi ultimi 3 anni glie ne sarei grato.

    • buk 23 Marzo 2017, 11:00

      breve storia. la Polisportiva L’Aquila Rugby cede il titolo per giocare in Eccellenza alla società L’Aquila Rugby 1936 che dopo qualche anno, piena di debiti, cede il titolo per giocare in Eccellenza all’Aquila Rugby Club, non mi ricordo l’anno ma mi sembra fosse il 2014. ad oggi mancano gli sponsor per tenere su la baracca. i titoli sportivi, invece, rimangono da sempre alla Polisportiva L’Aquila Rugby che è ripartita dalla C2 e attualmente ha la seniores che milita in C1 e ha le giovanili in elite nazionale. le due società non si parlano e comunque sono separate, una sta a Piazza d’Armi l’altra a Centi Colella. in città ci sono altre società di rugby: Paganica in serie B e Gran Sasso in serie A e Rugby Experience che fa fino alla U14. Insomma un casino!

      • Hullalla 23 Marzo 2017, 22:00

        Anche a Padova + cintura urbana ci sono diverse societa’ di rugby, anche rivali, ma mi sembra che questo arricchisca il movimento anziche’ consumarlo…

        • buk 24 Marzo 2017, 12:29

          stiamo parlando di due scenari differenti… le due “l’aquila” sono due società separate, una ha la squadra in serie A, una i titoli sportivi e le giovanili in elite. è una situazione anomala e paradossale. il Petrarca ha tutto al proprio interno, come è normale che sia. in secondo luogo, evidentemente a Padova e dintorni sono riusciti a creare un clima di collaborazione propositivo che qui non c’è.

  3. breda120 23 Marzo 2017, 09:39

    A casa mia sono abituato a spendere i soldi che ho a disposizione e non quelli che spero di ricevere. Se sapevano già ad inizio stagione la realtà perché non hanno fatto come si fa in tanti club di rinunciare a pagare i giocatori accettando un campionato senza ambizioni ma consolidando meglio la realtà del club?
    Credo che sia giusto rendersi conto che la serie A , e ancor più la serie B, non è in grado di creare visibilità mediatica tale da attirare contributi capaci di reggere un semiprofessionismo e quindi è scontato che i club che si avventurano in percorsi costosi debbano essere consapevoli che o hanno un mecenate che offre quattrini perché innamorato del rugby o sono destinate a inevitabili fallimenti.
    In tutto questo chi ci rimette sono i giocatori e i tecnici che si illudono di portare a casa un compenso per poi restare a bocca asciutta.

    • Dusty 23 Marzo 2017, 10:34

      Secondo me i giocatori non si illudevano proprio di un bel niente…Quando giochi in serie A, B e C ma in alcuni casi anche in Eccellenza sai già in partenza, che in termini di soldi, lo fai per poco o niente.
      Infatti qui si parla di costi vivi di trasferte, di attrezzature per allenamento ecc. insomma del minimo per partecipare ad un campionato dilettantistico.

    • buk 23 Marzo 2017, 10:41

      L’Aquila Rugby ha tutti giovani, molti cresciuti sul territorio aquilano, un comparto tecnico di qualità, e costa pochissimo, ha appena battuto in casa loro l’Accademia Federale che ha tutti giovani e costa, invece, un occhio della testa. Il discorso è ben diverso, per affrontare la serie A bisogna fare manutenzione del campo di gioco, pagare i rimborsi e le trasferte, e diventa costoso in ogni caso. Non penso che i giocatori attuali dell’Aquila vengano pagati uno sproposito, anzi. Il problema è la distribuzione dei soldi federali, che vengono letteralmente buttati nel cesso verso realtà fallimentari, mentre per le società sul territorio non resta nulla.

      • Pumba 23 Marzo 2017, 11:15

        Per quanto riguarda gli sperperi hai ragione da vendere ed è un discorso che riguarda tutto il paese purtroppo… ma … ma da quello che si capisce sul tuo post poco sopra , anche tutte le varie società del territorio aquilano potrebbero anche fare sistema invece che frammentarsi e fare “insomma un casino” .. no ? Chiedo per capire non per polemizzare.

