Eddie Jones, lo psicologo e il Leicester City (in tempi meno sospetti)

In pochi mesi il rugby inglese è passato dal disastro Mondiale al tetto d’Europa. Perché a volte la differenza…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. ginomonza 27 Aprile 2016, 08:57

    D’accordo!

  2. Appassionato_ma_ignorante 27 Aprile 2016, 08:57

    “The proof of the pudding” ovvero quello che ho sempre sostenuto: il motivatore/leader della squadra *deve* essere l’allenatore. Se un allenatore deve valersi di uno “psicologo” (che è come giocare alla roulette), gli manca il quid necessario per essere un allenatore, fare l’allenatore (che vuol dire anche motivatore) e, come tale, avere una Squadra con la esse maiuscola.

  3. narodnik 27 Aprile 2016, 08:57

    il psicologo probabilmente gli servira’ di piu’ dopo aver incontrato i cangurotti..

    • boh 27 Aprile 2016, 09:29

      Lynagh: l’Inghilterra? Può vincere 3-0 la serie contro l’Australia

  4. malpensante 27 Aprile 2016, 09:27

    La sostanza c’era tutta, hanno pagato una prima linea deludente, qualche scelta poco convincente (ma che prima del mondiale era largamente condivisa), la tensione e anche gli episodi. Vero che Lancaster ha vinto niente, ma ha lasciato un gruppo e un gioco sostanzialmente confermati, almeno per adesso. Un 6N non è un mondiale, ma Diabolik non c’è dubbio che abbia fatto presto e bene a spolverare i cervelli e a mettere a posto le fasi ordinate e la difesa. Gli danno una mano le condizioni di forma dei giocatori, che è merito dei club), dalla esplosione di Itoje allo stato di grazia di Farrell, ma una prima linea finalmente messa in condizione di fare il suo, che è tanta ma tanta roba, è tutto merito suo e demerito di Lancaster e dei suoi.

    • maz74 27 Aprile 2016, 09:50

      Hanno la bravura di lavorare bene con i giovani e le due seconde linee giovani dei Saracens sono la riprova. Vanno spesso in finale alla junior world cup e quindi hanno parco giocatori giovani da dove poter attingere.
      Jones ha accellerato il ricambio generazionale e soprattutto ha cambiato mentalità, organizzazione e disciplina appoggiato al 100% dalla federazione.

    • Stefo 27 Aprile 2016, 10:06

      Eh bravo mal, che Lancaster e’ stato subisstao di critiche ed i suoi errori li ha fatti ma i primi problemi inglesi alla RWC che portarono al disastro aprtirono da un pacchetto mischia ben al di sotto del suo standard a partire dai set pieces.

  5. Hullalla 27 Aprile 2016, 09:42

    Vorrei far notare ai cultori del “budget” (scusa somma per qualunque delusione) che i Wasps un paio di anni fa erano letteralmente col culo per terra dal punto di vista economico. Erano letteralmente dipendenti dalle donazioni dei tifosi e serpeggiava ormai la certezza che sarebbero spariti.

    Si sono messi in mano ad un gruppo di dirigenti professionisti di valore, hanno fatto scelte difficili (per esempio il loro stadio di casa non e’ piu’ a Londra), hnno preso un sacco di iniziative per portare il pubblico allo stadio (perche’ e’ quella la base di tutto, budget incluso), hanno scelto bravi tecnici con le giuste motivazioni ma pur sempre con ingaggi modesti, hanno ingaggiato giocatori poco costosi ma pursempre validi tecnicamente per non sforare un budget ridicolmente basso in rapporto alla concorrenza (tra di loro c’erano per esempio Festuccia e Masi, che hanno accettato decurtazioni di stipendio pur di far parte di quel progetto, tanto per dire che volendo si puo’ anche pescare in Italia e che non servono centinaia di milioni)… e adesso, dopo si e no un paio di anni, si sono sistemati economicamente e sono in grado di dire la loro sui maggiori palcoscenici d’Europa.

    Non e’ impossibile, ma servono degli ottimi dirigenti. Quelli che si dice manchino in Italia.

    • Dusty 27 Aprile 2016, 09:52

      Assolutamente giusto. I soldi sono importanti ma ancor più le idee.

    • maz74 27 Aprile 2016, 09:53

      Concordo in pieno, bravi dirigenti, ottima programmazione e scelte tecniche giuste nonostante un budget non principesco, ESEMPIO da seguire dalle due PRO12 italiane.

