Marco Rivaro affronta uno dei temi più dibattuti delle ultime settimane. E la valanga di mete dell’ultima giornata non cambia le cose
Difese che soffocano: una soluzione c’è. Quale futuro dopo il Sei Nazioni?
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Bravo Marco, condivido.
Direi che questo post si affianca con perfetta contiguità a quello successivo.
Lo spettacolo è garantito dalla stanchezza degli avanti?
Secondo Rivaro parrebbe di sì.
Quindi, di conseguenza, la mischia non da spettacolo. Quindi si va verso il rugby a XIII.
A me la mischia piace ( non ho mai giocato in mischia), vedere le abilità dei piloni e di quelli dietro che li aiutano mi dà un’emozione a cui difficilmente saprei rinunciare. Io ne vorrei di più di mischie.
Rimane il problema di arbitrarle bene, che è una cosa ormai improcastinabile anche a livelli inferiori.
Con GPS o meno, credo, che la strada per garantire la spettacolarità non possa essere la stanchezza degli atleti.
scusa ma Rivaro non dice nulla di quello che tu gli metti in bocca
1 dice che lo schieramento difensivo odierno prende spunto dalla tecnica difensiva del rugby a 13
2 non dice mai che la mischia non dà spettacolo
3 dice che togliendo le 7 sostituzioni la mischia (che di solito ha 5 cambi) dovrebbe gestirsi per 80 minuti; quindi si aprirebbe qualche spazio in più e i giocatori in grado di giocare negli spazi avrebbero più possibilità di esprimersi
su questo si può essere d’accordo o meno
Rivaro scrive:
“Recenti statistiche hanno provato che i più forti placcatori arrivano a portare un placcaggio ogni 6 minuti quando entrano in campo dal primo minuto (il più prolifico è Robshaw che arriva a fare un placcaggio quasi ogni 5 minuti e mezzo). La cosa interessante è che gli stessi giocatori quando entrano nell ultima mezz’ora riescono a far scendere questa media addirittura a circa un placcaggio ogni quattro minuti e mezzo! Non solo i nuovi entrati non permettono che si aprano le maglie della difesa ma addirittura portano un ulteriore impeto alla difesa.”
Ciò, cosa significa se non che la maggior stanchezza, genera meno placcaggi e quindi più spettacolarità?
Sintetizzando io commento:
“Con GPS o meno, credo, che la strada per garantire la spettacolarità non possa essere la stanchezza degli atleti”
E questo, può anche non piacerti, ma è la mia opinione.
Interpretazione dello scritto completamente errata. Parla di aumento di fisicità portata agli estremi che provoca danni agli atleti in maniera permanente. Offre la soluzione nel limitare le sostituzioni per diminuire i placcaggi ed aumentare il peso della tecnica.
le tue opinioni sono ben accette, però rivaro non dice mai che la mischia non dà spettacolo, non dice che bisogna andare verso il rugby XIII; quello è un travisamento del suo pensiero
e questa è la mia opinione
Veramente dice esattamente l’opposto. La sfida tra piloni si fa piu’ bella proprio quando gli si da tempo per evolvere. Tutte le fasi di gioco, compresa la mischia, hanno un’evoluzione durantae la partita. Aggiungere la dimensione della stanchezza, fisica e psicologica, aggiungerebbe complessita’ e bellezza alla sfida. Al contrario per come le cose stanno adesso un pilone puo’ “lavorarsi” l’avversario per 50 minuti, e quando alla fine lo sottomette glielo sostituiscono con uno fresco.
Complimenti a Rivaro per lucidita’ e competenza.
Anche io non sono d’accordo con l’interpretazione di Alberto. Quella della mischia e’ (era) una narrazione a se’ all’interno della narrazione-partita. Come dice Marco, lo scontro tra le prime linee, che rimanevano invariate per tutta la partita, era una delle tante sfide all’interno della battaglia. La maggiore specializzazione dei ruoli implicava un’intreccio di narrazioni con tante sfumature diverse. Era impensabile vedere un tallonatore fintare un passaggio e infilarsi un buco. Ed era bello vedere un’ala di 70 chili girare intorno alle prime linee avversarie anche perche’, se lo prendevano, erano c***i acidi.. Per cui sono d’accordo sul fatto che ci dovrebbero essere meno sostituzioni possibili, e anzi mi piacerebbe tornare alla mentalita’ per cui un giocatore esce dal campo solo se non sta piu’ in piedi da solo 🙂
boh eppure l’articolo e’ scritto bene..non capisco come tu abbia potuto interpretarlo diversamente. ( Per carita’ tue opinioni )
Ma che bell’articolo!!!!!!!!!!!
++++++++++++++++++++
Avrei una sola domanda per l’autore, riguarda il Rugby giocato nell’emisfero Sud.
Loro riescono ancora ad esprimere un gioco.
Ho l’impressione che il problema dell’emisfero Nord non e` solo legato alla fisicita` ma al talento individuale… 🙁
andria grazie mille per i complimenti. Hai colto il punto: il livello di skills individuali nell emisfero sud (unito anche ad una interpretazione della ruck da parte degli arbitri che tutela di piu’ la squadra che ha il possesso) e’ in media molto piu alto di quello dell’emisfero nord -la capacita’ in particolare di creare offloads andando spesso oltre il placcaggio e riciclare il pallone senza dover passare dalla ruck. Questo permette di battere piu spesso le difese, ciao marco
Marco ciao, scusa se mi parmetto, ma se il differenziale e’ quello degli skills allora crollano molti dei discorsi fatti in questo articolo…gli 8 cambi li hanno anche loro, la fisicita’ degli impatti c’e’ anche li’ e si puo’ discutere che le emisfero sud abbiano per prime alzato l’asticella della fisicita’ nel gioco…allora non c’e’ bisogna di cambaire nulla ma sperare che le emisfero nord dopo essersi ispirate all’aspetto fisico si ispirino ora all’aspetto tecnico.
Alberto, io ci ho giocato in mischia, (prima di queste varianti) e la soddisfazione di vincere la battaglia con gli avversari per cedimento fisico era impagabile. Ora, mi girerebbero a mille, se dopo aver sfiancato l’ avversario, questi venga sostituito, annullando tutto il tuo lavoro. Ma il peggio, è che il tuo allenatore come contromisura ti sostituisca con un compagno. E questo non è sicuramente un riconoscimento.
Ma lo spettacolo non è solo segnare mete, anche la difesa è spettacolo. Certo è spettacolo da intenditori.
A parte questo, torniamo a un tema scottante: se si riuscisse a dare a tutti gli arbitri un METRO COMUNE sulla gestione delle ruck in modo da velocizzare il gioco e facilitare chi attacca, saremmo già a un buon punto.
Altrimenti una soluzione banalissima: giocare in 13 invece che in 15.
E togliere la mischia? ….mai !!!!!
Infatti. Anche perchè io non soffro per niente questa presunta mancanza di spettacolo.
Dove c’è scritto che ci sono troppe mischie?
Sono arzialmente OT, ma vorrei sottolineare che l’Italia e’ un po’ in controtendenza, per quanto riguarda il numero di mete segnate in un Sei Nazioni: ultimamente segnamo piu’ che in altri anni: a parte contro la Francia, abbiamo sempre fatto meta con relativa facilita, mentre con Berbizier e Mallett le nostre mete erano rarissime.
Cosa abbiamo scoperto che ci permette di segnare di piu’?
Secondo me abbiamo dei tre quarti con uno spunto in più. Soprattutto i due centri (soprattutto i nuovi campagnaro e morisi). La meta di morisi a twikenamm è un esempii
MAh io non riesco ad essere d’accordo e su molte cose.
Primo, il discorso tante mete=bello/spettacolo…de gustibus ma io ho trovato galles-Irlanda e la sua intensita’ e perfezione difensiva spettacolare tanto quanto le ultime aprtite, e come me credo moltissime persone, ridurre il discrso al numero di emte segnate o al running rugby e basta e’ per me sbagliato e con rispetto di Rivaro un po’ superficiale…quelle 40 fasi difensive nelle proprie 22 del galles sono per me (e per motli altri) state spettacolari.
Per me bello e spettacolare e’ ‘esecuzione di un game plan alla perfezione, il vedere una squadra scendere in campo con piano di gioco ed eseguirlo in maniera precisa, sia esso un game plan espansivo e d’attacco sia uno difensivo…i festival di emte son stati emozionanti perche’ hanno permesso di tenere fino al 80mo minuto dell’ultima partita in sospeso il titolo, ma dal putno di vista estetico per me vedere difese alla cacchio come quella francese o scozzese o italiana mi spiace ma non riesco a trovarlo bello.
