La federazione inglese ha annunciato la separazione dal tecnico dopo aver trovato un accordo
Ufficiale, le strade di Inghilterra e Stuart Lancaster si dividono
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Gavazzi chiamalo subito!!
CT, DOR, all Benetton, uomo spurghi, uomo sandwich, parafulmine con indennità-pirla, al posto dell’insostituibile……..
E’ iniziata la notte dei lunghi coltelli e Lancaster è stato tradito dai giocatori come era accaduto a Johnson. Spero che almeno gli abbiano dato un pacco di soldi…
L’attesa ha consentito al prossimo di avere una idea chiara dei giocatori uomini, mezzi, ominicchi e quaquaraquà. In bocca al lupo a Lancaster meno peggio del resto.
personaggetti…:)
Chi è causa del suo mal pianga se stesso, si direbbe.
Responsabilità da dividere fra lui, che non era probabilmente all’altezza del compito, ed i dirigenti della RFU, che per il dopo Johnson hanno preferito una scelta interna di basso profilo anziché andare sul personaggio importante che avrebbe magari avuto altre pretese economiche e tecniche.
Come avrebbe detto Mallet, inglesi no buoni per rugby.
Gran bella esperienza, unica e ben pagata. Pronto a ripartire con un ottimo bagaglio di vissuto tecnico e politico.
Per l’Italia preferisco l’Irlandese.
io sarei egualmente contento. dipende da che gli si chiede di fare. e se si prendono quei profili (O’shea o Lancaster) spero gli si dia le chiavi dell’accademia. altrimenti si va con altri allenatori.
se possibile dopo il pesce rosso nella sua vaschetta, non vorrei avere la sfinge di tutankamon in vetrina. Preferisco i motivatori alla Velasco
nei circoli pallovalistici londinesi si vocifera che dovrebbe arrivare come head coch un certo p asquale Prosciutti o qualcosa del genere, che allenava in Spagna -dicono- una squadra di guardie penitenziarie,dicono
Ha fatto i suoi errori e li paga, certo bisognerebbe vedere anche il resto dello staff ora.
Dite quello che volete, a me dispiace. E’ un signore. Ed anche uno che ci capisce di rugby.
La penso come te, @fabio, certo non uno dei peggio, ha fatto errori importanti, nell’ ultimo anno, ma del senno di poi…. Quando cacciano Farrell padre e spezzano quell’ orrendo sodalizio con il figliolo protervamente spocchioso?
Sì, ho sentito anch’io di qualche nefasta influenza di Farrell padre e di un Lancaster che non riesce a dire di no ai suoi collaboratori; ma non sappiamo bene, possono essere anche voci ingiustificate. Quello che a me piace è che ha ridato un’immagine positiva del rugby inglese dopo gli “scandali” del mondiale neozelandese. E che l’Inghilterra con lui a sprazzi ha giocato davvero del buon rugby; non è riuscito a dare una mentalità vincente a una squadra tra le meno ciniche in assoluto tra le TIER 1. Nel rugby, come in ogni altro sport, la vittoria non è un dettaglio, soprattutto se muovi le fila di una macchina da guerra come quella inglese. Ma il fatto che io (e credo diversi altri) abbia visto la squadra inglese con simpatia è un piccolo successo di immagine che rende gli inglesi molto meno invisi al pubblico ovale. Munari ha ironizzato spesso su Lancaster: se lo poteva risparmiare.
