Cantiere Italia: l’ultimo Sei Nazioni di Brunel è anche il più sperimentale

Dieci uncapped e tre eccellenti nel gruppo per le prime due del torneo. E quelle scelte poco celtiche…

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Dieci giocatori esordienti di cui tre provenienti dall’Eccellenza. Nelle convocazioni di Brunel per le prime due giornate del Sei Nazioni 2016 le sorprese non mancano di certo, nonostante le sue dichiarazioni rilasciate a un mensile. Vero che ci sono gli infortunati che hanno finito la stagione come Masi, Violi e Rizzo, gli indisponibili in fase di recupero e che potremmo forse vedere nelle altre tre giornate del torneo come Morisi, Geldenhuys, Furno, Esposito e Allan e infine le defezioni di Aguero e Favaro, ma di sicuro alcuni dei trenta nomi scelti dal tecnico transalpino lasciano in parte sorpresi. Vediamo quali.

 

In prima linea fa piacere la chiamata di Lovotti e Zanusso, giocatori con minuti di qualità nel campionato celtico e assolutamente da inserire nel livello internazionale. Castrogiovanni non è al massimo della forma come lo stesso pilone ha dichiarato ma un’ultima mezzora di gara la può probabilmente disputare già adesso. A tallonatore, poste le indisponibilità di D’Apice e Manici, le alternative erano Giazzon e Gega, entrambi in difficoltà nell’avvio di stagione della Benetton, ma dato lo status delle cose sarebbe stata logica anche una convocazione di Festuccia, che al di là di proclami pro o contro Brunel avrebbe allungato la coperta e dato più certezze anche solo nel lancio. La seconda linea è il reparto in cui siamo forse un po’ corti. Mancano Geldenhuys e Furno, entrambi per motivi fisici, ed al momento compaiono solamente tre giocatori di ruolo: Biagi inamovibile e poi Bernabò e Fuser, senza però dimenticare che Minto e Van Schalkwyk sono all’occorrenza adattabili (sul giocatore delle Zebre si può discutere l’equiparazione in sé ma non la convocazione, più che meritata per rendimento e contributo in campo). In terza l’unico nome che manca è quello forse di Barbini, tra i migliori dei Leoni in questo avvio di stagione e ancora con grandi spazi di miglioramento: se la scelta è stata con Sarto allora la chiamata del flanker delle Zebre ci sta eccome, ma con Van Schalkwyk e Parisse a numero otto (e probabilmente sempre nei 23) Steyn difficilmente avrà spazio.

 

In mediana scelte logiche o meglio forzate: Gori e Palazzani sono gli unici due nove che abbiamo, mentre l’assenza di Allan ha reso più automatica la chiamata (meritata) di Canna e Padovani, per i quali i minuti internazionali sono una manna dal cielo. Dal mezzo del campo e dal triangolo allargato arrivano invece le scelte più difficili da comprendere, e per motivi di logica che non tattici.
Gli assenti “giustificati” sono Masi e Morisi. A cui si aggiungono Ragusi, Sgarbi, Bacchin e Venditti, che evidentemente non sono stati ritenuti pronti per il torneo. L’ex ala delle Zebre non è vero che non sta giocando: non sta giocando in Premiership, mentre in A-League è sceso in campo a fine dicembre contro Sale e inizio gennaio contro Leicester. Per il resto, immaginiamo che durante la settimana si alleni con la squadra e la domanda sorge spontanea: davvero ad un giocatore fino a pochi mesi fa punto fermo della Nazionale ne è stato preferito uno (Odiete) lasciato andare in Eccellenza? Premesso che difficilmente l’ala di Mogliano verrà inserito nei 23, se la risposta è sì significa che qualcosa non quadra: giocare in Eccellenza dà più preparazione che in Premiership, fosse anche A-League? No. Odiete è un giocatore di interesse nazionale e andava confermato in una celtica? Se sì, allora qualcuno ha sbagliato. E lo stesso discorso può anche valere per la non chiamata dei già citati Ragusi, Sgarbi e Bacchin…

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