Il discorso sostituzioni, forse qui non e’ spiegato bene ma mi sorge una domanda: ” Quante giovani carriere dovremmo inoltre veder interrotte da gravi infortuni o concussions prima che World Rugby si decida di fare quelcosa? “e la soluzione e’ meno sostituzioni?Si pensa che diminuendo le sostituzioni la fisicita’ a cui ormai si gioca diminuisca nei primi 40-50 minuti di aprtita?Che un Basteraud o un Roberts non vada a provare a sfondare la difesa e questa nonr siponda con placcaggi di potenza?Per me questa e’ utopia, gli imaptti di oggi resterebbero con il negativo che si lascerebbero in campo giocatori che alla lunga non sarebbero al 100% col rischio infortuni molto piu’ alto invece che minore e questo in tutti i ruoli…se poi il discorso diventa 2 sostituzioni libere e poi sostituzioni per infortuni o concussions beh non cambierebbe molto, oggi il giocatore viene tirato fuori per sospetta concussions e non e’ una cosa cosi’ semplice da diagnosticare in 5 minuti tanto che il problema e’ che vengono rimessi in campo quando non dovrebbero, divenerebbe il contrario…lo tiro fuori dico che ha una concussion e voglio vedere l’arbitro che si prende la responsabilita’ e dice che secondo lui non c’e’ concussion e il cambio non e’ autorizzato.
Mah di sicuro tante mete = spettacolo non e` sempre vero, mi riferisco a quando il divario e` grande (ma lo sottolinea anche Marco).
Pero` secondo me e` molto ma molto piu` facile (anche se non sempre vero) che sia vera la seguente euqazione nessuna meta = noia.
🙂
Adesso non mi riferisco a te ma mi fa sorridere l’idea che giocare “meglio” in attacco sia una cosa da respingere, che ci avvicinerebbe al League, quando poi e` proprio la difesa che abbiamo preso da li’.
Credo che la differenza principale tra i due codici sia rappresentata dal fondamentale del punto di incontro, noi abbiamo le ruck loro no e da li’ derivano molte cose… Una delle quali lo spettacolo del multifase che citi tu nel match perso dall’Irlanda.
Polarizzare il discorso mettendo da una parte concetti che si sovrappongono secondo me non rende molto giustizia al senso del discorso espresso nell’articolo.
Non mi riferisco a te ma non ho voglia di scrivere due post in due post-i diversi… 🙂
@Andria secondo me il vero problema e’ l’atelticita’ e fisicita’ con cui si gioca oggi rispetto a 20-30 anni fa…e si chiama professionismo, non e’ cambiando 2-3 regole che cambi le cose.
Pre RWC 2007 si leggevano le stesse critiche, le difese dominano, vediamo ping pong di calci infiniti, noia, pessimismo e fastidio…si son cambiate un po’ di regole tra cui il cambio piu’ importante le regole sui bd…3-4 anni sembrava meglio poi le difese si sono aggiustate, i giocatori hanno acquisito al meglio nuove skills al momento del placcaggio e via siamo tornati dove si era e via si discute di cosa cambiare.
La realta’ e’ che le dimensioni del campo son quelle, i giocatori pero’ sono atleticamente molto piu’ performanti quindi coprono meglio il campo e chiudono gli spazi…ed oggi sono ancora piu’ performanti che nel 2007 probabilmente perche’ la scienza sportiva avanza (sia legalmente che non) e per farti un esempio cerca su youtube se le trovi le finali delle Seniors Cup delle scuole irlandesi, i campi son quelli (Thomond, Ravenhill, RDS) i ragazzi sono allenati e preparati fisicamente bene ma non sono degli atleti pro…gli spazi si aprono in automatico (tenendo anche da conto un 20% dovuto ad errori da school rugby).
Possiamo giocare con le regole del gioco sui bd, sulla mischia, sui calci quanto si vuole ma il problema fondamentale e’ questo, il problema e’ che non lo risolvi di certo limitando i cambi perche’ non e’ che togliendo i cambi si palestreranno di meno i giocatori e gli si dira’ loro di non andare all’impatto al 100%…rischierai solo di lasciare in campo giocatori che non sono al 100% e che rischiano quindi molto di piu’ di farsi male.
Sugli skills senza dubbio ci sono maggiori skills al sud e c’e’ una maggior attenzione a questi e volonta’ di giocare ma allora bisogna sperare che dopo aver fatto da scuola sull’evoluzioni fisica ed atletica (perche’ questo percorso fisico lo hanno indicato le emisfero sud per prime) ora che le emisfero nord su quel livello piu’ o meno ci sono arrivate si ispirino all’aspetto degli skills.
Si’ sai il discorso delle sostituzioni io lo lascerei in sospeso, non sono sicuro sia da respingere del tutto.
E` un po’ come il discorso del campionato domestico Aussie (premiare maggiormente le mete in luogo dei calci)…
Sono ipotesi. Ma chi l’ha detto che la verita` e` unica?
@Andria non pretendo di avere la verita’ pero’ mi si deve spiegare come nei primi 40-50 minuti il diminuire le sostituzione avrebbe impatto?Seriamente Andria cosa si pensa che si allenerebbero meno i giocatori per avere impatti meno logoranti?Ci si aspetta che un Vunipola vada meno potente all’impatto per gestirsi?Che improvvisamente si giocherebbe piu’ soft e si eviterebbero infortuni e concussion?
La verita’ non sara’ unica Andria ma non sono io che scrive che la soluzione e’ semplice e sotto gli occhi di tutti ed e’ ridurre i cambi.
La riduzione delle sostituzioni avrebbe un effetto molto limitato nel tempo. Il tempo necessario ai preparatori di studiare e adeguare la preparazione per far rendere sugli 80min e non sui 50/60min come ora per certi ruoli.
secondo me l’unica soluzione è un nuovo cambio di mentalità, una nuova era in cui l’attacco domina sulle difese. Ma ci vuole sempre qualcuno abbastanza pazzo da provarci e avere successo
ovviamente lo avresti dopo i 40 50 minuti..è sempre stato cosi, i ciccioni dopo un pocrollano e non riescono piu a prendere quelli veloci..
non è questione di essere al 100% per tutta la partita, cosa impossibile, si avrebbero giocoforza piu spazi..
se continui a buttar dentro gente fresca si riducono distanze e spazi..
chiudo: preferisco sempre vedere una squadra che gioca palla in mano per marcare, piuttosto che difese arcigne e autoscontro per tutta la partita..
il rugby prima di tutto è uno sport di abilità, di skills, di tecnica..
“ciccioni” in senso buono, col massimo rispetto di amici e compagni di squadra..
preciso prima che i soliti benpensanti abbiano a ridire..
@ mez ti ricopio e incollo aprte di un post sotto perche’ tutto interessante quello che dici ma come l’articolo analisi se non superficiale parizale:
Le sostituzioni sono state aumentate proprio per una questione di welfare dei giocatori a causa dell’aumento della fisicita’ ed intensita’ del gioco che deriva dal fatto che siamo davanti a dei professionisti di alto livello la cui performance fisica ed atletica e’ estremizzata e che nell’arco del tempo lo sara’ ancor di piu’ perche seguira’ il miglioramente della scienza e delle sue applicazioni nello sport dove con scienza intendo sia metodi legali e cioe’ miglioramenti nelle tecniche di allenamento che non legali.
Ridurre i cambi di fatto e’ ridurre il welfare dei giocatori perche’ la fisicita’ degli impatti (nei primi 40-50 minuti) rimarra’, e ci sarebbe da ridere -se non ci fosse di mezzo la salute dei giocatori- che un giorno ci si scandalizzi per un Galles che rimette in campo North (o altri casi simili di giocatori che vengono messi in campo non in condizione) ed il giorno dopo si inneggi alla diminuzione delle sostituzioni in uno sport di contatto in virtu’ dello “spettacolo”.
