Eccellenza: L’Aquila crede nel ricorso sulla penalizzazione

Il presidente del club abruzzese si sente fiducioso circa l’esito della procedura richiesta

COMMENTI DEI LETTORI
  1. socceria 23 Novembre 2015, 10:56

    Speriamo bene…..

  2. papavero 23 Novembre 2015, 11:00

    Forza L’aquila. per quello che ho sentito dovreste avere ragione.

  3. Il Bonzo Tama 23 Novembre 2015, 11:54

    dai speriamo bene.. forza l’aquila!

  4. massimo1 23 Novembre 2015, 12:45

    Auguri da rovigo! Ma che tristezza vedere i neroverdi ridotti cosi’, era un patrimonio che la federazione doveva preservare.

    • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 13:08

      Forse anche l’UNESCO.

    • fracassosandona 23 Novembre 2015, 15:47

      ci siamo già giocati Milano, Catania, Benevento e in un certo modo anche Parma e Roma…
      non è che la FIR può coscrivere la gente ed obbligarla a giocare a rugby né obbligare gli imprenditori a sostenere con vigore un campionato nazionale…
      peraltro partecipare con dignità all’attuale sedicente campionato d’eccellenza richiede un budget estremamente popolare, avendo un minimo di vivaio…
      preferisco avere un campionato con realtà solide seppur provincialotte come Calvisano Viadana e San Donà che dei Frankentein preservati dalla federazione in forza del blasone o del potenziale bacino d’utenza…

      • electrocase 23 Novembre 2015, 16:26

        @fracassosandona
        sarebbe interessante cosa intendi per budget estremamente popolare
        ti aiuto io
        a l’aquila 700.000€ per un budget annuo (naturalmente strutturato) per disputare un campionato di centro classifica non si riescono a trovare
        quindi concordo che bisogna scendere di categoria fermo restando che lotterei fino alla fine per restare in eccellenza.
        sarebbe altrettanto interessante cosa intendi per Frankentein (forse intendevi Frankenstein….) preservati dalla Federazione in forza del blasone o del potenziale bacino d’utenza….
        credo che esistono dei regolamenti e che la FIR oltre gli arcinoti 170.000€ non può preservare proprio nulla
        Ci sarebbe molto da altro da dire ma mi fermo qui.

  5. roger 23 Novembre 2015, 14:11

    Purtroppo…………..con o senza penalizzazione il destino e’ segnato …..
    perché credere ancora alla salvezza magari con 2 vittorie in tutto il campionato cosa cambierebbe all’ennesima stagione fallimentare???? Dallo finale scudetto persa e’ sempre peggio e solo chi non vuole capire crede ancora nel miracolo

  6. electrocase 23 Novembre 2015, 14:23

    nel merito ho già detto.
    non si tratta di interpretazioni. attendo il verdetto per capire se la dirigenza aquilana ha commesso qualche errore.
    più in generale ringrazio gli attestati di stima (in particolare all’amico rodigino) ma la cruda verità consiste nella incapacità (o impossibilità) della società di adeguarsi a quell’epocale cambiamento del rugby dal dilettantismo al professionismo.
    C’è poco da dire
    Io ammiro il coraggio di chi con tenacia cerca ancora oggi di mantenere la squadra nel massimo campionato e tutti (compreso tu @maxetere), al di là della comprensibile amarezza di chi vede la squadra perdere sempre, dovremmo almeno riconoscergliela.
    E’ altrettanto evidente però che, pur tenendo in considerazione la giovanissima età media della squadra, questo, al momento, non è il nostro livello.
    Occorrono budget ben diversi e soprattutto garantiti nel tempo per frequentare la pur modesta eccellenza.

    • Whoopsidaisies 29 Novembre 2015, 16:58

      @electrocase e a tutti lor signori si ricorda che L’Aquila Rugly Club per onorare la sua persenza nel massimo campionato Nazionale di Eccellenza di Rugby ha 7 (sette) trasferte (Calvisano, Mogliano, Padova, Piacenza, Rovigo, San Donà, Viadana) che comportano costi elevati!!! Le squadre qui citate ne hanno tre che si equvalgono alle nostre (L’Aquila appunto e le due romane). Ne vogliamo parlare?