@fabiogenova. D’accordo, dei pettegolezzi e delle voci nemmeno mi curo, comunque, una vale l’ altra e nessuna vale un fatto. Ma mi sembra oggettiva la protezione che papà Farrell ha assicurato, anche nei casi in cui era il caso di cambiare, per il bene della squadra, al figlio. Ed era evidente che quest’ ultimo si sentiva oltremodo protetto, mai in competizione. A mio parere. Per me, pur tenendo conto delle convocazioni sbagliate, Cipriani, Burrell, Abendanon, Burgess (in questa ultimo caso non sono molto sicuro), si sono squagliati sotto la pressione che gli hanno scaricato e si sono scaricati addosso. E si sono preparati troppo “militarmente”. Ma va tenuto conto che la disciplina é sempre stata la loro caratteristica. Comunque, anche io ho molto apprezzato il modo in cui ha cercato di cambiare il gioco della Nazionale, giocando al largo, occupando spazi e usando i trequarti in velocità. Ricorderai, credo, che fino a pochissimi anni fa, mi sembra, l’ Inghilterra rimaneva attaccata al suo modulo classico: Pack molto forte, mediani e trequarti che giocavano molto vicino agli avanti, possesso e avanzamento, pick and go e avanzamento, grande presenza nelle ruck. Mi ricordo addirittura, ma tanti anni fa, e le partite che potevi vedere in tv in quegli anni ’70, le vedevi all’ estero, non certo in Italia, e i punti avevano un valore diverso, dei gran calci, e tanti, da parte poms, vigliacco se giocavano tanti alla mano.
La penso come te. E’ rimasto il sostegno come caratteristica del XV della Rosa ma ha costruito una squadra in grado di giocare con trequarti veloci…per il mondiale convocazioni discutibili, ma che andavano a toccare diverse tipologie di gioco. Occupazione degli spazi, maggior spazio alla fantasia e alla velocità, diverse soluzioni di gioco. E’ stato coraggioso! Peccato per lui, è andata male. La squadra che ha costruito è interessante, ma mancava di un leader riconosciuto, aveva un capitano non particolarmente intelligente e soffriva di amnesie perché usciva dal gioco a volte per larghi tratti. Sono difetti.
Brava persona, seria, forse gli mancava esperienza.
Inevitabile l’allontanamento dopo 4 6N così è nemmeno il quarto di finale mondiale.
Il Lancaster era un bombardiere britannico della II guerra mondiale che seminò tonnellate di bombe sulla Germania e qualche brutto ricordo anche sulla penisola a forma di stivale che ci è cara (nonostante tutto). Questo qui, riproposto 70 anni dopo per la tenzone iridata della palla pizzuta, del piglio del quadrimotore – ahilui – non aveva proprio nulla. E’ parso più una reincarnazione del Amleto di Shakespeare, tanti sono stati i ripensamenti e le titubanze avute negli ultimi tempi, a cominciare da Farrell-figlio portato a spasso per il vecchio e nuovissimo continente per 3 anni, quindi messo in naftalina a favore del promettente virgulto dal cognome-quattroruote, salvo poi accontentare il babbo, e rispolverarlo dalla teca dopo la prima partita contro gli isolani. Siccome ci si identifica in chi ci somiglia ma con qualche anno in meno, ecco che ha consegnato fascia e bacchetta al buon Robshaw, che tra prendere un pareggio sicuro rimandando la questione di una settimana, e andare per una vittoria difficile, non ha avuto dubbi, complicando la faccenda più di quanto non lo fosse già di suo. Si è anche invaghito all’improvviso di Burgess, per il quale la regola del “non-ritorno” non è valsa: dal 13 si può rientrare quando si vuole, da Calais giammai. Infine ha ritenuto che Care fosse un po’ troppo discolo sul pitch e gli ha preferito il soporifero Youngs. Alla fine della fiera aveva la stanca espressione da pesce lesso, con gli occhi più socchiusi del solito: l’aria perfetta quindi per un futuro dirigente della RFU o magari, chissà, della World Rugby. Se solo imparasse ad essere un pochino meno gentiluomo di quanto sia, esercizio che non va più tanto di moda, perfino al di là delle Alpi.
Se vai sulla Storia, allora i Lancaster vincono la guerra delle due rose e fondano la dinastia inglese nel XV sec. Più bello ricordarlo così, che nella Seconda Guerra Mondiale
Ma questo non ha vinto. E non è manco riuscito a far la voce grossa come quegli altri.
Ineccepibile!