Essere celtici o no, il Veneto discute e il Pro12 non è un dogma

I presidenti dei cinque club più importanti di una regione decisiva del nostro movimento hanno affrontato un tema spinoso

COMMENTI DEI LETTORI
  1. malpensante 23 Ottobre 2014, 08:30

    Secondo me alla cena c’era anche un illustre veneto emigrato da tempo a Dublino. Sarebbe ora che se ne parlasse seriamente, numeri sul tavolo e senza preconcetti. Nello stile di Rugby&Laicità.

    • Stefo 23 Ottobre 2014, 09:49

      Nego il mio coinvolgimento…di queste occuse se ne occupa il Lider Maximo del Montello.

      • gsp 23 Ottobre 2014, 11:18

        Anche il suo avvocato nega ad oltranza. dice che non esiste alcun patto di Dublino.

      • Rabbidaniel 23 Ottobre 2014, 12:45

        Confermo l’estraneità di Stefo. Pare si sia infiltrata, invece, un’attempata signora dall’aria sospetta.

        • Maury7 23 Ottobre 2014, 14:44

          O’ Puttanone ?

          • Rabbidaniel 23 Ottobre 2014, 15:28

            😀 😀 Vedi chi tesse le fila del rugby italiano?

          • Maury7 23 Ottobre 2014, 16:33

            Ma sei sicuro che è lei e non l’Armando (il gatto) ?

  2. M. 23 Ottobre 2014, 08:38

    Io penso che indietro non si possa tornare, cioè il campionato stile “pre-Celtic” non lo avremo. Perché nel frattempo molto è cambiato e i giocatori “medio-buoni” della Celtic, non li terresti (i forti forti son già scappati ora), andrebbero nei secondi campioanti inglesi e francesi piuttosto. Inoltre già stona Tv in Heineken, figurarsi con la vincitrice dell’Eccellenza, perderemmo anche quella coppa. L’eccellenza attuale non tornerebbe quella pre-celtinca, se non con importanti investimenti, anche Fir (lo vuole fare?) e in una prospettiva di 4-5 anni almeno. Inoltre io penso che il trend della Guinnes sia di crescita: i soldi di Bt, il ritorno di Sexton, i gallesi in nazionale solo se giocano in patria eccetto limitate eccezioni, tutto questo indica la volontà della Celtic di difendersi, sarebbe strano andarsene ora.

  3. ugotruffelli 23 Ottobre 2014, 08:52

    Il trend del Pro12 sembra essere su binari di crescita e sviluppo.
    Nel mondo attuale del professionismo l’eccellenza non ha alcuna speranza di svilupparsi in un campionato sufficientemente competitivo a livello internazionale.

    Il resto è fuffa.

    • ugotruffelli 23 Ottobre 2014, 08:56

      Il problema è che il sistema italiano non si è mai davvero adattato alla scelta fatta del Pro12 preferendo mantenere, come al solito, mille piedi in mille scarpe con la tegola perenne della revisione, della verifica, del ripensamento… perché ci sono tanti interessi di bottega da difendere, mi dispiace dirla così ma è come la penso. Mai programmare a lungo termine, strutturare a lungo termine un sistema.

  4. ugotruffelli 23 Ottobre 2014, 08:57

    Le squadre venete mettano invece in piedi una vera franchigia territoriale.

    • Giovanni 23 Ottobre 2014, 09:59

      Mi si nota di più nella foto di gruppo dei Dogi tra tanti celtici o se litigo coi “parenti” durante il derby-day…? 😉

  5. valmarani 23 Ottobre 2014, 09:10

    E poi: se 10-12 milioni di euro all’anno…. venissero iniettati nel campionato nazionale quanto potrebbe crescere quest’ultimo in termini agonistici, tecnici e di appeal economico/televisivo?

    Niente, non cambierebbe nulla, probabilmente ritorneremmo pure indietro.

  6. Machete 23 Ottobre 2014, 09:17

    con 10 -12 milioni dati all’Eccellenza non vai da nessuna parte…..
    se invece fossero investiti sulla base e su un piano di sviluppo….beh allora sarebbe un’opzione (a lunga scadenza) percorribile

  7. Mr Ian 23 Ottobre 2014, 09:20

    La Celtic In realtà è un campionato in via di sviluppo che inizia ad attrarre anche capitali, questo molto si deve anche al contratto Sky, l unico paese in cui questo non si è capito è in Italia, parlare di un domestic italiano senza una profonda ristrutturazione del sistema e nei suoi uomini è un eresia.

    • fracassosandona 23 Ottobre 2014, 10:25

      PROVO A FARE UN INTERVENTO FIUME ALLA SAN ISIDRO, perdonami maestro…

      Sono in disaccordo…
      i mercati Italoceltici non possono attrarre sponsor e diritti tv per competere con quelli inglese e francese…
      è una questione di numeri:
      Galles: il rugby è religione ma ha tre milioni di abitanti e neanche troppo ricchi…
      l’Eire ha 4,5 milioni di abitanti, metà dei quali talmente fieramente celtici da snobbare il rugby perché sport inglese… (aggiungici circa un milione di persone nell’Irlanda del Nord)…
      Scozia, 5 milioni di scozzesi, paese di grande tradizione rugbistica che tuttavia soffre una certo disamore verso la palla ovale (per quanto si comincino a vedere progressi nelle presenze allo stadio)…
      Italia: su 60 milioni di abitanti credo che siano in grado di distinguere il rugby dal football americano meno di 5 milioni di persone (e per fortuna che quelli hanno i caschi e le protezioni, sennò saremo anche meno)… la situazione economica, quella dei diritti televisivi ed il seguito di pubblico allo stadio è sotto agli occhi di tutti…

      nel complesso abbiamo un mercato disomogeneo di meno di 20.000.000 di persone (che ce ne facciamo noi del sidro Magners?, che se ne fanno loro della Barilla?) che dovrebbe competere con quello francese o con quello inglese?

      non c’è partita, soprattutto perché noi dobbiamo metterci d’accordo tra quattro federazioni (chi partecipa con province federali, chi club artificiali regionali, chi con degli ibridi…) mentre francesi e inglesi hanno delle leghe di club molto potenti…

      si è visto quest’anno quanto i gallesi tengano alla celtic…

      la situazione è in mano agli inglesi che, forti dei loro diritti televisivi, potrebbero creare il campionato dei Lions, ancora più appetibile del loro e dello stesso Top14, magari suddividendo il tutto in due conference che vanno ad incrociarsi per il titolo di megacampione…

      in tutto ciò quelli che restano con il cerino in mano siamo noi, che siamo talmente deboli sia sul piano sportivo sia su quello economico che tutti possono fare benissimo a meno di noi, francesi e brits…

      la soluzione non si risolve “iniettando” soldi federali all’attuale eccellenza…
      il contributo non può e non deve superare le disponibilità economiche autonome di un club sennò è giusto che chi contribuisce pretenda anche il controllo…

      ripeto: serve un visionario (quelli che altrove chiamerebbero semplicemente project manager) che sappia dimostrare con le evidenze economiche di campionati come quello francese o giapponese che, partendo da situazioni di miseria e povertà analoga alla nostra attuale, si può arrivare ad avere una redditività interessante.
      Occorre coinvolgere almeno 8 “Benetton” mostrando loro come nel rugby europeo si possa essere leader (e quindi conosciuti tali presso un pubblico di livello medio alto) con gli stessi soldi con cui nel calcio si fa la serie B italiana o la bassa classifica di A…
      Occorre vincolare queste realtà ad un progetto decennale, a cui la FIR può anche contribuire…
      questo sul lato economico…

      quello sportivo va gestito dal lato federale, che dovrebbe eliminare da subito tutte le accademie dalle zone dove il rugby ha già le sue scuole, rivalutando il lavoro dei singoli club, ed utilizzare i centri federali solamente dove la scarsità di praticanti richiede una forza aggregativa…

      la soluzione all’argentina che tanto piace a San (e idealmente anche a me) si scontra con la dura realtà dei fatti: da noi ci sono troppo pochi praticanti, nessuna tradizione e scarsissimo interesse…

      • Giovanni 23 Ottobre 2014, 10:36

        Sono d’accordo: il modello argentino da noi non potrebbe funzionare, perchè ne mancano le premesse.

      • Maury7 23 Ottobre 2014, 10:43

        Essendo coinvolto sia nel rugby (anche se ora sono un po’ via) e nel football americano,ti posso dire che in Italia di persone che sanno distinguere tra il rugby ed il football americano sono molto ma molto meno di 5 milioni

      • porcorosso 23 Ottobre 2014, 10:45

        Fracasso … dove xe che go da firmar???
        Meto anca do schei de mona come par le primarie … 😉
        Saluti PR-WSM

        • fracassosandona 23 Ottobre 2014, 11:25

          Bentornato Miyazaki, mi sei mancato.

          • porcorosso 23 Ottobre 2014, 13:01

            El sol magna le ore … ahimé …
            Passo spesso ma commento poco 😉

      • Tomas 23 Ottobre 2014, 12:31

        Sottolineo l’ultimo comma: “da noi ci sono troppo pochi praticanti, nessuna tradizione e scarsissimo interesse”
        E’ la risposta a chi si chiede come mai il rugby italico regredisce e fatica a produrre risultati!

        • gsp 23 Ottobre 2014, 12:35

          e’ vero tomas, ma quello ti dice anche dove iniziare a lavorare.

      • San Isidro 23 Ottobre 2014, 13:40

        EGO TE ABSOLVO FRACASSUS
        La soluzione all’argentina che spesso ho proposto era relativa al campionato domestico, ovvero tornare ad una dimensione ancora più amatoriale a livello di club e con tornei a più fasi (magari una prima fase con gironi a livello territoriale e poi un Super 10, Super 12 o Top 14 finale che si voglia con i migliori classificati dei gironi e da giocare in gara secca, anche per ridurre le spese per trasferte), mantenendo però un Alto Livello, ovvero le nostre due franchigie celtiche, a patto che il vertice sia ben collegato con la base, ovvero accademie legate alle franchigie celtiche, filiera, ecc…
        ps: per te c’è sempre un auto blu disponibile e una mazzetta da 1.500 euro se gli Orfani dei Dogi passano nella LOV, anche noi teniamo alla causa veneta…

      • Diesel83 23 Ottobre 2014, 13:45

        Premessa: Straquoto!!!
        La FIR dovrebbe svolgere un ruolo manageriale e istituzionale più profondo… continuo a chiedermi c’è e se si dove sia il rugby nei programmi scolastici delle nostre scuole?…. si sta facendo qualcosa a riguardo?… per me quei 10-12 milioni dovrebbero essere investiti ristrutturando palestre (in zone strategiche) in cambio di ore di insegnamento da parte dei prof. di educazione fisica sempre troppo abituati a “lanciare palloni rotondi giusto per far passare l’ora”.
        Tanto per farti un esempio che torna sui giovani e sui 5 milioni di conoscitori… non distante da dove vivo c’è il campo di una squadra di serie B, eppure il primo rugbista l’ho visto in classe a scuola a 18 anni ed aveva appena iniziato a giocare.
        Sono d’accordissimo sugli 8 Benetton… “qualcuno” dovrebbe iniziare a muoversi a livello marketing proponendo di investire in questo sport perché diciamolo… quanto brucia vedere marchi(soldi) italiani stampati sulle magliette di squadre straniere…

        • Mr Ian 23 Ottobre 2014, 13:59

          L’Italia dovrebbe promuovere il rugby attraverso le bellezze artistiche e paesaggistiche che ha da offrire, offrire il pacchetto vacanza-partita!
          Ho visto i gallesi a Tolone, hanno combinato l’inferno, spendendo soldi e divertendosi, alla fine si è perso, ma credetemi è stato un aspetto secondario di tutto il viaggio.
          Se noi riuscissimo ad organizzare il rugby come Evento, i risultati arriverebbero per tutti, se non da un punto vista sportivo, sicuramente ne guadagneremmo in immagine…

          • Diesel83 23 Ottobre 2014, 14:28

            I monumenti prima, la partita nel mezzo, la birra e maiale alla fine!!!! 🙂
            Da quanto ho visto in Inghilterra la partita è il principale motivo per far festa… (bere)! =D

          • Giovanni 23 Ottobre 2014, 15:46

            Pacchetto vacanza-partita: ottima idea, solo che siamo l’unica nazione della CL a non avere la capitale coinvolta. E nemmeno la seconda città d’Italia.

