Palla ovale e società, una ricerca per inquadrare il “fenomeno rugby”

Gradimento, età, titolo di studio, geolocalizzazione: un’indagine offre diversi spunti di riflessione

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Stefo 11 Giugno 2015, 08:17

    Peccato che i risultati di questa ricerca non si vedano minimamente nei dati dei tesserati, di quelli che vanno allo stadio al di la’ della Nazionale e temo anche diq uelli che guardano le partite in TV al di la’ della Nazionale…a proposito dati realtivi al primo anno di Nuvolari @Paolo?Visto che a me sembra abbiano fatto un lavoro di copertura importante e’ possibile avere qualche dato?

    • Rabbidaniel 11 Giugno 2015, 12:19

      Sarebbe fondamentale saperlo. Quest’anno il Pro12 si è potuto vedere in tv in lungo e in largo.

    • mistral 11 Giugno 2015, 22:01

      solo sull’aspetto televisivo: al di la del contenuto/partita, trovo decisamente mediocre il commento sia generale che tecnico, con cronisti enfatici e starnazzanti e commentatori tecnici che non riescono a mettere insieme due frasi di seguito senza incaponirsi in gerghi tecnici che alla stragrande maggioranza sono sconosciuti e poi fare i maestrini spiegandone il significato… bisogna imparare da francesi e britannici, tono pacato, se usi un termine tecnico dai per scontato che l’uditorio sia preparato, se non eviti, una battuta ogni tanto, cercare di limitare al massimo l’inflessione dialettale… che ce vò?

  2. Mr Ian 11 Giugno 2015, 08:32

    Il titolo della ricerca: I luoghi comuni del rugby in Italia….
    Sta storia dei buoni propositi e dei valori inizia a venirmi a noia, trovatemi uno sport dove i valori che lo regolano siano le offese, la violenza e la codardia…
    Questa insieme al pubblico del 6N è la nostra cartolina, il tappeto che copre la polvere..

    • ginomonza 11 Giugno 2015, 08:51

      Calcio per esempio dove si ammazza anche, per dirne uno di esempio.

      • Mr Ian 11 Giugno 2015, 09:03

        è chi pratica che non osserva i principi morali….se per questo si ammazza o si ferisce anche negli stadi di rugby in S.A. O gli arbitri picchiati nelle serie inferiori in Italia. Saranno casi sporadici i nostri rispetto al calcio, ma ci sono ugualmente

        • malpensante 11 Giugno 2015, 09:45

          Il calcio giocato per puro divertimento e istinto dai ragazzini non c’è più da decenni, da quando non si gioca più in strada, nei lotti edificabili di periferi e all’oratorio dribblando i sassi. E’ quel che hanno in testa i cervelloni ovali nostrani e pure una gran parte di quelli che seguono il rugby: esiste solo il professionismo e i ragazzi non hanno ancora finito di pisciarsi addosso che gli fanno una testa tanto. La differenza col pallone tondo è che un giocatore di serie C2 guadagna come un nazionale di rugby, e con lo stipendio di un top player ci compri le 10 di Eccellenza. Nel frattempo, ti vendi i 5-4 pure dell’interregionale e ti compri gli arbitri.

          • Stefo 11 Giugno 2015, 11:10

            @mal hai ragionissima ma per il discorso qui e’ anche la ricerca ed i risultati che da.
            Posto che la domanda “sei interessato al rugby” vuol dire tutto e nulla vorrei anche capire la face, poco, abbastanza, molto come erano definite. Erano definite con seguito di aprtite allo stadio e/o TV o cosa?No perche’ uno che segue 6N e TM e basta puo’ anche ritenere di seguire abbastanza, e se magari si da un’ochciata ai risultati di Treviso e Zebre pensa di essere “molto” interessato…

          • Stefo 11 Giugno 2015, 11:11

            Aaaahhh di nuovo…la risposta era per il post sotto!

  3. malpensante 11 Giugno 2015, 08:50

    Dal punto di vista del consumatore da pescare, mi sembra realistico e c’entra poco che la nazionale perda o meno perché una cosa è la percezione di uno sport, un’altra anche solo informarsi o magari seguirlo. Il nostro problema sta nella fascia 5-25, e riguarda i consumatori di tacchetti.

