Caos azzurri e movimenti in ritardo: Italia 2015 come la Francia 1991?

Midi Olympique fa una fotografia e un paragone. Oggi la firma sull’accordo? Qui i punti discussi martedì a Calvisano

COMMENTI DEI LETTORI
  1. soa 19 Giugno 2015, 10:42

    Ed ecco, in soldoni, quello che di noi pensano all’estero. Che, casualità, è anche quello che siamo per davvero: degli amatoriali che gestiscono soldi da professionisti.

    • Francesco.Strano 19 Giugno 2015, 11:08

      quoto…………

    • giomarch 19 Giugno 2015, 13:25

      per me pensano che degli amatori (dirigenti federali) gestiscono soldi DEI professionisti..
      Non dimentichiamoci da dove arrivano i 40 milioni di budget federale..
      li porta a casa per la quasi totalita’ la nazionale..

    • balin 19 Giugno 2015, 15:44

      Non lo pensano solo al riguardo del rugby …. Fatte salve poche nostre eccezioni

  2. lupin 3 19 Giugno 2015, 10:48

    anche in anni è il gap che ci divide dalle nazioni più forti …

  3. Alberto da Giussano 19 Giugno 2015, 10:49

    Io quando ho postato stamattina Midi Olympique, non l’avevo letto, non mi arriva nella mazzetta dei giornali.

  4. carlo s 19 Giugno 2015, 10:53

    Ecco dico la mia..
    Se l’Italia vuole uscire da questa situazione e far diventare il rugby professionistico, deve abbandonare FRANCHIGIE e ACCADEMIE.
    Puntare sui club e sovvenzionare il rugby di base.
    Istituire una lega professionistica di Serie A.
    Ingaggiare un direttore Tecnico (molto preparato e possibilmente non italiano) che riorganizzi tutto il settore tecnico nazionale, partendo proprio dalle squadre nazionale.
    La squadra nazionale deve avere un staf “ah hoc”, con competenze di supervisione anche sul resto delle rappresentavive nazionali (U16-U18-U20).

    • soa 19 Giugno 2015, 10:58

      Pensare di fare il rugby professionistico con le squadre adesso è fantascienza. Non abbiamo i fondi necessari. Piuttosto declassiamo tutto al dilettantismo come in Argentina: tetti di spesa, premi di formazione, obbligo di schierare italiani nei ruoli critici.
      Io prima di abbandonare la celtic ci andrei piano, è l’unico accesso al mondo pro che abbiamo. Pur rimanendo in celtic, farei comunque un bel declassamento del campionato nazionale.

      • carlo s 19 Giugno 2015, 11:06

        Primo passo: cancellare TUTTE le accademie, e sponsorizzare il rugby di base (ma non ad canem cazum)
        I soldi che oggi si spendono per le accademie potrebbero andare a quelle squadre che ottengono i migliori risultati a livello giovanile.

      • carlo s 19 Giugno 2015, 11:19

        Celtic: ma agli italiani interessa veramente andare a vedere Connact-Zebre?
        Benetton-Edimburg?

        Secondo me apassionerebbe di più:
        Rovigo-Treviso
        Parma-Calvisano

        Gli stadi devono essere più accoglienti, se si vogliono organizzare tornei professionistici.
        Parma e Treviso non hanno impianti adeguati.
        Servono almeno 10 mila posti, con stadi coperti. Terreni sintetici.
        Coperture televisive e mediatiche.

        2 squadre professionistiche per un paese così grande come l’Italia sono troppo poche.
        Peraltro COMPLETAMENTE finanziate dalla federazione.
        Così non può funzionare.
        Il ruolo della federazione è troppo centrale per come è strutturato il rugby in Italia.
        La Federazione non può e non deve finanziare tutto il sistema.
        La cosa diventa ancora più paradossale poi in un sistema così strutturato che la federazione che incassa tutte le proprie risorse dalla nazionale, non paghi proprio i giocatori che gli consentono di sopravvivere.