          • lexv 23 Ottobre 2014, 23:02

            Per rispondere a Giovanni: straquoto. Si è deciso per Treviso, e mi può stare anche bene e Parma! Praticamente è tutto ristretto nel raggio nel 200 chilometri! A Parma si è visto che seguito che hanno le Zebre poi! Opinione mia:se avessero messo su i “Pretoriani” di cui si parlava a Roma sarebbe stato decisamente più azzeccato! Invece…

      • xnebiax 23 Ottobre 2014, 14:23

        d’accordo con fracasso

      • Maury7 23 Ottobre 2014, 14:36

        “la soluzione non si risolve “iniettando” soldi federali all’attuale eccellenza…
        il contributo non può e non deve superare le disponibilità economiche autonome di un club sennò è giusto che chi contribuisce pretenda anche il controllo…”
        Ho notato questo comportamento a livello globale,non solo in Italia,si vogliono investimenti nel rugby ma non lasciano il controllo

      • Il Mago 23 Ottobre 2014, 15:23

        @Fracasso : il visionario

  8. Basettoman 23 Ottobre 2014, 09:23

    Se arrivano soldi ritorna l’invasione di stranieri piu’ o meno utili nel campionato, per cui rivedremo Viadana parlare inglese.. piu’ comodo per tanti prendere giocatori gia’ formati all’estero che provare ad investire nei giovani, non credo sia una soluzione… se si vuole rilanciare il campionato in ottica futura puntare sui giovani,mettere un minimo di under a referto, dagli spazio, magari uno/due emergono e passano di categoria… piuttosto che una eccellenza cosi (dove due societa’ sono gia’ in difficolta’ economiche) meglio due poule divisi per territorialita’, poi scontro finale in campo NEUTRO.. le trasferte costano, avere dieci prime linee ache (vista la penuria)….

    • bak 23 Ottobre 2014, 10:07

      quoto e straquoto,
      basta ricordarsi com’era il TOP10 10-12 anni fa; Luciano Ravagnini su un numero della Meta (il mensile) scrisse un’editoriale di fuoco in cui evidenziava una presenza in quel TOP10 di più del 50% di giocatori di formazione non italiana (tra oriundi, equiparati e stranieri)
      bak

      • mezeena10 23 Ottobre 2014, 10:25

        ravagnani, la meta è settimanale..

        • bak 23 Ottobre 2014, 10:32

          @mezeena; si scusa Ravagnani,
          se non ricordo male l’analisi di cui parlavo era sulla “meta mensile” da lui diretta, poi è passata di proprietà ed è diventata un settimanale

          • mezeena10 23 Ottobre 2014, 12:21

            ah ok rugby magazine intendi probabilmente..non cambia pero il succo del discorso, che ho condiviso e condivido tuttora!

  9. ginomonza 23 Ottobre 2014, 09:43

    Sono estremamente ben sorpreso.
    Ci sono ESPERTI in questo blog che sanno tutto ed hanno già le risposte ancor prima delle domande.
    Quanto talento sprecato!!!!

    • gsp 23 Ottobre 2014, 11:22

      gino, dai andiamo oltre il blog, i presidenti, mettiamo in mostra il talento. qual’e’ l’opzione b, con pro e contro?

      • gsp 23 Ottobre 2014, 11:37

        io le butto li, ma ce ne sarebbero altre.

        a) rimane la celtic, ma si fanno dogi e le zebre vanno a roma. PRO. bacini piu’ larghi, piu’ pubblico, e risorse economiche. CONTRO. campanilismo veneto, alto rischio nel senso che il dossier iniziale celtici andrebbe rivisto. ripartire con le squadre daccapo.

        b) No Celtic, eccellenze a 6 franchigie. PRO potrebbe reinvigorire rivalita’ importanti, compionato interno piu’ competitivo. CONTRO. non costa meno della celtic, campanilismo veneto, ed anche viadana/calvino/parma. Club cmq in posizione di potere e scelta limitata. richiede guida essenziale FIR.

        c) No Celtic. eccellenza rimane com’e’, anzi si impone semipro (max num giocatori pagati, budget limitati). tutti i contributi spostati su formazione, giocatori all’estero. PRO. progetto a lungo periodo, sostenibile. CONTRO progetto a lungo periodo. pres eccellenza cmq rimangono a bocca asciutta. ci vuole cmq un ruolo di guida tecnica FIR come condizione per rilascio fondi.

        Io sono per a) o c).

        • mezeena10 23 Ottobre 2014, 12:31

          6 squadre son poche..poche partite..almeno 8 per me..
          e celtic si con delle selezioni o franchigie, ottima roma, itinerante per le partite dei dogi, cosi fan contenti piu o meno tutti in veneto ma “base” a chi ha strutture e competenze e investe piu danari!
          riforma, dall’ eccellenza in giu, con squadre su base regionale, selezioni regionali o territoriali, franchigie chiamatele come volete, collegate ed alimentate dai vari clubs territoriali..possibilita contingentate di scambi o compravendita di giocatori..
          idee ce ne sono a bizzeffe e purche non si rimanga in questo pantano va quasi bene tutto!

          • gsp 23 Ottobre 2014, 12:40

            si mez, pero’ su 8 si riducono anche di piu’ i budget e contributi.

            con 6, potresti fare budget minimi di 4mln a squadra, di cui 2 federali. e poi giocano magari 3 volte.

            il problema principale e’ che anche questa snatura e riduce i club d’eccellenza. chi va a dire a rovigo che devono fare la squadra con Padova?

        • Tomas 23 Ottobre 2014, 12:44

          1 – Portare le Zebre a Roma non produrrebbe nessun miglioramento, a parte forse che il pubblico romano sarebbe più numeroso di quello parmense.
          I Dogi in Pro 12 al posto del Benetton è pura fantasia: troppe teste e troppi interessi da mettere d’accordo.
          2 – Eccellenza a 6 squadre? Quali sarebbero scusa? Treviso, Petrarca, Rovigo, Calvisano, Roma e Viadana? Chiedi cosa ne pensano a Mogliano, S. Donà o L’Aquila che stanno facendo tanti sacrifici per essere dove sono, con pieno merito, e giocare un campionato da protagonisti o quantomeno dignitoso! E quanto lo facciamo durare? 4 – 5 mesi?
          3 – Guarda che l’Eccellenza è già semipro, anzi, per la maggior parte pro!
          Io penso che bisogna ridurre le accademie, massimo 3, una per zona geografica (Veneto nord est, Parma Nord ovest e Roma centro sud), riqualificare i vivai delle singole società, dove si inizia e si impara a giocare a rugby e fanno propaganda nel territorio

          • mezeena10 23 Ottobre 2014, 13:04

            che l’ eccellenza “è pro” non si puo leggere scusa!

          • Machete 23 Ottobre 2014, 13:12

            scusa tomas ma in cosa l’eccellenza è pro??……

          • Tomas 23 Ottobre 2014, 14:58

            Probabilmente abbiamo un’idea diversa di cosa voglia voler dire pro.
            Per me professionismo vuol dire vivere di rugby, fare del rugby la propria attività principale, senza necessariamente percepire un ingaggio a 5 zeri.
            Quando fai 2 allenamenti al giorno e la società ti da uno stipendio sufficiente per vivere e mantenere la famiglia con annessi e connessi (auto, appartamento), per me questo vuol dire essere professionista. A parte i giovani che studiano, quanti giocatori conoscete voi che giocano in Eccellenza e lavorano? A parte ovviamente quelli che hanno un’attività in proprio o lavorano nell’attività di famiglia …..
            Guardate che giocatori che guadagnano 2000€ e più ce ne sono ….. Quelli mica li possiamo definire dilettanti o tanto meno amatori!

          • Tomas 23 Ottobre 2014, 15:13

            Per finire di risponderti Gsp, il campionato d’Eccellenza va valorizzato, anche perchè i futuri “campioni”, quelli che poi arrivano in Pro 12 ed in Nazionale, provengono da lì.
            Mi stanno bene 10 squadre con 1 retrocessione/promozione, perchè non dev’essere un torneo chiuso a pochi eletti e tutti devono avere la possibilità di arrivare a giocarlo: lo stimolo a raggiungere il risultato è indispensabile!
            Per aumentare l’interesse però dev’essere equilibrato ed avvincente: non a squadre inadeguate! Per fare ciò: rose da 30/32 giocatori e creerei 5 fasce di merito dove incasellare i giocatori, tenendo conto del loro “curriculum” (ex nazionali, ex Pro 12), se sono giovani di prospettiva (nazionali giovanili), se hanno esperienza (carriera in Eccellenza) o provengono dalle serie inferiori, ecc. ecc. Ogni squadra non può tesserare più di 6 – 7 giocatori di 1 fascia, altrettanti di 2, ecc. In modo da avere organici omogenei: quando c’era la Benetton vinceva lo scudetto tutti gli anni, Calvisano e Viadana erano le uniche avversarie, sai che divertimento per gli altri!
            Poi passaggi in tv ed iniziative che stimolino l’interesse, sull’esempio del Veneto Day per intenderci.
            Monitoraggio continuo e serio affinchè le società non “scoppino”: basta insolvenze e rischi fallimenti. Chi non risponde a parametri di serietà e corretta tenuta contabile via!

          • Tomas 23 Ottobre 2014, 15:25

            Infine il Pro 12
            I risultati prodotti dopo 4 anni non sono incoraggianti!
            Però è fuori di dubbio che giocare a questi livelli non può essere che positivo! Magari con meno stranieri, e se ci sono che sappiano fare la differenza in campo e far crescere i ns. L’organico della Benetton sotto questo punto di vista è da rivedere: meglio 4 – 5 stranieri forti e di nome che 18 – 19 anonimi!
            Le Zebre che giochino a Parma o a Roma non mi cambia nulla, ma devono diventare una struttura privata o sostituiti da una franchigia privata: la Fir ha già la sua squadra (Nazionale), perchè approntarne un’altra? I soldi vanno investiti alla base, dove nasce il movimento che poi fa girare la giostra, non buttati via per una squadra celtica.
            Sul progetto Dogi sono molto scettico: il cane che ha 10 padroni muore di fame! Mettere d’accordo più teste, cioè più realtà territoriali, è impossibile. Anche perchè c’è il campanilismo, l’attaccamento alla propria squadra prima di tutto! Parlo da tifoso, figuriamoci un imprenditore che deve investire il proprio tempo ed i propri soldi su una squadra in comune …….