    • Stefo 11 Giugno 2015, 09:06

      mal il problema 5-25 e’ enorme ma anche dopo il problema c’e’…quanta gente va allo stadio?Quanta gente lo segue al di la’ della NAzionale?

      • malpensante 11 Giugno 2015, 10:03

        A Parma c’è sempre stato tanto sport di vertice, e tanto sport praticato. Baseball, anni di vacche grasse tanto da fare un bello stadio, titoli e giovanili a gogò. Volley, inutile ricordare Santàl e Maxicono, ma anche prima: palazzetto stipato, giovanili al galoppo, eccetera. Basket e volley femminile, a Fidenza la Fulgor di basket, e via così. Il pubblico generalista per larghissima parte non si affeziona a uno sport, ma a una squadra, a un ciclo, a dei risultati e ad un certo livello di spettacolo. Rovigo, che tutti consideriamo il clou del “tifo” ovale, non bisogna essere matusalemme per ricordarsi il Battaglini semivuoto; Viadana, che è un altro esempio di straordinarismo ovale, vai a vedere la partita ed è riempita si e no la tribuna vecchia. Prestigio (relativo) del campionato o della coppa e risultati fanno spettatori, se no resta il pubblico del rugby, come del volley, baseball, pallanuoto, e così via: giocatori, ex giocatori, neogiocatorini, parenti, amici, compagni di scuola, compagni di lavoro, fidanzate, amiche nubili delle fidanzate, militari e ragazzi. Il basket è diverso, ma quel pubblico oggi è pericolosamente sulla strada del pallone tondo, e nei palasport si vedono anche tante divise della Polizia di stato e dei Carabinieri . Non farei cambio.

  4. frank 11 Giugno 2015, 11:02

    Ma il rebbi cosa porta?!

  5. gsp 11 Giugno 2015, 11:05

    senza punti di riferimento esterni non penso questa ricerca serve come base solida per nessuna decisione.

    mi sorprende la classifica sugli abbastanza/molto interessati. mi fa pensare che c’a’ da irrorare di campi e club piccoli sud ed isole. che dovrebbe essere quasi tautologico, perche’ e’ il ruolo primario di ogni federazione.

  6. soa 11 Giugno 2015, 11:15

    Sai ched’è la statistica? È ‘na cosa
    che serve pe fà un conto in generale
    de la gente che nasce, che sta male,
    che more, che va in carcere e che spósa.
    Ma pè me la statistica curiosa
    è dove c’entra la percentuale,
    pè via che, lì, la media è sempre eguale
    puro co’ la persona bisognosa.
    Me spiego: da li conti che se fanno
    seconno le statistiche d’adesso
    risurta che te tocca un pollo all’anno:
    e, se nun entra nelle spese tue,
    t’entra ne la statistica lo stesso
    perch’è c’è un antro che ne magna due.

    Trilussa.

    Non c’è altro da aggiungere.