Mez il rugby e’ uno sport non solo o non prima di tutto di skills, abilita e tecnica, la sua bellezza e’ proprio che riesce a dare la stessa importanza a tutti gli aspetti anche quelli della forza e della potenza, perche’ se noi ciccioni non vinciamo la nostra battaglia tu la palla per far vedere i tuo skills e le tue abilita’ non la vedi o la vedi male.
ma infatti a me va benissimo cosi..
si potrebbe fare qualcosa in piu per la sicurezza dei giocatori (non con caschi corazze e le altre menate sentite ultimamente), disciplinando ad esempio le contese aeree, ponendo punti fermi da rispettare obbligatoriamente per le concussion..
personalmente tornerei alla lista da 22, mica voglio i due soli cambi..
mez la realta’ per me e’ che con dei professionsiti che sono in grado di esrpimere certe performacne atletiche l’unica via per mantenere intatta la natura del gioco sarebbe almeno allargare il campo (non serve allubgarlo probabilmente)…basterebbero una decina di emtri probabilmente ma e’ ovviamente impossibile ed improponibile per i costi finanziari che cio’ comporterebbe…
Completamente d’accordo con Stefo. Su tutto.
Finalmente qualcuno ha centrato il problema!
Il rugby sta evolvendosi in uno sport puramente fisico e, di conseguenza, pericoloso per l’integrità dei giocatori.
Senza andare ai livelli più alti, basta guardare anche in casa nostra per capire come ai ragazzi che vogliono crescere venga richiesto sempre più un impegno fisico che può poi avere delle conseguenze negative a medio/lungo termine.
Andate a vedere un allenamento delle Accademie e mi darete ragione.
Ha senso chiedere di continuare a subire traumi devastanti per 10/15 anni solo per il gusto sportivo visto che giocare in una Eccellenza / seria A sicuramente non ti risolve il problema economico?
Quanti ragazzi si troveranno a 35 anni senza un soldo in tasca, senza professione e con una cartella clinica simile a quella di un pugile professionistico dei tempi andati?
Io come vecchio giocatore e come padre mi pongo queste domande e spero che mio figlio continui a giocare solo per divertirsi anteponendo sempre l’impegno scolastico e gli aspetti professionali allo sport.
Il mio vecchio Presidente mia ha insegnato che bisogna giocare a rugby “divertendosi seriamente” e credo che questo sia ancora valido anche oggi.
Ecco questo mi sembra il vero tema, piuttosto che la spettacolarità.
@breda che ci sia troppa fisicita’ e’ verissimo, i fisici son sempre piu’ grossi ed i paramentri ateltici sempre piu’ di alto livello, gli impatti sempre maggiori e piu’ forti ma non vedo come togliere le sostituzioni possa portare ad un cambiamento di tendenza…Bastareaud, Roberts, POC non e’ che inizieranno ad allenarsi di meno o ad andare non al 100% nell’impatto…
Guarda che alla soluzione dei problemi e delle aspettative che tu poni sono arrivati già 130 anni fa si chiama: rugby a XIII.
Dal lato fisico direi proprio di no, visto che sono dei mostri più del Union e nel portare i placcaggi fanno sempre un gioco rischiosissimo, visto che l’obiettivo è sdraiare l’avversario nel vero senso della parola e non impedirne l’avanzamento.
@Adg: con tutto il rispetto credo che ti sia sfuggito qualcosa dell’evoluzione del rugby League…più o meno 130 anni, per l’appunto!
Guarda che in quel codice ne è passata di acqua sotto i ponti da quando i club operai si scissero dagli altri perché decisero che era lecito continuare a giocare a rugby e però ricevere un indennizzo dalla società per le giornate perse al lavoro causa infortuni sul campo da gioco…
Avendo il figliolo che gioca a rugby quoto Breda…
bell’articolo, lungo ma estremamente godibile…
chiederei all’autore di valutare anche la mia proposta di un peso massimo complessivo dei giocatori in campo…
schiera chi vuoi ma per ogni bestione in campo deve esserci un normolineo…
#1500kilipossonbastare (per me andrebbe meglio ancora 1450)…
Articolo bellissimo che pone degli interrogativi non di poco conto. Personalmente credo che il Board rugbistico sta già asaminando la questione soprattutto per quanto riguarda la pericolosità di certe fasi di gioco e quindi mi aspetto delle novità nelle regole come del resto è sempre successo. Il Rugby riesce sempre ad evitare che certe situazioni possano degenerare intervenendo in tempo.
quali fasi di gioco?
Io ho il sospetto che con 2 sostituzioni l’uso, probabilmente già diffusp di “aiuti” extrasportivi, diventerebbe ancora più abbondante.
Quoto
Bravo Marco.
Finalmente uno che analizza i problemi del rugby moderno dal “di dentro”.
Marco pone sul tavolo i problemi e porta delle soluzioni, punti che dovrebbe essere discussi a livello europeo.
Un articolo coraggioso, da parte di uno che il rugby l’ha giocato veramente e ad alti livelli, e che immagina e sogna uno sport più spettacolare e meno pericoloso ma anche profondamente diverso da quello che abbiamo visto fino ad ora.
Marco, una domanda? Secondo te il futuro del rugby moderno dovrebbe essere il rugby a 7?
Mah. D’accordo quasi su niente. Alcune cose mi disturbano proprio, e molto, tipo l’idea di ridurre i cambi in prima linea. Mi piace il rugby non il Colosseo con i gladiatori. Come se così si riducessero gli impatti fisici e la prestazione complessiva: aumenterebbe solo l’allenamento più estremo e probabilmente gli affari delle farmacie senza insegna. Emisfero Sud, i giocatori bionici han cominciato loro, la differenza è che erano giocatori pompati (legalmente o no, m i fisici sono comunque estremi) e non tanti Mazinga Zeta a cui mettere in mano una palla ovale. Una partita come Inghilterra Francia ha senso se è un’eccezione, sono la tensione, il momento, la circostanza a far diventare la sagra degli orrori una battaglia epica. Sono partite che capitano nei tornei, e di sicuro ne ho viste molte ma molte altre con uguale pathos o anche di più, che però erano davvero grandi e bellissime partite, magari con un paio di mete in tutto. Uno come Savea come lo classifichiamo? Tra i TIR o tra i grandi gioctori? Non è obbligatorio che uno vada a sbattere, anche se la difesa è asfissiante: domenica Vunisa (mica Parisse) nell’unica cosa guardabile è partito evitando il primo impatto e ha fatto più metri di quanti ne abbia fatto nel resto del torneo. Lo stesso vale per la meta di Sarto (mica Huget): va via in finta e sul filo dell’out. Non è obbligatorio andare a sbattere, a meno che tu non sappia fare altro e non ti chiedano e obblighino a fare sempre e solo quello. O, per stare nella terra di Gat, Liam, Halfpenny, Biggar e Webb vanno a sbattere e sono bionici?
@mal come spesso accade sono d’accordo
…e pensare che c’è chi scrive “rugby quantistico, un dialogo tra sport e fisica” . grazie Jonny 😀
per gli italiani hai fatto un esempio poco calzante, le uniche due azioni con difesa già rotta
Hai ragione per Sarto, ma c’era poco da trovare e comunque via di critiche anche in quel caso.
Non vorrei essere scortese nei confronti di RIVARO che mi sembra estremamente intelligente……ma il suo articolo mi sembra che sia un copia/incolla da alcune riviste inglesi…….e mi sembra un pochino lontano dalla nostra realtà o dal suo vissuto di rugbysta. Le cose vanno vissute dall’interno e bisogna comprendere perchè noi ora siamo a questo punto. Il resto lasciamolo agli addetti del mestiere loro sono i responsabili del nostro movimento e noi semplici tifosi o ex (presunti) giocatori, arbitri, allenatori.
sono basito di fronte ad un intervento così poco comprensibile
Ottimo articolo, che condivido in parecchi aspetti, tranne quello delle sostituzioni.
l ultima giornata magari è stata un po’ edulcorata dalla necessità di vittoria delle varie squadre, ma per vedere le mete, che poi sono il nettare del grande pubblico, bisogna aspettare tutta una serie di circostanze particolari?
E’ vero che le mete non sempre sono sinonimo di spettacolo…
Nel SR le difese vengono battute più facilmente, ma non sempre, forse spetta all eminord fare quel passo in più nell evoluzione delle skills e del gest tecnico
Sto Rivaro mi sembra un po’ confuso.
Sparacchia su tutto poi dice che al sud c’è skill etc etc allora?
Sui fisici : quando avevo 18 anni io ero 4 cm superiore all’ altezza media Italiana ora sono 8 forse 10 cm inferiore.
Sulla difesa :
NFL e NBA gridano continuamente: defence defence e lui che sta a Londra dovrebbe saperlo bene il significato
Ritengo che la DIFESA abbia il suo fascino tanto quanto un bell’ attacco. D’altronde NON si puo’ vietare di difendere o placcare, altrimenti sarebbe rugby touch.
La strategia prima e la tattica poi sono situazioni che si evolvono senza soluzione di continuità.
