Italia Emergenti, il XV azzurro per il match contro l’Uruguay

Direi un’altra bella vittoria con diversi aspetti positivi, non ultimo quello di chi gioca le proprie carte in modo adeguato ai propri mezzi. Momenti di sofferenza a rischio crollo ne abbiamo vissuto più di uno nel secondo tempo ma questa squadra, rispetto alle altre italiane degli ultimi lustri, sembra proprio avere un piede in più…e non è cosa da poco! (Escludendo forse la breve parentesi di Marcato). E’ vero che nel rugby servono molti tipi di abilità al piede, a partire dai alci chirurgici (come li chiamano ultimamente), alla pedatona lunga, al kick pass, ma tutto ciò non serve a molto se poi manca “quel piede” che sa metterla tra i pali facendo salire il pallottoliere.
Prima che si scateni la conferenza nazionale sul dubbio se si tratti di seconda nazionale, rappresentativa numero tre virgola due o quattro e mezzo, avevo raffrontato le rose dell’Uruguay presentate in occasione della partita precedente qui a Tbilisi e quella dell’ultimo spareggio con la Russia e analogamente a quanto avevo concluso per la Georgia, vi erano circa la metà dei giocatori delle precedenti occasioni e direi che si puo’ parlare di nazionali maggiori con esperimenti, come è anche logico visto che un torneo di questo tipo è l’ideale per sperimentare delle varianti. MI pare che in modo simile si comportino le nazionali maggiori l’anno seguente alla coppa del mondo e non mi pare che si parli di 6N o di championship di seconda categoria. Fatte le debite proporzioni, il discorso è analogo per le nazionali di livelli più bassi. Ad ogni modo provo a cercare dati più precisi sugli schieramenti dell’Uruguay.