      • Whoopsidaisies 29 Novembre 2015, 17:02

        ..ovviamente electrocase le sa queste cose ma forse troppi le dimenticano

  7. vecchio cuore neroverde 23 Novembre 2015, 16:23

    secondo me non ha senso da molti anni foraggiare una legione straniera di una modestia assoluta, che settimanalmente non onora la maglia (brutta oltre ogni limite, peraltro)
    la colpa di tutto questo è di coloro i quali per 20 anni, o poco meno, si sono trastullati per passione, o interesse, tramutando un bene comune (la polisportiva l’aquila rugby) in un feudo di caccia vietato agli estranei
    da lì è nato il disinteresse della città, a mio avviso difficilmente reversibile, quanto meno nel breve periodo
    in prospettiva, quindi, è giusto retrocedere per poi risalire, quando sarà possibile, facendo giocare solo giocatori aquilani e con un club che si chiami L’Aquila Rugby, come la storia impone
    ma siccome siamo in ambito sportivo, bene fa zaffiri a battersi, e secondo me
    si potrebbe anche conquistare la salvezza, soprattutto se si fossero scelti stranieri minimamente in grado di fare la differenza

    detto questo, e dato che non si puo’ lasciar deridere gratuitamente una città dolente per ben altri problemi, evidenzio che la squadra di rugby e la città di l’aquila a settembre del 2009 sono state insignite dall’IRB con il maggiore ricoscimento per meriti sportivi ed extrasportivi

    la peggiore battuta dell’anno, e non potrebbe essere altrimenti, è quindi quella di ADG su l’aquila patrimonio UNESCO

    • Alberto da Giussano 23 Novembre 2015, 17:21

      Cosa c’entri l’UNESCO con il rugby lo sai solo tu. Detto questo il giorno che smetterai di piangerti addosso sarà sempre troppo tardi.

      • chicodelrodeo 25 Novembre 2015, 09:35

        non ingaggio volentieri risse online, preferirei incontrarti di persona.

    • valterc68 23 Novembre 2015, 22:19

      il commento di vecchio cuore neroverde sintetizza chiaramente quello che è l’attuale legame della squadra di rugby con la città.
      Dirigenza verosimilmente autoreferenziale, chiusa in se stessa, scelte non sempre comprensibili, poca chiarezza nelle gestione delle risorse e non ultimo una squadra che da anni non è all’altezza per l’eccellenza e colleziona solo sconfitte.
      io sono un tifoso del Petrarca, anche noi sono anni che ingoiamo amarezze con una squadra che non ha i budget di Rovigo e calvisano (come perdono i primi e vincono sempre i secondi ci sarebbe tanto da dire), ho visto l’incontro tra Pd e l’aquila del Trofeo eccellenza, mi ha fatto tanta tristezza vedere come è messa la squadra.
      in tutto questo non so in che termini possa aver inciso il sisma del 2009, lo scoramento che si vede mi dice che c’è più di qualcosa che non va. Mi chiedo tuttavia, per una città come Aquila è così difficile garantire 5/600.000 eur di budget annui, nelle regione c’è il Lanciano calcio e il Pescara che fanno la serie B, altri in lega pro con ben altri costi, in termini di popolarità e identità non sono minimamente paragonabili alla squadra di rugby anche per il palmares chè può vantare. Se in passato si son fatti errori perché non si fa nulla per riportare la squadra ai fasti di un tempo? Il campionato di italiano rugby ha bisogno che L’Aquila + rovigo + Padova siano protagoniste indiscusse del campionato. Forza L’aquila.

      • electrocase 24 Novembre 2015, 08:37

        @valterc68
        fossero solo amarezze
        retrocessioni, finali A perse, 1/2 partite vinte in due anni di campionato…
        la nostra non è amarezza
        ma siamo lì, cos’altro possiamo
        per evitare confusione posso dirti che il sisma del 2009 non ha nulla a che fare con il declino della squadra fatta eccezione per 2 anni di impossibilità a gestire stagioni surreali.
        C’entra la società civile e con essa intendo anche quella imprenditoriale
        non c’è nulla da fare, si è provato e riprovato in molti anni
        se la società avesse 5/600.000 euro l’anno strutturati potremmo anche vincere il campionato…..
        comunque mercì per la vicinanza nonostante il passato……..