Non credo sia tanto, o solo, una questione di dimensione fisica, gli skills e l’attitudine sono parte fondamentale. Skills intesi non solo come “le mani” ma la rapida uscita dal frontale per prendere o CREARE un intervallo da far prendere al proprio compagno in sostegno nell’asse pronto a ricevere il nostro offload. Il rugby champagne si “basava” sulle abilità fisiche di muovere il proprio corpo e la palla in linee più “orizzontali” fino a che non si riusciva ad aprire un varco nella difesa.
Ora il varco, dato l’upgrade difensivo, te lo devi creare verticalmente ma senza l’attitudine di voler mantenre e aumentare il gap, le difese riusciranno sempre a recuperare.
Trovo che un gioco sequenziale, basato su un innalzamento del ritmo di avanzamento sia alla base di una crescita.
In sostanza è la qualità di utilizzo della palla che determina l’efficacia, premesso che il breakdown è un incidente di percorso, l’efficacia di pulizia e la velocità di lettura della situazione intorno al breakdown,determinano la messa in crisi di un sistema difensivo.
Il campo è sufficientemente largo per determinare delle strategie di attacco, specialmente durante fasi di conquista, nelle diverse zone che rimangono “naturalmente” scoperte durante il lancio del gioco.
Lo spettacolo è anche la battaglia a viso aperto.
A me, per esempio, la partita della settimana scrosa GALLE-IRLANDA è piaciuta moltissimo, a dispetto di INGHILTERRA-FRANCIA, terminata con tante mete ma con pochi contenuti tecnici.
Altrimenti se volgiamo tagliare la testa al toro, accogliamo e sosteniamo il suggerimento di Wayne Smith……INTRODUCIAMO IL PASSAGGIO IN AVANTI !!
Forse i fisici c’entrano ma le abilità di fare le cose bene al momento giusto, sono determinanti.
Giustissimo, ottimo intervento!
articolo interessante ma che onestamente non condivido…..
stanno aumentando di molto gli infortuni…sicuramente per una questione di impatti e scontri sempre più duri ma soprattutto perchè si gioca praticamente ogni settimana…..non permettendo ai giocatori di recuperare
e vogliamo diminuire anche i cambi ?……sai che piacere tenere in campo e far fare una mischia ad un pilone cotto….non si aumenta anche così il rischio infortuni?
running rugby?……si chiama Rugby XIII…..è un’altro codice..(dove tanto per dire non è che ci vanno teneri con i contrasti)
c’è a chi piace…..come a chi piace la guerra di trincea….i pick and go…..l’avanzare in modo abrasivo magari guadagnando 3 metri per volta …..vedere 30 e più fasi come quelle in galles irlanda non possono non piacere…sono l’essenza del nostro sport…..
QUOTISSIMO …..volevo dirlo io 🙂 🙂
scusa, ma running rugby non è quello del XIII, anzi!
è lo stile di gioco, se cosi si puo definire, una maniera di giocare preferita da nazioni come NZ e Australia, Fiji e Samoa..
anche la Francia giocava un ottimo running rugby..
poi secondo me si fa molta confusione, ad esempio la partita citata col multifase infinito certo ch’ è stata spettacolare, combattuta, divertente..
uno (running rugby) non esclude l’ altro (gioco chiuso, di mischia)..
coesistono alla perfezione negli ABs, in maniera minore anche altre nazionali..
è il “rugby totale”, di adattamento, camaleontico..
al momento la maniera piu efficace, nelle diverse accezioni del termine, di vincere..
appunto mez uno non esclude l’altro…..ma soprattutto uno è propedeutico all’altro e come dici te gli AB sono maestri in questo…..e sono diventati inarrestabili da quando hanno fatto dell’applicazione difensiva un loro dogma come se non più della fase d’attacco
in definiva per me il rugby a XV va bene così com’è e non c’è bisogno di snaturarlo per volerlo rendere più divertente o meno noioso
il prossimo passo davvero importante sarà quello di fare regole definitive e chiare su alcune fasi di gioco per prevenire il rischio infortuni
Non credo di condividere la soluzione. Ma l’analisi si…
I trequarti europei, o almeno la maggior parte, ormai fanno da ball carrier aggiunti. La conseguenza è che non c’è più la ricerca del lato debole, l’uscita dal frontale è spesso molto rara (in prima fase è praticamente sparita). Un altra conseguenza è che i giocatori sono sempre più monodimensionali nel modo di giocare e si sta riducendo anche la capacità di interpretare le diverse situazioni che il gioco propone. In questo sei nazioni ho visto errori di lettura clamorosi, e secondo me non è un caso che giocatori come Ford o Sexton (più normali fisicamente, almeno rispetto ai mostri intorno a loro, ma molto molto preparati) risultino quelli che fanno la differenza.
Non si tratta di dire che ci debbano essere meno mischie o cose del genere (e infatti l’articolo non lo dice), ma che la bellezza del rugby è anche la diversità del ruolo di ciascuno e di come lo debba interpretare. Ormai si vedono squadre in cui dalle terze linee (ma pure dalle seconde, a volte) alle ali i giocatori sono tutti uguali.
Anche io apprezzo la battaglia difensiva e la tensione che si è respirata nei minuti finali di Galles-Irlanda o Scozia-Italia. Ma non può esserci solo quello, altrimenti il gioco diventa monodimensionale, oltre che sempre più rischioso.
La bellezza del Rugby Union rispetto al League è la combinazione di diversi fattori, diverse situazioni di gioco e il diverso contributo che ogni giocatore porta in una partita, se si standardizza questo, il gioco perde parecchio.Le uniche nazioni che, pur nell’estremizzazione fisica, non si stanno snaturando mi sembrano Nuova Zelanda e Australia….
Aggiungo anche che secondo me riferirsi al League nel dicorso sulla fisicità è un errore. I giocatori del League sono dei mostri forse più del Union. E si ammazzano: il gioco li porta a placcare sempre al limite, sempre più alto e quasi sempre in due, quasi mai chiudendo le braccia.
sempre in tre e a volte quattro.
“gang tackle”..
Rivaro che è’ stato un buon Placcatore,fa una confusione micidiale ,quasi irritante.Se pensava di stupire con argomentazioni tendenti a far parlare di se’,ha colto l’obbiettivo,ma in modo negativo dal mio punto di vista.
a me sembra che il tuo commento sia un po’ ai limiti del fair play e tra l’altro non commenta nulla di quello che è stato scritto
perché bisogna trattare così un ex giocatore di alto livello che fa un’analisi su alcuni aspetti del rugby? per fare in modo che gli passi la voglia di scrivere sul blog?
Ciao a tutti,
mio primo intervento dopo molte letture dei vostri….
Concordo sul fatto che meta non è sinonimo di spettacolo; ma nemmeno l’esasperata ricerca di un fallo in mischia – anche a 40 metri dalla linea di meta o a metà campo – lo è.
Pensare di cambiare ancora il valore della meta (o della trasformazione, se non vogliamo penalizzare i calciatori ….) non è possibile?
E forse, sulle sostituzioni si può lavorare. Ok la prima linea, ma poi fermarsi a due o tre.
Benvenuti a Marco nell’arena.
Nel rugby a xiii quello che apre gli spazi é un pó dovuto alla difesa che va 10m indietro, ma soprattutto alle 6 fasi che ti forza a creare spazio soprattutto con la tecnica individuale ed i movimenti di squadra, ed organizzazione. Ma nelle prime due, tre fasi si va a sbattere che é un piacere. La difesa la logori solo avanzando, hanno tutti fisici simili, ed un livello di fitness uguale se non piú alto, quindi il ‘mismatch’ ha molto meno valore.
Per me il fatto delle perfezione delle difesa non é assolutamente un problema, ne quello dei cambi. É uno sport che s’é prpfessionalizzato e ne é la conseguenza logica e si é perfezionato. Certo é uno sport che si allontana dalle persone ‘normali’ ma lo é anche il league.
migliorare le skills non sarebbe male, ma é un problema che molti, quelli seri e metodici, giá si pongono. Ad ESEMPIO il miglioramento del galles bel gioco aereo.
Sono altri i problemi ai quali io metterei mano, ovvero uniformare I metri arbitrali per dirne una. L’intervista ad Owens su Dmax ad esempio mette molti piú dubbi di quanti ne toglie sul processo decisionale dell’arbitro in generale.