          • gsp 23 Ottobre 2014, 15:41

            Ciao Tomas, io valutavo le diverse opzioni sul tavolo.

            pero’, se le principali critiche che si fanno alle Zebre sono mancanza di pubblico e sponsor, a Roma e porobabile che ci sia un incremento sia del primo e possibile dei secondi.

            le critiche che fai all’eccellenza a 6 squadre la condivido in pieno e quelli sono problemi reali. rimane che se decide di dirottare i fondi che spendi in Celtic oggi, sull’eccellenza a 10 squadre non fai nulla. sprechi 1mln a squadra senza ottenere nulla. o fai a 6/8 con budget da 4mln almeno o meglio lasciar perdere.

            sulle squadre private. gia di solito sono problemi ideologici, ognuno li vede come vuole. ma nel caso come in italia dove i privati nel rugby non ci sono, le franchigie pubbliche o semi pubbliche sono l’unica soluzione.

            sull’eccellenza come parte della filiera. e’ una opinione che rispetto, ma ti faccio notare che non e’ cosi nelle altre celtiche. e non e’ pagando di piu’ un giocatore che lo fai migliorare. quelli per me sono soldi quasi sprecati. investi in formazione e tra 10 anni avrai una eccellenza che costa meno e sara’ piu’ competitiva.

          • gsp 23 Ottobre 2014, 15:42

            e se il problema sono i soldi buttati via, di certo sono buttati via sull’eccellenza piu’ che sulla Celtic.

          • mezeena10 23 Ottobre 2014, 16:53

            infatti..un’ idea completamente diversa! e l’ eccellenza è tutto tranne un campionato professionistico..
            ah e i “giocatori buoni” non li trovi al market, te li devi costruire da solo! ma non con un campionato a “4\5 squadre”..
            per favore! ggenti che scoprono l’ acqua calda!

          • mezeena10 23 Ottobre 2014, 16:56

            e i giocatori oltre a farli allenare devi pure pagarli!!! hai seguito per caso le polemiche degli ultimi anni? vari arbitrati? buffi a go go??? mi sa di no evidentemente..o vatti a guardare quanto sono le società fallite, ritirate, scomparse..
            soldi non ce ne sono!!! magari inizia a fare un giro nel club locale e chiedi dei salti mortali che fanno per andare avanti!
            fuori dalla realta completamente! mah..

          • mezeena10 23 Ottobre 2014, 16:57

            quello delle 4 o 5 squadre è un altro..ma i concetti son simili, percio..

        • Rabbidaniel 23 Ottobre 2014, 13:00

          gsp non capisco il campanilismo veneto. Volenti o nolenti il rugby in Italia ha la massima concentrazione in Veneto e col Veneto, nel bene e anche spesso nel male, devi fare i conti. Basta vedere gli esempi falliti di rugby metropolitano (Roma esclusa, ma con molti distinguo).

          • gsp 23 Ottobre 2014, 15:29

            vuoi dire che il campanilismo veneto non avrebbe un ruolo nella fusione di squadre (se ad esempio ci fossero solo 6 o 8 eccellenti e magari franchigie modello volley come accennavamo qualche mese fa).

            o che il campanilismo ad esempio non sarebbe un problema anche nella nascita dei dogi? dove tra l’altro non si capisce perche’ una societa’ debba mettere dei soldi per una squadra che gioca altrove. secondo me qualsiasi forma che vada oltre la collaborazione di due club max (stile ospreys) sara’ difficile da far funzionare.

            e quindi, certo il campanilismo e’ un elemento da tenere in grandissima considerazione e cominciare a parlarne oggi per preparare le tifoserie.

            sarebbe stato un incontro piu’ proficuo se c’avessero detto quanto vogliono/possono mettere a testa per i dogi. anche se le dichiarazioni di Zambelli a me sembra vadano in direzioni diverse.

            sarebbe stato un incontro piu’ proficuo se avessero detto quanto sono

        • western-province 23 Ottobre 2014, 16:05

          d) campionato a 4-5 franchigie e partecipazione delle stesse alle coppe europee, campionato di club a 10 squadre che utilizzano i giocatori delle franchigie non utilizzati in nazionale, contratti centralizzati per i giocatori di interesse nazionale (70% fed 30%club)

        • Tomas 23 Ottobre 2014, 16:23

          Perchè dici che nel rugby in Italia i privati non ci sono?
          Lascia stare le celtiche, tutte le altre sono società private che, contributo Fir delle coppe europee a parte, camminano bene o male con le loro gambe! Ti riferisci a contributi di Enti locali? Del Coni? Comunque la parte più consistente del budget lo sborsano i proprietari dei club o con la raccolta degli sponsor …..
          Mi hai frainteso: io sono favorevole alla partecipazione celtica, ma troppi soldi vengono usati a questo scopo, e la mia critica va tutta nella direzione Zebre: al pari della Benetton è giusto dare un contributo federale di egual misura, ma non sborsare l’intero budget. O le Zebre trovano mezzi di sostentamento alternativi o lasciano il loro posto a qualcun altro: mantenere in toto una squadra in Pro 12 sono soldi non impiegati diversamente in maniera più utile.
          Condivido che i soldi vanno usati per rafforzare la base ma i giocatori bravi vanno dove li pagano di più: per vincere servono giocatori bravi e per avvicinare i giovani al rugby ed i tifosi allo stadio bisogna vincere. Nessuno si diverte a perdere sempre …….
          Infine io non ho mai parlato che la Fir deve finanziare le squadre di Eccellenza. Al limite organizza stage e aggiornamenti ai loro tecnici e preparatori atletici per migliorare tecnicamente, tatticamente e fisicamente il livello del campionato ….. E se proprio deve dare dei contributi che siano finalizzati all’attività giovanile in base ai meriti ed ai loro risultati ….
          Idee ce ne possono essere tante, condivisibili o meno, basta fare qualcosa perchè l’immobilismo è sempre negativo

          • gsp 23 Ottobre 2014, 17:48

            tomas, che in italia non ci siano privati da 3/4/5 mln a stagione mi sembra abbastanza accertato. anzi, e’ quello il problema principale.

          • lexv 23 Ottobre 2014, 23:15

            E mi permetto di aggiungere…magari ci fosse qualcuno disposto a spender soldi per le Zebre!

      • Mister-X 23 Ottobre 2014, 17:32

        “Zebre a Roma = più pubblico rispetto a Parma”??? Ma siete mai andati a vedere una partita di Eccellenza nella Roma Capitale? Io si e posso dire che i dati delle presenze sono abitualmente gonfiati come il becco di un pellicano..

        • gsp 23 Ottobre 2014, 17:49

          si mister x, se il ragionamento e’ quello allora anche l’olimpico dovrebbe essere vuoto. sono prodotti diversi, e pubblici diversi.

          • lexv 23 Ottobre 2014, 23:18

            senza contare che i Pretoriani potenzialmente porterebbero allo stadio tifosi di decine di squadre di Urbe e dintorni…non solo di Lazio o Capitolina!

  10. gsp 23 Ottobre 2014, 09:50

    Ci vuole una analisi dei costi della Celtic e delle scelte drastiche anche se si decide di rimanerci.

    Ci vuole un piano b, assolutamente, nel caso le cose in Celtic si mettono male.

    Ma il piano non può assolutamente essere dare 1mln a 10 eccellenti. E se invece si fanno solo 6 franchigie, il dibattito tra i 6 veneti su chi dovrá ritirare la squadra si sentirá e non Sará bello.

    Insomma fanno bene ad iniziare il dibattito, ma la risposta mi sembra sbagliata. E l’eccellenza ed i presidenti rimangono uno dei limiti maggiori del rugby italiano. L’altro é la fed.

    • soa 23 Ottobre 2014, 09:58

      Se si devono fare più franchigie venete la vedo dura perchè c’è una rivalità di fondo diffusa. Una franchigia unica funzionerebbe, più franchigie temo di no.

    • Alberto da Giussano 23 Ottobre 2014, 10:02

      Due concetti, sintetici , ma ben esaustivi di tutta la vicenda.

  11. pippobrutto 23 Ottobre 2014, 09:55

    In un’ottica di medio-lungo termine non sarebbe sbagliato tentare un miglioramento del domestic.
    In fin dei conti, la celtic per le italiane presenta difficolta logistiche che le squadre di irlanda galles e scozia non hanno (lunghi spostamenti, con tutto ciò che ne consegue).
    Inoltre, un miglioramento del domestic dovrebbe portare a un miglioramento della base. magari così non andremmo a prendere dei n.10 e 15 scadenti dall’altra parte del mondo

    • soa 23 Ottobre 2014, 09:59

      Due ore d’aereo non sono lunghi spostamenti dai. Senza contare che Treviso ha l’aeroporto proprio lì.

      • Paolo 23 Ottobre 2014, 10:21

        Ciao
        mica vera questa cosa delle trasferte, regge solo per Edimburgo, Glasgow e Dublino. Andare a Cardiff, Galway, Llanelli, Newport, Cork, Limerick è più complicato di quanto non si pensi

        • soa 23 Ottobre 2014, 10:39

          Galway in effetti è un po’ sperduta. Per il resto, una volta a Londra (1 ora) nel giro di due ore sei quasi ovunque tra treno/aereo.

          • LoScozzeseMilanese 23 Ottobre 2014, 10:58

            Anche Galway. È abbastanza vicina all’aeroporto di Shannon

          • ginomonza 23 Ottobre 2014, 13:01

            un’ora a Londra ?

          • soa 23 Ottobre 2014, 13:41

            @gino, sì da Treviso ci vuole un’ora e qualcosa

        • Maury7 23 Ottobre 2014, 10:50

          La maggior parte delle volte per andare a Cardiff,Llanelli e Newport devi scendere a Londra e poi proseguire per il Galles con altri mezzi

          • Maury7 23 Ottobre 2014, 10:51

            O meglio atterrare 😀

          • bak 23 Ottobre 2014, 10:56

            puoi volare su Bristol da Bergamo (almeno fino a poco tempo fa c’era) e poi attraversi a nuoto il canale 🙂
            a parte gli scherzi Bristol è vicinissimo al Galles delle celtiche

          • Maury7 23 Ottobre 2014, 11:11

            Qualche mese fa un amico che doveva andare a Cardiff è andato da Milano a Londra in aereo e poi da li ha proseguito per Cardiff in treno

          • LoScozzeseMilanese 23 Ottobre 2014, 11:28

            Ci sono voli per Cardiff dall’Italia. Magari lo ha fatto per risparmiare, ma c’è un Linate Cardiff

          • Maury7 23 Ottobre 2014, 11:33

            Si infatti,io ho sempre preso il volo Linate-Cardiff,i viaggi con tanti cambi di mezzo non fanno per me

      • gsp 23 Ottobre 2014, 11:27

        c’e’ un problema trasferte, ed anche per questo nel primo quadriennio se non sbaglio abbiamo contribuito agli spostamenti degli altri. sono fattibili. Il problema e’ il ritorno economico.

    • Machete 23 Ottobre 2014, 10:03

      semmai il contrario…….parti migliorando in qualità la base e migliorerà a lungo termine anche l’Eccellenza…..

      • mezeena10 23 Ottobre 2014, 10:27

        infatti..
        le case si costruiscono dalle fondamenta!

      • gsp 23 Ottobre 2014, 10:32

        Verissimo. Ma va chiarito che l’eccellenza non é la base.

        • mezeena10 23 Ottobre 2014, 10:53

          esatto gsp, ma perche c’ è chi lo pensa o lo dice?

          • gsp 23 Ottobre 2014, 11:21

            c’e, c’e’.

        • GiorgioXT 23 Ottobre 2014, 15:44

          Dipende ,non per tutti è così’, e sarebbe anche facile trovare la discriminante , basta vedere quanti giocatori uno ha del proprio vivaio, quanti dei limitrofi od altri italiani ed il resto.