  8. vecchio cuore neroverde 23 Novembre 2015, 18:20

    non meriti risposta
    e per questo non la avrai

  9. buk 24 Novembre 2015, 14:49

    all’Aquila, basta tornare indietro di qualche anno, se la Rugby perdeva una partita, principalmente al Fattori, era una specie di lutto, una rabbia agonistica enorme. nello spogliatoio il clima era grave… nel senso che ai giocatori veniva fatto pesare in maniera spropositata l’aver perso, dal capitano, dall’allenatore, dalla società. oggi se la squadra perde si alzano le spalle e finisce lì, non c’è il furore agonistico di prima e non c’è la situazione societaria di prima. La Polisportiva al momento detiene le giovanili e una squadra in serie C1 che punta chiaramente alla B, e poi chissà. L’Aquila Rugby Club nasce dalle ceneri de L’Aquila Rugby 1936 che a sua volta sostituì la società storica (chiedete alla FIR come è successo). io penso che tra breve la Polisportiva salirà, assestandosi in serie A o comunque su livelli sostenibili, e l’attuale società di Eccellenza sparirà. Comunque è una situazione anomala! il mio è un parere da tifoso. da molti non è conosciuta o non è chiara questa situazione sportiva/societaria, o sbaglio?

    • chicodelrodeo 25 Novembre 2015, 09:37

      da tifoso come te, ti consiglio vivamente
      di informarti su tutta la storia, e di recarti a centi colella più spesso,
      così da verificare coi tuoi occhi, se la squadra che sta disputando la C1
      secondo te possa realmente ambire a salire in serie B.

  10. malpensante 24 Novembre 2015, 14:55

    Domanda secca: ma la denominazione e lo stemma storici chi ce li ha?

    • buk 24 Novembre 2015, 15:00

      a quanto so io titoli sportivi e logo storico li detiene la Polisportiva L’Aquila rugby, la cui seniores milità in C1 e le giovanili (under 18 e 16) giocano in Elite nazionale. L’Aquila Rugby Club ha ereditato il diritto all’Eccellenza e ha come giovanili il Tortoreto Rugby che gioca i campionati regionali.

      • malpensante 24 Novembre 2015, 16:38

        Ci ho capito niente. Semmai è quella che gioca in Eccellenza che ha preso il titolo sportivo. Senza l’aquila sul petto, la maglia possono farla in cashmere ma non si può vedere.

        • chicodelrodeo 25 Novembre 2015, 10:45

          ciao Mal,
          nell’estate del 2006 fu chiesto alla fir di iscrivere al campionato dell’epoca “super10” (bei ricordi, nonostante tutto) “L’Aquila Rugby 1936”, una nuova società che si sarebbe occupata di gestire under20 e prima squadra.
          Alla polisportiva sarebbero rimasti minirugby, e tutte le categorie fino alla under18. Sottolineo che in città all’epoca l’unico interlocutore delle famiglie per il rugby giovanile, in assenza del Cus (che è stato chiuso per circa 11 anni), c’era solo la polisportiva. Il senso dell’operazione era avere una squadra iscritta al super10 con una società sana, libera da debiti e pendenze, mentre alla Polisportiva, mediamente incasinata a livello economico, restava il compito di “risistemarsi”, anche con la presenza di persone che sapevano bene come coinvolgere aziende del territorio e formare i giocatori più giovani. La rosa di quell’anno probabilmente è stata quella migliore dell’era “semi-pro” con elementi di valore tipo Andrea Lo Cicero, Gert Peens, Lorenzo Bocchini, Juanchi Legora, Alfredo Giuria, Andrew Gallagher, a cui in gennaio si sono aggiunti due stranieri fenomenali come Roger Randle e Colin Bourke. (per i patiti di google consiglio un giretto di ricerca su questi due ultimi). Purtroppo a causa di un tecnico incapace e (opinione personale) anche disonesto nei confronti di società e città, il primo anno dell’Aquila Rugby 1936 coincide con la prima retrocessione della sua storia.
          L’anno dopo, tecnico molto bravo, rosa competitiva e finale persa con la Rugby Roma.
          L’anno dopo, tecnico ritenuto da tutti (me compreso) fino a quel punto il guru del rugby mondiale, rosa da Super10, finale persa con il Prato. Ma in mezzo c’è stato quello stracazzo di terremoto di cui il simpatico Adg parla con tanta superficialità (ma cosa aspettarsi da uno con quel nickName? è bene essere razzisti con gli intolleranti e gli ignoranti leghisti), su cui si è tanto argomentato, e su cui non mi sento di aggiungere più nulla.