Condivisible l’analisi, forse non le soluzioni. In particolare:
1.Il rugby con fisicità portata all’estremo, e piano di gioco basato sullo sfondamento della linea avversaria a base di autoscontri, ha come conseguenza l’enorme aumento di infortuni anche gravi, perché i muscoli si possono allenare, i legamenti e le ossa no. Lo si vede anche dalla quantità incredibile di infortuni in allenamento. E la conseguenza peggiore della fisicità portata all’estremo è che giocatori giovani smettano perché pensano “chi me lo fa fare di farmi 15 anni di ossa rotte e botte in testa per 3000 euro al mese”. Una pubblicità negativa di questo tipo può fare al rugby molto più male delle partite noiose.
2. Riportare a 2 sostituzioni avrebbe come conseguenza un miliardo di mischie no contest e di giocatori infortunati in più – un fisico pompatissimo, e quindi già più vicino al punto di rottura- se aumenta il minutaggio aumenta il rischio di infortuni gravi. E anche il rischio di doping sarebbe ancora maggiore.
scusa ma di solito in mischia vengono cambiati 3 prime linee, 1 seconda e 1 terza
gli altri 4 di mischia che rimangono in campo non è che si infortunano di più, semplicemente dosano le loro energie per tutti gli 80 minuti
secondo me il fatto di giocare in 15 per 80 minuti non aumenterebbe per niente gli infortuni nè il doping (perchè la resistenza è difficile da dopare rispetto alla massa)
1- la fisicita’ e gli impatti rimarrebbero quelli, sie nel professionismo e la ricerca della perfomance fisica migliore e’ alla base del professionismo sportivo…in tutti gli sport ancor di piu’ in quelli di contatto fisico. Pensare che diminuendo le sostituzioni improvvisamente che ne so un Lawes non tirerebbe un placcaggio come quello tirato a Plisson e’ raccontarsi le favole…pensare che i giocatori si gestirebbero significa pensare che andrebbero all’imaptto all’80% o meno delle loro capacita’ invece che al 100% come oggi…altra favoletta molto bella ma che non ha nulla a che fare con la realta’…il rischio di avere quindi gocatori in campo non propriamente in grado di reggere fisicamente crescerebbe enormemente…e gli infortuni anche!
Che la resistenza sia difficile da dopare rispetto alla massa vorrei scusa che tu me la spiegassi scientificamente ed in maniera precisa quindi, cioe’ parlare di sostanze e metodologie che esistono o non esistono che sono applicabili o meno.
prima considerazione: lo scrittore dell’articolo era chiamato “samoan tackler” e quindi non credo abbia mai chiesto di diminuire l’intensità dei placcaggi
seconda considerazione: un giocatore in 80min riuscirà ad andare all’impatto al 100% meno volte rispetto alla somma di un giocatore che gioca 50minuti+un altro che ne gioca 30
terza considerazione: quello che potrebbe cambiare è che se di fronte hai un giocatore stanco invece del dritto per dritto potresti provare a evitarlo e guadagnare così più metri
sul discorso della resistenza non ho certezze: quello che credo è che la massa e la potenza si dopano con ormoni e altre schifezze, che vengono assunti lontano dalle gare e che possono essere beccati o con il passaporto biologico (che non so bene come funzioni) oppure facendo le analisi nel momento giusto
per la resistenza c’è un doping per l’evento (tipo la stricnina per i cavalli o il bicarbonato per l’acido lattico dei nuotatori) oppure per accelerare il recupero dopo (sangue fresco dei ciclisti) che è più facile da rintracciare facendo analisi post partita
L’epo, tra i farmaci più venduti al mondo (e questo dovrebbe far riflettere, visto che serve per patologie rarissime) è un classico farmaco per aumentare la resistenza.
So chi e’ che ha scritto l’articolo…il putno e’ che l’analisi dopo 50 minuti e’ piu’ stanco non tiene conto che dopo 50 minuti e’ palccaggi pesanti uno mnon e’ neanche al 100% ed il rischio infortuni quindi aumenta quindi la conclusioone dell’articol “Quante giovani carriere dovremmo inoltre veder interrotte da gravi infortuni o concussions prima che World Rugby si decida di fare quelcosa? La soluzione è semplice e ora è sotto gli occhi di tutti.” (visto che bisogna leggere bene) e’ alquanto tirata per i capelli (ad essere gentili) come considerazione.
Le sostituzioni sono state aumentate proprio per una questione di welfare dei giocatori a causa dell’aumento della fisicita’ ed intensita’ del gioco che deriva dal fatto che siamo davanti a dei professionisti di alto livello la cui performance fisica ed atletica e’ estremizzata e che nell’arco del tempo lo sara’ ancor di piu’ perche seguira’ il miglioramente della scienza e delle sue applicazioni nello sport dove con scienza intendo sia metodi legali e cioe’ miglioramenti nelle tecniche di allenamento che non legali.
Ridurre i cambi di fatto e’ ridurre il welfare dei giocatori perche’ la fisicita’ degli impatti rimarra’, e ci sarebbe da ridere -se non ci fosse di mezzo la salute dei giocatori- che un giorno ci si scandalizzi per un Galles che rimette in campo North (o altri casi simili di giocatori che vengono messi in campo non in condizione) ed il giorno dopo si inneggi alla diminuzione delle sostituzioni in uno sport di contatto in virtu’ dello “spettacolo”!
l’ epo non aumenta la resistenza, aiuta la eritrocito genesi, ovvero la produzione di globuli rossi..
ergo per aumentare il trasporto di ossigeno nell’ organismo, detto terra terra..
E la presenza di maggiori globuli rossi ed ossigeno cosa aiuta se non la resiistenza mez?
non esattamente, resistenza ad esempio puo essere di un maratoneta (avrà bisogno di un flusso di ATP elevato e costante per piu di 2 ore) o un centometrista (resistenza allo sforzo, partire, raggiungere la massima velocita e mantenerla il piu a lungo possibile)..
percio ci sono varie forme o tipologie di resistenza e diverse metodologie per allenarla..
percio quella definizione è troppo generica, quella precedente grossolana e non troppo corretta..
tutto qui..
Tra le altre cose dici che primi di commentare bisognerebbe leggere l’articolo e capirlo, ma Marco non parla di gestione nell’arco degli 80 minuti ma di spazi che si aprirebbero al 50-60 sulla base della stanchezza!
il riferimento alla lettura è per tutti quelli che parlano di rugby a XIII, che dicono che Rivaro non vuole più la mischia ecc.
non a te che di solito sei attento e ti piace commentare seguendo un pensiero logico
per rispondere al tuo commento se sei obbligato a giocare per 80 minuti la tua gestione della partita cambia (i giocatori sanno quanto devono giocare e se entri nel secondo tempo per fare 10-20 minuti è diverso che se entri per fartelo tutto) ma nonostante questo è inevitabile un calo fisico nel corso della partita
wp chiedo scusa se il tono semrba aggressivo me ne son reso conto rileggendo non era mia intenzione ma scrivo velocmente, il putno e’ che secondo me nell’idea e nell’interpretazione che se ne da ci sono dei buchi logici impressionanti…si mettono poi su delle considerazioni in termini di catena di avvenimenti che discenderebbe da queste considerazioni molto forzata.
rispondo al tuo ultimo post
non preoccuparti per il tono; ho letto tanti tuoi post e ho inquadrato il tipo di blogger non sarà certo un commento a farmi cambiare opinione
a me il rugby di oggi piace molto indipendentemente dal numero di mete segnate (alcune squadre di più altre meno) però mi sembra evidente che ci sia un problema di traumi da autoscontro che bisogna in qualche modo limitare
1500kg di Fracasso (però)
meno sostituzioni di Rivaro(però)
allarghiamo il campo di non so chi (e spostiamo le tribune?)
giochiamo in 13 (ma anche no)
altre proposte???
@wp ti spiego da dove parto:
1- il pubblico ed il seguito aumentano, siamo sicuri che il giocattolo sia cosi’ rotto come ci si racconta da doverlo aggiustare?
2- siamo sicuri di voler inseguire il pubblico nuovo che non ha ben chiari certi aspetti del gioco (mischia, ruck) e le puo’ torvare “noiose” e quindi snaturare il nostro sport? O forse si dovrebbe puntare a fargliele capire meglio cosi’ che possano apprezzarle?
3- Il piu’ importante: al di la’ del giocattolo rotto o meno, dei nuovi appassioanti, dello spettacolo, per me (opinione personalissima) in questo momento c’e’ solo un motivo per cui si devono cambiare regole: la salvaguardia della salute dei giocatori, questa e’ l’unica cosa che a me interessa perche’ a forza di aprlare di spettacolo spesso si perde di vista il fatto che ci sono dei ragazzi da tutelare…
la resistenza è difficile da dopare rispetto alla massa…ciclismo docet!!