        • soa 19 Giugno 2015, 11:48

          Ho già espresso più volte il mio pensiero sulla celtic. Così com’è, non serve a niente. Se ci strutturassimo, come avremmo dovuto fare a suo tempo, in funzione della partecipazione alla stessa, ne trarremmo dei benefici.
          La questione è che siamo andati con una squadra creata a tavolino, che come tale non riesce ad avere sostegno e tifo, e con una squadra cittadina, che non interessa ai suoi stretti tifosi. Chiaro che un Rovigo – Petrarca sarà sempre sentitissimo, ma un Dogi – Leinster richiamerebbe altrettanto pubblico.
          Siamo andati a partecipare ad un campionato per franchigie senza fare le franchigie e senza neanche fare i primi passi necessari a sostenerle (riunione dei vari club sotto la franchigia, accademia, permit).

          • soa 19 Giugno 2015, 11:49

            Edit: che non interessa se non ai suoi stretti tifosi. Insomma, interessa ai suoi tifosi e basta.

        • giallo 19 Giugno 2015, 11:54

          Ai tempi del super10 era davvero appassionante vedere Rovigo-Padova o Treviso -Rovigo; oggi non è più così, per vedere partite di livello bisogna vedere squadre come Edinburgh, Leinster, Munster ecc…ovviamente la responsabilità non è nè minimamente dei giocatori ma solo l’arroganza e la presunzione di pensare di buttarci nel campionato celtico volendo subito risultati (che a parte i primi due anni della benetton non sono arrivati) trasformando il campionato di eccellenza in un campionato a tutti gli effetti amatoriale, nella gestione e nell’organizzazione; poi i ragazzi in campo ci mettono l’anima e onorano a fondo questo sport ma le scelte federali presuntuose e arroganti hanno creato un gap insormaontabile tra l’amatorialità dell’eccellenza e il prfessionismo improvvisato delle celtiche. Sugli stadi: non si riescono a riempire stadi da 4500-5000 posti come Viadana, Parma e Treviso; prima riempirei quelli, poi penserei a ingrandirci.

          • Airone valle Olona 19 Giugno 2015, 12:56

            Sostanzialmente quoto tutto.
            Parentesi spettatori…anche nei migliori anni di Super 10 a parte qualche finale azzeccata a Monza (ero presente a tutte e tre) dove probabilmente si sono toccati i 10.000 e più spettatori, non si è mai raggiunto un gran livello di pubblico.
            Emblematico Treviso, in quegli anni di gran lunga (ahimè) la squadra più forte del Super 10 eppure quando Sky trasmetteva gli incontri tribune semideserte fino alle semifinali se non ricordo male…

        • malpensante 19 Giugno 2015, 12:00

          Parma ci manca solo che ingrandiscano lo stadio, poi manca solo il porto per i container. Ah, che sciocco, ci hanno già pensato da anni visto che dovrebbe diventare “il retroporto di La Spezia”. Se fanno il campionato del mondo degli imbecilli, arriviamo secondi. Troppo imbecilli per vincere.

          • carlo s 19 Giugno 2015, 12:15

            a Parma la gente non ci va allo stadio perchè la Zebre non rappresetano nessuno.

            Treviso: non si riesce a capire con la base di apassionati e squadre che ci sono in provincia come non riesca a fare 5000 persone ogni partita.
            Evidentemente vederli giocare in celtic non intessa alla gente e agli apassionati.

          • mistral 19 Giugno 2015, 12:20

            @carlo s
            non se sia voluto, ma apassionati è un neologismo intrigante: a/alfa privativo) – passionati, senza passione… dovresti brevettarlo…

          • carlo s 19 Giugno 2015, 12:24

            non è solo un refuso: appassionati
            🙂 sorry again

          • giallo 19 Giugno 2015, 13:25

            Carlo s , Treviso non è una franchigia, è una squadra, non rappresenta il territorio ma solo i propri colori. Per questo allo stadio ci vanno i tifosi del Treviso e chi vuol vedere partite di livello; negli ultimi due anni il livello di gioco del Treviso è sceso notevolmente e così i trevigiani si stufano di veder perdere sempre la loro squadra; Le zebre per portare 2000 persone allo stadio mettono i bilgietti a un euro sotto i 18 anni e organizzano nei giorni del Pro12 tornei giovanili così le famiglie si fermano per vedere la partita delle zebre; un bambino= 2 genitori (3 se c’è l’amante), un fratello e un cane , così vedi come da uno si passa facilmente a cinque-sei spettatori. Bello che le famiglie si avvicino al rugby ma di appassionati veri, di tifosi, di veri sostenitori delle zebre a Parma non ce nè, o veramente pochi.

