Quei 104 punti di Cardiff, l’ultima sirena d’allarme al Movimento Italia

Un mese fa il 67 a 0 rimediato dal Benetton a Northampton, ora il ko di Rovigo. Basteranno a dare una scossa?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Maxwell 19 Gennaio 2015, 08:10

    Mi sarebbe piaciuto vedere la differenza oggi e 10-15-20 anni fa tra Rovigo o Calvisano o Mogliano col Neath !!!!
    La realtà è che siamo poveri e per 400K si è disposti a fare figure di merda. Punto.
    E poi, IMHO , persino la Champions va cambiata.
    L’Ulster non è nella stagione migliore, certo, ma fa male al cuore vedere che ne piglia 60 da una squadra più “motivata”.

    • Stefo 19 Gennaio 2015, 08:36

      Maxwell io direi di smetterla di nascondersi dietro i 60 dell’Ulster, i 50 del Castres o altro…non entro nello specifico delle partite (motivazioni, infortuni durante la partita che ti lasciano con 3 mm in campo sulla 3/4 per 40-50 minuti, che abbiano comunque segnato 4 metenon e’ un dettaglino in quelle condizioni) perche’ non sarebbe il caso, si tratta di un evento…nascondersi dietro ai 60 dellUlster o i 50 del Castres e’ da ultras curva sud/nord (par condicio) o da senza offesa stupidotti che non vogliono guardare in faccia alla realta’.

      Per gli altri sono eventi, momenti rari, gli schiaffi che ogni tanto avvengono (piu’ spesso nelle ultime 2 giornate di pool), per le sqaudre italiane piaccia o non piaccia dirlo, si guardi in faccia la realta’ i momenti rari, gli eventi son quelli dove non capitano…e non si dica che non e’ vero perche’ son pronto a portare le differenze punti dei club italiani negli anni nelle coppe europee.

      La Champions, i cambiamenti posti si stanno dimostrando buoni ma per curiosita’ cosa cambieresti?

      • Maxwell 19 Gennaio 2015, 09:13

        @ Stefo
        La questione su cosa cazzo ( parolaccia cabarettistica ) ci faccia una qualsiasi squadra di Eccellenza contro una franchigia gallese è nota.
        ”Siamo poveri e per 400 k facciamo figure di merda”…. Non mi sembra di essere in disaccordo col 99% degli utenti di OnRugby.
        Ma se si vuole parlare male della FIR ci sono decine di motivi più seri che non la scoppola di Rovigo.
        Sull’Ulster ho detto che mi fa male al cuore vedere che…… ” ne prende 60 da una squadra più motivata”….. Non mi pareva di aver fatto paragoni fra movimenti ma semplicemente che IMHO la Champions va riformata.
        Come?
        4 gironi da 4 con posti garantiti e teste di serie.
        Preliminari ad agosto e il resto nella coppetta ( con 1-2 posti alla Champions dell’anno successivo).
        In questa maniera passano SEMPRE le prime e le seconde…. Senza problemi di ”motivazioni”

        • Maxwell 19 Gennaio 2015, 09:16

          ….. E qualche indennizzo economico per chi esce ai preliminari….. Questo vale soprattutto per noi italiani…… 🙂

          • zappinbo 20 Gennaio 2015, 11:59

            indennizzare noi tifosi? 🙂

        • Stefo 19 Gennaio 2015, 09:31

          formula coppa che siano 4 gironi o 5 gironi cosa csmb ia?anche a 4 gironi una squadra che alla quarra partita e ‘ fuori come un castres avra’ zero motivazioni…che i gironi sisno 10, 5 o 4.

          • Maxwell 19 Gennaio 2015, 09:49

            A 16 anziché 20 ci sono 4 squadre materasso in meno…. O al limite premi economici per la dfifferenza fra 4 e 3 posto

          • Stefo 19 Gennaio 2015, 10:59

            Maxwell ma che il Castres finalista di T14 avrebbe avuto una stagione oscena come quella di oggi potevi metterlo in conto?O che l’avrebbe avuta il Montpellier semifinalista di T14?O l’Ulster ai quarti di coppa lo scorso anno e finalista di Pro12?
            Che le pool siaano anche 4 hai lo stesso identico pericolo che una squadra perda le prime 3 o le prime 3 su 4 e sia virtualmente fuori…

          • Stefo 19 Gennaio 2015, 11:03

            Lo sport ha anche queste situazioni, ci si convive, la perfezione in tutte le partite non la potrai mai avere…sta mania di voler cambiare a tutti i costi…si e’ gia’ visto cambiando che si e’ distrutta la seconda coppa rendendola una cosa inutile che interessa a 3-4 club (se va ben)…la prima coppa andava gia’ bene com’era (numeri di spetattori in crescita alla mano) e va bene anche quest’anno dove all’ultima giornata matematicamente nessuna pool e’ chiusa.

          • Maxwell 19 Gennaio 2015, 11:24

            A me non vanno giù le 20 squadre…. E’ più forte di me. Fare i conti nel proprio girone è una cosa, 3 seconde su 5 proprio no in mi piace, e cmq è innegabile che c’è un rischio maggiore di de motivazioni….. ( rischio maggiore no in significa 100% ). Ovviamente è solo una mia opinione e mio gusto.

  2. teorub 19 Gennaio 2015, 08:30

    “Bisogna programmare e investire soldi in maniera intelligente e sensata, premiare chi lavora bene e non consentire a nessuno di vivere al di sopra delle proprie possibilità, anche e soprattutto dall’Eccellenza in su.” ovvero il problema in Italia in generale. Bravo Paolo bel articolo.

  3. Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 08:35

    Caro Gillotalpa, generalizzare spinge, il più delle volte, a incanalare la discussione verso conclusioni le più disparate.
    Il risultato di Rovigo non è certo un sintomo di salute. Ma non è il primo, nè, temo, sarà l’ultimo.
    Ad ogni buon conto, il livello dell’eccellenza non può essere paragonato al livello del Top14 o della premiership nemmeno nell’ebrezza provocata dal migliore dei bianchi di Franciacorta.
    Nè credo possa essere questo un livello di comparazione.
    Credo che il confronto, casomai, andrebbe fatto con le Celtiche e anche qui a parità di budget.
    Se volessimo analizzare il declino o la mancata crescita del movimento rugbistico italiano di questi ultimi venti anni, perchè di questo si tratta, visto che per fare un buon giocatore servono almeno 10/14 anni, non basterebbero forse due o tre gionate di post a raffica.
    Il fatto che non produciamo giocatori di livello internazionale a sufficienza è un dato assodato.
    Il fatto che Scozia e Inghilterra, che pure hanno livello di floridezza certamente migliore del nostro, stiano investendo nelle strutture di base è un altro fatto.
    Però, consentimi, voler a tutti i costi pensare che Rovigo ( O mogliano o Calvisano) abbia qualcosa a che spartire con Cardiff o Stade Francais è demenziale.

    • Stefo 19 Gennaio 2015, 08:45

      AdG hai ragione su molte cose, ma allora la domanda e’ l’Italia dovrebeb togliere il disturbo dalla Challenge Cup?
      So che risponderai selezione o NAzionale Emergenti, idee che la gente propone da anni e che ad essere onesti la FIr propose gia’ a suo tempo alla ERC (4 anni fa) e sono state rispedite al mittente quindi strada non percorribile.

      • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 08:53

        Io la risposta non ce l’ho. Posso dirti che l’anno scorso vedere il Brive pareggiare a Calvisano mi aveva fatto un certo effetto.
        Sono convinto che in Challenge ci si deve andare con un minimo di squadre attrezzate.
        Comunque, le squadre di Eccellenza hanno bisogno di un confronto per misurarsi con alri movimenti. Se non è percorribile la strada della selezione per la Challenge anche solo di un quadrangolare con Rumeni, Georgiani e Russi.
        O con qualche Domestic Anglosassone.

      • M. 19 Gennaio 2015, 11:15

        Ma la squadra rumena non è un club mi pare, e noi non potevamo far entrare in coppa i permit? Questa cosa non è più prevista?

    • Paolo 19 Gennaio 2015, 08:49

      “voler a tutti i costi pensare che Rovigo ( O mogliano o Calvisano) abbia qualcosa a che spartire con Cardiff o Stade Francais è demenziale”.
      Non credo che nell’articolo ci sia scritto nulla di questo. Ma nemmeno lontanamente

      • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 08:58

        Però, se è vero il contrario, come tu sottolinei, di cosa parliamo? Non credo ci sia bisogno di enfatizzare di nuovo la sconfitta di Rovigo per avere coscienza della distana tra Eccellenza e Campionati pro.

        • Paolo 19 Gennaio 2015, 09:10

          e cosa c’è scritto nel pezzo?
          “La distanza che c’è tra la media del nostro movimento e uno qualsiasi dei nostri avversari del Sei Nazioni non è aumentata per quello che è successo all’Arms Park venerdì sera, anche perché quella di Cardiff era comunque una partita proibitiva per il Rovigo. Il vero problema è che quella distanza non diminuisce. Da anni”.

          • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 09:14

            Ok, avevo frainteso. Grazie.

          • sentenza 19 Gennaio 2015, 14:27

            E allora, scusate se torno sulla solita questione visto che c’è l’interlocutore, questo cosa dimostra per l’ennesima volta? Che si diventa bravi giocando nei campionati dei più bravi? Che basta la botta d’adrenalina che magari ti fa prendere solo 29 punti invece di 50, ma che appunto non cambia il quadro?
            Visto che a giocare meglio non si impara, almeno che si impari il principio, dopo vari lustri, cioè che il modo per migliorare non è quello. In media ne abbiamo un paio di dimostrazioni al mese.

  4. maz74 19 Gennaio 2015, 09:05

    Il problema è la programmazione completamente sbagliata e lo sperpero di risorse per fini elettorali.
    I modelli da seguire ci sono, vedi Irlanda o Nuova Zelanda, ma bisogna avere la volontà politica per investire dove veramente si produce anche se non ti ha votato.
    Poi mi chiedo, si dice che ci sono poche risorse e poi si spendono milioni per una nuova sede completamente inutile, perche??????

    • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 09:42

      I fini elettorali li puoi perseguire anche facendo le cose per bene.
      Io non derubricherei tutti i problemi nella categoria” volontà di sperperare” ma solo perchè corriamo il rischio di non capire quel che succede.
      Io credo che il vero problema culturale stia nelle differenti valutazioni del punto di partenza.
      Se la maggior parte del movimento ( i presidenti delle società) è convinta che i ragazzi per competere ci sono e che la struttura accademiale messa in piedi, è la strada per capovolgere, in positivo, la situazione il resto dei discorsi rimane parcheggiato fuori dalla porta delle ipotesi riformatrici. E guarda che molti , anche su questo blog sono convinti di questo.

  5. soa 19 Gennaio 2015, 09:50

    Vecchia storia. Purtroppo bisogna prendere atto della differenza che c’è, senza però dimenticare che un confronto con movimenti stranieri è utile per capire se ci sia un miglioramento oppure no. Vedrei bene delle sfide con squadre romene o magari di ProD2 o dei domestic delle celtiche.

  6. Cuco23 19 Gennaio 2015, 09:56

    Scusate se sarò prolisso, ma la mia è una riflessione un po’ lunghetta che tocca vari argomenti. Capitolo Rovigo: a questo punto io (da tifoso rossoblù quale sono) mi sono fatto un paio di domande: com’è possibile che la stessa squadra che in Francia mi perde con 68 punti, in casa per un avanti sulla linea di meta all’ultimo minuto perde solo 17-20? E in qesto caso, com’è possibile che gli stessi giocatori che un mese fa avevano disputato una bellissima partita al battaglini perdendo solo 20-33 poi rimediano col Cardiff fuori casa la più brutta sconfitta di sempre con 104 punti subiti? E mi sono dato queste risposte: al Battaglini il Rovigo ha cercato di disputare delle buone e dignitose partite di fronte ai propri tifosi, mentre all’estero è andato solo per far presenza rinunciando a giocare duramente (perchè una rinuncia al gioco di fatto è stata, perchè uno che prende cento punti vuol dire che in campo nemmeno ci è andato) onde evitare di tornare con infortunati e ossa rotte. Che questa (la strategia in trasferta) sia una scelta poco onorevole dettata solo da cinico opportunismo non ci piove e non mi va giù fino in fondo, perchè a mio avviso si deve sempre cercare di dare il massimo; però il Rovigo ha fatto una scelta, ovvero di puntare tutto sul campionato per cercare di preservare al meglio le propri forze/energie/giocatori per puntare allo scudetto. Che di prendere imbarcate di punti in coppa ne ero sicuro fin dall’inizio, più che altro sono grato alla mia squadra che per lo meno in casa mi fa assistere a partite belle contro squadre di tutt’altro pianeta. Questa secondo me è la stratetegia scelta dal Rovigo in coppa e tutto sommato la condivido, perchè sono ben disposto a subire 50, 70 e anche 100 punti pur di far bene in campionato, che è l’obiettivo principale. Poi se stiamo a dire: 1) se le squadre italiane in coppa prendono tanti punti allora non ci stanno a fare niente, ok; 2) che sarebbe meglio partecipare con selezioni più competitive, ok; 3) che più che altro la challenge cup è utile per i contributi, sempre ok. Però il Rovigo ha meritato sul campo questi contributi e questa competizione, e davanti ai propri tifosi non ha fino ad ora sfigurato e cerca come può di onorare al meglio questa partecipazione. Punto, io a tal proposito la penso così. Più che le sconfitte di una squadra d’eccellenza in challenge cup, per me fanno molto più clamore le continue sconfitte e gli iniesistent margini di miglioramento delle celtiche sia nelle coppe che nel pro12. E quindi come fare? Più che aprire accademie a destra e a manca oppure organizzare (o dovrei dire raffazzonare in fretta e furia) una competizione di qualificazione nota come “terza coppa” secondo me la FIR dovrebbe oganizzare dei settori giovanili di alto livello legati alle franchige e per quel che riguarda la partecipazione delle eccellenti in coppa cercare di organizzare una selezione distribuendo i contributi alle squadre in base agli atleti convocabili che forma per tale selezione, un sistema meritocratico e concorrenziale che a mio avviso spinge a migliorarsi sempre più.

    • Hullalla 19 Gennaio 2015, 11:29

      Spiegami una cosa: se le squadre piu’ blasonate d’Italia quando fanno le partite di coppa fuori casa non hanno problemi a prendere 100 punti pur di non tornare a casa con infortuni, se facessimo delle selezioni (non blasonate e senza tifoseria storica), queste dovrebbero per forza pescare i giocatori dalle squadre che rinunciano a giocare furoi casa per evitare infortuni. Quale motivazioni avrebbero quei giocatori per giocare al massimo, visto che non lo fanno nemmeno con le loro squadre??? Inevitabilmente giocherebbero ancora di piu’ pre evitare infortuni (sia in casa che fuori casa), visto che le selezioni non avranno sicuramente tifosi ne interesse.

      • Cuco23 19 Gennaio 2015, 11:45

        Hullalla, è vero ciò che dici e i giocatori selezionati potrebbero giocare allo stesso modo col freno a mano tirato, però essendo una selezione questo trucchetto lo fai una volta perchè dopo non ti chiamano più se non ti impegni. La selezione a mio avviso (oltre che ad essere una cosa che non peserebbe su una sola squadra) potrebbe essere un occasione per i giocatori dell’eccellenza, soprattutto i giovani, per mettersi in mostra e valutare le proprie forze contro avversari di caratura superiore, sperando che gli sforzi si traducano poi in un futuro salto di qualità verso squadre professionistiche. E guardando il lato puramente economico, spingerebbe le squadre a sfornare atleti sempre migliori che venendo chiamati porterebbero una percentuale di contibuti maggiore al proprio club (con il criterio di distribuzione che spiegai nel mio commento sopra). Dopo è anche vero il discorso che fai sulla tifoseria, ma per quanto riguarda le coppe europee delle singole eccellenti nella presente e nelle passate stagioni non mi pare che ci sia un così grande afflusso (tifoseria rodigina a parte, che in challenge meno di 1000/1500 a partita non ce ne sono), quindi fare girare la selezione nei vari stadi potrebbe avere anche uno scopo pubblicitario.

