I permit Mbandà e Ruzza: tutto un altro livello, ma esperienza bellissima
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Secondo me si scrive Jimenez. ( polemica inutile)
In ogni caso è un solido e professionale uomo di rugby. Un’ancora cui aggrapparsi senza paura.
L’ho sempre detto io che servono “uomini di rugby”, e non laureati in…..
E’ un po come quello che diceva che tutte le sue “collaboratrici” erano laureate…si ma per quel che sapevano fare non serviva la laurea, ma tanta esperienza sul campo. O no.
“Federico Ruzza: siamo stati bravi nella gestione al piede del match, e nel voler andare al piede nel loro campo. Nel primo tempo invece abbiamo proposto e giocato alla mano. Loro sono stati tosti dal punto di vista fisico, ma non abbiamo subito. Il livello e il ritmo sono più alti, giocare qui è una bellissima esperienza.
Maxime Mbandà: sono stanco perché è tutto un altro livello rispetto all’Eccellenza. Lo sconto fisico è più duro,ma quello si può più contenere. La cosa davvero diversa è il ritmo, devi avere le gambe altrimenti gli avversari vanno e segnano.”
E pensare che han giocato in casa contro una delle squadre meno forti del panorama europeo, una partita singola, da far leggere rileggere e imparare a memoria a chi chiede l’uscita dalla CL!
gli altri fan un’altro sport rispetto all’eccellenza, serve abitudine a questi livelli e portare più gente competente a giocare a questi livelli, tagliando chi non riesce ad esprimersi, e legando delle accademie alle celtiche solo così facendo aumenta la concorrenza per i posti in nazionale
esatto Kat..
ricordo c’ era chi sorrideva quando parlavamo di altri ritmi e altra intensità!
Non si puo’ stare a tutti costi senza se e senza ma, la CL a 4 milioni federali del primo biennio non e’ la stessa cosa di una CL a 10-12 milioni fedrali di oggi…richiedere un’analisi costi-ebenfici, richiedere che si studino alternative e le si valutino e’ quello che si richiede…cosa che qualsiasi dirigenza dovrebbe sempre e comunque fare.
Stefo sull’analisi costi hai ragione, e anche in altri lidi con più tradizionensi sta parlando di rivedere un paio di cosette, ma parlando a livello puramente sportivo é un’altro mondo, e questo la “gente” non lo vuole capire, semplificando, le ipotesi erano di abbandonare i celti e coi soldi risparmiati inestire un milione a testa per squadra, ma alla fine sarebbe più dispersivo e controproducente
Il sistema va rivisto profondamente son concorde ma non é abbandonando il treno che si può crescere, se dalle difficoltà bisogna imparare e crescere, altrimenti non si migliorerà mai
O sbaglio?
Però bisogna spiegare per quale motivo in eccellenza o in qualunque altro campionato non si può giocare allo stesso ritmo e velocità della CL, o anche superiore. Per caso c’è un limite di velocità imposto dai regolamenti? “L’abitudine” a certi ritmi non te li fa certo sostenere se non hai la velocità e la resistenza necessarie, e queste come si acquisiscono? Come le hanno acquisite quelli che le hanno? Giocando “contro altri più veloci” che non ci sono o allenandosi fino a quei ritmi?
la differenza la fanno i giocatori, i sistemi di allenamento, le strutture, la cultura dello sport, gli arbitri, i dirigenti etc..tutto insomma..
in sintesi non puoi svegliarti domani e dire: “beh da oggi giochiamo al ritmo della celtic”..
in principio quando si è fatta la scelta di partecipare a questo campionato era anche in funzione di questo, cioe far alzare il livello di competitivita dei giocatori..
si dovrebbe meditare piuttosto sul fatto che gli Aironi 2 necessitavano di 2 milioni (4 in tutto, se non ricordo male), in seguito fino ad oggi se ne spendono circa 12..
percio come detto da altri è giunto il momento di fare un rapporto costi benefici, anche perche se i risultati sportivi son questi tanto affare non è!
“la differenza la fanno i giocatori, i sistemi di allenamento, le strutture, la cultura dello sport, gli arbitri, i dirigenti etc..tutto insomma..” esatto mez ma queste cose fanno anche la differenza anche sulla sostenibilita’ di un progetto come quello celtico…i problemi non sono solo dei soldi e lo sono fin dall’inizio di sistema, l’Italia come movimento non era e non e’ oggi al punto in cui Scozia, Galles ed Irlanda erano quando hanno dato vita alla CL.
ma son completamente daccordo Stefo..
nelle differenze citate i soldi li ho citati dopo, il problema è strutturale, di sistema, normale poi i risultati sul campo siano la diretta conseguenza..
oltretutto dovesse continuare “l’ esodo”, si dovrebbe rivalutare seriamente la partecipazione al campionato (cosa che sarebbe probabilmente deleteria per le altre celtiche), almeno a queste condizioni..
kat se io dico che una Ferrari e’ meglio della mia VW Bora penso di dire un’ovvieta’ ma se anche avessi i soldi per comprami una ferrari poi non la potrei mantenere in termini di bollo, assicurazione, cura, benzina ecc…lo sai benissimo che io ho dubbi dall’anno 1 sulla maturita’ del movimento italiano, e non mi stanchero’ mai di ricordare che molti si sono illusi all’epoca di essere nella stessa posizione delle altre celtiche quando loro hanno dato vita alla CL…cosa ssolutamente non vera!