          • carlo s 19 Giugno 2015, 17:20

            allora, @Giallo
            dici che di pubblico non ce n’era neanche una volta, e pensi che non ci sarà neanche nel futuro?
            Un tempo la nazionale italiana non riempiva neppure il Flaminio oggi fa il pienone all’olimpico.

          • sentenza 19 Giugno 2015, 18:33

            E soprattutto se si paga 1 euro non è sostenibile certo il professionismo. E bisogna vedere se per l’Olimpico non succede lo stesso o anche peggio (magari l’euro lo danno, neanche lo prendono). Tutti i problemi nascono da questo, come scritto da tempo: per il seguito che ha il rugby non è assolutamente sostenibile il professionismo. Per quello è inevitabilmente fallito il super10. Si distribuiscono per forza, e per continuare ad illudersi, i soldi del 6n alla bellemeglio o bellepeggio, ma alla fine è la somma degli spettatori che fa il totale (anche in tv). Per di più bisogna sempre ricordare che il rugby avendo il triplo di giocatori rispetto ad esempio a basket e volley, e il doppio del calcio, ha bisogno rispettivamente del triplo o doppio di spettatori. E anche di più, dato che le partite sono di meno. Insomma è un castello diroccato che sta in piedi traballante solo finchè viene sostenuto dall’esterno.

          • giallo 19 Giugno 2015, 23:18

            E’ ovvio che per vedere Irlanda e Inghilterra l’olimpico si riempie; se inviti la Nuova Zelanda a Milano riempie San Siro; ma questo non è indicativo per monitorare la salute del movimento: sono eccezioni che confermano la regola: stadi semi deserti e media spettatori in eccellenza sotto i mille a partita, partite noiose con gioco spezzato condito da molti in avanti e azioni che raramente suoerano 4-5 fasi. E non citatemi la finale di Eccellenza che Rovigo è una bella oasi nel deserto, un’altra eccezione. Chi non vuole vedere la situazione faccia pure, ma il pro12 è un bello specchietto per le allodole, ci sveglieremo dal sogno e ci accorgeremo delle ceneri del nostro campionato.

    • bak 19 Giugno 2015, 12:48

      la memoria storica è una cosa importante
      è da 20 anni circa che giro tra i campi di rugby della sud lombardia (Viadana e Calvisano) e dell’Emilia (Parma, Reggio e qualche volta anche a PC) e di folle oceaniche al tempo della LIRE, ovvero della lega italiana PRO(?) di era pre-celtica che tu rivorresti, non ne ho mai viste.

      Il parma Overmach pieno di svanziche non ha mai riempito il tribunone del vecchio lanfranchi e del GRan non ne parliamo. Calvisano aveva una sola tribuna e il Beltrametti stava sempre deserto. Viadana è stato per un anno o due pienotto (mi ricordo la semifinale con Rovigo con stadio pieno ma con contributo sostanziale dei Rodigini, poi nulla…). Dei Crociati e del GranDucato non ne parliamo proprio…

      Insomma sta roba che il vecchio è meglio del nuovo mi lascia perplesso.

      Concludo che questo verbo del distribuire denaro a gettito continuo verso il rugby di base mi pare un grande vaccata. Assistenzialismo della peggior specie che tanti danni al nostro paese ha causato vederlo anche nel Rugby mi fa solo rabbrividire. Quel poco che abbiamo fatto, lo abbiam fatto lavorando, quindi su le maniche a lavorare invece che chiedere soldi e se proprio non ci riusciamo allora dilettantismo all’Argentina.