    • Thunderstruck 19 Gennaio 2015, 11:48

      Cuco, le tue riflessioni son sempre oneste, educate e con spunti di riflessione. Ti dò anche il mio, di parere.
      Tra qualche mese ci sono discrete probabilità che Rovigo e Calvisano si incontrino per giocarsi l’ambito(!?) posto per la prossima Challenge. A prescindere dai contributi economici che le società riceverebbero per parteciparvi, mi sto seriamente domandando da tifoso cosa mi spingerà a sperare che la spuntino i bresciani… Il pensiero che la mia squadra vada a fare la vittima sacrificale in un torneo che le apparterrebbe formalmente ma non certo tecnicamente mi terrorizza. Il nome di Calvisano (ed immagino che a maggior ragione, data la sua storia, valga per te con Rovigo) non vorrei MAI che venisse ridicolizzato solo per il fatto che da tifoso mi inorgoglirebbe vedere al Peroni qualche team franco-anglosassone fatto di sole riserve in gita di “piacere” nelle maleodoranti lande della bassa bresciana. Esser considerato uno zerbino mi ferirebbe troppo, anche in considerazione del fatto che la tanto millantata “esperienza” che si farebbe prendendo scoppole catastrofiche non mi trova d’accordo. Ne tecnicamente ne, soprattutto, moralmente.
      Ciò che è accaduto a Rovigo, pur con qualche attenuante, è dannosissimo prima ancora che inconcepibile. Qualunque rugbista indossi la maglia rossoblu sogna di entrare nella storia di questa grandissima società. I ragazzi in campo a Cardiff ci sono entrati ufficialmente di diritto, ma non per meriti. La scelta di puntare tutta la propria faticosa conquista del posto in Challenge sulle gare al Battaglini e fare semplice presenza in quelle in trasferta ha fatto sì che il nome di Rovigo venisse umiliato. E questo è, per come la vedo io, imperdonabile anche se l’obbiettivo primario è un altro. Vedere quel punteggio è agghiacciante ma lo è stato ancor di più vedere, per me, gli Highlights. Guardare giocatori immobili per salvaguardarsi fisicamente o perchè l’obbiettivo è il campionato italiano mi ha sconcertato, soprattutto perchè parliamo di uno sport in cui onore, lotta, rispetto, sudore ecc..sono valori imprescindibili. Poi si può perdere. Anche straperdere. Non ne faccio una questione solo numerica. E’ il modo. E “quel” modo mi ha nauseato. Inutile che ti dica che le stesse identiche cose le avrei dette se si fosse resa protagonista di ciò la “mia” squadra. Cosa che magari l’anno prossimo capiterà… Non lo escludo. Ma se vedessi i “miei” ragazzi sputare sangue per qualificarsi per un posto tra le grandi d’Europa e poi rinunciare di fatto a giocare per metà delle partite di quel torneo solo perchè le battezzano come “impossibili”, non solo non sarei comprensivo ma li disprezzerei.
      Il sogno di ogni squadra palesemente inferiore ma che si trova a giocarsi una partita di prestigio in uno stadio ed una città del Grande Rugby è proprio quello di uscire tra gli applausi avversari per una partita tutta grinta, nonostante il gap. Quegli applausi valgono immensamente di più di quelli che puoi avere dai tuoi supporters tra le mura amiche. Ti danno carica, orgoglio, fierezza. E’ proprio in quei match dove devi decuplicare le forze e tirare fuori ciò che non pensi nemmeno di avere. Proprio perchè indossi una maglia da far conoscere e da far rispettare anche da gente che non sa nemmeno chi sei e che è curiosa di vedere cosa sai fare. Invece Rovigo (ma vale anche per alcune partite celtiche di squadre nostrane, ti do ragione) ha scelto la rinuncia. La rinuncia alla lotta, al confronto. Questo per me è imperdonabile. Poi passa, perchè il tifo è il tifo, ma se avessi la sfera di cristallo e per assurdo potessi “vedere” anzitempo la mia squadra avvilita nell’anima alla prossima Challenge, vi rinuncerei già adesso.
      Questo per dire che non è questione di scelte di convenienza.
      Gli infortuni o le defezioni ci stanno. La soggezione verso partite durissime, avversari altisonanti e ambienti “caldi” pure, ma dovrebbe essere uno stimolo a far meglio dei tuoi standard e non a farti pensare se ti conviene o no placcare.
      Questo volevo dire. Mi son dilungato anch’io.
      Interessante ciò che proponi alla fine. Molto, molto interessante. Spero che lo legga “chi di dovere”…
      Ciao

      • Cuco23 19 Gennaio 2015, 13:30

        Ciao Thunder, non posso che darti ragione sul discorso del giocare le partite con onore, e ha fatto tristezza anche a me vedere il Rovigo umiliato e non poco nelle trasferte europee che ha fatto, e come ho già scritto la cosa non mi è andata giù fino in fondo, perché per me si dovrebbero giocare tutte le partite, anche le più impari, con onore e dignità per la maglia che si indossa. Però allo stesso tempo il fatto di essere andati in campo col freno a mano tirato per evitare di incappare in contraccolpi in campionato sotto alcuni aspetti lo comprendo, soprattutto vista la situazione infortunati; e scelgo anche di non essere ipocrita, perché vista la situazione italiana delle eccellenti, gap con gli avversari europei, ecc. preferisco fare figuracce in coppa piuttosto che togliermi delle energie per la corsa allo scudetto, cosa che per il Rovigo è l’obiettivo numero uno. So bene che è un discorso brutto, però almeno è un discorso onesto e non ipocrita, e avrei proprio voluto vedere se un Calvisano o un Mogliano (per fare esempi a caso) in piena corsa allo scudetto non avrebbero lesionato sui giocatori o sulle energie in una coppa che al di là dei contributi non porta altro. Forse si forse no, chissà; è solo un’ipotesi presa come esempio. Del resto con una federazione che pensa solo a nazionale e franchige e lascia allo sbando tutto il resto (forse a questo si riferiva Zambelli quando parlava di un mancato supporto federale), è ovvio che le squadre comincino a pensare solo per i propri interessi, o a fare scelte per puntare agli obiettivi realmente alla loro portata (scudetto). È una specie di spirito di sopravvivenza, non so se mi spiego…

  7. Andrea da Treviso 19 Gennaio 2015, 09:58

    Mi dispiace ma le cose non cambieranno xché in federazione e non solo non hanno interesse nel farlo(oltre ad un incompetenza di base) in somma non è che sono cechi anche un bambino capirebbe che le cose come vengono organizzate in ogni aspetto: i club, le franchigie, i settori giovanili, la nazionale(Brunel allena con i polsi legati xché non è completamente libero di scegliere i giocatori ad esempio Chistolini per quanto giochi bene non è minimamente paragonabile a Cittadini soppratutto adesso visto come sta giocando ai Waps) non stanno funzionando!.
    Come possono funzionare le cose quando nelle posizioni chiave ci sono sempre persone che sono li non per le loro competenze ed esperieza e per i risultati raggiunti in precedenza ma per favoritismi!.
    Quello che in federazione non capiscono è che le cose non rimarranno così per sempre! È normale che prima o poi se le altre nazionali ogni anno sono sempre più forti e noi rimaniamo sempre allo stesso livello ci escludano dal 6 nazioni se vogliono alzare il livello del torneo hanno due scelte o ci sostituiscono o tornano al 5 nazioni se noi non miglioriamo! Ormai abbiamo toccato il fondo l’ultimo passo in negativo a questa situazione è proprio che ci buttino fuori dal 6 nazioni e dalle coppe e non manca tanto!.
    FORSE È PROPRIO QUELLO CHE CI SERVE PER DARE UNA SCOSSA AL MOVIMENTO! E per far capire a certe persone che quando non hai le competenze per fare una cosa è più dignitoso fare un passo indietro e non perseverare “fino al punto di far affondare la barca”.

    • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 10:03

      Buttati fuori da 6N significa avere un bilancio federale più o meno come la federazone di pallamano. Meglio di no.

      • Thunderstruck 19 Gennaio 2015, 10:46

        L’Italia, nel 6N, è un’anomalia bella e buona. Se ne stanno accorgendo tutti tranne noi che, in nome di una presunta crescita che mai arriva, stiamo in paradiso a dispetto dei santi, fra l’altro grazie anche a patetici escamotage che fanno da foglia di fico a problemi strutturali drammatici e dilettantistici.
        Piuttosto che ci “invitino gentilmente” a levarci dalle p@lle, meglio uno slancio di dignità e cominciare eventualmente a pensare di guadagnarci sul campo un posto che per ora occupiamo da sparring partner.

    • Hullalla 19 Gennaio 2015, 11:34

      A Brunel che allena con i plsi legati non ci credo neanche un po’.
      Perche’ uno come lui dovrebbe accettare di mettere solo il nome e far allenare ad una fantomatica eminenza grigia federale?
      Evidentemente ha delle idee divrse dalle tue e dalle mie, ma mi sembra che ci possa stare benissimo.

  8. Maggicopinti 19 Gennaio 2015, 10:42

    E vabbè prendiamo atto della realtà: nessuna nostra squadra è a livello Champions, le due franchigie sono a livello Challenge Cup -dove possono essere non vincenti, ma competitive- le squadre di eccellenza non sono competitive in Europa e in Europa non devono giocare.
    Basterebbe modificare le regole della Champions Cup nel modo più ovvio: ci vanno le prime sette del Pro12, e le altre vanno in challenge indipendentemente dalla nazione. Quando il Treviso tornerà ad arrivare settima (è successo due anni fa, non dimentichiamolo) allora saremo degni di giocare in Champions.

