Il terza linea racconta alcuni aspetti dietro lo splendido trionfo celtico. Mantenendo i piedi ben saldi a terra
Autoallenamento e skills: la ricetta Connacht nelle parole di capitan Muldoon
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Ma come? Le skill non s’imparano al minirugby, nella culla, o se nasci a Otago? Ma guarda un po’.
se nasci ad otago ce le hai scritte nero su bianco nel dna, non te le devono nemmeno insegnare!
Gia’…
spero che il sarcasmo nei miei interventi si dia per sottinteso, senza necessità di faccine esplicative…
Le metto io 🙂 🙂 🙂
Questa litania di Onrugby sulle skills sta un po’ annoiando. E’ giusto ricordare che siamo indietro su questa metodologia di allenamento, ma farne una telenovela web mi sembra eccessivo.
Tanto più che il vertice del nostro movimento è stato costituito per anni da una nazionale ibrida, stracolma di oriundi ed equiparati che, se seguiamo la scia dei commenti qui presenti, avrebbero dovuto portare un surplus proprio su questi aspetti.
Le nostre mancanze nei club di Pro 12 ad esempio rispetto ad un team come Connacht derivano da altri fattori quali senso di appartenenza, furore agonistico, programmazione capillare ecc. Non venite a raccontarmi che a Galway passano le giornate ad allenare l’uso del mignolo interno destro nel passaggio spin mentre a Treviso spendono il loro tempo a fare autoscronti e placcaggi samoani in campi di 2 mt x 2 mt.
🙂
@Cannonball, il tuo discorso, nel complesso, può filare o meno, non ho intenzione di discuterne, l’ unica aspetto che voglio prendere in considerazione, contestandolo, e che, mi permetto umilmente, di definire un’ immensa castroneria, è quello del senso di appartenenza, come ho scritto ieri in un post di risposta a @zappinbo, anche i Glasgow Warriors sono una franchigia federale, recente, calata dall’ alto, senza storia e con modesto seguito di pubblico, quindi chi gioca lì non è che sia spinto da chissa quale spirito di appartenenza, dovuto alla storia, alla tradizione ed a tutto ciò che ne deriva, ma ciò non ha impedito loro di arrivare ad un altissimo livello ed a conseguire certi risultati.
Infatti @Hro, questo si chiama “Rugby Pro” a differenza dei campanili-ismi…che e’ bello quanto si vuole, tanto “old fashion” ma che ormai (e io aggiungo purtroppo) tendera’ a sparire in sostituzione di un Pro sempre piu’ spinto.
Per fare un esempio extra-rugby un po’ OT: trovo stupide le considerazioni dei tifosi del Napoli per la vicenda Higuain. Quelli son calciatori Pro, se ne fregano altamente del campanile, vanno dove hanno piu’ stimoli/soldi/etc… ma certo non scelgono una squadra per questioni di cuore. L’ultimo di questi “guerrieri” e’/era Totti.
Ma basta con questo “Totti-guerriero”. Totti è rimasto a Roma perché la Roma è l’unica Società che lo ha ricoperto d’oro ogni anno e che gli fa contratti milionari (in Euro…) ancora a 40 anni! E’ un “dritto”, altro che “guerriero”.
allora quanto ho scritto in merito al Pro ha ancora più’ senso. Quindi smettiamola con questi “campanili’, societa’ storiche etc…..siamo in epoca Pro e si ragioni in termini Pro. Purtroppo non lo fanno le celtiche, figurarsi quei club a “pane e puparuolo” dell’eccellenza….
Il problema e’ che non e’ detto che alla gente interessi il “pro spinto” e se nessuno e’ interessato al “rugby pro” (in un dato paese), il giocattolo si rompe, perche’ da qualche parte devono entrare i soldini.
Hai ragione, ma comunque a Glasgow, nonostante i buonissimi risultati, continuano ad avere un pubblico piu’ scarso di gran parte delle altre squadre di Pro12, e non e’ un bel sintomo.
Si Hulla, ma quello che interessa alla union scozzese è che poi, quando la nazionale del cardo va ai mondiali, si ritrova con dei giocatori in grado di farla competere con i top teams, arbitraggi…permettendo!!!
Si si… ma intanto il Pro12 come campionato perde punti rispetto alla concorrenza e si rischia che naufraghi per mancanza di pubblico e interesse.