  12. mope 23 Ottobre 2014, 09:56

    se analizziamo i vari campionati quello PRO12 non fa proprio pena. nella prima pertita di EC Munster, Warriors, e Leinster hanno vinto contro 3 inglesi mentre Ulster e Scarlets hanno perso ma senza sfigurare. se vogliamo proprio analizzare l’unica che ha preso la RUMBA è TV che non è assolutamente all’altezza di questa coppa.
    Ergo…preso atto che la PRO12 non è inferiore ne a TOP14 ne a PREMIER il problema secondo me è nella struttura delle squadre Italiane. con il budget che si ritrovano, rispetto alle altre, non si può sperare di andare oltre all’ultimo o penultimo posto. TV aveva raggiunto il 7 posto ma aveva giocatori di TOP che si stavano mettendo in luce ma appena hanno consolidato la loro posizione il budget non è più stato sufficiente per tenerli in IT e sono andati all’estero dove vengono pagati per quanto tale. è chiaro che se Munster ha un budget di 20 milioni e TV/ZEBRE di 6 la differenza non sarà mai colmabile quindi la soluzione non può essere togliamo a PRO12 e diamo a ECCELLENZA ma troviamo soluzioni FIR/PRIVATI anche esteri che investano sulle 2 franchigie IT in modo che si possa avere disponibilità finanziaria per creare squadre con giocatori di TOP e. Non so se qualcuno ha notato lo sponsor degli OSPREYS…..SEGAFREDO ZANETTI!!!! el se de Treviso e el fa el sponsor a na squadra Gallese!! robe da matti!

    • soa 23 Ottobre 2014, 10:02

      Una volta era di Treviso. Zanetti è di Bologna.

      • mope 23 Ottobre 2014, 10:12

        si certo SOA

        intendevo che il proprietario è di Treviso precisamente Villorba e che forse magari si poteva sentire per fare lo sponsor alle nostre franchigie…cioè la mia era na provocazione.. 🙂

        • soa 23 Ottobre 2014, 10:43

          Sì comunque l’avevo notato anch’io che era lo sponsor degli Ospreys. Del resto lì ha un ritorno d’immagine non indifferente, in Italia se va bene ha 5000 persone allo stadio e poca roba alla tv.

          • jock 23 Ottobre 2014, 12:02

            @soa, si, lì ho visto anche io e anche io sono rimasto colpito.

        • ginomonza 23 Ottobre 2014, 12:08

          si sponsorizza all’estero perché li ci sono mercati potenziali.
          Cosa vuoi sponsorizzare il caffè espresso in Italia ?
          Starbucks non viene in Italia perché sa bene che il suo caffè non avrebbe successo e l’investimento non varrebbe neanche una candela bruciata.

          • mope 23 Ottobre 2014, 14:38

            Chiaramente era un esempio. il punto non è il caffè..il punto è che non essendo competitivi racatti solo sponsor di paesotti locali…

    • Rabbidaniel 23 Ottobre 2014, 13:40

      Segafredo ormai ha locali in franchising anche in Uzbekistan.

  13. Stefo 23 Ottobre 2014, 10:00

    Al di la’ di quello che ognuno puo’ pensare sulla faccenda ci sono delle cose difficili da negare.
    1- non e’ mai stata fatta come ricorda Paolo un’analisi seria ed oggettiva dei costi e benefici del Pro12 e
    2- se si studia e si preapra un piano B e’ sempre meglio, sara’ ben meglio avere 2 ma anxhe 3 alternativ da valutare che essere legati mani e piedi ad una, o no?!
    Si puo’ voler nascondere la testa sotto la sabbia ma il Pro12 iniziale a 5-6 milioni era una cosa ben diversa da quello attuale a 10-12 anche perche’ a questo raddoppio dei costi non e’ seguito un raddoppio delle entrate, anzi, qui ci sarebbe gia’ il rpimo grande flop da mettere in conto: e’ un ivestimento a perdere, niente nuovi sponsor, sulle TV ad oggi quasi sicuramente il miglior contratto firmato resta quello dei porno-sportivi Svedesi (falliti), seguito di pubblico stagnante ad essere buoni. I benefici in termini sportivi potrebbero essere discussi a lungo ma si finirebbe sul carattere dogmatico della cosa quindi personalmente evito, ma non concordo con l’idea di molti che siano cosi’ netti soprattutto in termini di numeri e soprattutto non accetto analisi parziali in cui non si mettano in conto anche i costi non prettamente economici per ill movimento, il depauperamento sportivo di tutto cio’ che c’e’ sotto alla CL.
    Purtroppo continuo a leggere molte argomentazioni dogmatiche che non pesnano ad un modello alternativo per il rugby italiano, convinti che il professionismo sia l’unica via, costi quel che costi, depauperi tutto il resto senza essere il vertice di un sistema valido e sostenibile.

    • Giovanni 23 Ottobre 2014, 10:30

      A me fa specie che un’analisi costi-benefici non sia stata fatta finora dalla federazione.

    • mezeena10 23 Ottobre 2014, 10:31

      concordo..divertente come molti pensino di riversare la “quota celtica” direttamente nell’ eccellenza per recuperare competitività e credibilità!
      cosi in automatico..mah!

      • ginomonza 23 Ottobre 2014, 11:47

        mez nessuno pensa , a meno che tu lo pensi, che riversare la “quota celtica” direttamente nell’ eccellenza per recuperare competitività e credibilità! cosi in automatico .. mah!
        Però senza soldi e così come è stata ridotta non solo l’eccellenza non è eccellenza e non è la base, ma tutto il rugby Italiano è senza fondamenta.
        Dimostrate che :
        12 milioni per accesso alla Celtic
        8? milioni circa /anno per i primi 4 anni per le franchigie
        12 milioni/anno per i prossimi 4 anni
        ecco dimostrate che se investiti nel rugby domestico dalla base al culmine avrebbe portato meno risultati.
        Non si potevano comprare Auva’a Christie etc. etc. allo stesso modo?
        Magari non venivano e forse non era meglio?

        • gsp 23 Ottobre 2014, 11:56

          gino, quello che dici e’ assolutamente rispettabile.

          pero’ manca la soluzione alternativa.

          alla tua domanda la risposta non puo’ che essere che quegli investimenti sul domestic non avrebbero generato niente di meglio, anzi. io su questo non ho dubbi. i primi anni erano 3mln (diviso 12 che differenza fanno?) oggi 10 (diviso 10 che differenza fanno?)

          invece se mi dici che se spendi quei soldi sulla formazione e sulla base (che non e’ l’eccellenza) avresti avuto risultati migliori, per me la risposta e’ no nel breve periodo, sicuramente e certamente si nel medio e lungo.

          • gsp 23 Ottobre 2014, 12:00

            i primi anni erano 6 o 7.

          • ginomonza 23 Ottobre 2014, 12:12

            gsp infatti ho messo ? e comunque 1/2 milioni in meno non sposta molto.

          • gsp 23 Ottobre 2014, 12:18

            esatto gino. 1/2 mln per squadra d’eccellenza non cambiano nulla, al max comprano qualche straniero e pagano qualche debito. invece, salire da un budget di 6 per una celtica, fino ad 8 e’ un incremento molto molto importante e che puo’ produrre molto in termini di competitivita’.

          • ginomonza 23 Ottobre 2014, 12:30

            gsp quando dico domestico non mi riferisco solo all’eccellenza, poi :
            1) i primi anni bisogna distinguere Aironi/ Zebre e forse sono un po’ più di 6/7 comunque sarebbero 3+6=9 milioni in media almeno
            2) ho espresso più volte che per me eccellenza
            significa 8 squadre al massimo.
            3) ora sarebbero 12 i milioni minimo.

            E non ho detto che tutto debba andare per eccellenza.
            E’ poi evidente che si tratta di un processo pluriennale.
            Negare che non cambierebbe o sarebbe cambiato niente è pura opinione rispettabile ma non dimostrata.
            Quello che è dimostrato sono i risultati dopo la CL ed alla fine si sono comprati stranieri certo non di prima scelta che forse sarebbero stati di innalzare il livello dei nostri giovani in eccellenza dove lì ci sono i terza/quarta scelta.
            Opinioni comunque e solo opinioni.

          • gsp 23 Ottobre 2014, 15:44

            figurati Gino, solo opinioni e si dibatte per il gusto di farlo. io arrivo alla risposta che ti ho dato, chiedendomi che sarebbe cambiato se, per gli scorsi 4 anni, avessi datto 1mln a squadra in eccellenza all’anno.

          • ginomonza 23 Ottobre 2014, 18:35

            gsp ecco cosa farei a grandi linee se dipendesse da me :
            1) campionato a 8 squadre
            e questo secondo me permetterebbe di :
            alzare il livello del campionato e forse si
            eviterebbero casi come Prato.
            2) permettere ad ogni club di avere la propria accademia.
            3) una massimo due accademie nazionali.
            4) assunzione di 2/3 tecnici stranieri di assoluto valore che guidino/ organizzino le accademie del punto sopra ove far converger i migliori atleti delle accademie dei club e possano insegnare quello che sembra essere impossibile ai nostri tecnici per poter veramente far crescere quei giovani che dovrebbero essere la base del nostro movimento.
            5) Nazionale emergenti che possa giocare almeno una decina di incontri all’anno
            6)Task force per attrarre investitori e vendere meglio il prodotto rugby

            Su come distribuire i circa 12 milioni?
            questo è meno semplice su due piedi però io assegnerei 1,5 milioni/anno per i tecnici stranieri e la/e accademia/e nazionali
            Il resto per i clubs che avranno il compito di gestire le loro accademie su base meritocratica ovvero di più a chi sa formare e meno a chi fa politica.
            Infine per un ciclo di 4 anni abolirei retrocessione.
            Lo sta facendo il volley perchè no il rugby?
            Ma se un club non conforme fuori sostituito dal migliore della serie inferiore.
            ————–
            Se invece si procede con la CL allora sceglierei le prime sei classificate dell’ eccellenza più le seconde squadre delle 2 di celtic
            e questo a mio avviso migliorerebbe di sicuro il tasso tecnico della competizione oltre che far giocare gente che altrimenti sta in tribuna a far da spettatore.

          • mezeena10 23 Ottobre 2014, 21:08

            no gino io l’ ho letto quassu e spesso ultimamente!

    • Alberto da Giussano 23 Ottobre 2014, 13:26

      Vedi , questi sono gli effetti della droga 6N. Ormai ad ogni livello c’è la convinzione che basti allestire buone squadre di vertice ( o cosiddette tali) che poi le cose vengono da sole.
      Con il risultato che le squadre di vertice non le sappiamo allestire ( vedi Benetton e Zebre) con o senza stranieri e lo sviluppo e la diffusione del gioco sono un ammenicolo secondario.

  14. Andrea da Treviso 23 Ottobre 2014, 10:22

    Per me tornare al campionato italiano è un passo indietro! Xché se ad ogni livello sia della federazione e dei club ci fossero persone competenti È con la voglia di far veramente crescere il rugby italiano (intendo come in Argentina) allora potrei prendere in considerazione di lasciare la celtic ma siccome non è così xché soppratutto in federazione non gliene frega niente se facciamo figuracce tanto loro hanno la loro poltrona e si decidono loro lo stipendio se non fosse così come si spiega che nei ruoli chiave ci sono personaggi totalmente impreparati e che vivono in un altro mondo e con una mentalità da super dilettante!tornare nel campionato italiano sarebbe la morte del rugby italiano per parlare che i giovani avrebbero ancora meno spazio! Sono anche sicuro che gente come Campagnaro, Morisi, Zanusso, Sarto e Ferrarini ecc..li avremmo persi per strada senza la celtic xché si sarebbero abituati al livello del nostro campionato e non sarebbero cresciuti come stanno facendo adesso è stanno continuando a fare!