Ora, i costi federali sono praticamente triplicati, si sta assistendo all’esodo piu’ grande in cui anche i giovanissimi scappano e se li riesci a tenere e’ solo per un vincolo accademico assurdo che li costringe a restare pagati in nocciline…davanti a tutto questo penso si dovrebbe mettere almeno in dubbio il dogma celtico e pensare ad alternative.
Il piu’ grande male del movimento e’ che dove conta mancano persone che pensino e propongano qualcosa di alternativo, si va avanti con mani e piedi legati ad un’idea che per il momento se si facesse un’analisi costi benefici seria non so quanto reggerebbe l’esame.
No si sa, non reggerebbe.
Dal prossimo anno 4 al Benetton e 4 alle zebre private di Parma. È’ una promessa
Però Kat questi ragazzi fanno il permit e fanno bene, arrivano alla Celtica e dopo la preparazione che non è poi quella dei marines pronti via e fanno bene, e appena hanno una possibilità vanno all’estero. Io come quasi tutti ci ho creduto nella Celtic (e costava in tutto 6 mil, con la tassa da 3 rinegoziabile), ma con questa dinamica non si capisce davvero che senso abbia buttare tutti quei quattrini in due squadre con nessuna ambizione e prospettiva e nella moltitudine delle accademie destinate a formare l’alto livello. Se estero dev’essere, allora tanto vale farsi un domestic bello largo, farci giocare i ragazzi, fare quel po’ di coppe che ci lasciano fare, e quelli buoni farli andare tutti: giocheranno n squadre di livello di sicuro al pari o meglio delle nostre due ciofeche, e guadagneranno pure qualche bel soldino se lo valgono.
Quoto mal…
E pensare che qualche professorone del blog considera normale convocare in nazionale gente che non ha mai messo il piede in un campo di pro!
Magari se andate voi due a spiegarglielo di persona, forse lo capiscono… 🙂
Il fatto che i giovani arrivati dall’eccellenza abbiano ben figurato fa molto piacere, e detto da loro sembra che l’esperienza celtica sia molto utile (lasciamo la parola agli esperti, a che va in campo).
Mi spiace che a breve si chiuderà tutto.
Zebre a casa e ragazzi a giocare in eccellenza.
non penso proprio.
Domanda :
Se il campionato U.20 in NZ o SA propone giovani che vanno a 100 km/h e l’Eccellenza propone giocatori che vanno a 60 km/h a cosa è dovuto ?
E’ solo un problema do professionismo vero?
( mi riferisco a Viadana tornata in Eccellenza con pagamenti diversi e quindi non più 2 allenamenti al giorno ma uno pomeridiano-serale)
Può essere solo che si allenano “poco” o “male” o entrambe le cose. Per capirlo bisogna sapere esattamente quanto e come si allenano gli altri.
I fattori sono tanti, allenamento come quantità, ma anche come qualità, poi per me l’Eccellenza sconta un fattore arbitri per niente secondario: partite con pause lunghissime, gioco effettivo ridottissimo, mai tante fasi, reset infiniti, nel dubbio sempre il premio al difensore, e così via. Così non invecchi mai e sarà sempre preferito il marpione col passo da giardinetti rispetto al ragazzo che è buono, corre come un matto ma offre meno “sicurezze” al coach (e al presidente). Io vedo la Francescato in A, praticamente senza mischia e senza touche, se la gioca a tutta velocità e fa vedere anche belle giocate: mischia un po’ di questi ragazzi con gente un po’ più solida e d’esperienza, fai un bel campionato a gironi con tante squadre e metti un tetto al budget, così se ne prendon fuori sono meno e un po’ più buoni. Vedrai che le partite crescono di interesse e quando arrivi alle finaliste ci sarà anche da divertirsi.
Non è che il primo fattore è un approccio tutt’altro che “professionale” ancor prima che professionistico ma “amatoriale” (inteso da un certo punto di vista anche in senso positivo)? Da parte sia dei giocatori che dei tecnici (se non tutti, la maggioranza). Cioè che il rugby, e lo sport in generale, in italia viene visto più come “divertimento e passatempo” che come una cosa “seria” a cui applicarsi seriamente, che poi resta anche quando si sale di livello e “serio” dovrebbe esserlo o diventarlo per forza.
Infinito Mauro Bergamasco, finalmente la gratifica di essere capitano, e pure fare la “chiocca” al fratello piú piccolo. Ecco che tutto torna nella vita! Uno che non gioca a rugby “per” arrivare da qualche parte ma perché “esiste” grazie al rugby e si in qualche modo s'”accontenta” di questo.
Migliorato perfino nella comunicazione. la sua sola presenza al momento vale 10 punti subiti in meno. Vedasi i cuori impavidi di TV. Grazie del tuo esempio.
Jimenez ha vinto , in due partite, quanto Cavinato in un girone.
Solo sf…. ehm scalogna?
la battutina ci sta,
comunque i meriti di Jimenez iniziano prima dal momento che è in squadra dall’inizio e raccoglie il lavoro di tutti (al di la dei problemi personali che posso solo intuire dai commenti letti e basta )
sul fattore scalogna/fortuna vorrei ricordare che ieri i Dragons avevano un calciatore che … nemmeno Haimona 🙂
invece dall’altra parte c’era un calciatore di tutt’altra fatta .. fra l’altro visto che Mirko è “diventato calciatore” non potrebbe provarci anche qualcun’altro ?