E’ difficile rendere interessante un campionato dove la finalita’ non e’ vincerlo, ma mettersi in forma per la nazionale.
penso tu ti riferisca all’articolo su deMarigny ieri, ed oggi il riproporre l’argomento in chiave irlandese è indubbiamente ridondante … personalmente penso sia una provocazione per far si che qualcuno dall’irlanda si esprima, più che non una skill-ossession, ma probabilmente penso (andreottianamente) male… 😉 🙂
c’era pure l’articolo di melita sugli AB e skills…
http://www.onrugby.it/2016/08/23/all-blacks-la-perfezione-che-fa-rima-con-skills-e-ricambio-invisibile/
@mistral, quel qualcuno dall’ Irlanda porebbe mica corrispondere all’ identikit di un vecchio amico appassionato del…crickett?!?!? 😉
…peut-être… 🙂
Prima il fitness con O’shea, ora le Skills… vai di tormentoni, sarà mica che la differenza tra noi e “loro” stia nella somma di tanti piccoli particolari, dovuti ad una competenza mediamente più alta in tutte le componenti rispetto al nostro mondo rugbystico?
Quoto @speartacKle, il tuo ragionamento non fa una grinza.
Beh, nella mischia e nelle rimesse per esempio no. Lì siamo pari.
Si xnebiax, finche noi bargei vi prestiamo il Biagi, dopo saranno cavoli anche lì!!!! 😀
forse in mischia riusciamo ad avere una buona scuola di prime linee, che poi dal punto di vista tecnico l’intero settore di mischia chiusa che vede la somma si prime+seconde+terze sia al pari, mah
gli anni passati come tecnici avevamo due argentini, la nazionale con DeCarli non è che brillasse.
La touche anche no, non è che avere un Bortolami appena arrivato come allenatore ti mette alla pari con le competenze delle celtiche.
Quanti tecnici di livello internazionale abbiamo che siano competenti nel settore della rimessa? forse Bortolami, per il resto stiamo a notte…
Van Zyl allenava in Italia e poi e’ andato ad allenare in Sudafrica… 🙁
appunto, vedi Palmer…
Hai ragione: sia chiama professionismo fatto da professionisti preparati e non da amatori che di professionistico hanno solo lo stipendio.
La vittoria del Connacht dimostra due cose. Primo che dei buoni atleti possono migliorare molto le loro abilità e la loro destrezza con passaggi e offload. Per farlo c’è bisogno di pazienza e molto duro lavoro. Non diventeranno tutti dei giocolieri dell’handling come sono gli All Blacks, ma i miglioramenti delle handling skills di alcune vecchie volpi come Muldoon sono molto significativi.
Seconda cosa è la dimostrazione che un gioco meno conservativo, se coadiuvato dalla capacità di eseguirlo con pochi errori, conviene. Nel caso non lo avesse dimostrato l’emisfero sud già all’ultimo mondiale (incluso il Giappone che rugbysticamente gioca da emisfero sud). Velocità del passaggi, ricerca degli spazi, offload, sfruttamento di sovrannumeri, corsa negli spazi sono elementi che messi insieme permettono di finalizzare e far punti molto più spesso rispetto al monodimensionale bussare addosso alla difesa.
Treviso ha ora un coach neozelandese che potrebbe portare ad un tipo di rugby simile, e la confidenza con la palla acquisita per il club potrebbe aiutare in nazionale.
Beh con Brunel che se ne dica bene o male ha portato un gioco + offensivo in nazionale ed i risultati sono stati quelli visti.. con o’shea nelle prime amichevoli mi pare si sia tornati + sulla difensiva.. naturalmente x il livello internazionale del 6n siamo deficitari anche fisicamente e quindi penso che cercherà di migliorarli sotto quel punto di vista, nel frattempo preferirà giocare vicino i raggruppamenti e rallentando il + possibile il gioco.. naturalmente spero di essere smentito!
Cioè mentre almeno il 50% dei nostri post parla di skills che ci mancano OR se ospita tre (3) articoli su di essi diventa una litania?
Mah…
Oh gino, io in tal senso non ho detto nulla!!!…èh?!?!? 🙂
ma no, gino, eddai, se non riesci a fare due fasi in croce e a destra passano solo i mancini (oh, mediani e aperture, che gli altri passano neanche a sinistra) è un problema di appartenenza e furore agonistico.
😀
C’è un problema grosso però: non basteranno più 4 palloni, ce ne vorranno almeno 40. Il bilancio fir decuplicherebbe certe spese.
Ricordiamoci che pochi anni fa il Connacht era dietro a Treviso sotto un po’ tutti i punti di vista.
Lavorando bene si possono cambiare le cose, piangendo il morto e dicendo “Non si puo’ fare” no. Sono tutti alibi.