    • Francesco.Strano 23 Ottobre 2014, 10:35

      Allora….Zanusso,Ferrarini è mi dispiace dirlo ma anche SARTO hanno ancora tutto da dimostarrre….e poi chi lo dice che si sarebbero persi per strada??? Marcato era forse nel Pro12? Troncon? Zanni?lo Cicero?quelli che crescono e non si perdono sono solo quelli che vanno all’estero… Come quasi tutti i sopra citati… Il resto lo fanno la loro forza mentale e convinzione…

  15. Francesco.Strano 23 Ottobre 2014, 10:32

    Un passo indietro? Cavolate !!!

    Se si stabiliscono certe regole riguardo allo sviluppo base e ai contributi resi disponibili dalle società per la loro programmazione(quella che manca in Italia!),il campionato inizierà a diventare appetibile anche per gli sponsor poiché migliorerà e porterà più spettacolo.

    Ma ancora non capite che il pro12,al pari del 6nazioni sono stati solo dei modi per coinvolgere l Italia del rugby che non ha i mezzi tecnici per restare tra le grandi? Ci vogliono solo,vogliate crederlo o no,per FARE ALLENAMENTO e testare le tempra dei più giovani…. Noi siamo sempre un passo indietro….anzi due….. Se il rugby si evolve….Noi rimaniamo immobili

    • Maury7 23 Ottobre 2014, 11:35

      Proprio quello che ha detto un paio di anni fa un giocatore dell’Ulster

      • lexv 23 Ottobre 2014, 23:27

        Cosa? Che l’Italia e le italiane servono per fare allenamento?

    • ginomonza 23 Ottobre 2014, 11:57

      e ci hanno voluto per i 3 milioni anno per l’accesso.

      • Francesco.Strano 23 Ottobre 2014, 12:20
      • jock 23 Ottobre 2014, 12:35

        Nemmeno per sogno, ci vogliono nel Pro 12 e nel 6 N per fare soldi, con i nostri contributi FIR, il merchandising, i biglietti e il turismo a Roma in occasione delle partite, ecc, ecc.. Solo per fare soldi, o per cercare di farne; all’ IRB e al Board, interessa la grana, in puro stile anglosassone; il resto sono affari nostri. L’ inadeguatezza delle nostre squadre, dei nostri impianti, del nostro movimento, non li tange, rimangono affari nostri finché non gli fanno calare i profitti. Accadesse, allora si è meglio che dormiamo preoccupati. E uno dei motivi per cui non ci cacceranno, almeno a breve, forse e dico forse, dal 6 N, è che una cosa mandare squadra, supporter ecc., a Roma, e un altra a Bucarest o a Tbilisi. Cambia totalmente la questione “bori”. Rimaniamo in Celtic, valà, che non abbiamo alternative, meglio che buttare somme equivalenti in Eccellenza (macché Eccellenza), a fondo perduto; e ha ragione gsp, ridurre a otto, arrivo a dire a sei squadre, a lmenoper il momento, facilitare le fusioni societarie e le aggregazioni tra club contermini. Semmai, ragionare sul lungo periodo, investendo sul rugby di base, raddrizzare le mancanze tante volte qui segnalate: la scuola allenatori, la drastica riduzione delle accademie, il loro collegamento con i territori, i club, le franchigie, ecc.. E prepararsi a lunga astinenza di risultati. Ma è possibile, questo, con il livello richiesto dal professionismo sportivo

        • Francesco.Strano 23 Ottobre 2014, 12:42

          Quotone !!! Sveglia GAVAZZI !!!!!!

          • jock 23 Ottobre 2014, 13:28

            @francesco.strano,scusa, manca un punto esclamativo finale.

          • Alberto da Giussano 23 Ottobre 2014, 14:02

            Oltre a Gavazzi dovrebbero svegliarsi anche i dirigenti riuniti in concistoro a casa Toffano.

  16. Dagoberto 23 Ottobre 2014, 11:40

    Non capisco se si conoscano veramente le situazioni, ma qualcuno le dimentichi per comodità o, più sempicemente, non si conoscano. Il modello rugbistico italiano di alto livello che ci ha portato al 6N è stato caraterizzato da molti tra i migliori giocatori, accasati in campionati esteri, dove hanno affinato le loro qualità iniziali e ancora un po’ rozze (per i club stranieri rappresentavano spesso un affare; giocatori di buone prospettive future a minor costo rispetto i loro coetanei indigeni, per così dire) che ne hanno caratterizzato la loro successiva carriera sportiva e un nugulo di giocatori stranieri nei primi campionati nazionali (molti di loro mero specchietto per le allodole, il pubblico) rappresentaando la fortuna solo per i rispettivi procuratori che lucravano sui loro ingaggi, aspetto che non avrebbero avuto modo di coltivare con i giovani giocatori italiani di buone prostettive che, inevitabilmente, per anni si sono trovati la porta chiusa alla fine del percorso giovanile coinciso per molti di loro inevitabilmente con l’abbandono del rugby agonistico. E non mi si dica che questi giocatori stranieri hanno fatto da chioccia ai giocatori nazionali perchè sarebbe un’altra eresia; quanti di loro si sono veramente dimostrati vogliosi o all’altezzo di trasmettere ad altri il loro sbandierato mestiere? Il campionato celtico ha rappresentato in questi 4 anni un palcoscenico di alto livello per almeno 60/80 giocatori italiani che, quindi, non erano più costretti ad emigrare all’estero. Se questo non si vuole considerare positivamente, bene, ma rimane un fatto oggettivo. I club non sono stati capaci di coltivare giocatori di buone prospettive per anni, i migliori e più tenaci hanno avuto la loro fortuna solo grazie all’opportunità offerta da qualche club straniero che ne ha completato la formazione agonistica, mentre quei pochi che decisero, più o meno liberamente, di rimanere in terra italiana sono stati spesso oggetto di incomprensioni, sperperato il loro impiego, dissipato per strada il loro iniziale talento. Questo è stato per anni il modello italiano! Pensano ancora a questo i dirigenti che sollevano dubbi sulla validità formativa di un campionato professionistico come il PRO12, sperano di rispolverare dinamiche che offrivano a molti procuratori, anche improvvisati, opportunità innegabili di business offrendo opportunità a seconde, terze o quarte scelte di campionati più proliferi dove non riuscivano più a trovare un posto in 1° formazione, magari con i soldi freschi della FIR che, negli anni passati, ancora non erano disponibili? Pensino, piuttosto, a far crescere i giovani giocatori italiani semplicemente facendoli giocare (dov’è finito l’obbligo di far giocare solo aperture italiane, perchè e chi ha deciso di superare questa banale e fruttifera norma?), si concentrino maggiormente sul modo di recuperare risorse finanziarie da sponsor e merchandiser (possibile che nel 3° millennio per acquistare una maglia di un club di eccellenza si debba ancora andare a comprarla nella botteguccia a fianco al campo da gioco, possibile che aziende italiane preferiscano esporre i propri marchi su maglie di club stranieri?) e, semmai, puntino a costituire nuove entità da proporre nel PRO12 così da elevare il numero di giocatori italiani che possano competere in un campionato veramente di alto livello.
    Se non sono capici di questo, bene, sappiano che non è obbligatorio criticare sempre e comunque, esiste anche lo status quo!

    • GiorgioXT 23 Ottobre 2014, 15:46

      Quello che definisci il “modello italiano” è il modello creato dalla passata dirigenza federale e continuato dalla attuale.
      Il pesce puzza SEMPRE dalla testa.

      • malpensante 23 Ottobre 2014, 16:41

        Mah, forse su Marte. Nel 6 nazioni ci ha portato il primo campionato pro che ci fosse in giro, con investimenti per allora da altre parti inimmaginabili, fior di campioni stranieri e naturalizzati che avevano pure già giocato in nazionali straniere. Più un solidissimo sistema di formazione a partire dalla scuola, diffuso in alcune aree del paese, sicuramente più di ora. I Budelli, allora ce li avevamo noi e i più forti al mondo andavano a pane, salame e prestigio.

      • Dagoberto 24 Ottobre 2014, 09:53

        GiorgioXT, peccato e mi fa specie che proprio tu non colga il focus del mio commento. Il PRO12 rappresenta un’opportunità per un giovane giocatore di rugby di individuare un possibile orizzonte, un traguardo per motivare i tanti sacrifici che l’agonismo giovanile d’alto livello richiede. Un possibile perchè alle sue tante fatiche senza il quale renderebbe complicato, inutile, la pratica oltre una certa età a meno di accettare l’idea, come avveniva negli anni ’90, di migrare all’estero. Vogliamo auspicare ciò o pensiamo che l’attuale Eccellenza, da sola, con qualche miglionata di euro distribuita a pioggia dalla FIR possa veramente lievitare ai livelli di performance di un PRO12.

    • Stefo 23 Ottobre 2014, 16:46

      Un attimo dagoberto quello che dici e’ vero pero’ quel modello in cui si faceva una formazione iniziale e poi si emigrava ti ha fornito parecchi giocatori, quel modello ti ha dato: Lo Cicero, PErugini, Ongaro, Festuccia, Bortolami, Bergamauro, Bergamirco, Masi giusto per citarne alcuni e questo forse dovresti ricordarlo quando bacchetti gli altri di non ricordare.
      Il punto che ci si deve domandare e’ che tipo di professionismo e’ sostenibile e piu’ adatto per l’Italia?Ora nessuno dice celtic no a priori, o meglio chi lo fa e’ dogmatico come chi dice celtic si a priori, quello che si richiede di fare e’ analizzare qusti 4 anni da dove si e’ partiti e dove si e’ in tutto e per tutto: quanto costa, quanto genera, trovare una misura del beneficio sportivo il piu’ oggettiva possibile, gli effetti a cascata che questa scelta ha comprtato e comporta per il resto del movimento…solo con un’analisi ggettiva ed approfondita puoi dire se ne avle la pena o meno, perche’ in termini di produzione giocatori non mi sembra che la produzione sia nettamente migliorata rispetto al passato, non mi sembra che ci siano 50 giocatori di livello internazionale al momento e non mi sembra che i risultati delle celtiche e della NAzionale indichino questo miglioramento incredibile che la celtic avrebbe avuto secondo quello che scrivi.
      Allo stesso tempo inutile ovviamente tirarsene fuori senza avere un progetto alternativo e qua casca l’asino, se ne parla ma nessuno al vertice propone qualcosa di diverso veramente, dove per proporre non intendo gli slogan “se vinco io fuori dalla CL” o “la cl non e’ l’unica soluzione” come fatto fino ad ora, parlo di presentare 1 (almeno 1 meglio magari un paio) di progetti completi su cosa si puo’ fare alternativamente e quando si avranno questi confrontare le diverse opzioni e decidere.
      Un progetto deve passare attraverso un processo di valutazione dei suoi costi e benefici, oggettivo e serio….anche fare questo significa essere dei professionisti.

      • Dagoberto 24 Ottobre 2014, 09:42

        un modello che presuppone il dover migrare all’estero per completare il processo formativo del giocatore non credo possa ritenersi una best practice è, semmai, arte di arrangiarsi, ergo, ben venga qualche possibilità che tale completamento possa realizzarsi tra le mura di casa ed il PRO12, in questo senso, è certamente una strada praticabile. Chiunque la osteggi o non è consapevole di ciò o ha interessi personali da difendere.