          Ma ora veniamo al vero casino:
          con l’intercessione del guru di cui sopra la società accetta di rilevare titolo sportivo per l’eccellenza e contratti con gli stranieri (onerosissimi) della Capitolina (società seria) che stufa di provare a raggiungere l’europa senza riuscirci, decide di ricominciare la propria esperienza nel dilettantismo.
          L’Anno dopo, con una rosa (ALMENO) da play-off si perdono partite per pochi punti, gli strapagati stranieri di cui sopra non rendono quanto dovrebbero (alcuni dopo pochi mesi fanno i fenomeni in top14, pro12 e premiership) il guru purtroppo si ammala, si finisce il campionato salvi ma senza gioie, e con qualche buchetto in bilancio.
          Nei due anni successivi, il guru si defila, si cerca di raccogliere quanto sta arrivando da una gestione oculata (basso budget per i giocatori e primi buoni risultati dall’under20) e ci si salva in eccellenza senza grossi patemi ma senza risultati strabilianti, sostituendo i tecnici in corsa
          su richiesta esplicita di squadra e società.
          L’anno successivo, con una rosa integrata da qualche elemento che ha fatto bene nell’under20, si mantiene il tecnico che ha partecipato alla formazione di questi elementi, si annuncia un campionato di vertice, si ingaggiano giocatori di livello e seghe clamorose, purtroppo queste ultime fanno la differenza e si retrocede.
          Ma non solo: la collaborazione con aziende della ricostruzione annunciata in pompa magna in maniera bipartisan da tutte le forze politiche, che avrebbe dovuto riportare il rugby aquilano ai fasti passati ottiene il solo risultato di lasciare altri conti in rosso, stavolta in maniera irrimediabile. Aggiungo anche la partecipazione determinante di personaggi quantomeno discutibili, imprenditori che hanno potenza a livello economico e mediatico contro cui NESSUNO ha osato levare una parola, né giornalisti, né sedicenti esperti, né semplici tifosi.

          L’Anno successivo, con un presidente inesperto che è l’unico rimasto tra i consiglieri dell’anno precedente, si tenta di risalire in eccellenza. Questo presidente sceglie Mauro Zaffiri come direttore sportivo, accetta Nanni Raineri come allenatore e i giocatori proposti (alcuni molto validi).
          Si ricomincia il DURISSIMO lavoro di coinvolgimento di una città già disunita da mille vicende, non solo sportive, ma di soldi non se ne parla per niente. In pratica la squadra che raggiunge l’eccellenza arriva a fine anno prendendo una minima parte delle spettanze mensili, ma sportivamente, anche grazie al basso livello con cui si confronta, esprime una superiorità su tutti quasi imbarazzante.
          Un’altra notizia per capire la situazione è che la polisportiva quell’anno ha iscritto al campionato di serie C una squadra,
          con la ragione sociale “l’aquila rugby neroverde”, dato che già assolveva l’obbligatorietà per L’Aquila Rugby 1936.

          Zaffiri, che nel frattempo si è trovato solo senza il presidente dell’anno precedente, senza consiglieri, senza alcuni dei giocatori che l’hanno riportato in eccellenza e nel frattempo anche senza il tecnico, che ha pensato bene di accasarsi alle Fiamme Oro, ha chiesto alla federazione di iscriversi con una nuova ragione sociale, l’attuale L’Aquila Rugby Club, circondandosi di amici, più che dirigenti, e ricominciando da zero.
          Nel frattempo tutto però in città è cambiato, oltre alla polisportiva ci sono il cus e la rugby experience che fanno attività giovanile, anche paganica e la gran sasso ci stanno riprovando, per cui tutto è più frammentato e complesso.
          A parere mio non è un male la quantità di soggetti, è un male il fatto che si continui a non collaborare e trovare la quadra. Mauro Zaffiri è persona particolare, ha un carattere noto a tutti, dei difetti innegabili a livello diplomatico, ma sicuramente ha la tenacia necessaria per andare avanti.

          Detto questo per me:
          1 – chi (anche su questo sito) continua a profetizzare il ritorno della polisportiva nell’alto livello dovrebbe chiedersi chi ha generato il motivo stesso per cui è stata divisa la società nell’estate del 2006, e forse troverà la risposta proprio nei dirigenti che ancora oggi la guidano.

          2 – bisogna trovare un modo per fare sistema, assolutamente, seguendo il modello “celtico”, i numeri ci sono, ora anche gli impianti. Insieme si cresce, da soli si scompare (anche se so che è difficilissimo)

          3 – se quest’anno si retrocede è veramente dura, e tutti quelli che amano davvero il rugby aquilano dovrebbero superare egoismi e questioni di principio, fare un passo indietro nei confronti di se stessi, due avanti nei confronti del bene di tutti e iniziare seriamente a chiedersi cosa possono fare in prima persona per migliorare le cose
          (anche evitare di buttare merda in maniera ecumenica nascosti dietro un nickname non sarebbe male come primo passo, dato che il resto d’Italia comunque CI GUARDA)