        • buk 23 Marzo 2017, 13:59

          Certo, il discorso vale per tutte le società italiane. Le varie squadre aquilane hanno partecipato a un tavolo comune a inizio stagione, non trovando un compromesso per seguire un obiettivo comune. In poche parole, non si sono messe d’accordo. Infatti non vedo una colpa nel tifoso aquilano che giustamente si allontana da questo marasma, ma piuttosto nei dirigenti di queste società che si ostinano a coltivare il proprio orticello. Ma vaglielo a spiegare…

  4. Goode is good 23 Marzo 2017, 10:37

    Spiace per la situazione….come giocatore già avuto problemi con inadempienze dei club…..e so come si sentono i ragazzi…..ma da quanti anni l aquila rugby é in questa situazione???

  5. fracassosandona 23 Marzo 2017, 10:50

    VCN caccia il grano! 🙂

  6. dengra 23 Marzo 2017, 10:52

    Storia vecchia di anni……molto prima del 2014 e guarda caso sempre ZAFFIRI è presente.

  7. CollinaOvale 23 Marzo 2017, 11:34

    Piange veramente il cuore per questa situazione e per una piazza storica del rugby nazionale. Cmq anche a Firenze girano voci di malumore tra i giocatori per pagamenti arretrati e diversi giocatori a cui non viene riconosciuto poco o nulla.
    Speriamo solo di assistere domenica ad una splendida partita di rugby e che i ragazzi possano giocare con il cuor meno appesantito da queste situazioni.

  8. delipe 23 Marzo 2017, 12:05

    Buongiorno,
    L’Aquila è un patrimonio del rugby italiano, se non fosse anche solo per i numerosi giocatori che hanno fatto la storia del rugby.
    La sento nel cuore di rugbysta come tante altre società e territori del nostro Paese.
    Non conosco a fondo e non è mia intenzione giudicare l’operato, le storie di ciascuno, ecc… ma se fosse reale quello che si dice sopra di una deframmentazione di interessi e potenzialità sarebbe l’ennesimo errore che anche altre società storiche vivono o hanno vissuto
    Penso a Bologna di cui nessuno parla, Milano, ma anche Parma, Catania e voi potreste aggiungerne altre ancora, per esempio anche Roma, ecc..
    Sarebbe il tempo….e che arrivi presto il giudizio interiore di ognuno di noi, perchè si collabori e ci si unisca soprattutto in quelle realtà che hanno territori limitati o praticanti ancora più limitati, sempre più fagocitati dal Calcio.
    Non mi riferisco assolutamente e nello specifico a L’Aquila non avendo le conoscenze adatte per farlo e neppure il diritto o la volontà di giudicare nell aggiungere che….
    Non ha molto senso che uomini che hanno combattuto spalla a fianco o contro spalla, perseverino in atteggiamenti ostruzionistici o di non comunanza per il bene di ciò che hanno amato in gioventù…il rugby !
    E qui parlo di tutti dirigenti, tecnici che furono giocatori del passato e che ora si trovano a rendere particelle realtà invece da unire (anche qui non parlo di Zaffiri, ma genericamente di tanti in tanti territori come detto sopra)
    FORZA ITALIA DEL RUGBY ! FORZA L’AQUILA !
    Cordialità

    • perpignan 23 Marzo 2017, 12:26

      Effettivamente la frammentazione non aiuta se le società aquilane (numerose) lavorassero insieme e con unità d’intenti magari dividendo i compiti (come in parte stanno facendo a Catania) considerato il bacino storicamente legato al rugby in termini di atleti dati al movimento e giovani aquilani che giocano potrebbero mirare a ben altri e più ambiziosi traguardi