    • Stefo 27 Aprile 2016, 10:04

      Hullala, ni…gli inizi son quelli vero pero’ per arrivare in semifinale sono comunque andati a prendersi gli halai, Piutau, Smith, Gopperth, JAckson…i vari Hughes, Johnson, Haskell arrivati prima non e’ che li paghino poco neanche loro, i Cittadini, Leiua o Moore e Cipriani in arrivano non li pagheranno poco.
      Insomma idee ma anche una maggior disponibilita’ economica derivante dalle scelte del management negli ultimi anni.

      • Hullalla 27 Aprile 2016, 10:43

        Si, ma ci hanno messo DUE anni (2) per crearsi il budget necessario per gli acquisti di livello per dire due parole in piazza in Europa, iniziando con le pezze al culo.
        Da quanti anni siamo in Pro12 e ancora abbiamo bisogno dei contributi a ioggia parastatali, senza il minimo segnale che presto saremo in grado di avere un budget dove i contributi federali sono una piccola percentuale che magari aiuta ma non e’ assolutamente necessaria per tenere in piedi la baracca?

        • gsp 27 Aprile 2016, 10:47

          hulla, scusami, ma le tue aspettatice non sono realistiche.

          • Hullalla 27 Aprile 2016, 10:55

            Sono le aspettative che la FIR possa mettere per sempre un quarto del suo budget per finanziare a pioggia le franchigie che poi fanno con quei soldi cavolate a ripetizione, senza comunque rovare alternative al finanziamento, che non sono realistiche!

          • gsp 27 Aprile 2016, 11:16

            Hulla l’aspettativa che la FIR non le butti via e’ piu’ che realistica, anzi e’ un imperativo.

            Che la FIR spenda meno di un quarto sul pro, insomma guarda a Galles e Scozia e vedi che non siamo poi troppo lontani.

            poi possiamo dibattere se sia giusto spenderli cosi’, o se magari sia il caso di lasciare il pro12.

            ma senza aiuti federali chiudono le gallesi e le scozzesi, e forse qualche irlandese. quali elementi ti fanno pensaro che potremmo aspirare, noi italiani, a qualcosa di diverso?

          • Hullalla 27 Aprile 2016, 12:36

            La questione e’: che percentuale del budget e’ fornita dalle FIR?
            Che controllo ha la FIR sulle franchigie?

            Se la FIR fornisce il 10-20% del budget e poi le varie dirigenze fanno QUASI quello che vogliono puo’ andare forse bene.

            Se invece la FIR fornisce ben oltre il 50% del budget (forse anche oltre l’80%…), allora bisogna che le dirigenze siano allineate e coperte e smettano di fare scelte del cavolo in nome delle franchigie private. SE i dirigenti non riescono a portare la gente allo stadio e a rovare altre fonti di finanziamento, allora bisogna immediatamente cambiarle.

            E’ quello che succede anche in Scozia, Galles e Irlanda. Qui invece le dirigenze vogliono fare i froci col culo degli altri, perche’ le franchigie si finanziano con i proventi del Sei Nazioni, ma poi le loro attivita’ di fatto non supportano in modo adeguato la Nazionale (eufemismo).

          • malpensante 27 Aprile 2016, 16:34

            peppe, sarà bene non scordarsi mai come e perché siamo lì. Ci siamo entrati con in contributo marginale e con la prospettiva di un mercato tale da diventare tutti ricchi. Di guadagnarci, non di smenarci. Dalla Tv, agli sponsor, agli spettatori con tanto di investimenti obbligatori sugli impianti. E con i doppi contratti all’italiana: soldi FIR per far tornare gli emigrati nazionali e far giocare i giovanotti nazionabili. E basta. Qui finisce che il postulato sia la Celtic, e tutto il resto vabbé. Siamo lì con un piano finanziario e tecnico ampiamente e clamorosamente fallito: a oggi nemmeno un pazzo entrerebbe con due carriole e 10 milioni di costi federali all’anno. Quando si dice che sarebbe ora di fare il punto della situazione e che avremmo dovuto avere un piano B, si dice nient’altro che questo, nessuna ideologia o partito preso. Il piano B era da mettere in pista una volta fucilati gli Aironi, e pure questo è stato detto e scritto dalla FIR: le Zebre provvisorie intanto che si trova una soluzione, obbligati dal contratto celtico in corso. Ma poi il rinnovo l’abbiamo firmato con la mano che spuntava dal tombino, o no? In base a che conti e con che prospettiva? Ce n’è stata una diversa dal “non possiamo che far così”? Grazie al cazzo, se non fai niente, voglio ben vedere che le alternative spuntino con la luna calante come i funghi. Se uno affitta una casa vacanze a Bellavista di Sopra e quando ci va si trova come panorama un petrolchimico in giardino, dici che rifà un bel quattro anni di contratto nuovo perché ci ha portato la poltrona del nonno e due damigiane di vino?

