Uno studio rivela l’impatto della squadra sulla sua città e sulla sua regione. Numeri davvero importanti
Top 14: il Bordeaux distribuisce ricchezza. Per 94 milioni di euro
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E qui Macchiavelli che dice?
beh, non è che ci voglia un docente della Bocconi per capire la ricaduta economica sul territorio di certi eventi. Solo noi continuiamo a guardarci l’ombelico, gli altri fanno investimenti sostenuti magari anche dalla comunità, che riceve benefici da ciò, e soprattutto li sotengono con dati.
Treviso che è l’ultima ruota del carro quanto riceve da una partita di Pro12 in termini di indotto? Un aereo scarica 150 o più supporter della squadra avversaria che arrivano generalmente con il portafoglio gonfio di sterline e perciò trovano tutto relativamente a buon mercato. A Monigo svuotano la cantina del prosecco che sa di tappo, alloggiano in albergo, mangiano al ristorante o alla pizzeria, fanno la gita a Venezia e, quindi, prendono il tour o il treno. Tutto ciò per un week end. Sono tutti soldi che ricadono sul territorio e che vanno moltiplicati per 10 (scuste ma le Zebre, purtroppo non portano niente…). Pensa te se giocassimo per i PO… ma investitori, politica di sostegno ed altre attività latitano. Al massimo ci si fa la guerra tra la sagra del peperone e quella del baccalà. Se vogliamo uscire dal nostro orticello guardiamo a cosa è successo per eventi di diversa caratura come le mostre di Goldin e riflettiamo.
Complimenti ai girondini, squadra che seguo con molto piacere e che da tre anni a questa parte ha messo in piedi un progetto di sviluppo notevole.
Copiare un po’ da loro no? magari non abbiamo gli stessi numeri e le stesse risorse, ma qualcosa di simpatico sono sicuro si possa fare sicuramente
Bordeaux è l’esempio di come si può fare impresa con qualsiasi cosa. Con ottimi vini ma non certo superiori a parecchi dei nostri hanno creato una leggenda enologica che noi ci sogniamo; con una squadra di rugby da metà classifica, oltre ad avere di gran lunga la media record di spettatori in Europa, crea un indotto da quasi 100 milioni di euro. Forse si potrebbe anche prendere qualche lezione da loro, o no?
Ma il TOP12 cosa porta?
#frangiasarda
per il top12 bisogna aspettare BL presidente della FFR… per adesso rimane a 14…
l’indagine della CCI di bordeaux sta facendo emergere un dato incontrovertibile: la dove allo spettacolo rugbistico di tradizione affianchi strutture di accoglienza adeguate ed una politica di sviluppo che non sia conflittuale tra i vari attori (società sportiva locale e altre società sportive in primis, ma poi enti locali, grandi gruppi economici, media etc…) il rugby genera ricchezza (ed utili societari, naturalmente)… laddove invece la conflittualità di campanile viene esasperata nei toni, ed in mancanza di un chiaro progetto condiviso fin dall’inizio, il fallimento (economico e sportivo) è alle porte, BO docet…questo vale naturalmente per una nazione dove dell’ospitalità da sempre è considerata una parte dell’industria tout-court (turismo=attività produttiva) e l’avvenimento (sportivo, culturale, etc) parte di una strategia su e con cui costruire sviluppo e non solo arricchire i promoter…
errata corrige: …dove l’ospitalità
questa è l essenza del rugby moderno, inteso come parte integrante del professionismo.
Ma se putacaso a Palermo uscisse fuori una cordata di imprenditori che vogliono investire nel Rugby, che succede ? Una deklhe due franchigie emigra on Sicilia o se ne crea una terza ???
A Palermo non hanno uno stadio e/o struttura da dedicare al rugby, per cui l ipotesi è abortita sul nascere…
Se poi si volesse essere utopistici, su Catania potresti creare una situazione simil Tolone, l aeroporto c’è, il mare c’è, il turismo non manca, il cibo che te lo dico a fare…in un anno faresti più pubblico delle Zebre, garantito al limone
creiamo subto la terza
la chiamiamo
i fichi d’india
Sei er mejo
buona, ma i gattopardi no? 😉
100 mil indotto squadra di top14? mah…non ci credo molto. e il vinello allora quanto fa?:-)
no, l’indotto come lo chiami è determinato dalla ricaduta diretta della massa salariale e imposte dell’attività, (che si presume vengano ri-spese sul territorio) e incassi vari (botteghino, shop-center, soggiorni etc) delle partite, e quindi 23 milioni totali, il tutto corretto per un moltiplicatore che la Camera di Commercio e Industria di Bordeaux ha determinato in 3,1 e quindi sono 70 milioni circa…. dei 94 milioni complessivi 23 milioni sono cifre certe, monitorate, si può discutere sul fattore moltiplicatore, ma anche a dimezzarlo si superano comunque i 60 Ml di euri totali… per una società che l’anno scorso aveva un budget di 17,5 mlilioni di euri, sarebbe comunque un risultato di tutto rispetto…
…il vinello entra nel calcolo dei 71 milioni, quasi tutti partono con qualche bottiglia in saccoccia, oltre a quelle già in circolo nell’organismo 😉
Tradotto in parole povere una sommatoria parziale dei fatturati, imposte e oneri sociali inclusi, limitatamente alla zona interessata. Forse resta il problema della quantificazione della duplicazione dei fatturati – es. di 1 € del mio fatturato 0,70 € magari finiscono all’azienda di Caio che viene conteggiata lo stesso, e 0,40 € a Sempronio dall’azienda di Caio anch’essi conteggiati – visto che non mi pare si guardi al solo valore aggiunto. Studio interessante, in ogni caso.
Tutti quanti voi eravate contrari ai mondiali U20 . o mi sbaglio? Quindi i Francesi sono bravi a provocare le ricadute positive con gli eventi rugbistici (ed è vero) noi non ci possiamo nemmeno provare.
ciao AdG, i francesi sono capaci a valorizzare l’avvenimento (sia esso sportivo o di altro tipo) perchè in genere hanno una managerialità migliore … ad es. il festival di musica interceltica di Lorient richiama, tutti gli anni dal 1970, oltre 700.000 turisti, e Lorient è una cittadina di 60.000 abitanti scarsi… non parliamo poi dell’indotto di Cannes (70.000 ab.) per il festival del cinema o di Monaco (meno di 40.000)… ma questa è un’altra storia…
Tutto vero quanto dici.Ma noi come possiamo migliorare se rinunciamo ad ogni occasione?Come lo creiamo lo know how?
un piccolo passo sarebbe se, a partire dai comuni più piccoli per finire al livello governativo si separasse il turismo dalle attività culturali e/o dallo sport, e gli si desse dignità di attività produttiva… ma poi chi se ne occupa dovrebbe avere una preparazione specifica, mentre così com’è oggi il dilettantismo impera, a volte bene, a volte così così, molto spesso male e malissimo… ma tant’é! 😉