  9. ciotom 23 Marzo 2017, 13:52

    Come fa Zaffiri a dire che la città non ha voglia di rugby? Non era presente alla partita del sei nazioni femminile, con il Fattori pieno?
    Gli aquilani si sono solo stufati di vedere rugby mediocre, società che falliscono ogni due anni, continue prese in giro. E dirigenti che non vogliono mollare la poltrona.
    Poi io vorrei sapere una cosa, magari pecco di ignoranza e non ne capisco niente ma lo vorrei proprio sapere: quanti soldi caccia la dirigenza aquilana? Perché io credo che un presidente di club non possa essere solo una carica “politica”, ma debba quantomeno essere in grado di garantire il budget necessario per il minimo indispensabile. O, quantomeno, essere in grado di trovarlo questo minimo indispensabile.
    Ma allora mi metto nei panni dei vari sponsor: per quale motivo dovrei cacciare soldi da far amministrare a chi non è in grado di garantire quanto sopra? Solo per l’attaccamento alla maglia? Mi dispiace, ma questi discorsi non li fanno neanche più gli ultras del calcio.
    C’è bisogno di progettualità, di coerenza, di serietà e, soprattutto, di capacità manageriali. Altrimenti L’Aquila rugby, che tutti in città amano, sarà inesorabilmente destinata alla fine.
    Scusate lo sfogo

  10. maxetere 23 Marzo 2017, 21:01

    Gli Aquilani tengono voglia di rugby, altro che no. Sono le delusioni, le retrocessioni, le figure di merda, la gestione ad minchiam degli ultimi 10 anni, gli stipendi non pagati che hanno fatto allontanare i tifosi. Personalmente sono legato alla maglia e amo il rugby ma se penso a come sono state trattate persone a me care e assai vicine sarebbe da dare fuoco a tutta la baracca e sputare sulle ceneri. Chissà quanti altri vivono situazioni analoghe alla mia. L’Aquila è piccola e le famiglie so’ quelle e a forza di seminare vento si raccoglie tempesta. Non possiamo lamentarci se alla fine tutti si sono scocciati. Non punto il dito verso nessuno, sono stanco, capisco pure che non deve essere facile stare ai posti di comando, ma la situazione mia, che porto come esempio, è questa. Quando smetterete di vedermi allo stadio sarò morto o, come tanti altri, ne avrò le saccoccie piene…

  11. Betta 23 Marzo 2017, 22:53

    Non capisco ma mi adeguo diceva un mio amico. Cerca sempre di capire quando vai ad una conferenza stampa o leggi un comunicato diceva il mio vecchio caporedattore e aggiungeva il titolo lo devi fare congruo…devi cercare di scrivere tutto quello che si dice, non prendere solo un argomento cerca di fare una sintesi.
    Bene questo è il comunicato visibile anche sul sito http://www.laquilarugbyclub.it a voi il giudizio di sintesi di cosa è stato detto. Su https://www.facebook.com/LAquila-Rugby-Pagina-ufficiale-107587245988614/?fref=ts c’è anche la diretta audio video della conferenza. A voi la sintesi delle notizie non della notizia.