  17. Meridion 23 Ottobre 2014, 11:47

    Meglio tutti poveri e depressamente contenti XD o tutti poveri 2 ricchi e tutti scontenti? scegliamo famo i comunisti o i capitalisti??? (sto scherzando eh…)

  18. Maggicopinti 23 Ottobre 2014, 12:42

    Seeeee ritorno al campionato domestico…10 milioni di euro per 10 squadre? Un milione a testa all’anno, i giocatori buoni se ne vanno in Francia (anche in ProD2) e in Inghilterra, viene fuori un campionatino delle terze scelte, che non segue nessuno.
    Purtroppo l’unico modo per uscire da questa impasse è l’unica cosa che ci manca: vincere. Bisogna vincere qualcosa, o almeno competere per la vittoria di qualcosa. Improvvisamente il rugby guadagna popolarità, va in TV con buona audience, arrivano gli sponsor e si possono prendere giocatori più forti.
    Per questo credo sia fondamentale la franchigia veneta: mettendo insieme le forze forse (….forse) viene fuori una squadra più competitiva, che richiama anche più pubblico e quindi più sponsor (=più soldi).

    • fracassosandona 23 Ottobre 2014, 12:53

      aaaaaarrrrrrrrgggggggggghhhhh!

      mi sfugge nel tuo ragionamento come da tutto ciò possa magicamente sorgere una filiera di giocatori italiani di buon livello…
      che si fa, si comprano giocatori più forti anche per la nazionale?

      ti ricordi quanto ha vinto negli anni la pallavolo italiana a livello di club e di nazionale? hai idea di che base di praticanti e di diffusione sul territorio abbia quello sport, peraltro decisamente più economico del nostro (bastano 12-14 giocatori per allestire una rosa completa)?

      bene, sappi che stanno con le pezze al qulo quanto e più di noi… ma almeno stanno cercando di fare qualcosa per risolvere il problema…

      • soa 23 Ottobre 2014, 13:22

        Beh @fracasso avere delle squadre vincenti aiuterebbe e non poco. Il guaio, però, come dici tu, è che per la nazionale non li puoi comprare e per i club si tratterebbe di un investimento molto ingente e col rischio di non vincere nulla. Purtroppo serve formare la base: prendiamo ottimi tecnici e speriamo di avere buoni/ottimi giocatori.

      • Maggicopinti 23 Ottobre 2014, 16:32

        Ma infatti la mia è pura fantasia. Le vittorie mancano e ci mancheranno per un bel po’. Il treno andava preso a fine anni 90, quando la nazionale c’era, non era affatto male e qualcuno che spendeva nel rugby italiano si trovava. Il treno è stato perso, e ora il mondo del rugby si è messo a correre troppo veloce -soprattutto in termini economici- per starci dietro.

    • Rabbidaniel 23 Ottobre 2014, 13:46

      Glasgow sta tentando di vincere il Pro12 dopo qualche anno di programmazione, passo passo, e bisogna vedere se ci riusciranno. O intendi vincere il 6N? O la Champions cup? O i mondiali? Bene che vada per vincere qualcosa ci vorrà un lustro o due. E nel frattempo?

      • Maggicopinti 23 Ottobre 2014, 16:35

        Non sto dicendo che dobbiamo vincere, sto solo constatando ciò che è. Senza vittorie -di club, con la nazionale- nessuno va a vedere il rugby, al di fuori dei pochi appassionati, e senza pubblico nessuno pompa soldi nel rugby. E’ un dato di fatto, e so benissimo che le vittorie continueranno a mancare (anzi, secondo la mia opinione non arriveranno mai).

  19. Katmandu 23 Ottobre 2014, 12:54

    Il pro 12 non é un dogma certo (l’unico è piazzare sempre e comunque, ver stefo?) ma bisogna capire dove si vuole andare, spiego meglio, dare 1 milione alle 10 eccellenti non si ricaverebbe nulla, anzi sarebbe deleterio IMHO, per me a livello sportivo (e solo quello) il pro 12 è necessario per sviluppare l’alto livello, ma va nettamente ripensato e riformato dal suo interno. E contemporaneamente alzare il livello di competenze dell’eccelenza, insomma la mia domanda dell’altro giorno ha un senso, fare una exit strategy se si vuole uscire dal pro12 è necessaria, ma farlo subito se non si vuole continuare, detto anche ciò vorrei ricordare la managerialità che controlla la baracca, non proprio illumitante, per cui attenti a lasciare un cavallo buono solo perchè facciamo fatica a salire in sella

  20. soa 23 Ottobre 2014, 13:12

    Premessa: io sono favorevole alla celtic solo nel caso si facciano i Dogi e si spostino le Zebre a Roma. In più si devono fare le accademie delle due franchigie e legare i singoli club alla franchigia.
    Non si dovesse restare in celtic, le alternative sono due: o campionato professionistico o campionato “all’argentina”.
    Nel primo caso pochi club, massimo 8. Non disdegnerei il modello adottato dal volley con squadre che acquistano una licenza (rinegoziabili ogni 5 anni) e conseguente blocco delle retrocessioni. In tal modo si obbliga a fare progettualità ed entrano solo le squadre con un minimo di capitale. Fidejussioni serie, non roba da 50k euro. Obbligo per le 8 squadre di avere accademie strutturate decentemente (tecnici per le singole skill), con contributi federali e campionato delle singole accademie. Sarebbe bello imporre aperture italiane, però c’è il diritto comunitario che rompe.
    Campionato “all’argentina”: downgrade totale. La FIR non dà soldi a nessuna squadra che fa la massima serie ma investe esclusivamente nella formazione, dei tecnici giovanili in primis. Condizione imprescindibile è aumentare il numero dei praticanti, ma di brutto. Minirugby nelle scuole, pubblicità, video, eventi promozione. Basta con sta storia che il giocatore di rugby è un ignorante che sguazza nel fango peggio di un maiale (e qui cito gli stacchi e le pubblicità che vanno in onda durante i test match ed il 6 nazioni, con gente che si butta nel fango e la squadra che spinge sto cazzo di furgone della Peugeot), ma facciamo un canale di divulgazione su youtube dove vengono mostrate le giocate e si spiegano i fondamentali e le regole (questo andrebbe fatto in ogni caso). L’obiettivo è arrivare ad avere numeri tali da formare molti giocatori che poi andranno a giocare all’estero.

    • xnebiax 23 Ottobre 2014, 15:15

      io penso che si potrebbe faree una via di mezzo tra la soluzione eccellenza bloccata e la tua soluzione amatoriale: divulgazione, pubblicità, canale youtube con regole e giocate, investire con impegno e competenze estere nella formazione di allenatori giovanili, minirugby e aumento di praticanti e appassionati. Tutto ciò mantenendo un’eccellenza costretta con regole alla progettualità. I giocatori migliori andranno all’estero anche in campionati minori ma questo non sarà tragico, anzi per la nazionale andrà bene così.

      • soa 23 Ottobre 2014, 15:50

        Sì per carità la divulgazione andrebbe fatta comunque. La soluzione bloccata ha il pregio che la FIR investirebbe su squadre “fisse”, senza l’inconveniente che ogni anno una parte vada sprecata per quella che retrocede e che si inizi da capo con quella promossa. Insomma ci sarebbe più stabilità nella progettazione.

  21. Rabbidaniel 23 Ottobre 2014, 13:50

    Sicuri sicuri che un piano B non serva anche perché non sappiamo cosa sarà il Pro12 alla fine di questo ciclo (se sarà?).
    Non ho un’opinione matura sull’argomento. Mi pare, comunque, che il sistema che è stato messo in piedi sia stato giustamente definito elefantiaco. Anche le due franchigie scozzesi sono federali, ma mi pare che la struttura di vertice si sia adattata a una filiera formativa già collaudata. Noi facciamo ciò che ci riesce meglio, purtroppo, strutture imponenti che poi producono poco. Staremo a vedere se saranno risorse ben spese o se il sistema imploderà rumorosamente.

    • jock 23 Ottobre 2014, 14:01

      Sbaglierò, l’ho già scritto, ma secondo me finisce in un unico campionato per le Unions, Pro 12 + Premiership, con tutta la grana che ci hanno investito gli (lo) sponsor; così scaricano le nostre franchigie, forse ne ammettono una, al loro prezzo e alle loro condizioni, e portano via visibilità e audience, quindi, in ultima analisi, grana, al Top 14. E richiamano investimenti dagli Emirati.

      • fracassosandona 23 Ottobre 2014, 15:29

        Caro Jock…
        la strada è segnata (hai presente le sponsorizzazioni BT di squadre e stadi in pro12?) e c’è solo da vedere se ce la faranno a tener botta altri tre anni o se tutto scoppia prima…
        francamente di noi si può fare bellamente a meno da quelle parti, e figurati in Francia dove hanno già una trentina di club pro…
        ecco perché credo che il piano B fosse stato da studiare almeno due anni fa…

        • Rabbidaniel 23 Ottobre 2014, 16:18

          Come ha detto la verità.

        • jock 23 Ottobre 2014, 16:30

          @fracassaossansandonà: Beh, mi fa piacere, allora non ho le traveggole e mi immagino qualcosa di plausibile; si che ho visto le sponsorizzazioni, fanno veramente le cose in grande, da quelle parti. E i commentatori di Sky per la Coppa? Siamo riusciti a convincere un pub che ha Sky inglese a trasmettere Harlequins – Castres, venerdì sera scorsa: Logo BT sugli striscioni, sui display a scomparsa, sui microfoni, BOD, Dall’ Aglio e un altro di cui non riesco a ricordare il nome a commentare dal pitch, fuochi artificiali, ricchi premi e cotiglioni, luci e laser. Molto scenografico, investono molto.

  22. jock 23 Ottobre 2014, 13:55

    @soa, d’ accordissimo, ben delineato e descritto, dettagliatamente, tutto; unica cosa, sai che sono convintamente pro Dogi, ma la mancanza di grano e i campanili mi rendono molto, molto prudente. Ma spero di sbagliarmi e vedere quella franchigia in Pro. E sarebbe un utilissimo contrappeso alla Presidenza FIR, almeno come viene intesa oggi e, temo, come lo sarà dopo le prossime elezioni, tra due anni. Sperando, per onestà lo devo scrivere, che si ammorbidisca la presunzione di primazia di noi veneti, nei confronti del resto del movimento. Complimenti, vedo che il praticantato ti lascia tempo per il blog e che l’ assertività e la motivazione è molto cambiata, rispetto ai post scritti da studente, caro avvocato. Mio figlio finisce a novembre gli esami e si laurea con il post appello del quinto anno a marzo, poi a va a fare penale. Quel traditore di @ginomonza, che non torna giù per i SAF, sa tutto anche lui.

    • soa 23 Ottobre 2014, 14:06

      Mi fa piacere per tuo figlio, @jock. Quanto al tempo, una sbirciatina ogni tanto non fa male dai 😉 però vorrei mi spiegassi meglio la storia dell’assertività, prima ero troppo aggressivo?

      • jock 23 Ottobre 2014, 14:25

        @soa, no, assolutamente, mi dispiace di essermi spiegato male, volevo solo dire, senza nessuna degnazione e se me lo permetti senza adontarti, che mi fa piacere notare, ammesso sia vero quello che vado scrivendo, come il passare dalla condizione di studente a quella di professionista ancorchè tirocinante, cambi la considerazione di se e il modo di esprimere le proprie opinioni, avendo dimostrato a se stessi che si è stati in grado di raggiungere un traguardo importante come quello da te smarcato. Si diventa grandi; non sto facendo il vecchio barbogio che si finge saggio ed esperto, il ché non credo di essere, mi pare di notare il cambiamento, mi pare positivo, se posso, e sono contento per te. Nulla più di questo. Salutami le Posse, la tua squadra e Rovigo, che conosco. Gran terra da rugby, squadre rocciose e giocatori semplici nella testa, un dramma, affrontarli. Ti facevi male. Se non ricordo male, secoli fa, Maci allenò il mio CUS Venezia e mi ricordo ancora Carwyn James a Rovigo (due anni, possibile?), fumava sigarette senza filtro una dietro l’ altra e girava inDyane, mi sembra. Dicono bevesse solo gin, qualche volta con il tonic, e grappa.