      • Airone valle Olona 19 Giugno 2015, 13:22

        Quoto…anche io dal 2002 fino ad oggi sono stato più volte a Parma e Calvisano sia per partite di campionato che di coppa …per non parlare ovviamente di Viadana dove sono stato innumerevoli volte ed a cui nella parentesi Aironi sono stato anche abbonato e confermo che la situazione era precisa precisa come la descrivi tu!

  5. carlo s 19 Giugno 2015, 12:17

    poi diciamoci la verità, vedere le squadre italiane in celtic che prendono 30 punti da tutti,perdono tutte le partite e non riescono a fare una meta, non è per nulla divertente.

    • Inquietudine ovale 19 Giugno 2015, 14:42

      vuoi mettere Fiamme Oro – Viadana?

      i 50 punti di tutti contro Prato poi… una delicatezza per palati fini!
      Mille volte le giovanili, anzi, sai che ti dico, meglio il mini rugby.

  6. Katmandu 19 Giugno 2015, 12:40

    Come si passi dai premi azzurri alle accademie lo devo ancora capire
    Detto questo, non vedo come si può migliorare lo status quo con la dirigenza attuale, serve unDOR per le nazionali e che si segua alla lettera quello che dice
    Per quanto riguarda l’eccellenza, nemmeno quando era il top 10 c’eran 15.000 spettatori di media aa squadra durante la regular season senza questo interesse come facciamo a strutturare un campionato pro? Ricordo che a Viadana quest’anno ci son state partite con 500 spettatori
    Ps come si fa a formare giocatori pronti per la nazionale maggiore se i tigers investono oltre 1.5 milioni solo per la formazione giovanile?

  7. Alberto da Giussano 19 Giugno 2015, 16:20

    @kat, direi che l’ultima frase dovrebbe essere la chiave di volta di tutto il sistema. Noi, continuamo a fantasticare disegnando scenari, ma utilizziamo le stesse quite di scena, le spostiamo a dx e sx ma sempre quelle sono.
    In tutti gli scenari sopra descritti non ho sentito parlare nemmeno una volta del sostantivo “societa’” e di cosa dovrebbero fare.
    Supponiamo di abolire in due anni le accademie e di non rinnovare la licenza celtica, ci troveremmo con una ventina di milioni in più. Siete sicuri che avremmo la capacità di immetterli nel sistema?
    Siete sicuri che avremmo le strutture per poterli investire nel movimento di base per una crescita dello stesso?
    Alla fine di ogni ragionamento ci sta solo il fatto che non produciamo a sufficienza atleti per battere con regolarità la Scozia , l’Irlanda e l’Argentina.
    La capacità di stare con sufficiente autorità nllo scenario internazionale è l’unica cosa che aiuta la crescita numerica e di audience del movimento.

    • soa 19 Giugno 2015, 16:51

      Iniziamo a mettere un tetto gestionale ed un salary cap. Iniziamo a dare premi alle squadre i cui giocatori arrivano in alto, a tutte le squadre della filiera. Iniziamo a fare campi in zone dove non ci sono società e a promuovere la diffusione sul territorio. Iniziamo ad ingaggiare staff completi per le nostre nazionali, specialmente le giovanili. Ripristiniamo i campionati giovanili. Facciamo tanta pubblicità al minirugby. E posso continuare.

      • Alberto da Giussano 19 Giugno 2015, 17:59

        Ma questo dovrebbero farlo le società, o mi sbaglio?

  8. Jager 19 Giugno 2015, 19:08

    In Italia il rugby non può essere uno sport professionistico semplicemente perché non ha un seguito ( lasciamo stare l’ Olimpico del 6 nazioni che è un discorso a parte ) di spettatori adeguando a mettere in moto tutto ciò che ruota intorno a uno sport ( spettacolo ) professionistico ! Forse una dimensione semi-pro gestita in maniera ” professionale ” ci eviterebbe figure barbine e allo stesso tempo di creare interesse attirando soldi , a quel punto si potrebbe magari iniziare a parlare di professionismo . È difficile creare una franchigia in un paese in cui il campanile prevale su tutto , giusto ho sbagliato che sia alcune rivalità non possono essere superate : non credo per esempio ai Dogi in cui Rovigo e Padova vanno d’ amore e d’ accordo !

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