    • davide p. 19 Gennaio 2015, 12:21

      io sarei anche più drastico….visto che il 7 posto per le 2 italiane in pro 12 sarà un miraggio da qui ai prossimi 10 anni…allora se uno vuole partecipare a competizioni di valore, e prende solo scoppole sarebbe meglio evitare ulteriori umiliazioni e mettere una retrocessione in questo campionato e lasciare posto alle squadre delle serie minori dei paesi celtici; o in alternativa come si è fatto per i lions 2 anni fa per lasciare posto ai southern kings, l’ultima che arriva/ o le ultime due se la giocano ai play off con squadre emergenti dei rispettivi campionati (inutile dire che l’eccellenza non fa testo).
      purtroppo quando gli esperti del board parlano di ridurre il sei nazioni, prendono per il culo la Scozia ma per quanto riguarda l’Italia è dato di fatto…. e la differenza sta che negli ultimi 3 anni la Scozia ha fatto passi da gigante e affilato le armi ( basta vedere i risultati del pro12 e rispettive coppe) mentre noi continuiamo a sopravvivere con i vecchietti all’estero e i giovani di belle speranze nostrani con il risultato di prendere scoppole in casa e in campo internazionale.
      molti dicono che in pro12 le nostre due franchigie devono starci per forza perchè almeno continuiamo a fare esperienza con le squadre di valore…benissimo, ma al sottoscritto sembra che ormai le frasi ‘post scoppola’ di giustificazione siano ormai consumate e che se una squadra come treviso non regge perchè è in fase di restyle allora è meglio che stia fuori e si faccia un anno di sana incazzatura dietro la lavagna e torni con nuovi muscoli e nuova testa nel rugby che conta.
      e vi assicuro ragazzi che preferisco 1000 volte il treviso alle zebre dei vecchietti e degli stranieri.

      • San Isidro 20 Gennaio 2015, 00:45

        “zebre dei vecchietti e degli stranieri”…scusa, ma hai contato gli stranieri di Treviso? Tra l’altro il “vecchietto” Mauro Bergamasco mi pare che dalla stagione passata stia facendo ottime prestazioni e ancora per un altro anno a questi livelli può ancora dira la sua…

  9. M. 19 Gennaio 2015, 11:19

    Però boh un po’ è anche testa: voglio dire quasi vincono in casa il turno precedente e ora ne pigliano 100 e passa. Non può essere solo differenza tecnica.

    • fabiogenova 19 Gennaio 2015, 22:25

      Grenoble era venuto a Rovigo con la seconda squadra e un bel numero di giovani venuti a fare esperienza. Io mi aspettavo che Rovigo vincesse la partita, quando ho visto la formazione del Grenoble

    • San Isidro 20 Gennaio 2015, 00:47

      pienamente d’accordo @M., è in primis una questione di testa, poi ovviamente la sconfitta arriva per gap tecnico, ma prenderne 104 o fare la figura del Treviso a Northampton vuol dire proprio giocare senza alcuna motivazione…

  10. frank 19 Gennaio 2015, 11:29
  11. gsp 19 Gennaio 2015, 11:52

    i problemi sono molti ed innumerevoli, ed la scelta del professionismo ne ha portati altri. molti li usano impropriamente. si fa fatica a capire a trovare una cosa che funzioni davvero (forse solo i numeri dell’olimpico fino ad oggi, ma non per molto se la squadra non e’ competitiva). e nel frattempo sono cresciute le aspettative di pubblico e sponsor.

    quando i problemi sono tanti ha senso cercare le priorita’ e mettere da parte il resto per adesso.

    l’eccellenza, rovigo, il ruolo delle eccellenti in challenge ed il torneo di qualificazione sono cose assolutamente di secondaria importanza. qualsiasi soluzione si cerchi diventi una distrazione da problemi importanti.

    la priorita’, come tutti sappiamo e diciamo da anni, e’ spendere soldi sulla base e l’allargamento della base, ma con misure serie. ma e’ necessario sapere che ci vuole pazienza perche’ ci vuole tempo perche’ i cambiamenti che facciamo oggi richiedono tempo. il resto viene di conseguenza.

    per le accademie andrebbe fatto un sistema ibrido. se ci sono i club ti affidi ai club, dove non ci sono vai di accademia.

    il pro12 purtroppo siamo ultimi e penultimi, c’e’ un problema di budget serio per le squadre e di politica. treviso ha fatto risultati incredibili nei primi 3 anni, roba da lustrare le scarpe a tutti quelli che c’hanno lavorato. pero’ senza i migliori nazionali si fa fatica ad essere competitivi. con 30 giocatori di livello all’estero i movimenti del nostro livello soffrono. se lavorassimo bene sotto sarebbe anche una situazione temporanea che si potrebbe sopportare, ma se non si vede nulla all’orizzonte diventa complesso.

    la nazionale. Brunel ha buon materiale per le mani per fare una squadra competitiva. manca forse di qualche punta di eccellenza rispetto a Mallett ma ha molta, molta, molta piu’ roba su cui lavorare e puo’ addirittura dosare l’uso dei giocatori (QUASI tutti). per questo il 6n di quest’anno e’ ancora piu’ importante dei precedenti.

    in termini politici, il problema e’ che molte delle soluzioni dovrebbero, a ragione, bypassare l’eccellenza e ridurne ulteriormente i fondi. un presidente o dirigente d’eccellenza accetterebbe mai una cosa del genere?

  12. ginomonza 19 Gennaio 2015, 11:59

    Ormai sono tre anni che G governa e stiamo andando dentro un buco nero.
    Buono per la Società di rugby Calvisano ma inadeguato come Presidente della federazione.
    Se ha un po’ di amor proprio se ne deve andare.

    • luis 19 Gennaio 2015, 12:27

      Ok @gino, in quattro righe hai detto tutto, condensandolo, ma ripeto: il problema non è solo G ma i presidenti che lo hanno votato.
      Resta un fatto, ci apprestiamo a un 6N dove non vinceremo una partita, in pro 12 arriveremo agli ultimi due posti, della seconda coppa meglio non parlare così come dei punteggi delle italiche che oramai sono più da basket che da rugby, e per finire in bellezza al prox RWC faremo la figura che sarò la logica conseguenza di quano sopra.
      Ordunque cosa bisogna fare ancora di peggio al tirar delle somme per cacciare chi sta dimostrando, risultati alla mano, l’assoluta inadeguatezza federale a tutti i livelli ?

  13. gian 19 Gennaio 2015, 12:15

    prima di tutto capiamoci bene, le nostre eccellenti sono inferiori a tutte le pro, ma, forse, superiori a tutte le altre domestiche (non parlo dell’area celtica perché non ho mai visto il livello del loro domestic) europee, quindi una sconfitta in coppa vale nulla e se qualcuno pensa di giustificare la presenza in coppa delle eccellenti con un qualche tipo di risultato, è fuori strada, al più è una presenza politica, detto ciò i 100 punti sono, e lo dice anche qualcun altro, frutto di ben altro che un’inferiorità tecnica
    altro discorso per zebre e benetton, il fatto che le nostre uniche realtà pro prendano imbarcate, difficilmente facciano risultato e che noi si sia qui a festeggiare ogni volta che si vincono partite ampiamente alla portata (se si riescono a vincere, poi) significa che qualcosa non funziona davvero
    tutti siamo qui a fasciarci la testa con discorsi di formazione etc etc, ed è vero le nostre politiche federali, ma non solo, sono mirate a migliorare la punta, ma mai ad intervenire alla base, e questo vale anche per i club che si accaparrano giocatori esterni e, magari, non producono giovani o non li testano per non perdere tempo a formarli
    PERO’ dobbiamo anche valutare un ulteriore fattore: la testa dei nostri giocatori e la professionalità dei nostri staff (ognuno per il livello che gli compete), i giocatori italiani, in squadre italiane, arrivano sempre lì l’, ma non fanno mai il salto (parliamo del 95% delle persone, l’eccezione c’è ovunque), sono sempre timidi, sotto pressione, smonati ed in difficoltà, vanno in qualsiasi baracca di altra realtà ed, improvvisamente, fanno dei salti qualitativi importanti, prima di tutto sotto il punto di vista mentale e del modo di gioco “totale” in cui in campo ci si muove in 15 e non nei 3/4 più vicini all’azione (guardate sempre, a questo proposito, il numero di giocatori ed opzioni a disposizione di un qualsiasi giocatore che fa un buco nelle altre squadre e quelli delle italiane, ieri bacchin vs uno qualsiasi del rancing ad es), poi li senti “all’estero c’è una ricerca maniacale della perfezione”, oppure “gran giocatore, aveva dei limiti, ma gli abbiamo fatto un programma che lui segue alla grande e in meno tempo del previsto ha raggiunto gli standard che ci aspettavamo da lui, anzi è meglio del previsto”, quindi? in italia non cerchiamo la perfezione, ma ci accontentiamo? giocatori e tecnici si adagiano a quello che hanno? gente che campa giocando a rugby (chi più chi meno) non ha la testa per entrare in campo a giocarsi qualsiasi occasione o non è in grado di mettere sotto una squadra inferiore?
    allora, se è così, prima svegliamoci fuori, poi valutiamo cosa valiamo sul serio, ma non accetto, da nessuno, che si trovino scuse per batoste continue, rovigo e i suoi giocatori, treviso ed i suoi, l’italia e chiunque altro perda una partita peggio di quanto è accettabile, o perda una partita abbordabile, deve essere fortemente criticato e pesantemente essere messo in discussione non tanto dai tifosi, ma dal sistema stesso, non è accettabile che un presidente di club/franchigia/fed e/o un allenatore, facciano finta che non sia successo niente, altrimenti non cambierà mai nulla
    discorso champ e qualificate? intanto nessuno mi può garantire che chi vince il torneo nazionale l’anno dopo sia forte come l’anno prima, quindi che un anno una possa essere materasso non lo può prevedere nessuno, unica critica, ci vadano le squadre secondo classifica di campionato, le prime 7 di celtic a prescindere dalla nazionalità, quando saremo in grado di qualificarci, forse non saremo così in balia di certi avversari

    • Mr Ian 19 Gennaio 2015, 12:28

      Che bel post

    • luis 19 Gennaio 2015, 12:33

      Ragionamento corretto, siamo impreparati e inadeguati e non vogliamo fare niente per cambiare.