        • soa 23 Ottobre 2014, 15:18

          Ah ok, figurati nessun problema. Si Carwyn James mi pare due anni, con scudetto.

          • fracassosandona 23 Ottobre 2014, 15:35

            poveri giovani legulei italici…

            ps: quanti avvocati e figli d’avvocati praticano questo sport? c’è una spiegazione logica o storica?
            se vai a vedere il Petrarca sembra di stare in Tribunale, in Tribuna a Treviso stessa storia…

        • Giovanni 23 Ottobre 2014, 16:44

          @jock: “quand’ero piccolo non stavo mica bene, ero anche molto magro, avevo delle strane allucinazioni…adesso che son grande, ringrazio il Signore, mi è passato ogni disturbo, senza neanche più bisogno del dottore, sono anche un po’ ingrassato…mio figlio, mio figlio mi preoccupa un po’, è sempre così magro…” 😉

          • jock 23 Ottobre 2014, 17:51

            @giovanni: potrebbe essere Giorgio GABER (Giorgio GABERSCHIK, da TRIESTE)?

          • Giovanni 23 Ottobre 2014, 18:04

            Bingo! 😉

    • ginomonza 23 Ottobre 2014, 14:25

      Jock ma “Quel traditore di @ginomonza” : che ridere comunque vengo a Padova.
      Che settore hai comprato ?

      • jock 23 Ottobre 2014, 14:33

        @ginomonza, era ora, finalmente (traditore solo perchè non tornavi, giù, sia chiaro), c’ è anche quel gran signore di @giovanni, forse quella forza della natura di @berton gianni, senza suocera – cesso. Curva Sud, ingresso G

        • fracassosandona 23 Ottobre 2014, 15:36

          mi farebbe piacere incontrarvi al terzo tempo…

          • jock 23 Ottobre 2014, 16:34

            @fracassossasandonà: Un onore tutto nostro e un gran piacere, ci mettiamo d’ accordo, ho il cellulare di @giovanni e di @ginomonza. Con mucho gusto, grazie.

          • jock 23 Ottobre 2014, 16:37

            @fracasso e il giorno dopo, se gli amici possono, vorrei tornare al Monigo per il Leinster, possiamo farlo assieme, se interessa.

          • gsp 23 Ottobre 2014, 18:05

            che bella combriccola @jock.

          • ginomonza 23 Ottobre 2014, 18:47

            Solo al terzo tempo? 🙂

        • Giovanni 23 Ottobre 2014, 15:51

          Signore si nasce…

  23. ostrica placida 23 Ottobre 2014, 14:03

    Imho: per arrivare ad un livello di competitività maggiore rispetto a quello attuale bisogna avere un po’ di pazienza (5/6 anni), rivisitare completamente il sistema delle accademie (come sono concepite ora puzzano troppo di politica, bisogna riversare le risorse sulle Società del territorio) e non uscire dal Pro12 (il punto di arrivo per un giovane giocatore, la punta di diamante di un intero movimento insieme alla Nazionale).

  24. San Isidro 23 Ottobre 2014, 16:23

    La Pro 12 assolutamente non è un dogma, ci mancherebbe…siamo tutti in ansia a domandarci quello che accadrà quando ne saremo fuori, sempre se ne saremo fuori…la risposta per me è più semplice del previsto, si tornerà al vecchio campionato, al Super 10 di una volta, un livello leggermente superiore alla nostra attuale Eccellenza, ma niente di più, e migliori delle franchigie se ne andranno all’estero, quali stravolgimenti ci potranno mai essere?
    Dal mio punto di vista però spero che la nostra avventura celtica continui e continui anche in modo migliore…
    Un campionato professionistico come la Pro 12 serve:
    – per aumentare il potenziale dei nostri atleti e per farli giocare a certi ritmi (ritmi che non troverebbero mai in un campionato domestico anche se rifondato)…
    – per avere un bacino di atleti di alto livello da cui pescare per la nazionale…
    Con Zebre e Treviso siamo nel professinismo che conta e, visto che facciamo parte del 6 Nazioni, dobbiamo avere anche un professionismo a livello di club…
    Naturalmente andrebbe migliorato il sistema e si dovrebbe:
    – legare centri di formazione e accademie alle due franchigie
    – creare una vera e propria filiera sul territorio, legare i club alle franchigie
    – allargare le rose celtiche e creare un doppio tesseramento per una parte degli atleti di alto livello, così chi non è impegnato in un turno di Pro 12 può andare a rinforzare il proprio club in campionato…
    – far fare un percorso formativo ai migliori atleti del domestic facendogli fare allenamenti extra, seminari tecnici, aggregandoli per dei periodi alle franchigie…insomma ci vorrebbe un piano che tuteli i migliori giocatori del livello più basso per farli inserire gradualmente nelle franchigie…

    • Mister-X 23 Ottobre 2014, 17:39

      Ma il problema è proprio che non ci sono i dané per investire sia nel campionato nazionale, sia nella Pro-12. Per questo si comincia a parlare di una exit-strategy dalla Celtic…

  25. Hrothepert 23 Ottobre 2014, 17:11

    Già nella campagna elettorale delle ultime presidenziali federali mi ricordo perfettamente che Zatta aveva parlato di una possibile uscita dalla CL, come ha scritto qualcuno sopra in quella combriccola preferiscono il giocattolino nel giardinetto di casa e la visibilità (a livello locale) che gli da litigare con i vari cugini, cuginastri e parentami vari nel Trofeo…Coppa Del Nonno, poi se la Nazionale e tutto il movimento di elite italiano regredisce ulteriormente a loro, con la lora mentalità provincialotta, la cosa non interessa minimamente; per inciso per rendere il domestic italiano di livello accettabile altro che 10/12 milioni, non ne bastano 100 più una serie di…miracoli!!!

    • San Isidro 23 Ottobre 2014, 17:22

      Caro Hroth, lei compare e riappare come l’alta marea…ma la domanda della LOV è la seguente: cosa ha fatto la Nembo di Tempesta per migliorare la vita del blog e quali proposte concrete ha fatto per il rugby italiano? Come seconda forza del blog avete una certa responsabilità, invece lei e il suo alleanto @Berton non avete fatto nulla, siete della stessa pasta di quelli là che hanno vinto…

    • Stefo 23 Ottobre 2014, 17:51

      @Hro: Zatta disse che la CL non era la soluzione a tutti i roblemi e che si potevano studiare alternative, che non mi sembra una coglionata come concetto…il problema e’ che si fermo’ li’ senza presentare un effettivo progetto alternativo da poter valutare (non intraprendere per forza ma valutare e confrontare con il Pro12), fu Amore che fece il passo in piu’ parlando di uscita ma anche lui non presento’ un progetton al riguardo vero e porpio.
      Il grave errore di entrambi per me fu quello, lanciare un’idea senza darle il supporto di un progetto vero con uno strategic plan vero e proprio su cui il movimento si sarebbe potuto confrontare e valutare.

    • Giovanni 23 Ottobre 2014, 18:09

      Ma quali miracoli…??

      • Hrothepert 23 Ottobre 2014, 18:23

        Miracoli..MIRACOLI!!! 🙂

        • ginomonza 23 Ottobre 2014, 18:45

          Hro contento di risentirti però il problema non è se 12 milioni bastano o ce ne vogliano 100.
          Il problema è che i soldi sono quelli e allora la questione è:
          quale è il miglior modo di spenderli?

          • Hrothepert 23 Ottobre 2014, 19:48

            Ciao gino contento anche io di sentire tutti voi.

  26. Hrothepert 23 Ottobre 2014, 17:34

    Buona sera a Vostra…Santità, le mie proposte per migliorare la vita del Blog purtroppo si scontrano con le regole del Trattato di Ginevra, dei Diritti dell’ Uomo, della Carta delle Nazioni Unite e di un’ altra dozzina di trattati…internazionali, in quanto al Rugby italiano propongo di cambiare completamente dirigenti e tecnici federali e di club, praticanti e spettatori con altri provenienti dalle Home Nations o dalle tre dell’ emisfero sud, perchè sono sempre più convinto che il buon vecchio Mallet l’ avesse detta più che giusta!!
    Vi basta Vostra Eminenza?

    • Hrothepert 23 Ottobre 2014, 18:04

      Stefo, quale sarebbe potuta essere un’ alternativa per non rimanere fuori dal Rugby che conta? Nessuna e quindi la scelta, allora come oggi, è tra il dare uno sbocco di tipo professionistico al movimento, continuando a partecipare alla CL con le franchigie, o ritornare ad un vertice che si fermi al semiprofessionismo se non o al dilettantismo, con tutto ciò che ne consegue.

      • Stefo 23 Ottobre 2014, 18:20

        Hro quel tutto cio’ che ne consegue ho fatto spra una lista di atelti che quel sistema comunque ha fornito all’alto livello: Lo Cicero, Perugini, Ongaro, Festuccia, i Bergamasco, Masi…lascio a te decidere se includerci Parisse e Castro che per quel sistema ci sono passati cosi’ come onesta’ intellettuale vuole che si ricordi che i Ghiraldini, Zanni, Cittadini, Rizzo anche sono stati fondamentalmente formati in quel sistema.
        La domanda: che modello?Non so spetta a loro mostrarlo e sarebbe opportuno avere la mentalita’ aperta di valutarlo mettendolo affianco al sistema celtico e poi decidere non chiudere tutte le porte senza valutare alternative.
        La CL funziona cosi’ bene?I risultati sportivi non mi pare che lo dimostrino, alla fine di questo quadriennio l’Italia ha inanllato un filotto che peggio di cosi’ e’ difficile e non mi pare le due celtiche rappresentino un gran bel alto livello…produzione?Non direi che siamo a livelli nettamente superiori a prima, anzi.
        Il problema da porsi Hro e’ proprio se l’Italia oggi come oggi sia in grado di sostenere un professionismo vero e proprio e se si quale, la CL a 10-12 milioni come oggi che non produce introiti di contro, non interessa a nessuno se non gli stessi 4 gatti che erano gia’ interessati al S10, un modello che non produce sportivamente nettamente di piu’ di prima non e’ sostenibile nel lungo periodo…sperare che migliori?Certo ma allora si puo’ anche sperare che uscendone e investendo su base e sviluppo si trovino 10 Benetton per il professionismo.

        Io questo rifiuto a voler fare una valutazione oggettiva e seria della CL e rifiuto a voler anche solo confrontare progetti alternativi, a patto che siano progetti veri con una pianificazione pluriennale, dei targets e kpi da valutare (tutte cose che dovevano essere fatte anche per la CL) non lo capisco e non lo capiro’ mai…io non dico che per forza le alternative siano meglio ma vorrei che chi e’ al vertice pensasse a delle alternative e le proponesse, valutasse quanto fatto fino ad ora e se ne vale cosi’ tanto la pena…se poi la CL e’ la soluzione se non migliore ma meno peggio va benissimo ma allora che si ristrutturi il movimento in questo senso.

        • Stefo 23 Ottobre 2014, 18:23

          La cosa poi che non capisco si parla di professionismo ma un professionista un progetto lo continua a monitorare e valutare nei costi e nei benefici, valuta alternative ecc.