  7. San Isidro 11 Giugno 2015, 20:00

    Indagine interessante…
    Il rugby rimane senza dubbio uno sport minore, ma rispetto a tanti anni fa in Italia il numero dei praticanti è aumentato, anche se i tesserati della FIR sono decisamente meno rispetto a quelli delle federazioni di altri sport, come quella di basket, di volley, ecc…
    Basta vedere la marea di squadre che ci sono in Serie C1 e C2 per farsi un’idea di quanto si sia espanso il nostro movimento rispetto ad oltre dieci anni fa…quando ho iniziato a giocare a rugby nel 2000, a Roma c’erano solo 6/7 società che facevano rugby giovanile, adesso in città il numero è raddoppiato, se non triplicato, se i conti mi tornano sono tra i 15 e i 20 i club capitolini che hanno il settore giovanile, anzi alcune società fanno solo minirugby e, in alcuni casi, anche juniores…
    Il rugby è arrivato in posti d’Italia dove fino a qualche anno fa era impossibile immaginarlo…ho parenti in Umbria e mai avrei pensato che a Terni potesse nascere una squadra di rugby, visto che solo Perugia ha avuto sempre una solida tradizione nella regione, eppure i ternani adesso fanno la C1…
    Il rugby ha preso piede e si è diffuso, tanti ragazzini hanno cominciato a prendere l’ovale in mano in luoghi poco rugbystici, andate a vedere il numero di società che ci sono una regione come la Puglia e rimarrete sorpresi, perfino in Basilicata e Molise ci sono squadre di rugby, l’avreste mai detto fino a dieci anni fa?
    Ovviamente il rugby in Italia rimane confinato tra gli sport minori, inutile girarci intorno, ma che il numero dei praticanti sia cresciuto in questi anni è un dato di fatto…
    Ci sono tanti ragazzi che magari avrebbero piacere ad impegnarsi in uno sport come il rugby…posso riportare un esempio personale…qualche anno fa, assieme ad un mio judoka ma grande appassionato di rugby, abbiamo deciso di organizzare una partitella amatoriale nel grande parco romano di Villa Ada assieme ad amici comuni e qualche ex rugbysta…bene, quello è stato solo il primo di tanti incontri che abbiamo fatto per tre anni (adesso ci siamo arenati, ma torneremo), più o meno una volta al mese ci vedevamo a Villa Ada e facevamo circa un’ora di spiegazioni ed esercizi sui fondamentali ai neofiti, per la maggior parte amici di amici curiosi di provare uno sport nuovo, poi dopo facevano una partitella di un’oretta per mettere in pratica ciò che si era detto…non vi dico una fesseria, ma nell’arco di tre stagioni ho visto circa 100 ragazzi, molti magari sono venuti una volta sola e nessuno li ha più visti, altri però si sono apppassionati e hanno comiciato a vedere le partite (uno di questi è l’amico con cui faccio stabilmente l’abbonamento per il 6N), qualcun’altro ha cominciato a giocare in Serie C, altri che avevano appeso gli scarpini al chiodo, grazie a quelle partitelle, hanno ripreso a giocare sempre in C…tutto questo mi ha fatto riflettere perchè la voglia di seguire, ma anche di praticare, uno sport così particolare come il rugby c’è, magari molti ragazzi ne hanno solo una vaga conoscenza, ma se guardassero una partita e li fai provare a placcarsi al parco magari si appassionano…
    Ogni tanto guardo Roma dall’alto con Google Maps e rimango impressionato dalla quantità enorme di campi calcio che ci sono in città, per carità mica sono contro il calcio, ma mi dico sempre tra me e me “ma qua, in questo quartiere, in questo spazio verde, un campo da rugby ci potrebbe stare”…se un dirigente di buone speranze o qualche giocatore portasse una palla ovale in quei quartieri sono certo che nascerebbe subito una squadra amatoriale, quasi quasi ci provo io, domani vado col pallone da rugby a Torrevecchia, chissà i “vaffa” che ricevo…
    La parte poi dobbiamo farla anche noi coinvolgendo se possibile amici, parenti e conoscenti a seguire il nostro sport, giusto l’altra volta ad un pranzo di famiglia ho fatto “una capoccia così” ad un lontano parente che già seguiva il rugby a grandi linee (più che altro l’Italia) e mi ha detto se la prossima stagione lo chiamo per andare a vedere insieme qualche partita di club a Roma…

  8. campes 11 Giugno 2015, 22:36

    Complimenti @san, una vera e appassionata dichiarazione di amore per il rugby, ed una dimostrazione di quanto possa fare l’esempio per trascinare gli indecisi. Crescerà il movimento in Italia, ed il merito sarà anche di tutti quelli come te. Grande!

    • San Isidro 11 Giugno 2015, 23:35

      Ciao campes, grazie, ti trovo la prossima stagione su qualche campo di Roma Nord o vai prevalentemente a vedere le Fiamme? In Serie A ci saranno 6 infuocati derby, magari ci si vede…

      • campes 12 Giugno 2015, 23:38

        Volentieri San, mi organizzo e vengo verso nord….!

  9. albe 12 Giugno 2015, 13:33

    Mah… A me un campione di 1000 persone sparse in tutta italia non sembra per niente rappresentativo…. Tanto piu per analizzare statistiche sui cluster, DD incroci eta/zona geografica/sesso praticamente hai due “peegrini” per cluster…. Sarei curioso di sapere quanto e’ stato pagato

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