    • gsp 19 Gennaio 2015, 12:50

      gian, ragione su molte cose.

      secondo me anche il fatto che il dibattito politco rugbystico sia cosi’ eccessivo, costante ed anche piu tribale di quello politico, diventa un alibi per molti, incluso giocatori, allenatori, societa’, staff. Ognuno faccia il suo mestiere e bene.

      • ginomonza 19 Gennaio 2015, 13:20

        gsp, G se ne deve andare.
        Come si fa a far bene se non ci sono persone in grado di farlo?
        G parla di 3* franchigia! Ti sembra un ragionamento di persona sobria?
        É contento perché le due CL hanno tecnici Italiani! Sigh e ri Sigh!
        Con tutto il rispetto per i due cugini entrambi non sarebbero neanche assistant coach degli assistant coach.
        Si comprino tecnici stranieri e si usino i soldi in più che il CONI gli dá a questo scopo.

        • HumptyDumpty 19 Gennaio 2015, 15:38

          Quoto Ginomonza!

        • gsp 19 Gennaio 2015, 15:50

          gino, che se ne vada pure, ma se i meccanismi sono gli stessi, ti trovi allo stesso punto.

          ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di rompere le uova per fare la frittata. e tutti pensano che sia sempre l’uovo di altri quello da rompere.

          sui tecnici stranieri, tutto quello che vuoi, ma fino ad oggi non ne abbiamo avuti. per me invece e’ d’obbligo una struttura larga con tutti i tecnici per tutte le aree, ma per alcuni basterebbe mandare in giro quelli della nazionale. ed ache la nazionale deve averli (BD, calci, skills, strength and conditioning).

          quello che ad esempio io non capisco e’ come facciamo ad avere problemi di fitness (in accademia, ma non solo, vedi VOsawai) che dovrebbero essere tra la prime cose e forse piu’ semplici da mettere a posto.

          • gsp 19 Gennaio 2015, 15:59

            di tecnici stranieri ne abbiamo avuti, alcuni anche bravi e con un certo curriculum.

  14. Da 19 Gennaio 2015, 12:21

    Con Dondi si andava male. Con Gavazzi miglioreremo? Io aspetto un paio d’anni per giudicare perché è giusto dare il tempo alle persone per lavorare. Ma se qualcuno vuole trovare un responsabile di questa situazione del nostro movimento non deve fare altro che guardare i nomi che compongono la FIR in determinati settori e chiedersi come mai non siano ancora stati sostituiti.
    Altra cosa: ben vengano luoghi come On Rugby dov’è possibile leggere e discutere sulle decisioni prese da chi comanda il nostro sport, in Italia. Ci manca solo che si critichino gli organi d’informazione che pubblicano la verità, ovvero che ci sono degli incompetenti in Federazione..

  15. Katmandu 19 Gennaio 2015, 12:27

    Per me il problema rimane uno, e uno soltanto, la scarsa cura per il nostro campionato, soprattutto quello eccellente, impensabile che non ci sia un collegamento stabile col piano superiore, ma soprttutto vorrei ricordare quante squadre son fallite/si son fuse con altre società per non perdere soldi e diitti sportivi, prato è solo l’ultima della serie, ma ricordo epoche “felici” in cui squadre cambiavano ragioni sociali per non pagare i propri creditori, e in tutto questo la fir dice che è necessario dotare anche di un regolamento economico serio che penalizza chi fa il furbetto

  16. Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 12:32

    A me piace molto volare con la fantasia. Mi costruisco tornei a 36 squadre con formazioni dell’emisfero sud e quant’altro. Poi torno serio e mi dico da solo che sono fesserie.
    A chi proponga “selezioni” al posto dei club, chiedo: chi allena? Dove ci si allena? Dove si gioca? Chi paga i giocatori mentre stanno con la selezione? E se si rompono? E via discorrendo. Gli esempi di Georgia e Romania non stanno in piedi, perché sono praticamente nazionali A con qualche straniero e, soprattutto, il domestic rumeno e georgiano non sia quel pasticcio pro-semi-pro che c’è dalle nostre parti.
    La scelta di entrare in Pro12 avrebbe dovuto essere preceduta, non seguita, da riorganizzazioni di sistema molto ampie e molto dure. Da noi, per non scontentare nessuno, non si fanno. Bene, ne paghiamo lo scotto, tutti, dalle pseudo-franchigie in giù.

    • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 12:43

      L’avevo già abbozzato.
      Allena l’allenatore che ha vinto il campionato .
      Le squadre che mettono i giocatori hanno diritto all’indennizzo.
      Si giocano le 3 partite in casa sui campi delle prime 3 ai PO.
      Il problema è l’assicurazione contro gli infortuni, ma credo sia un problema tecnico, non politico.

      • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 12:49

        Può essere una base solo a determinate condizioni.
        Vedo dei problemi a monte, in ogni caso. Questa selezione quando e quanto si allena? Se vai con una squadra raccogliticcia e non con una squadra, anche meno forte, che si allena assieme tutta la settimana, i risultati non cambieranno molto. E per quanto fermi il torneo al fine di garantire quest’amalgama?
        Credo sia una soluzione possibile solo se togli qualsiasi velleità al domestic di essere pro.

        • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 13:04

          Le difficoltà sono molte, m,a come sempre, se fosse un obiettivo comune sarebbero affrontate.

      • Katmandu 19 Gennaio 2015, 12:50

        Ok ultimo esempio perchè zambelli deve dare Roan ( scegli tu il nome di chi più ti aggrada) col rischio di perderlo per lungo tempo? Certo ci son assicurazioni e quant’altro ma in squadre meno profonde di Rovigo perdere un giocatore significa perdere molto in competitività, esempio convochiamo Benetti per le FFOO in caso di infortunio è una tragedia

    • gsp 19 Gennaio 2015, 12:52

      si Rabbi, ma i treni non passano con regolarita’ purtroppo.

      • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 13:29

        Non sto dando colpa a una persona o a una singola istituzione. Alla fine in Galles club come Neath, che hanno qualche annetto di storia, sono stati “retrocessi” per creare entità di maggiore consistenza. Da noi non si può fare e pace! Se ne pagano le conseguenze. Per non fare che un esempio.
        Poi però non ci si può sorprendere o scandalizzare o levare le solite sdegnate grida che Rovigo prenda un centello e che lo nostre franchigie non siano franchigie, e abbiano risultati magri.

      • gsp 19 Gennaio 2015, 14:29

        no rabbi io dicevo una cosa diversa. non c’e’ dubbio che non eravamo pronti alla Celtic, pero’ le occasioni a volte devi coglierle anche se non sei pronto. e’ stato cosi’ per il 6n. per il pro12 ovviamente il treno migliore era quello precedente a quello che abbiamo preso.

        • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 14:55

          Ok non discuto quello, però se non sei pronto devi lavorare il doppio per recuperare il tempo perduto. E noi stiamo ancora a discutere su squadre collegate, doppi tesseramenti ecc. senza sapere se ci sarà una una decisione nero su bianco.

        • Stefo 19 Gennaio 2015, 15:00

          gsp tu parti dalla convinzione che la CL sia la strada giusta, io non lo so non ne sono cosi’ convinto (e non entro neanche sul discorso che oggi non sai neanche se sia piu’ una via sostenibile per irlandesi, gallesi e scozzesi che sarebbe un altro fronte della discussione), e’ inutile dire che delle volte devi prendere il treno che passa anche se non sei pronto perche’ se quel treno ti impone delle scelte che non sono sostenibili dal tuo movimento prendere il treno e’ la scelta sbagliata.
          Non so se la scleta CL sia giusta, non dico neanche che sia sbagliata il vero problema e’ che di alternative non ne son state proposte e questo e’ la colpa piu’ grave di tutti, chi governava e chi no.

          • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 15:21

            Notoriamente condividiamo la stessa posizione. Va bene salire sulla Transiberiana, però se non ho i vestiti adatti e il passaporto e il visto ecc. faccio poca strada. Puoi anche scendere, ma devi decidere a che fermata, poi che fai in quel posto, come torni indietro ecc.

          • gsp 19 Gennaio 2015, 15:43

            mi sembrava la scelta giusta all’epoca. oggi, nel senso da oggi in avanti, non saprei.

