Seconde linee azzurre, prime scelte europee: focus su un reparto in grande spolvero

Biagi e Furno sono a ragione una costante nei XV ideali dei media stranieri. Ma anche il futuro promette bene…

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

C’è una costante, o meglio una piacevole certezza, nelle prime tre partite dell’Italia nel Sei Nazioni. E per cautelarci dalla possibile accusa di osservatori/tifosi, diciamo subito che non siamo gli unici ad essersene accorti. Nelle ultime due settimane Furno e Biagi sono finiti nel XV ideale di molte (e autorevoli) testate. Già, perché stiamo parlando proprio delle seconde linee. Giocatori non abituati ai riflettori, immensi gregari che giocano nel cono d’ombra del punto d’incontro, ma che svolgono un lavoro necessario (e talvolta sufficiente) per portare a casa le partite. Per dirla con un’espressione forse abusta, quelli che si notano non quando ci sono ma quando mancano. E che hanno preso come categoria un’ideale riconoscimento collettivo con l’assegnazione a Brodie Retallick dell’ultimoWorld Rugby Player of the Year.

 

Nel rugby moderno, fatto di impatti sempre più intensi e in cui imporsi nella key area del breakdown risulta fondamentale per determinare gli equilibri dell’intero match, avere una buona seconda linea è sempre più importante. Per non parlare poi del fatto che ancorarsi ad una buona touche può permettere di avere possessi in velocità da prima fase o piattaforme stabili per il gioco tattico. E se ancora non bastasse, aggiungiamoci il lavoro a sporcare le manovre avversarie per rallentarle ed il quadro è completo. In tutto questo, Brunel e lo staff azzurro possono dirsi più che soddisfatti di come sta andando a casa Italia. Vero che manca Gueldenhuys, ma Furno e Biagi stanno giocando un buonissimo torneo per quantità di cose fatte. Il seconda linea dei Falcons in particolare sta dimostrando tutto ciò che di buono si possa pretendere da un campionato di altissimo livello come la Premiership, in particolare la capacità di farsi trovare al posto giusto al momento giusto correndo traiettorie intelligenti e che anticipano il gioco.

Se poi dovessimo gettare uno sguardo al futuro, nel giro della Nazionale già è entrato Marco Fuser. Ma occhio anche a Federico Ruzza, classe 1994 in forza a Viadana che nei minuti giocati da permit con le Zebre contro Glasgow e Newport ha fatto vedere cose importanti, e che può giocare pure in terza.

Di Roberto Avesani

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