La resistenza “difficile da dopare”? Chiedetelo ai ciclisti.
i ciclisti però vengono beccati più spesso dei rugbisti
per farti un paragone loro hanno squalificato per doping gente del calibro di Contador, Armstrong, Zabel, Ullrich e tutti i vincitori del tour da Indurain in poi
Il ciclismo ha scelto di combattere il doping, il rugby… non so fino a che punto.
Anche a un marciatore…. Ultimamente si riesce addirittura anche con i nonnetti a letto.
io credo che la comprensione del testo sia la condizione necessaria per intervenire nel blog, soprattutto quando si tratta di articoli lunghi e articolati.
A comprensione avvenuta si può essere più o meno d’accordo con quello scritto
Per una comprensione adeguata consiglio di impiegare almeno 10 minuti nella lettura
Grazie a Rivaro per il suo punto di vista e le sue proposte
OT Perchè hai giocato così poco in nazionale?? Era uno spettacolo vederti placcare-mi ricordo ancora uno scozzese che dopo un tuo placcaggio quasi non voleva più il pallone
Condivido quasi completamente l’analisi..
quasi perchè secondo il mio punto di vista la Scozia ha deluso quanto noi!
Era data prima del 6 Nazioni come possibile sorpresa e invece è riuscita a perdere in casa contro di noi!
Vero, non ha mai preso imbarcate, a parte il risultato contro l’Irlanda ma tutti compresi noi pensavamo che potesse vincere almeno 2 partite
Comunque questo 6 nazioni dimostra quanto il livello si sia alzato..
Purtroppo ci sono 2 squadre che al momento sono in netta difficoltà e si chiamano Italia e Scozia..
Nel frattempo la Georgia ci supera nel ranking, vero forse non sarà molto realistica come classifica però sarei curioso di vedere i nostri ragazzi affrontare una nazione che, tecnicamente sarà anche inferiore ma che ci mette l’anima…
Sarei prorpio curioso..
Brunel dovrebbe dimettersi”!
non condivido il fatto che non si possa cambiare prima del mondiale anche perchè il risultato per noi è già scritto quindi cosa ci costa?
A meno che qualcuno in federazione o nel blog pensa che si possa passare il turno…
Su dai.. siamo seri…
Mai pensato che la Scozter nel 6N potesse vincere due partite, e credo di essere in buona compagnia.
Demon per me il mondiale devi giocartelo sempre al meglio che non si sa mai.
Peró se tu decidi di mandare via Brunel na senso solo se prendi un allenatore che si fa 5 anni, ovvero se O’Shea o chi per lui é libero giá adesso. Altrimenti non ha senso cambiare oggi e di nuovo a Febbraio.
Io butto un altro Nome. Se Lancaster non Vince e viene riconfermato io ci farei un pensierino, perché viene dal background Della formazione d’alto livello, é stato con ruoli importanti nelle academy inglesi. É uno che ha religiosamente capito che devi fare con ció che hai, invece di andare a cercare in giro, al mercato, ed a volte lasciando fuori genre esperta e che sarebbe servita (wilko, flood, I due armitage). Potrebbe essere il profilo che fa per noi, soprattutto se gli si da voce sui cambiamenti della formazione.
Immagino che potrebbe essere preso in considerazione se non viene confermato.
Da informatori abbastanza sicuri W.S. non ha declinato del tutto l’offerta fattagli dalla FIR e comunque è interessato ad allenare una nazionale.
ahahahahahahahahah
Concordo con quanto espresso da @Stefo: il “festival delle mete” non è sinonimo di spettacolo. In effetti, l’ultima giornata di 6N mi ha lasciato uno strano retrogusto di qualcosa di stucchevole e poco aderente alla realtà (va bene i differenti stimoli, ma c’è stata troppa brusca discontinuità rispetto ai turni precedenti). Più che per lo spettacolo, bisognerebbe intervenire sull’aspetto sicurezza. Le sostituzioni sono state aumentate non solo nel rugby ma anche, per fare un esempio, nel calcio ed il perchè è evidente: negli ultimi 20-25 anni tutti gli sport hanno avuto un’accelerazione verso l’atletismo e la forza fisica a discapito della tecnica. Questo ha portato ad allenamenti sempre più esasperati (per tacer di altre pratiche) e sempre più logoranti. Per rimanere all’esempio del calcio, fino a 25-30 anni fa i giocatori senza palla camminavano per il campo, oggi col pressing asfissiante son costretti a correre sempre. Ancora più evidente l’esempio nel tennis, dove un Nadal qualunque inanella titoli su titoli, pur avendo un talento limitato e taluni giocatori e giocatrici ottengono ottimi risultati per 2-3 staioni e poi spariscono del tutto. Immaginare un Rosewall o un Connors dalla carriera ventennale è oggi impossibile. Certo nel rugby il problema è molto più urgente perchè i contatti sono prossimi al pugilato per intensità. Munari proponeva di vietare la possibilità che un giocatore si leghi al carrier per aumentare la potenza dell’impatto. Proposta interessante, ma poi come si concilierebbe, a livello regolamentare, con le maul? Probabilmente, al momento, l’unico intervento fattibile da parte della World Rugby sarebbe quello di porre un tetto massimo al numero di partite stagionali disputabili da ogni singolo giocatore, senza tener conto della competizione. Qualcosa che non piacerebbe ai club professionistici (penso a quelli del Top14) ma che darebbe respiro ai top-players sempre più spremuti e logorati.
festival dimete no, ma gioco d’ attacco si per me..
Lo sport professionistico comporta “per se” un aumento della fisicità, della prestanza e una preparazione fisica portata all’estremo. In qualsivoglia sport.
Ridurre le sostituzioni non credo sia una soluzione, in quanto andrebbe a inficiare il livello di sicurezza.
Io credo che molto possa dipendere dalle riflessioni che si stanno aprendo sulle fasi critiche del gioco. Punire pesantemente gli spear-tackle ha portato a una maggiore pulizia nei placcaggi, è auspicabile che lo stesso accada per il gioco aereo. Le concussion sono l’altro hot topic, e qualcosa si sta muovendo. Un altro capitolo potrebbe essere il numero di minuti giocati, con una turnazione elevata per evitare logoramento.
Per me i capitoli fondamentali sono questi, forse perché ritengo spettacolari le 8 fasi di fila che squadre come Galles, Irlanda e Inghilterra riescono a fare, non perdendo palloni e mantenendo uno schieramento abbastanza ordinato, cosa che necessita, a mio parere, di skills raffinate.
Scusa, l’OT. Perchè uno studioso dei linguaggi come te usa porcherie come “fisicità”.
Ho aspettato mezza giornata e 72 posts ……
Fracasso 100℅
1.500 chili posson bastare…… 2.350 kg x i 23 e nessun cambio regole.
…..e lotta al doping con passaporto biologico e 20 controlli annui sangue-urine……..
Boh non condivido troppo, tranne sulla pericolosità e sui giocatori troppo grossi (sti cazzi io so due metri XD), ma diminuire cambi magari apre le difese per stanchezza magari da più soddisfazione agli avanti..capita distruggono avversario poi arriva la riserva e so punto e a capo..ma cosi infortuni rimangono gli stessi..per me la soluzione è più cartellini gialli meno punti reali al piede..e che i signori arbitri si mettano ad un tavolo e rispettino le regole o le semplifichino…oppure arbitri robotici(magari anche politici) lo dico da tempo io 😀
La differenza sta nel fatto che nell’emisfero sud, nei tornei del SANZAR vi è un obligo da parte delle franchigie relativo allo sviluppo di un gioco veloce e d’intrattenimento ; pertanto qualsiasi forma strategica di anti-gioco con il solo fine di raggiungere il risultato favorevole viene bannata.
Ovviamente, trattandosi di elementi poco oggettivi, ci si affida all’onesta e disciplina di tutte le persone che ci lavorano.
Nell’emisfero nord, dove si vive solo di risultati raggiunti in qualsiasi modo in cui vi sono interessi che vanno al di là del risultato sportivo, tutto questo non è possibile soprattutto in chiave nazionale.
Entrando invece per quanto concerne il regolamento evidenzio che nel rugby a 13 c’è più spazio per due motivi: nr. di giocatori e per il fatto che la difesa deve andare a 10 m ogni tentativo.