  17. Emy 19 Gennaio 2015, 13:03

    “La distanza che c’è tra la media del nostro movimento e uno qualsiasi dei nostri avversari del Sei Nazioni non è aumentata per quello che è successo all’Arms Park venerdì sera”
    Come no??? Il nostro massimo campionato nazionale, da cui Rovigo proviene, è stato negli anni sistematicamente ed implacabilmente impoverito e svuotato di qualità ed attenzione, finendo per essere quasi ignorato dalla stessa federazione.
    La distanza è questa eccome, e se non si cambia rotta è destinata ad aumentare ancora. Anche perchè non è che l’Eccellenza sia stata sacrificata in nome di due franchigie corazzate: sempre ultima e penultima sono in pro12, e si prendono le loro belle asfaltate, sia lì che in coppa. Racing-Treviso ieri sera è stata imbarazzante, solo per citare l’ultima.
    Così non si va da nessuna parte, però il villaggio Peroni fuori dall’Olimpico è carino e fa tanto figo in foto e in video.

    • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 13:31

      Emy, se vai in Pro12 il domestic viene impoverito per forza. Non a caso i nostri “cugini” celtici nemmeno si sognano di mandare squadre di domestic in coppa. Noi vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca, solo che la moglie tiene l’alcol come un alpino e la botte è piena di vino cattivo.

  18. Stefo 19 Gennaio 2015, 13:05

    Io vorrei fermarmi su un punto del pezzo di Paolo, il rilancio del campionato italiano.
    Purtrppo non capisco come ancora oggi dopo 5 anni di CL con gli esempi e le esperienze di 15 anni delle altre celtiche -movimenti piu’ evoluti di quello italiano, con basi di partenza migliori- si possa pensare di rilanciare il campionato italiano restnado nella CL?Ormai dovrebbe essere chiaro che il sistema della CL richiede un sacrificio del domestic, e va da se se alla quindicina di giocatori che comunque vanno ed andranno sempre all’estero in campionati piu’ riccchi e realta’ piu’ competitive, vai a sottraare i migliori 50-60 giocatori (o i presunti migliori) e’ praticamente impossibile pensare di mettere su contemporaneamente un domestic di alto livello.
    Io trovo abbastanza singolare che si speri ancora di riuscire a fare le due cose contemporaneamente, per carita’ la speranza e’ l’ultima a morire ma si divrebe imparare dall’esperienza propria e da quella altrui.
    Programmare guardando al futuro oltre alla prossima stagione vuol dire fare una scelta definitiva al riguardo, si vuole proseguire nel modello celtico o se si vuole tornare a puntare ad un campionato proprio da far crescere nel tempo…la politica o il tentativo di politica dei due piedi nelle due staffe non funziona.
    Se la scelta celtica e’ quella in cui si crede allora che si renda il campionato italiano qualcosa di propedeutico alle franchigie e si faccia un passo indietro anche a livello di coppe, magari andando a cercare alleati nelle union tier 2 europee per richiedere un maggior impegno della World Rugby a supportare una terza coppa europea che consenta ai domestic di queste realta’ di confrontarsi, una vera coppa di sviluppo per clubs di campionati semi-pro/amatoriali.
    Se invece si vuole puntare sul rilancio del campionato domestico allora si abbandoni la strada celtica, si prepari un piano di lungo periodo per salire la china accettando che la strada sara’ lunga e con ostacoli…ma non si vada avanti con l’idea che si possono fare luna e l’altra,doppi tesseramenti, ascensori piu’ fluidi eccellenza-cl non ce li hanno le altre celtiche ma non cambiano la realta’ dei loro domestic. Oggi come oggi il problema vero e’ che il movimento nel suo insieme non e’ carne e non e’ pesce, si aggancia al modello celtico ma si racconta che puo’ contemporaneamente puntare a sviluppare il domestic…risultato le parole di Cavinato da un lato, non importa vincere ma solo far crescere i giovani e quelle di Zambelli dall’altro, partecipare alla Challenge non va bene se non ci danno piu’ supporto…

    • gsp 19 Gennaio 2015, 13:16

      ovviamente sono daccordo su questo. e ad @emy, dico che il domestic e’ quello, non ci sono colpevoli da individuare se e’ cosi, e’ solo conseguenza naturale di dove va il rugby di oggi.

    • parega 19 Gennaio 2015, 13:21

      quello di cui parli e’ quello di cui abbiamo parlato dall’inizio dell’entrata delle due squadre in celtic
      ma di come migliorare il campionato e la qualita’ dei giocatori se n’e’ parlato dal 1999 nel momento in cui sapevamo di entrare a far parte del sei nazioni
      ma come allora io vedo gli stessi problemi anno dopo anno e sai perche’ ? perche’ abbiamo dei dirigenti , parlo di fir ma anche e soprattutto di club , che non sono adeguati al lavoro di ristrutturazione della casa rugby italiaca che si dovrebbe fare
      se non c’e’ l’idea e qualcuno che la porta avanti si andra’ avanti come si fa’ ogni anno….facendo i propri interessi e guardando al proprio orticello …partendo dal presidente fir
      e quando qualcuno provava e inserirsi nel consiglio fir per poter portare idee nuove veniva subito messo da parte per farlo fuori
      questo e’ un sistema duro da abbattere ma solo perche’ mancano le persone forti da cambiarlo

      • parega 19 Gennaio 2015, 13:21

        rispondo a stefo ma anche di conseguenza a gsp

      • Stefo 19 Gennaio 2015, 13:56

        @ parega tutto vero ma direi che e’ anche ora di smetterla di guardare al apssato, di guardare alle occasioni perse, alle scelte sbalgiate di Tizo e Caio, di ricordare i bei tempi di Kirwan e Campese in Italia o quelli in cui si facevano 20mila spettatori allo stadio…continuare a rivangare e cercare i colpevoli non campia…guardiamo all’attualita’ ed al futuro e per prima cosa si faccia una scelta precisa sul modello che si vuole avere prendendo ben in considerazione il tutto…pro e contro di entrambele scelte, quali contro in entrambi i casi si possono risolvere e come ecc ecc

      • gsp 19 Gennaio 2015, 15:58

        parega, per me mancano anche idee sul come cambiarlo.

        • parega 19 Gennaio 2015, 18:18

          @gsp
          @stefo
          hai ragione gsp
          stefo io parlo fino ad adesso compreso…non conosco nessuno che abbia voglia/forza/capacita’ di cambiare

    • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 13:26

      @Stefo
      Se Treviso fosse al 5° posto della celtic e Parma avesse passato il turno di Challange staremmo qui a farci queste domande?
      Continueremmo a sostenere, ognuno con le proprie ragioni, che il movimento è in difficolta nel produrre talenti, ma le Celtiche non sarebbero in discussione.
      Nel cesto va anche messa la ns scarsa capacità di gestire squadre dell’alto livello.

      • ginomonza 19 Gennaio 2015, 13:38

        Se la mia famiglia fosse stata parte degli Agnelli ora avrei a Levanto una proprietà da sogno 🙂 🙂

        • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 13:39

          Troppo facile!

          • ginomonza 19 Gennaio 2015, 13:41

            Lo so ma sono le cose facili che non sappiamo fare 🙁

      • Stefo 19 Gennaio 2015, 13:53

        AdG scusa ma non e’ vero, le discussioni sulla CL e la sua sostenibilita’ si fanno dal giorno 1, e non parlo tanto di quelli che “ai miei tempi” ma molte persone, io ad esempio sono dubbioso fin dal primo giorno (e resto dubbioso anche se non sono sicuro ne uscirei) che il movimento italiano fosse nelle condizioni di sostenere tale scelta, e non tanto per il discorso franchigia legame territoriale perche’ tale cosa non ha funzionato ovunque, in Galles i club locali storcono ancora il naso, in Irlanda alcuni club storcono ancora il naso ma per una situazione diversa da quella delle altre celtiche di fondo: loro base e sviluppo lo avevano e ben fatto ma erano plafonati, l’Italia potenzialmente sarebbe meno plafonata ma lo e’ di piu’ perche’ il rugby e’ molto piu’ nicchia ma allo stesso tempo non aveva ed ha le absi e sviluppo per sostenere quel modello.

        • Stefo 19 Gennaio 2015, 14:01

          E comunque AdG che discorsi sono i “se”…se una eccellente ogni anno avesse passato il turno in Challenge non si farebbero discorsi sull’Eccellenza 😉

          • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 14:07

            Basterebbe avesse vinto n°1 incontro.

          • Stefo 19 Gennaio 2015, 16:04

            AdG i discorsi coi se secondo me valgono zero…scusa ma non li reputo assolutamente argomenti su cui basare un discorso.

        • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 14:02

          Basta ricordare le discussioni anche qui a seguito di alcuni Tinelli (a quando il prossimo, a proposito?). Io non credo che tutti siano così sciocchi da non avvedersi dell’insostenibilità del sistema com’è. ma far storcere il naso ai club varrebbe avere meno voti per la presidenza FIR (che sia Gavazzi, Zatta o quant’altri). Vai a dire a Rovigo “la priorità è Treviso-Dogi e voi fare bene la formazione e accontentatevi di un domestic dimagrito”. Sarei proprio curioso…

        • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 14:02

          I cambiamenti hanno sempre bisogno di tempo. E trovano ostacoli sempre. La domanda che ti faccio allora è un altra: da irlandese ti senti di mettere in discussione il sistema, oppure l’opposizione irlandese al sistema franchigia è minoritario o fortemente minoritario?
          P.S Io non sono un fanatico sostenitore delle franchigie italiane ( che per altro non esistono ancora) è solo un modo per discutere.