          • gsp 27 Aprile 2016, 19:32

            Mal, amico mio, davvero non ho capito che vuoi dire.

            Io stavo cercando di dire ad Hulla che, dirigenti bravi o meno, in Italia non ci sono le condizioni per rifare gli Wasps.

            Se sei bravo (e non lo sei) al massimo puoi fare Edinburgo o Glasgow.

            i Costi del pro sono questi anche per la federazione. si potrebbe risparmiare qualcosina, ma sara’ sempre una spesa ingente e le squadre dipenderanno cmq da te e cmq la licenza e’ e rimane una concessione federale.

            vediamo il piano b. io ho totale rispetto per chi dice che non vale la pena spendere questi soldi cosi’.

            o rifacciamo un bando tipo il primo celtico, ma facciamolo oggi.

        • Stefo 27 Aprile 2016, 11:25

          Hulla non sto difendendo le franchigie italiane, pero’ vedi che il discorso cambia da quello iniziale.
          Bravi i Wasps comuqnue

          • Hullalla 27 Aprile 2016, 12:38

            Quello che volevo far notare e’ che con una buona (ottima) dirigenza si puo’ risolvere una situazione critica in una societa’ di rugby pro in un paio di anni.
            Il resto sono alibi.

    • gsp 27 Aprile 2016, 10:17

      C’e’ anche un indotto importante Hullala, che in italia non esiste e che non puo’ creare il singolo manager.

      poi di bravi, son stati davvero bravi.

      • Hullalla 27 Aprile 2016, 10:50

        Veramente i Wasps sono andati in crisi (profondissima) proprio perche’ non funzionava piu’ il discorso dell’indotto.

        • gsp 27 Aprile 2016, 11:11

          l’indotto nel senso di ambiente rugbystico inglese, che e’ cmq in crescita continua. diritti televisivi, produzione di giocatori ed anche la tradizione del club.

          non metto assolutamente in dubbio le capacita’ di Dai Young, che anzi sono totalmente ad ammirare. pero’ il contesto e’ importante.

          • Hullalla 27 Aprile 2016, 12:40

            Le cose che citi sono una conseguenza, e non una causa, delle buone amministrazioni delle dirigenze.
            Non confondere causa ed effetto.

          • gsp 27 Aprile 2016, 15:57

            scusami hulla, ma non condivido.

            non per dire che le dirigenze italiane siano competenti. ma dai una idea sbagliate se indichi ad una societa’ in italia, galles, scozia e per certi versi anche irlanda, si possa gestire allo stesso modo in cui si gestisce in francia ed inghilterra.

            il fatto che l’ing abbia il numero di giocatori piu’ alto e che la Fra abbia un giro economico da far paura, non e’ una cosa alla quale i dirigenti italiani possono aspirare.

            il modello per gli italiani c’e’ gia’ ed e’ chiaro, Glasgow.

          • Hullalla 27 Aprile 2016, 17:10

            Glasgow e’ una societa’ completamente in mano alla Union, che segue le indicazioni tecniche federali, ha collegamenti aperti con le squadre del territorio, con liberi spostamenti dei giocatori dal territorio alla franchigia, allenamenti ai quali partecipano i giocatori del territorio, tecnici che girano continuamente il territorio e collaborano con le squadre, dalle piccole alle grandi, piccole societa’ che ricevono contributi dalla union per pagare i tecnici delle giovanili, offerta unica agli sponsor per sostenere nello stesso pacchetto sia la nazionale che le franchigie, grande lavoro di base per aumentare gli spettatori allo stadio, dato che quando l’Italia e’ stata ammessa alla CL a Gasgow c’erano meno spettatori che a Treviso (a Edimburgo era ancora peggio) e adesso sono messi gia’ molto meglio nel giro di pochi anni.
            Il tutto con un budget molto modesto dove al contributo della Union si aggiungono sostanziali contributi di sponsor e diritti TV, ottenuti facendo squadra anche con la Union, coordinandosi anche a livello di dirigenza.
            Questo te lo dico perche’ fino a pochi anni fa abitavo vicino a Glasgow e partecipavo alle attivita’ del club locale.