Per quanto riguarda l’efficacia difensiva di oggi a mio avviso è dovuta a questi elementi:
> aumento ed omogeneità delle capacità e prestazioni fisiche di tutti i giocatori (es.: non ci sono più i piloni e le seconde linee che lasciano buchi nella linea difensiva a causa di una diversa capacità fisica di copertura degli spazi rispetto a terze linee e 3/4); Inoltre la capacità difensiva individuale in fase di placcaggio è aumentata notevolmente (non vi sono più ali o aperture che non placcano)
> evoluzione dei sistemi difensivi che implica l’utilizzo di giocatori che scardinano le difese; (come un cane che si morde la coda: se ho un implaccabile devo migliorare la difesa ma allo stesso tempo per battere la stessa divenuta ormai muro devo avere attaccanti sempre più dominanti dal punto di vista fisico)
chi si lamenta dicendo che il gioco di oggi è noioso credo avrebbe piacere vedere partite di rugby a 13. gli amanti veri dell’union credo siano ancora attratti dalla guerra in trincea, dalle mischie, dalle maul, dal gioco tattico al piede ecc….tutti questi elementi sono la base dell’union….un gioco più aperto, limpido e senza interruzioni lo trovi solo nel league.
sara aperto e limpido ma è di una noia e di una ripetivita mortali..
solo autoscontri, zero tattica..
di certo non è senza interruzioni, anzi..
Non è vero, io credo che a parte un paio di partite sia stato un sei nazioni abbastanza noioso nel gioco (ravvivato un po’ dalla lotta punto a punto dell’ultima giornata, per una questione di tensione emotiva della situazione, mica per la qualità), ma vista una partita di League le altre mi sembrano tutte uguali.
La bellezza del Rugby Union è che è uno sport più completo e nella stessa partita puoi trovare le grandi corse e le grandi battaglie, e mille contenuti tecnici e tattici. Ogni squadra ha uno stile e una tradizione di gioco. Per questo non mi piace che si stia standardizzando…
un sacco di begli spunti sia nell’articolo che negli interventi
– bisogna ridurre gli impatti e la “densità” difensiva e tornare ad un rugby più classico: probabilmente sì, stà diventando tanto simile al XIII, ma in di più;
– facciamo un peso max per squadra, citando fracasso: non sarebbe male, ma poi ci sarà sempre il problema della squadra che riesce a metterti dentro l’ala da 120kg con gli altri 3/4 segalini che la botta con gli avversari diretti un po’ più grossi la tengono comunque e buttano dentro il treno a far danni, tutto è più complesso di quanto sembri;
– facciamo 2 cambi tecnici: ci può stare, ma tutte le eccezioni che sono state dette reggono, i rischi rimangono;
– lo spettacolo cos’è?: ecco anche qui possiamo perderci una giornata, ci sono partite nelle paludi che sono fenomenali e partite con la palla che viaggia di un’inutilità imbarazzante, come il contrario, il bello del rugby è la battaglia, a prescindere che venga fatta dalla fanteria in trincea, dalla cavalleria leggera, dalla cavalleria pesante o dall’artiglieria, il massimo è quando questi elementi si fondono e si amalgamano, ma pensare di togliere uno di questi è antisportivo, da sempre, anche ai tempi dell’articolista (visto che siamo molto vicini, con diverse fortune, anch’io ho calcato i campi con quel tipo di gioco), c’era chi usava il piede, chi i primi otto, chi l’aggiramento, chi il dritto per dritto, solo che erano scelte più personali e di squadra che codificate nel sistema di gioco generale
io do un’interpretazione di mezzo tra quello scritto nell’articolo e le critiche, giuste e lecite, espresse in molti commenti, una volta il fatto che ci fosse più spazio per prendere l’intervallo, invece che passare sopra all’avversario, era dato dal fatto che molti uomini non arrivavano a rischierarsi in difesa o per mancanza di fiato o per uso in altre posizioni, oggi abbiamo superatleti che il fiato ce l’hanno e che non vengono usati per altro, mettiamo anche caso che si facciano due soli cambi “tecnici” (infortuni a parte, quindi), il rischio per alcuni atleti, diciamo i piloni per primi, è che se stanchi prendendo in faccia un bussolotto si rompano, vero, ma il problema non è tanto quello, piuttosto che si mettano dei piloni a difendere su un centro con regolarità impressionante, un ritorno a delle regole che costringano la mischia ad essere presente sul punto di contatto, invece che sparsa per il campo a fare ogni azione da ball carrier e da difensore, spaccherebbe nettamente le difese.
negli anni si è cercato di creare un regolamento che favorisca raggruppamenti sempre meno numerosi e gioco più aperto, ma se nei contrasti ci sono 3 uomini per parte, che magari sono pure dei 3/4, in giro per il campo ce ne sono 12, mentre quando il gioco era molto meno veloce vi erano 4/5 uomini per squadra sul punto, una terza a dx e una a sx vicine vicine e 7/8 difensori in giro per il campo, tra cui, di solito, uno o due dei primi 5 che erano rimasti indietro di un giro, chiaro che queste situazioni non si ripeteranno più data la professionalizzazione dello sport, ma trovare il modo di concentrare più uomini nella lotta di conquista e limitare cambi/peso/altri elementi, potrebbe portare dei miglioramenti
faccio un esempio, le lotte a terra con il grillotalpa, una volta sarebbero state considerati tutti tenuti o mani in ruck, se la palla è a terra libera e vince chi spinge di più, vedrete che non bastano 4/5 uomini in tutto a raggruppamento;
altro esempio, mischie ordinate che alla minima sbavature di girata o disgregazione fanno fischiare, lascia che prendano 20/30 mt anche mani a terra, vedrai quanto meno si disfano e magari le squadre scelgono meno centometristi pesanti e più piloni ciccioni, ma solidi;
imbraghi l’avversario? bene spingete pure, quando e solo casca tutto e non esce proprio più la palla fischio per chi stà avanzando, altro che turnover 10mt indietro;
allarghiamo il gate di entrata nei raggruppamenti e palla che deve rimanere a contatto con la testa del raggruppamento, altro che i trenini che si vedono da touche con gli avversari che possono solo prendere calcio contro perché hanno 30cm per intervenire e se prendono uno senza palla (6/7 giocatori avverari) è fallo;
etc etc, si perderà leggermente in spettacolarità e chiarezza per i non esperti, ma sono convinto che improvvisamente si apriranno spazi da sfruttare in attacco (con i corridori di adesso, poi, che magari ti fanno pure il riciclone in campo aperto come venditti a sarto sabato), non per niente le squadre giocano a fisarmonica, concentrali e poi aggirali, è il regolamento che consente che ci sia tanto traffico, si è avvicinato a quello del XIII per motivi “spettacolari” ed ha creato problemi
ultima nota, “il pilone, e non solo, stanco si fa male sui placcaggi!”, vi ricordate castro contro l’inghilterra? non l’hanno puntato, ci hanno girato attorno; tra l’altro in mischia si avrebbero, con ogni probabilità, contatti meno feroci e meno rischi sulla salute
aspetto critiche 😉
Vorrei solo soffermarmi sul concetto di spettacolo.
Lo spettacolo, come fai osservare, è l’intensità della battaglia,sia che tu la giochi con la mischia, che con i 3/4.
E’ da quando Webb Ellis ha codificato le norme che sono cominciati distinguo, dal calcio che vietò ogni contatto al rugby a 13 che cerco di limitare gli scontri organizzati utilizzando la mischia.
Ora, io non vorrei ( ammesso che ne fossi capace) teorizzare qualche filosofia intorno allo spettacolo rugbystico, dico che questo problema andrebbe posto nel momento in cui ci trovassimo di fronte a cali di spettatori e/o indicatori simili, cosa che non mi pare sussista.
mi collegavo al discorso che è già uscito più volte, la diatriba tra rugby spettacolare e meno, gli spettatori possono anche essere un’indicatore, ma non l’unico e chi regola lo sport deve capire dove stà il limite di questo indicatore prima di snaturare lo sport stesso per questo aspetto, dato che i motivi che spingono la massa verso uno spettacolo non sono solo legati alla bellezza dello sport stesso; stando nel nostro giardinetto vedi la trasmissione dell’NFL o l’NBA, che a seconda dell’evento e di tante altre variabili attira più o meno gente, di cui la maggior parte non sa neanche il 30% delle regole.
io continuo a credere che chi guarda uno sport debba cercare di capirne le regole e la filosofia per apprezzarlo (poi se lo guarda ogni tanto per passare il tempo o stare in compagnia niente di male, più o meno come faccio io con il calcio), altrimenti è come il ragazzino che va a vedere il filmone da cassetta interpretato dagli effetti speciali, il belloccio che vorrebbe essere e un paio di tettone semidesnude che fanno fatica a far capire se ridono o se piangono, e poi si chiede perché il film non è candidato all’oscar, probabilmente è un limite mio, per carità
@adg
Per me il problema non sono gli spettatori o lo spetacolo ma la sicurezza degli atleti.