          • Stefo 19 Gennaio 2015, 14:19

            AdG io parto da una posizione chiara: non esistono soluzioni che siano adatte a tutti…ognuno ha i suoi problemi e le sue peculiarita’ e non esiste un sistema unico che risolva i problemi di tutti…i problemi che io posso avere possono trovare la soluzione in x, ma tale x puo’ non risolvere i problemi che tu puoi avere.

            L’Irlanda aveva una buona base, un buon percorso di sviluppo ma non poteva avere il professionismo e simili Galles e Scozia, l’unire le forze in un campionato congiunto risulveva quel problema. C’erano gli scontenti?Certo diversi club o semplici amanti del rugby c’erano ed ancora oggi qualche scontento c’e’ e ci sara’ sempre…insomma il “ai miei tempi si che eravamo uomini veri” lo trovi a tutte le longitudini e latitudini, cosi’ come i campanili e gli scontenti.

            L’Italia non era e non e’ in condizioni simili come movimento e questa e’ la cosa che secondo me alcuni (o molti non so) non accettano e vogliono accettare. Il secondo problema nasce in quelli che si sanno che i problemi veri partono prima dell’alto livello ma che si sono convinti che la CL li risolvera’ o anche possa risolverli.

            Attenzione AdG io non dico di uscire dalla CL sia la soluzione, dico che se quello e’ il modello se ne accettino le conseguenze e ci si ristrutturi in abse a tale scelta…ma basta credere di poter tenere i piedi in due staffe.

        • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 16:15

          Vedi @stefo tu sei un ragazzo intelligente.
          Sui se e sui ma hai perfettamente ragione.
          Credo però non ti sia sfuggito, tant’è che mi hai risposto nel merito, che il paradosso fatto da me aveva lo scopo di evidenziare che mettere sotto accusa un sistema senza avere testato se funziona non è probante.
          Dire che è meglio andare in biciclettapiuttosto che a cavallo solo perchè non trovi un meccanico che ti pulisce le candele è limitante. Per cui ti rifaccio la domanda: se hai qualcuno che , pulendoti le candele, ti fa funzionare la macchina e meglio andare in automobile o in bicicletta?
          Le ns celtiche , primo non sono franchige e secondo non sono dirette con la professionalità necessaria. Come si fa a paragonarle d un sistema di franchige che funziona.

          • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 16:16

            “bicicletta piuttosto che in automobile”

          • Stefo 19 Gennaio 2015, 16:33

            AdG secondo me vedi partiamo da un punto di vista differente, quindi con questo dubbio ti domando: tu reputi che ci sia il background necessario perche’ un sistema di franchigie possa funzionare?
            Credi che ci sia un movimento che sia sviluppato in maniera tale da supportare una scelta come quella celtica?
            Il mio dubbio sul modello parte prima di tutto da questo dubbio, il dubbio che il sistema rugby italiano non fosse e non sia pronto per questo tipo di modello al cui si aggiunge poi il fatto che non si e’ di fatto sposato il modello in maniera propria ma si e’ continuato e temo si continui a pensare di tenere in piedi due sistemi alto livello insieme invece che coordinare il movimento in base alla scelta fatta…e questo era il mio punto nel primo post, non volevo tanto tornare sul discorso CL si-Cl no.

          • Alberto da Giussano 20 Gennaio 2015, 06:02

            @stefo
            Abbiamo sempre concordato sul fatto che il ns, piccolo, movimento rugbistico non è in grado di generare i dirigenti necessari alla bisogna. Le Celtiche , nella loro gestione balbettante, hanno confermato ciò.
            Potrebbero essere invece uno strumento di crescita. Il luogo dove formi le professionalità utili a tutti e dove molti ragazzi potrebbero vedere il loro terminale di sbocco professionale.
            Purtroppo oggi non è così. Vorrei dire che non è ,ancora, così , ma non so.

          • Stefo 20 Gennaio 2015, 08:22

            AdG non parlo solo di diriegenti aprlo di tutto il sistema…l’idea che si formi partendo dall’alto per me e’ l’errore fondamentale, l’errore che si ripete da 20 annopinione personale.

    • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 13:34

      Appunto. I nostri confratelli di pro12 non mandano squadre di domestic in coppa perché sono più scemi di noi?

      • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 13:38

        Non ne hanno alcun bisogno, ovviamente. Ma hanno anche un sistema di franchigia vero e strutturato che genera un senso di appartenza. Noi , anche lessicalmente, chiamiamo Franchige squadre che non lo sono affatto.

        • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 13:44

          Appunto Alberto, le nostre non sono franchigie e la ragione è semplice, non si vogliono scontentare i campanili. Vai a dire a Rovigo che deve fare la “fine” del Neath e “ingrassare” le fila della Benetton o dei futuribili (?) Dogi. Ricordo che Rovigo aveva (o ha ancora? i cugini rodigini emenderanno) una accordo di collaborazione con Ospreys, ma non con Treviso, almeno non formalizzato. Ve l’immaginate Ayr che collabora con Treviso e non con Glasgow? È un sistema che fa acqua da tutte le parti.
          Non si vogliono le franchigie? Si torni al campionato, ma ci si ricordi del Super 10, e ci si ricordi che ai tempi la crisi economica non era così cattiva come adesso…

          • gsp 19 Gennaio 2015, 15:55

            loro potrebbero dirti, che Treviso potrebbe fare la fine del Neath e non si finisce piu’. il problema e’ che a tutti piace vincere, ed a nessuno piacciono squadre in difficolta’. e questi problemi, se davvero dovessero farsi i Dogi, chissa’ come e quando, si riproporranno.

          • gsp 19 Gennaio 2015, 15:56

            pero’, e questa e’ la parte importante, non si puo’ usralo come alibi per non prendere le decisioni. lo stesso si riporporra’ quando si deve decidere dove mettere e chi pagare per le accademie legate ai club.

          • Rabbidaniel 19 Gennaio 2015, 16:01

            gsp il punto è che a me può stare bene che Treviso faccia la “fine” del Neath in un progetto Dogi strutturato ecc. Basta decidere dove si va a parare. Ciò che voglio sottolineare è che certe decisioni sofferte non sono state prese per questioni di impopolarità. E ritorna sempre di gran moda l’immagine della botte piena e della moglie ubriaca.

        • gsp 19 Gennaio 2015, 14:33

          non e’ proprio cosi’ Alberto. l’identita’ e’ vera per le irlandesi. per scozia e galles ci sono stati processi in provetta come quelli italiani, e non tutti hanno dato risultati di identita’ e tifo positivi.

          pero’ hanno funzionato sul piano tecnico e formativo, e quindi penso si parli di processi che si possono giudicare positivi.

          • Alberto da Giussano 19 Gennaio 2015, 14:46

            Al netto dei problemi di appartenenza che tu rilievi, resta il fatto che sia in Galles che in Scozia le franchige le hanno fatte. Noi non possiamo fare alcun confronto perchè le franchige, strutturate come tali e non per modo di dire, non le abbiamo.

      • ginomonza 19 Gennaio 2015, 13:39

        Certamente presidente 🙂

    • San Isidro 20 Gennaio 2015, 01:05

      pienamente d’accordo con il tuo discorso sulla questione del domestic @Stefo…

  19. ric 19 Gennaio 2015, 17:53

    una eccellenza vera in cui chiunque può crescere
    l’allenatore dell’italia va a pescare e a vedere tutte le squadre e non solo i paraculati eterni (orquera?)
    i giovani sperano di entrare nella loro squadra
    i tifosi si affezionano alla loro squadra
    poi perso per perso ma con un po’ di identita’
    capisco il treviso ma gli ogm aironi zebre non li capisco
    anche nel calcio ogni tanto esistono i casi scudetto verona, o le entusiasmanti parentesi perugia, brescia, perfino padova
    la nazionale seleziona giocatori non squadre

    • San Isidro 20 Gennaio 2015, 01:06

      beh, gli Aironi la loro identità e i loro tifosi ce li avevano…

  20. Rollo 19 Gennaio 2015, 18:49

    “E la scossa deve arrivare dalla FIR, spetta alla federazione far capire che le cose devono cambiare e che cambieranno”. Dubito fortemente…

  21. 6nazioni 19 Gennaio 2015, 19:35

    nessuno che scrive MERITOCRAZIA,
    nessuno scrive che bisogna prendere tecnici stranieri,
    nessuno scrive che le colpe di tutte le scelte politiche degli ultimi 10 anni
    sono sbagliate (questa colpa e’ di tutto il movimento che vota).
    la scossa arriva dopo le bastonate del prossimo 6n,li toccheremo veramente il fondo del barile.