          Chiedo scusa a tutti per questo sproloquio colossale.
          Ma sono tra quelli che amano questa città e questa maglia.

          p.s. riguardo i titoli: per ME che sono profano – sono dell’Aquila Rugby Club perché prima erano dell’Aquila Rugby 1936 – anche se ora la polisportiva fa la bella pensata di promuovere incontri del campionato “nazionale” di c1 mettendoli in bella mostra

          p.p.s. riguardo il marchio: è stato scelto di non inserire il simbolo dell’Aquila proprio per distinguersi dalla polisportiva, dalla femminile (società a sé) e dall’aquila rugby neroverde, che ora non esiste più in quanto la polisportiva non assolvendo più all’obbligatorietà per conto dell’Aquila Rugby Club può iscrivere una seniores

          p.p.p.s. scusate davvero tutti per la prolissità

          • maxetere 25 Novembre 2015, 11:11

            Amen.

          • Alberto da Giussano 25 Novembre 2015, 11:42

            Veramente strappalacrime, ho finito i fazzoletti.

          • buk 25 Novembre 2015, 12:14

            analisi perfetta. più che profetizzare (che mi sembra un termine drammatico) io prevedo che la Polisportiva risalirà per il semplice fatto che ha le giovanili all’Aquila che militano in elite nazionale ed è più radicata nel territorio. da questo non voglio assolutamente tessere le lodi alla dirigenza della stessa Polisportiva che ha fatto molti errori in passato e ancora li fa. il mio è solo un parere da osservatore esterno. quando posso, vado a vedere le partite al Fattori e tifo sempre L’Aquila a prescindere dai discorsi che stiamo facendo adesso. tornando al topic, spero vivamente che venga eliminata la penalizzazione, in quanto è un problema federale se le regole sono opinabili e non chiare.

          • malpensante 25 Novembre 2015, 12:35

            Grazie chico, tutto il mondo è paese. Forza quatrà: per tutto il resto e anche per il rugby.

          • Betta 25 Novembre 2015, 18:10

            Grande Alberto da Giuss…ano, non ti smentisci mai, lanci il sasso e nascondi la mano. Il tuo editore ne sarà fiero. Sei tu un patrimonio da salvaguardare.
            Al di fuori di tutto, i titoli sportivi sono della città e dei tanti atleti e dirigenti che l’hanno vinti.Loro li portano come nel cuore e non li barattano.

          • valterc68 25 Novembre 2015, 21:48

            @chicodelrodeo
            il tuo commento ripercorre la storia dell’ultimo decennio in casa rugby Aquila, l’attuale situazione mi sembra molto ingarbugliata tra una molteplicità di società e la squadra di eccellenza che annaspa in fondo alla classifica.
            Leggo tra le righe una critica anche all’attuale dirigenza in particolare al Presidente Zaffiri che mi sembra si sia trovato da…..solo al comando del vascello, a questo punto posso dire lui almeno ci mette la faccia e forse i soldi che può mettere, il resto della città gode di questa situazione?
            Hai ragione quando dici che l’Italia vi guarda perché l’Aquila rugby fa parte della storia di questo sport in Italia.
            Non conosco la situazione dei grandi ex, ma i vari Ghizzoni, Mascioletti ecc. gravitano ancora nel rugby aquilano?
            PS lascia stare gli stolti e inutili che non danno alcun che alla discussione.

          • Whoopsidaisies 29 Novembre 2015, 17:01

            @chico me so quasi addormto ma hai ragione.

  11. chicodelrodeo 25 Novembre 2015, 12:45

    @buk:
    la polisportiva per decenni si è chiusa in se stessa,
    io credo che sia il caso di chiarire una volta per tutte un aspetto:
    un conto è FARE L’OBBLIGATORIETA’, un conto è fare alto livello
    e formare giocatori (ma su questo si aprirebbero discorsi interminabili)..
    spero di cuore che si formino giocatori, che si vincano titoli e
    che si (ri)crei una mentalità vincente. Ma per ora a parte
    qualche “cambio di rotta” sul minirugby non vedo segnali in questo senso.

    Chiedo ancora scusa a tutti per la lunghezza del mio post precedente

    @adg: lupe e cafò non s’addomestecano

  12. osservatore 25 Novembre 2015, 22:52

    CHICCO DEL RODEO,ma chi è il guru che tu tanto osanni?

    • Whoopsidaisies 29 Novembre 2015, 16:59

      @osservatore de che? Guardi il dito che indica la luna? E’ chiaro ed evidente se frequenti il rugby aquilano.

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