Dopo l’esperienza alla Capitolina il tecnico inizia la nuova avventura in Federazione
Formazione: Daniele Pacini nuovo Responsabile Tecnico del Rugby di Base
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Qualcuno si può esporre?
È una figura che mancava? È inutile? È un marchettifricio?
Bisogna capire se prende il posto di Ciop o se lavorera’ per Ciop.
Ciop che al momento e’ RESPONSABILE AREA TECNICA – DIREZIONE RUGBY DI BASE
Di primo acchito gli han messo uno sopra di un bel po e uno appena appena sotto.
Sembra l’italica maniera di far sminchiare una persona.
Che mancasse non lo so ma so che dalle nostre parti quel compito è svolto da Titta Casagrande quindi … sì, per me mancava questa figura 😉
certo che dai risultati raggiunti con la Capitolina non si può dire che non sia un valore aggiunto per tutto il movimento. Ben venga la sua presenza e la sua esperienza, buon lavoro…interessante una sua intervista recente su all Rugby, dove spiegava un pò di cose, tutte molto condivisibili
si trova online quest’intervista?
http://allrugby.it/uno-su-cento-ce-la-fa/
Grazie @Mr Ian per il link.
Per me è molto condivisibile, oltre alla mancanza di organizzazione Fir si fa il punto sulla mentalità con cui vengono cresciuti i ragazzi. A 18 anni bisogna che anche loro siano detertiminati a raggiungere il loro scopo, che sia sportivo, lavorativo o scolastico.
Per questo non ho mai banalizzato la famosa frase del “chiaro percorso in testa”. I ragazzi devono averlo e gli uomini maturi devono aiutarli.
Stra-stra-straquoto! Pacini ha fatto grandi cose per il rugby di base, e i risultati della Capitolina stanno a dimostrarlo… E stava bene dove stava, non aveva certo bisogno della cadrega…
PACINI è una persona serie come ce ne sono poche in federazione……il problema è sapere chi gli dà le direttive e quali sono le linee guida da seguire, se sono quelle di ASCIONE allora rimane un uomo del presidente se sono quelle dell’irlandese può essere utile. Leggendo l’intervista non mi sembra che dica cose nuove, mette sempre al centro dell’attenzione il giocatore e poi il resto…..ma questo vale per tutti gli sport di squadra quindi nulla di nuovo. La cosa interessante sarebbe saper come queste linee guida vengono applicate e in questo non dice nulla di nuovo anzi sono parole scontate……..
Un grandissimo in bocca al lupo!
In realtà a me risulta sia un ritorno (gradito)…Fino a qualche anno fa si occupava di corsi formazione allenatore (e non se anche di altro), poi era tornato alla Capitolin in quanto diventato padre voleva star più vicino alla famiglia..
Anche alla Capitolina era un ritorno, la federazione una parentesi intermedia…
Correggetemi se sbaglio…
Comunque se lavora con Aboud e a lui deve render conto, può veramente fare il salto di qualità e per la FIR sarebbe veramente il colpo per i prossimi anni…
Non penso proprio sia una marchetta, per lavorare Pacini non ha assolutamente bisogno della federazione a differenza di tanti altri…
Quoto totalmente.
Cordialità
Non conosco la persona, sarà degnissima e mi fido di chi ne sa enormemente più di me.
Però ho letto la sua intervista e non mi è piaciuta molto, così come mi ha un po’ urtato l’immagine scelta qui in testa per commentare il servizio.
Perché parlare di rugby di base, mettere una bella foto di bambino piccolo, e poi però non citare per niente il rugby di base se inteso come minirugby? L’età più piccola di cui parla è l’U15, quando più o meno già ci sono i campionati regionali, e i ragazzi sono belli e selezionati rispetto ad altri sport.
Se dai 15 anni in su è rugby di base, il minirugby cos’è? Non è proprio sui ragazzini che si deve lavorare per allargarla, sta benedetta base? che lo 0.8% di mezza briciola è pochissimo, ma se invece abbiamo una fettina di torta…
Allenatori, società piccole e piccolissime, formazione, divulgazione: ce n’è parecchio su cui lavorare, a partire dalla “base”.
Sul punto, io credo invece che il minirugby sia tutt’altra cosa dal rugby di base. Importantissimo, non lo metto in dubbio, ma proprio un’altra cosa. Per cui sono d’accordo che la foto c’entri nulla. Auguri sinceri a Pacini, e che si porti dietro i suoi vent’anni di pane e cicoria.
Adesso si incomincia a giudicare anche da una foto!mah… certamente è colpa mia se non capisco!
No no, è colpa mia, non essendo esperta non avevo capito che si intende tradizionalmente un’altra cosa per rugby di base. sicuramente influenzata dalla mia situazione personale penso sempre al minirugby in questo caso.
Mi dispiace, scusate se sono sembrata ostile
Niente scuse va bene così!
Non è possibile icolpare nostra madre, Eva! 🙂 😉
Persona giusta al posto giusto ,se lo faranno lavorare autonomamente.In bocca al lupo.
Non conosco la persona, ho conosciuto educatori della capitolina, può fare solo del bene al rugby
Valter Borghetto
Sempre tornando all’intervista:
se 1 su cento raggiunge l’alto o l’altissimo livello, gli altri 99 sono ragazzi che hanno passato 3 anni lasciando a 16 anni la propria città, la propria scuola, le proprie famiglie, i propri amici, ecc…
Per questi 99 che non camperanno di rugby (amesso che l’1% ci riesca), quale “miglior percorso possibile” diamo in cambio dei loro 3 anni di fine adolescenza spesi nelle accademie.
Sarebbe stato interessante leggerlo nell’intervista.