    • ric 19 Gennaio 2015, 20:33

      prossimo step
      stadi meno pieni per la nazionale
      e dati pubblico taroccati come in eccellenza e pro12

  22. Jager 19 Gennaio 2015, 21:25

    Secondo me il nocciolo della questione è che l’ Italia non è un paese “ovale” , la “massa” segue qualche volta la nazionale , ma alla fine della fiera il rugby in Italia è grosso modo un fenomeno marginale seguito e praticato da un numero più o meno limitato di persone .È un cane che si morde la coda : poco interesse equivale a dire difficoltà ad attirare capitali , pochi capitali ( spesso mal investiti ) equivale a poca crescita , ma se i 80-90 anni di rugby in Italia non abbiamo mai fatto il salto di qualità un motivo ci sarà ? Secondo me è perché il rugby non ha appeal sull’ italiano medio

  23. the judge 19 Gennaio 2015, 22:21

    Pare chiaro a tutti che in Fir dell’Eccellenza gliene frega poco se non per creare delle strutture e fare più accoglienti gli stadi (esempi Calv. e RO).
    Ma perchè non fare due cosine che ci farebbero anche risparmiare sugli stranieri (invero scarsini negli ultimi anni)? Obbligo di aperture italiane (ma guarda un po’ che novità); dai 20 anni tutti i ragazzi delle Accademie, che non vanno nelle due franchigie, nelle rose dell’Eccellenza, con obbligo di schierare un numero minimo di under 24.

  24. alfrba 19 Gennaio 2015, 22:34

    Mi sembra che il post di Jager sia il sunto di un ragionamento che qui dentro tutti prima o poi hanno fatto ma nessuno ama sentire: in Italia il rugby è uno sport di nicchia, e tutti gli sforzi fatti nel corso degli anni per farlo crescere non hanno prodotto nessun risultato. Com’è il quadro degli sport di squadra in Italia? Calcio: eccellenza mondiale, numero immenso di praticanti, risultati altalenanti, impianti, soldi, copertura tv. Pallavolo: eccellenza mondiale, numero di praticanti enorme, risultati ottimi, impianti, sponsor abbastanza, tv poca ma pubblico costante. Basket: eccellenza europea, praticanti tanti, pubblico abbastanza, sponsor, copertura tv, risultati così così. Pallanuoto: eccellenza mondiale, sport di nicchia ma grande tradizione e pochi competitori; baseball: eccellenza europea, praticanti e pubblico in crescita, poca tv, risultati costanti. Il rugby deve andare a strappare con i denti pubblico, sponsor, copertura tv e soprattutto PRATICANTI a costoro! E parliamo di un paese dove non esiste cultura sportiva, dove a scuola non si fa sport! In Gran Bretagna il rugby, con una tradizione lontana mille anni luce dalla nostra, si deve confrontare solo col calcio, magari con l’atletica, ed ha l’appeal per strappare i talenti migliori (i fisici migliori). Da noi, se si toglie il Veneto e qualche altra isola felice, le mamme hanno paura di mandare i bimbi al campo… e vogliamo fare paragoni?

  25. San Isidro 19 Gennaio 2015, 23:03

    Per quanto l’articolo di Paolo non faccia una grinza, credo però che la situazione delle coppe sia un mondo a sè che vada analizzato a parte…le imbarcate in coppa si prendevano prima dell’era celtica e si prendono anche adesso (ricordo ancora il sonoro 93-0 preso dalla mia Rugby Roma in Challenge Cup nel 2001 in quel di Sale, l’83-8 a Pontypridd nel 2003, l’82-5 a Londra con i Saracens nel 2004, ecc)…il punto cruciale è un altro, ovvero sul modo in cui le nostre franchigie e i club di Eccellenza affrontano le coppe, in particolar modo da quando siamo entrati nel professionismo che conta, ovvero nell’era celtica…fare un campionato di alto livello come la Pro 12 è già un impegno non da poco e le nostre franchigie non sono attrezzate, soprattutto per quel che concerne la profondità e la qualità della rosa, per essere competitive su dui fronti allo stesso tempo, nemmeno il migliore Treviso, quello di due stagioni fa, nonostante belle prestazioni, riuscì a sfiorare, neanche lontanamente, il secondo posto…quest’anno la Benetton è all’inizio di un nuovo ciclo e con un gruppo di minor qualità rispetto agli anni precedenti, gli sforzi sono concentrati sulla Pro 12 e la Champions Cup, nonostante il prestigio, viene affrontata come un peso…certo, non si pretendeva che il Treviso vincesse in Champions, ma almeno che onorasse l’impegno dando il massimo in campo pur con tutti i limiti, e solo al Monigo con il Racing si è vista una partita dignitosa da parte degli uomini di Casellato, nelle altre gare (anche in quella di ieri che, tutto sommato, era iniziata bene), si è vista una squadra senza voglia di lottare che sembrava scesa in campo per forza, l’apice si è raggiunto a Northampton…
    Chi poteva fare di più in coppa quest’anno erano le Zebre, con la nuova riforma, secondo cui ai quarti di finale di Challenge partecipano solo squadre interne alla competizione (non ci sono più dunque le peggiori seconde della prima coppa che si vanno ad aggiungere), la franchigia di Parma avrebbe potuto crederci di più e arrivare secondi nel girone non era così impossibile, soprattutto per il modo in cui quasi tutti i club francesi hanno approcciato il torneo, la partita buttata al vento contro l’Oyonnax al XXV Aprile grida vendetta…
    Per i club d’Eccellenza l’impegno della Challenge è praticamente impossibile, squadre semi-pro non possono certamente competere con le franchigie di Pro 12 o i club di Top 14 e Premiership…c’è da dire che quest’anno il Rovigo in casa con Cardiff Blues e Grenoble ha fatto delle signore prove perdendo di poco, senza adesso rimarcare che i gallesi e i francesi sono scesi in campo con riserve e giovani con poco minutaggio, comunque è gente che si allena e gioca a livelli superiore dei Bersaglieri…la batosta dell’Arms Park però non si può accettare, gli highlights parlano da soli, rossoblù molli su ogni situazione, negligenti nei placcaggi, inguardabili…l’onore non si difende solo al Battaglini, ma anche fuori, perdere magari 50-15 giocandosela al massimo è ben diverso che rimediare 104 punti venendo ridicolizzati anche dal pubblico di Cardiff, vuol dire non essere proprio scesi in campo…altrettanto inaccettabili sono state le dichiarazioni di Zambelli del giorno dopo dove dice “Impostando la partita sulla battaglia difensiva forse avremmo preso meno punti, ma magari saremmo tornati a casa con 4-5 infortunati. Ha fatto bene ad affrontare i Blues a viso aperto”…anzitutto non mi pare che i Blues siano stati affrontati a viso aperto, ma è una dichiarazione che non sta nè in cielo nè in terra. Come si fa poi a prevedere già il numero degli infortunati giocando in un certo modo?
    Che il nostro movimento sia al collasso è evidente, che le nostre franchigie non siano competitive è chiaro, ma prendere in esame i risultati delle squadre italiane nelle coppe europee, secondo me, rischia di falsare l’analisi dal momento che i passivi pesanti e le continue sconfitte sono dovute principalmente al modo di affrontare tali competizioni…

    • San Isidro 20 Gennaio 2015, 02:37

      per precisare sul Treviso di due stagioni fa, intendevo “secondo posto nel girone di Heineken”…

  26. RigolettoMSC 19 Gennaio 2015, 23:55

    Scusate, ho letto parecchi post ma non tutti, ma credo che, al netto della gestione federale, in questi casi sia molto dipendente da una questione di budget… Le squadre italiane sono fatte con pochi spiccioli (si fa per dire) rispetto alle squadre dell’Europa rugbistica che conta. Qual’è il monte ingaggi dell’Ulster? E quello del Rovvigo? C’è poco da fare, ad esempio il Racing Metro, che ieri le ha suonate secche al Treviso, ha una capacità di spesa di varie volte superiore, dovuto essenzialmente al fatto che il campionato francese è probabilmente quello dove girano più soldi. Si aggiunga una tradizione importante praticamente su tutto il territorio, una migliore capacità di gestione dei giovani (ma anche qui i soldi hanno un certo peso) e voilà… In campo non ci vanno i soldi, per carità, ma coi quattrini puoi organizzarti meglio, pagare meglio i giocatori, puoi, guarda te, ingaggiarne di più bravi. 🙂

  27. Joest 20 Gennaio 2015, 06:59

    Pontypridd (squadra di club) farebbe meglio ? Non di molto… E neppure il Garryowen Football Club… La pretesa di far giocare i club del campionato locale , che non hanno Gallesi, Scozzesi e irlandesi, diventa sempre più insostenibile.
    E loro hano bidget molto maggiori, molti più giocatori indigeni di qualitùà…. Sarebbe meglio chiudere l’esperienza e ripensare tutto, dalla Celtic all’organizzazione del campionato.

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