Non solo Connacht, che ha preso Pat Lam e lo ha lasciato lavorare tranquillo per tre anni anche quando i risultati non gli davano ragione…
Ricordo che nella nostra prima stagione celtica Glasgow finì dietro a Treviso, poi inanellò una serie di lenti e costanti miglioramenti piazzandosi sempre più in alto in classifica fino ad ottenere il titolo, senza sputtanare chissà quali patrimoni, con un gioco cinico e redditizio sicuramente alla nostra portata…
Anche ad Edimburgo sembra aver iniziato un ciclo costruttivo, vedremo se mi smentiranno…
La litania dei primi anni di Celtic era: è andata male con Glasgow, vedrai che vinceremo con Connacht.
Finalmente che si parla di cose interessanti la gente inizia a lamentarsi, meglio un bell articolo sulla federazione o sulle elezioni,cosi ci rompiamo le palle un altro pò.
Tornando in tema, si pone l attenzione anche su un altro aspetto importante del giocatore professionista, la volontà del costante miglioramento, la capacità di saper analizzare i punti di forza e deboli, lavorandoci sopra con l aiuto dei tecnici.
Fare paragoni con l Italia ancora è impossibile, ci vuole tempo e le lacune sono e diverse
Skills e fitness sono importanti, e non dubito che Treviso e le Zebre (e anche la nazionale) facciano allenamenti mirati su questi due aspetti, forse la differenza tra “noi” e “loro” sta nella qualità degli allenamenti, e quindi degli allenatori? Non basta dire abbiamo fatto una sessione di skills, quella la facciamo anche in serie C, dipende come si fa. Non a caso la prima cosa che dicono i giocatori quando vanno all’estero è sulla qualità degli allenamenti (perchè Campagnaro a Treviso sembrava giocare con una saponetta, 6 mesi a Exeter e la saponetta è sparita?)
Il cambio di passo negli staff, come numero e qualità, è cominciato quest’anno con l’arrivo di OS e compagnia: non l’aveva vietato il dottore prima, ma evidentemente la mentalità di curare lo staff almeno e più della campagna acquisti proprio non c’era. Dalla nazionale, in giù. Roland prima di ora è stato in tutto quattro mesi alle Zebre, ed era a mezzo servizio con la Francescato, altro che. Quando Phillips ha fatto venire Gruff a Viadana, ho sentito con le mie orecchie (e non da dei turisti) i commenti sulle manie di grandezza e sul buttar via i soldi. Sempre con la solita premessa/postulato: la tecnica si impara solo tra la nursey e le medie, la differenza poi la fa la cubatura. Appunto come si usa fare con i nostri giovani all’ingrasso federale
Ma c’è un fatto che lascia parecchii dubbi: treviso invece di migliorare progressivamente alla mano ha peggiorato nella sequenza grenoble-leicester-zebre.
In pole position resta fisso Mallett.
Con le Zebre, rispetto alle altre due, se non sbaglio c’è stato un rientro. Eheheheh.
Chi sarebbe che non ho presente, Gori? Ma bisogna contare gli errori singoli e sommarli, “è la somma che fa il totale”. E si capisce quanto incide il singolo.
Comunque si è passati dal “sembrava il metalcrom” con grenoble (riserve delle riserve, ma comunque la frase fa intendere che allora non è vero che gli italiani sono “negati nel dna” e un tempo riuscivano a giocare alla mano) al “siete da serie A, massimo eccellenza”.
Sarà la degenerazione della specie…
Non per scusare Treviso, ma a rugby si gioca in due, anzi in tre che l’arbitro conta, eccome. Io in questi anni ho visto squadrette come il Munster e il Leinster dei bei tempi andati giocare partite oscene al Lanfranchi, e in qualche caso me ne sono pure andato dopo il primo tempo. Quanto al “sembrava il Metalcrom”, magari un po’ di prudenza è utile, sia in positivo che in negativo. Commentando qui la partita, l’ho scritto: la bruttissima prestazione di Treviso mi ha sorpreso, viste le altre due. Quella delle Zebre, ed era la prima, mi ha deluso e preoccupato.
Eppure a me piacerebbe che venissero chiamate “abilità”.
Anche se skills è più figo e sta a pennello nella frase che tutti gli allenatori dovrebbero conoscere: play the skill and not the drill!
Le migliori frasi di O’Sho: “Autoallenamento è come autoerotismo: porti tu i palloni al campo e poi giochi a tocco”. 🙂
in entrambi i casi serve la patente…….
si sa se e’ stato raggiunto un accordo per la messa in onda del pro 12?
ma come gioco più’ “offensivo” vale anche mandare a quel paese arbitro e avversari?
😀
nei campi di periferia Italiana abbiamo campioni del gioco offensivo…altro che All Blacks! 😀