            Dove le vedi queste cose in Italia?!?!?
            Io non ne vedo neanche una! Ma nemmeno l’ombra!

          • Hullalla 27 Aprile 2016, 17:16

            Vorrei anche agiungere che subito prima dell’ingresso delle Italiane in CL ci fu la vicenda di Edimburgo che fu per molti versi analoga a quella degli Aironi (ma la SRU fu ancora meno delicata della FIR nei confronti degli Aironi), che lascio’ la squadra in una situazione sia economica che di seguito di pubblico assolutamente disastrosa.
            Anche li’ mi sembra che, pian pianino, si siano tirati su mica male. Perfino il pubblico ha cominciato a rifarsi vedere, e guarda che Edimburgo e’ piccola e con pochi rugbysti, per cui bisogna seminare con grande impegno per portare il pubblico allo stadio, ma e’ fondamentale! Infatti Edimburgo per i primi anni di presenza italiana in CL aveva meno pubblico di Treviso, e adesso sembrerebbe inarrivabile.

            Quanti alibi…

          • gsp 27 Aprile 2016, 18:39

            esatto. quindi per tutte e cose che hai detto e che sappiamo da anni, con i dovuti accorgimenti e’ piu’ facile per noi fare Glasgow ed Edinburgo o fare I wasps?

          • Camoto 27 Aprile 2016, 18:52

            Io faccio solo notare che gli Wasps si sono finanziati con delle obbligazioni con un rendimento da azienda che rischia il default.
            Spero non finisca così, non vorrei che qualche genio della finanza rovini questo sport.

          • Hullalla 27 Aprile 2016, 23:24

            @gsp
            La questione non e’ tanto Glasgow o Wasps, ma e’ che CON OTTIMI DIRIGENTI anche le situazioni apparentemente piu’ disastrose si possono recuperare in relativamente poco tempo.
            Puoi scegliere la formula migliore del mondo, ma SE NON HAI OTTIMI DIRIGENTI non vai comunque da nessuna parte, mentre e’ vero il contrario: se hai un’ottima dirigenza poi la tua societa’ si rimettera’ presto in piedi, qualunque sia la formula societaria scelta (o quasi… non esageriamo).

            Se ci fai caso, entrambe le societa’, con budget ridotti (o ridottissimi) ma gestendo bene le risorse a disposizione hanno raggiunto rispettabili traguardi (sia nel campo che, soprattutto, fuori) che non dovrebbero essere considerati utopie nemmeno per le nostre franchigie.

  6. gsp 27 Aprile 2016, 10:15

    metterei un po’ d’ordine.

    – la stagione in champions e’ stata molto positivia per gli inglesi. ma e’ ancora presto per dire che si tratti davvero di una tendenza. fasi cosi’ le hanno avute sia i francesi che gli irlandesi ma prolungate.

    – OT, la nuova chempions e’ un flop di pubblico.

    – la nazionale di Jones non e’ diversa nel gioco e nel risultato da quella di Lancaster, e’ che quella di Lancaster ha fatto un mondiale da brividi crollando psicologicamente. anche il rinnovamento e’ stato tutto sommato limitato. forse l’unica variabile degna di nota e’ farrell a 12, per me molto molto positivo. e magari se gli si affianca Cipriani invece che questo Ford, la squadra diventa davvero interessante.

    – forse il cambio piu’ marcato non solo di Jones ma anche nel marketing federale e’ stato mettere da parte tutte quelle cavolate scioviniste tipo #carrythemhome. e Jones che dice chiaramente che vuole fare solo l’allenatore di rugby, non il capo popolo.

    • Hullalla 27 Aprile 2016, 10:51

      Anche il coinvolgimento di Itoje (finalmente) e’ stata una scelta giusta.

    • Giovanni 27 Aprile 2016, 14:27

      Farrell a 12 non è una novità: fu Lancaster ai mondiali a proporre l’assetto a doppio playmaker.