    LA GIORNATA NEROVERDE, LE INIZIATIVE, I PROGETTI E LA SITUAZIONE DELL’AQUILA RUGBY CLUB OGGI
    Si chiama “Vieni in Abruzzo – La forza di una terra” la nuova iniziativa dell’Aquila Rugby Club, presentata oggi nel corso di una conferenza stampa densa di contenuti nel bar ristorante Attimi, alle porte del centro storico dell’Aquila, partner del club. Diversi i temi snocciolati, dalla situazione economica del club ai risultati positivi di #FormiAmoilfuturo, partendo ovviamente dalla Giornata neroverde del prossimo 26 marzo al “Fattori”, quando L’Aquila affronterà i Medicei nello scontro al vertice della classifica (ore 15:30).
    Già domenica i neroverdi indosseranno il nuovo sponsor del club: l’Abruzzo stesso. Il progetto rientra in un ragionamento ampio delle maggiori società sportive della regione – Pescara Calcio, Proger Chieti e Roseto Sharks, oltre a L’Aquila Rugby Club – di rilancio dell’immagine dell’Abruzzo dopo il momento difficile nella prima parte dell’anno.
    “Anche le recenti attenzioni di testate nazionali e internazionali, come Il Corriere dello Sport e L’Equipe, ci confermano come i colori neroverdi possano essere testimonial per il rilancio dell’Abruzzo in questo momento di difficoltà”, ha affermato il presidente Mauro Zaffiri. La società comunicherà alla Federazione Italiana Rugby la volontà di cambiare il nome in Abruzzo L’Aquila Rugby Club, per dare più forza all’iniziativa: “Anche attraverso il rugby vogliamo continuare a investire sul presente e sul futuro delle nostre comunità e dei nostri splendidi territori”, ha osservato il numero uno neroverde.
    Vieni in Abruzzo – La forza di una terra si innesta nel progetto già avviato da L’Aquila Rugby Club FormiAmo il Futuro, sostenuto dal main sponsor eni, con l’obiettivo di sviluppare la doppia carriera (universitaria-professionale e sportiva) degli atleti. La società ha presentato oggi i primi risultati di FormiAmo il Futuro, nato in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila grazie al prezioso apporto di Federica Aielli, medico sociale del club. Dei ben 18 atleti della prima squadra che frequentano scuola o università, i 5 che frequentano le scuole superiori hanno riportato nel primo quadrimestre ottimi voti. I 7 giocatori iscritti al primo anno di università hanno sostenuto esami nella sessione invernale, superando in modo brillante almeno due esami rispetto a quelli previsti nei rispettivi piani di studio. 6, inoltre, i ragazzi che hanno superato brillantemente esami negli anni successivi al primo, con un atleta che ha iniziato l’elaborazione della tesi di laurea. E’ stato infine firmato un accordo quadro con il dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università della Calabria, per permettere ad un atleta neroverde di non ritardare lo svolgimento del tirocinio formativo e garantire i tempi del percorso universitario.
    La conferenza stampa ha rappresentato anche l’occasione per parlare della situazione economica della società: “Noi nel 2014 siamo partiti da una situazione debitoria della vecchia società di oltre 200mila euro – ha sottolineato Zaffiri – abbiamo ripianato ed estinto tutti quei debiti. Abbiamo ripianato, purtroppo per ora ancora parzialmente, anche i debiti rispetto alle stagioni 2015-2016 e 2016-2017. Abbiamo mancate entrate da parte di alcuni sponsor che contiamo di recuperare, ma noi abbiamo iniziato questa avventura come appassionati, non abbiamo grandi capitali. Non vogliamo elemosinare, questo dev’essere chiaro. Siamo degli interlocutori, non saremo strumenti per altro. Chiediamo solo che i nostri numerosi progetti, sposati da tre multinazionali che ringraziamo (eni, Decathlon e Ald Automotive, ndr) e da pochi virtuosi imprenditori locali, siano almeno letti. Dobbiamo tutti porci questa domanda: L’AQUILA HA ANCORA BISOGNO DI RUGBY? Perché non sembra dimostrarlo, dentro e fuori. Abbiamo ad esempio proposto ‘Vieni in Abruzzo’ all’assessorato regionale al turismo, e dopo un mese neanche ci è mai stata data una risposta”.
    “Noi siamo imbarazzati e mortificati perché in questo momento non siamo in grado di dare i rimborsi agli atleti, ai tecnici e allo staff – ha aggiunto il presidente – perché non riusciamo a dare loro ciò che meritano, nonostante si stiano dimostrando uomini veri, più attaccati alla maglia di quanto non sia la città. Ma siamo in difficoltà, come diciamo da mesi: e se non cambiano le carte in tavola non potremo garantire le ultime trasferte della stagione”.
    Intanto, domenica 26 marzo il rugby torna al “Fattori” per il big match con I Medicei: “Facciamo un appello agli appassionati, dovranno essere il sedicesimo uomo in campo per arrivare insieme alla vittoria”.

    • ciotom 24 Marzo 2017, 13:45

      Sintesi: progettualità assente. Cioè, con tutto il rispetto per il connubio rugby/università (che poi non è che ci serviva questa società per far laureare i giocatori) e per la pubblicità per l’Abruzzo, qual è il progetto tecnico proposto? Quali gli obiettivi? Quale lavoro prospettano per portare denaro da investire? E quali investimenti devono essere fatti? Tutto il resto, come scrivevano sopra, mi sembrano solo prese per i fondelli e tentativi di ricostruire un’immagine che, per dirla all’aquilana, è bella che jita.

    • delipe 26 Marzo 2017, 21:04

      Buonasera Betta,
      Ti ringrazio per il tuo prezioso commento e rinnovo gli auguri alla società e alla città intera per un futuro rugbistico importante come la sua storia
      Forza LAquila !
      Cordialità

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