A pelle ( parlo degli ultimi 5-6 anni,, dal blog di Fumero ) ho la sensazione che siano aumentati in maniera esponenziale.
Ok, pero non c’entra nulla la noia e la poca spettacolarità. Cambia la prospettiva se si vuole affrontare questo problema. Non tanto il numero ma la lunghezza dei periodo di fermo per infortunio è aumentata. E questo è determinato dal fatto che il fisico dell’atleta è portato a limiti di sforzo e potenziamento muscolare sconosciuto solo quindici anni fa.
Invece di solito dove c’è fumo c’è arrosto. Wayne Smith in quell’articolo diceva che il rugby deve cambiare o “rischia di perdere seguito”. Allora se queste proposte di cambiamento, anche diverse o contrastanti, vengono riproposte di continuo da più parti non è che ci sono già le avvisaglie concrete di questa perdita di seguito? Al di la delle dichiarazioni ufficiali di circostanza che “tutto va ben madama la marchesa…”. Munari in un tinello dice che la questione viene posta in quei paesi dove c’è la grande concorrenza del League, e non penso proprio che sia tanto per chiacchierare a vuoto senza dati reali. In italia di certo non si percepisce questo, non esistendo il League. E se si vuol fare il professionismo il pubblico non è secondario, è primario.
Ciao Gian.
Tantissime belle idee, speriamo che il board ti legga. 🙂
Devo dire che mi piacciono di più queste proposte. Soprattutto l’idea di allargare lo spazio concentrando gli uomini nella ruck.
Pur avendo grandissima stima per l’uomo e il giocatore, la proposta di Rivaro di abbassare le sostituzioni non mi sembra la migliore, perché ci sarebbero problemi con gli infortuni e poi non sono convinto che il livelli fisico si abbasserebbe. E inoltre, mi è sempre piaciuto il fatto che, a livello amatoriale, tutti avessero la loro possibilità di entrare in campo. È una cosa molto bella, soprattutto per i piccoletti
d’accordissimo sulle ruck
Dico la mia: 1) caschetto per tutti i giocatori 2)aumentare le sostituzioni 3) stabilire per ogni ruolo un limite max e min di peso…forse con questi 3 piccoli accorgimenti si potrebbero evitare casi spiacevoli. Per quanto riguarda la spettacolarità e tutto soggettivo ma in linea di massima al pubblico non molto appassionato piace la partita senza interruzioni (mischie, touche) e con molte mete.. Poi de gustibus…
no helmets no pads just the ball!
aumenti le sostituzioni, non aumenti gli spazi e favorisci il gioco!
quanto alla spettacolarità per i neofiti se non piacciono mischie, touche, ruck and mauls che seguano il league o quell’ altro coi caschi e le corazze..
a noi il nostro rugby piace tanto cosi!
Ricordo che al problema peso/potenza accennò Munari in un Tinello. Arriveremo ad avere un Rugby Union diviso in due categorie: pesi massimi e pesi leggeri…?
io allora devo capire per il sig. Rivaro quale sono le belle partite, io all’epoca non ero un buon placcatore, forse per questo mi esalto nel vedere difese beneorganizzate e asfissianti, per me pur apprezzando le partite con grandinate di mete le battagle da topi han un fascino che per me ha pochi eguali.
ma detto ciò il rugby è uno sport in continua evoluzione, se non piace che provi ad allenare e fare due sostituzioni a gara, poi vediamo.
Comuqnue da una parte chiede di avere tutela dei giocatori e pone giustamente l’attenzione sulle concussio, dall’altra però chiede di diminuire le sostituzioni.
ora porto un’esempio. Partita di sabato scorso di Edimburgo, l’Irlanda ha già fatto 2 sostituzioni e Sexton ha i Crampi, che si fa? lo si lascia da incoscenti in mezzo al campo? posto che mi ha fatto senso vedere scene tipo Fritz a Tolosa l’anno passato, che si fa? lasciamo in campo un giocatore esposto alla mercè dei taglieggiatori avversari? io ho preso un placcaggio con una crisi di crampi alle gambe, vi giuro che non è piacevole non hai la reazione necessaria per assorbire il contatto, cambiare 2 giocatori non serve a diminuire i pericoli di ingortunii anzi per me li aumenta, dopo 80 minuti di mazzate gli interventi possibilmente scomposti e potenzialmente pericolisi per me aumentano, per non parlare di infortunii di natura logorante. Diciamo che gli attacchi veramente organizzati tendono oramai a cercare i 5 uomini più lenti e punterli con apertura e centro per farci il periplo attorno, mica andarci a sbattere, una volta non si faceva nemmeno stretching ma le cose son cambiate, e una volta nessuno curava in maniera maniacale la difesa, il dicttct era: “keo davanti xe ‘l too omo, seghelo!!!” oggi non è più così bisogna anche capire l’ultilità d’intervento nello spazio, e in questo molti non vedono lo spettacolo che vedo io, pazienza
la differenza tra emisfero nord e sud sta tutta negli arbitraggi, a nord siamo abituati sin da piccoli a fare certe cose che a sud sanzionano più facilmente, e contrario naturalmente, la velocità delle ruck a sud del modoo sta nel fatto che appena c’è una parvenza di raggruppamento fischiano contro se non tilevi immediatamente, mentre qua sporcare le ruck è molto più consentito
Ahimé anch’io temo che meno cambi portino a più infortuni o a più falli in ritardo che in genere sono quelli da cui nascono gli infortuni.
Quoto anche il discorso delle ruck. Sinceramente a volte inoltre la differenza tra un tenuto e un non rilasciato è così minima che alla fine stare lì a remesciare porta solo a ostruzioni e tentativi (a volte no fischiati) di sporcare la ruck.
A tavola stasera spiegavo così tanto per parlar di qualcosa a mia moglie (che non è ne capisca tanto) che il rugby di oggi ha le difese che ti aggrediscono e che per aggirare il problema si finisce per fare tanto antigioco (finte di corsa e passaggio, muri e veli ecc.). Apro On rubgy e mi trovo l’articolo.
Non so se sia possibile tornare così indietro come propone Rivaro. certo è che questo rugby sta imbruttendo in generale e imbriglia i veri e pochi geni di questo grande sport. Qualcosa va pur cambiato comunque, e speriamo non in peggio!
Ma quando si comincia a parlare di cifre di miliardi di euro sento puzza di …calcio!
Dico la mia pure io 😉 :1995, meta di Lomu contro l’Inghilterra nella coppa del mondo sudafricana: Lomu, 118 kg, affronta prima Underwood 85 kg, poi Carling 90kg, alla fine Catt, 85 kg e segna una meta di potenza e velocità individuale.
Ho riportato i pesi apposta, e se non ricordo male stiamo parlando di trequarti-centro. Da quella coppa del mondo il rugby è cambiato, si è puntato sul peso e sulla potenza, l’arrivo del professionismo ha aiutato a sviluppare giocatori grossi e veloci, infine le squadre si sono saturate di energumeni che pesano e corrono veloci. Adesso per creare offesa si sviluppa la difesa organizzandola fino all’esasperazione, ed a mio parere è la stessa Nuova Zelanda ad iniziare, poi ci si è nuovamente saturati con partite che rimanevano nell’ordine dei 25-40 punti.
Prossima coppa del mondo? Secondo me sarà l’esasperazione del grubber e dell’up and under……aspetto critiche affettuose 🙂
ala..lomu..
pardon 😉
invece adesso la tendenza è cercare di creare mismatch al contrario, se ho un giocatore “leggero” meglio che punti un pilone che giochi sul suo diretto avversario, e in questo gli inglesi e gallesi li vedo belli preparati in questo metodo offensivo
Ho letto questo articolo solo ora. E devo dire che non mi trova molto d’accordo nella soluzione proposta.
Mettere le sostituzioni solo in caso di infortunio? Una panchina di 8 da cui scegliere al massimo 3 secondo necessità?
Bah.
La soluzione deve essere un’altra.
C’è da dire che però gli infortuni stanno aumentando a dismisura. Soprattutto le concussion ma anche altri. Qui bisogna fare qualcosa.
Se il rugby non ridiventa uno sport più sicuro e meno doloroso e pericoloso mai più dei genitori responsabili manderanno i figli a giocare a rugby.