      • gsp 27 Aprile 2016, 18:33

        si ma quante volte? e soprattutto, non in partite importanti. e’ vero che c’era Burgess e c’era meno urgenza… ma non era certo la prima scelta come oggi.

  7. Neman 27 Aprile 2016, 12:33

    Saracens, Wasps e Leicester. Anche qui c’è il cervello di Eddie Jones? I punti dell’articolo sono due, e abbiamo visto solo quello della nazionale. Non che è successo qualcos’altro di più grande, invece, come un progetto “Glasgow” portato anche sotto il Muro di Adriano?

  8. Giovanni 27 Aprile 2016, 14:24

    Secondo me vanno fatte alcune considerazioni, un po’ più articolate:
    1) non legherei così tanto il rendimento dei club con quello della nazionale: i Saracens sono in finale per la seconda volta in tre anni (e l’anno scorso furono semifinalisti), Gloucester ha vinto la Challenge la scorsa stagione e due anni fa la finale fu tra Northampton e Bath. Sicuramente c’è stato un incremento di risultati, ma sono d’accordo con chi sostiene che già da un paio d’anni (secondo me anche tre) il gioco della premiership è qualitativamente superiore a quello del Top14.
    2) dubito che un uomo in soli 4 mesi riesca a rivoltare una squadra: Jones sicuramente ci ha messo del suo, ma ha anche ereditato molto del lavoro svolto da Lancaster. Non dimentichiamo che dopo il mondiale 2011 aveva preso una squadra a pezzi (nonostante la vittoria al 6N, per dire come i due tornei siano molto differenti), con alcuni uomini a fine carriera (Johnny su tutti) ed altri (Flood, Goode, Hodgson) che non hanno dimostrato la necessaria personalità, costringendolo a lanciare altri più giovani. Nonostante il gioco dei bianchi sia stato scadente nel primo biennio (non a caso abbiamo ottenuto i migliori risultati recenti contro di loro: 15-19 e 11-18), è comunque riuscito ad ottenere 3 quarti posti in 4 edizioni. Se si pensa a quanto fatto dalla Francia nello stesso periodo, non c’è mai stata una vera e propria crisi. Jones ha fatto scelte importanti, Kruis-Itoje al posto di Launchbury-Lawes, Hartley capitano, ma ha anche riproposto alcune delle idee del predecessore, a cominciare dalla soluzione del doppio playmaker Ford-Farrell.
    3) non intendo sminuire il successo al 6N, ma entrambe le antagoniste più accreditate hanno deluso: l’Irlanda è quella che più di tutte ha risentito del post-mondiale, il Galles mi dà la sensazione di essere diventato un po’ schiavo della propria smania di voler essere il “Sud Africa del nord”. Inoltre nessuna squadra ha mai testato a fondo il canale centrale Ford-Farrell, vuoi per la maggiore protezione offerta dagli avanti alla mediana, vuoi per game plan che hanno preferito insistere su altre cose. Nonostante ciò, l’ultimo quarto d’ora coi dragoni, i bianchi erano in bambola totale. Da questo punto di vista, sarà molto interessante seguire i test con gli Aussie del prossimo Giugno.
    4) Jones ha vinto con la soluzione classica basata sugli avanti dominanti, non a caso, oltre alle seconde, ha avuto tantissimo da Vunipola, ma ha sfruttato solo a tratti la grandissima qualità dei trequarti. Watson e Joseph raramente sono stati innestati a dovere ed è un peccato perchè, a mio avviso, il vero salto di qualità dei bianchi risiede nella capacità di sviluppare tutto il potenziale di una linea arretrata che ha uomini di grande talento (non dimentichiamoci di May infortunato e di Burrell pronto a rientrare).
    Io credo che l’Inghilterra resti l’unica squadra dell’emisfero nord in grado di battere le tre grandi australi in un torneo come i mondiali, nonostante gli indubbi progressi di Galles ed Irlanda, ma penso anche che non abbia risolto d’incanto tutti i nodi rimasti aperti dal mondiale (pensiamo alla staffetta Youngs-Care, alle alternative in prima linea, ecc.). Se Jones riuscirà a rendere dominante la squadra in ogni settore ed ogni fase del gioco, allora l’Inghilterra avrà davvero completato il cammino che serve a renderla una pretendente al trono di ovalia.

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