          • Hrothepert 23 Ottobre 2014, 18:35

            Stefo, il fatto che sia la nazionale che le franchigie in questi anni abbiano ottenuto pochi risultati non vuole assolutamente dire che non ci sia stato il miglioramento degli atleti interessati è che anche gli altri continuano a migliorare, l’ hai vista la differenza che fa avere l’ abitudine di giocare con l’ intensità della Cl e quella da Eccellenza? I nomi che hai scritto sopra sono nati e si sono evoluti in un quadro in cui il professionismo era ancora in via di sviluppo, tu sei convinto che anche oggi potresti sviluppare soggetti di tale levatura soltanto con il domestic?
            Io no.

          • ginomonza 23 Ottobre 2014, 18:54

            Hro questo domestic no ma neanche il nostro PRO 12
            altrimenti occorrerà sempre ricorrere a equiparazioni in massa.

          • Stefo 23 Ottobre 2014, 19:55

            Hro io sto livello enorme di miglioramento non lo vedo, o meglio non mi pare che sia tale da rendere l’investimento di questo tipo un dogma irrinunciabile e non discutibile.
            Senza Pro12?Bisogna vedere come si sarebbero investiti i soldi Hro, non credo sia corretto buttara sul semplicistico, penso che se si fossero investiti in questi 4 anni i soldi che si e’ spesi nel Pro12 (fatti due calcoli di quanto si e’ speso) in progetti per la base (quella vera), la formazione e lo sviluppo (a cominciare da formazione e siluppo di formatori veramente capaci) si sarebbe in una posizione NETTAMENTE migliore di oggi dove a conti fatti sei li’ con un sistema verticistico ristrettissimo ed una base-formazione-sviluppo…beh non saprei neanche come definirlo.

            Non sarebbero usciti i giocatori tramite un campionato domestic?Non avremo mai la controprova Hro, ma mi sembra che i numeri di talenti veri che si producono sia sempre quello, con il S10 ed il Pro12, talenti che tendono ad emergere sempre e comunque perche’ sono quei pochi cavalli di razza che si riesce ad intercettare, come lo sono stati i Bortolami, i Bergamasco e compagnia cantante. Non avremo mai la controprova ma non mi sento minimamente di escludere che i Campagnaro, Morisi, Favaro sarebbero emersi comunque ed avrebbero trovato un contratto all’estero per crescere ulteriormente come quelli della generazione precedente.

            Ripeto, trovo asurdo questo assolutismo sul Pro12, questo rifiuto a non volerne fare un’analisi seria ed oggettiva di quanto costa sia economicamente che sportivamente per il resto del movimento e cosa produce e valutare questa produzione, questo rifiuto a pensare che magari si debba rinunciare al momento al professionismo vero puntando su un altro tipo di modello e puntando a cercare di avere il rpofessionsimo vero piu’ avanti cercando di far si che sia sostenibile…insomma valutare percorsi alternativi.

            Io sono aperto a tutte le soluzioni una volta che si fanno le analisi e valutazioni necessarie per fare una scelta consapevole, se tali analisi e valutazioni dimostrassero che la CL e’ la meno peggio o la migliore benvenga, ma l’assolutismo dogmatico con cui si affronta la cosa inizia ad insospettirmi che ci sia paura da parte di chi di dovere a fare queste analisi e valutazioni.

          • San Isidro 23 Ottobre 2014, 20:45

            @Stefo, di ottimi giocatori dal vecchio Super 10 ne sono usciti tanti e che hanno anche vestito la maglia azzurra…il punto cruciale secondo me è che il giocare ogni settimana a certi livelli come quelli della Pro 12 aiuta…un campionato domestico, anche se rifondato, non potrebbe riproporre qui ritmi e quelle intensità che ci sono ad un livello pro…la Pro 12 è funzionale ad allargare la base degli atleti che giocano ad alto livello, poi, come ho detto su, se tornassimo al domestic non ci vedo grossi stravolgimenti, molti dei migliori giocatori delle franchigie continuerebberro a livello pro in altri Paesi…con la Pro 12 hai un parco giocatori pro amplio di cui puoi disporre, certamente non tutti sono da nazionale, se tornassimo al campionato avremmo tanti semi-pro…

          • Stefo 23 Ottobre 2014, 23:27

            San ovvio che il Pro12 ha sfornato piu’ giocatori per la Nazionale di quelli che ho scritto, ho preso appositamente le punte d’ccellenza che il sistema pre-pro12 ha crato perche’ non mi pare che il sistema Pro12 abbia creato molto di piu’ in questi termini.
            San il motivo per cui si e’ scelta la via celtica li conosco non serve ripeterli la verita’ e’ che pero’ il pro12 espone al professionismo 60 atleti a stagione, togli quelli che giocano poco scendi a 45-50, basta niente di piu’ e senza raccontarsi storielle al riguardo, di questi 45-50 c’e’ una parte che e’ li’ perche’ di meglio non c’e’, a conti fatti la creme de la creme, le punte d’eccellenza sono poche dopo 4 anni ed una barca di soldi spesi…ed e’ qua che devi fare l’analisi, vale la pena spendere cosi’ tanto per questo?Che effetti ha per il resto del movimento la CL?A 5-6 milioni come il primo anno e’ una cosa a 10-12 come ora e’ un’altra. Sei sicuro che quelle punte d’eccellenza che son venute fuori in questi 4 anni non sarebbero emerse col vecchio sistema e sarebbero emigrate come le punte d’eccellenza che venivano create prime hanno fatto?Sei sicuro che questo sistema sia sostenibile nel lungo periodo?Pro e contro, possibili alternative, confronto tra le alternative tenendo da conto i pro e contro di ognuna di loro e scelta in base a quello che e’ oggi il rugby italiano, quello che puo’ sostenere e cio’ che ha piu’ bisogno di migliorare…poi se il Pro12 verra’ fuori sia la scelta milgiore benissimo.

    • San Isidro 23 Ottobre 2014, 18:57

      mi basta @Hroth, però si decida o Santità o Eminenza, mi va benissimo la prima…

      • Hrothepert 23 Ottobre 2014, 19:46

        Veramente San intendevo: “ti basta?” come risposta e proposta!!

        • San Isidro 23 Ottobre 2014, 20:47

          si si, mi basta e avanza, ma tanto il prossimo Giugno perdete le elezioni…

  27. GiorgioXT 23 Ottobre 2014, 19:18

    Non era poi così impossibile immaginare un percorso diverso da quello fatto, questa era la mia idea, e potrebbe essere valida anche oggi. , presa da rugby.it

    Poteva andare così … (lungo)
    Messaggioda GiorgioXT il 09/01/2009, 1:47

    Giugno 2008 , dopo essere stato rieletto a larghissima maggioranza, Dondi, il presidente della FIR indice una grande assemblea a cui partecipano i dirigenti di tutte le società italiane, gli allenatori e larghe rappresentanze di giocatori.
    nell’assemblea vengono esaminati i problemi e le prospettive di sviluppo e vengono scelte a stragrande maggioranza 4 priorità su cui intervenire :
    -1 Sviluppo del movimento attraverso l’aumento dei giocatori
    -2 Innalzamento della qualità del gioco e dei giocatori
    -3 Rafforzamento e diffusione delle società sul territorio
    -4 Promozione e marketing del movimento dal minirugby alla nazionale

    Successivamente vengono creati dei comitati operativi per trovare ed attuare le azioni necessarie ad affrontare queste priorità, questi comitati sono composti dalle persone che hanno ottenuto maggiori risultati nei settori specifici ,le riunioni sono pubbliche.

    -1 la Fir ed il comitato decidono di fare un censimento rapido e reale degli effettivi praticanti, ottenendo anche dati indispensabili come le reali presenze ad allenamenti, le partite/tornei giocati , le squadre effettivamente schierate e il confronto negli ultimi 3 anni.
    I risultati dell’analisi di questi dati dà una visione reale e globale della situazione e del reale lavoro delle società; questo permette di fare una graduatoria delle società per “merito di produzione giocatori” a prescindere dalle dimensioni o dalla categoria in cui gioca, permette di individuare le pratiche migliori e quelle da evitare.
    L’obbiettivo è quello di raggiungere, creare e formare nuovi giocatori e di non perdere quelli formati.
    La FIR decide di destinare 1/6 del suo budget (quindi circa 4/5 milioni €) in parte per premiare le prime società di questa graduatoria, in parte alle società piccole che hanno ottenuto risultati anche in condizioni difficili, in parte -ma come prestito da restituire in futuro- alle società che sono al fondo della graduatoria per cambiare le pratiche sbagliate ed invertire la tendenza; tutti questi processi vengono monitorati ed i dati resi pubblici, a luglio 2009 si fa la prima verifica.

    -2 Innalzamento del livello e qualità di gioco ; il comitato composto da tecnici, dirigenti, giocatori ed ex-giocatori decide innanzitutto di rivedere i campionati giovanili dalla under 20 fino alla under 16 in forma meritocratica con girone 1 nazionale ai quali si accede da per merito da barrage, a questo proposito vengono destinati 2 milioni € per sostenere i maggiori costi che le società dovranno affrontare . i calendari vengono rivisti in modo da aver un numero maggiore o uguale di partite in periodo più breve e senza le pause , viene studiata la possibilità di creare tornei fissi a fine stagione con squadre degli altri paesi del 6N.
    Viene fortemente incoraggiato, anche penalizzando/premiando, la formazione di nuovi arbitri , arbitri che verranno inviati a stage di perfezionamento (e magari anche ad arbitrare) nelle nazioni più evolute, in modo da elevare il più possibile il nostro standard; 800.000 € vengono destinati al settore arbitrale per queste cose e per aumentarne i compensi.
    Il Comitato decide di modificare radicalmente la struttura tecnica della federazione, trasformandola in un “centro di ricerca” che raccoglie le più diverse esperienze e teorie di allenamento, tattica ecc. , centro destinato alla diffusione e condivisione delle informazioni, viene cancellata la concezione di “linee guida” prefissate e sostituita con l’analisi scientifica delle diverse pratiche e risultati conseguenti; 100.000 € vengono usati per realizzare una rete dove poter reperire video di partite ed altri materiali utili.
    il comitato stanzia 1 milione di euro per il miglioramento delle strutture tecniche delle società e per progetti condivisi con le università
    L’Accademia federale viene sostituita da una rete di Accademie/Centri di Formazione diffusa sul territorio (almeno 10-12 centri) : non facciamo viaggiare i ragazzi, ma facciamo girare i tecnici, i costi saranno minori, il parco atleti moltiplicato per 10. L’Accademia diventa un centro di formazione d’eccellenza (tipo Marcoussis della FFR) non riservato più solo ad una classe d’età
    Lo staff tecnico viene apliato come anche i fondi a disposizione : tutte le partite dei gironi elite devono essere viste dai tecnici della FIR.
    La FIR destina una somma importante (2-3 m€) per finanziare le società (scelte sempre con la graduatoria vista prima) che sostituiranno più giocatori non di formazione italiana con un giocatore di altissimo livello , o per tecnici con know-how innovativo.

    -3 Il Comitato decide di stanziare un fondo destinato alla fusione di società in zone vicine , fusione che viene incoraggiata anche con l’abolizione dei limiti di iscrizione squadre e dell’obbligatorietà , che viene sostituita molto più efficacemente dalla graduatoria vista la punto 1.
    viene deciso di rendere pienamente pubblici e trasparenti i conti delle squadre, come quelli della federazione.
    Viene costituito anche un “fondo di rotazione” per garantire prestiti alle società per il miglioramento delle strutture sportive.

    punto 4 : Promozione e marketing del movimento dal minirugby alla nazionale

    La Federazione stanzia un budget di 600.000 euro per produrre tutte le partite del Super 10 e della serie A , le più importanti dei campionati giovanili U19 e dei maggiori tornei di minirugby (che potrebbero avere un audience ed un traino pubblicitario di gran lunga più importante di quanto si pensi) – una volta con un pacchetto pronto e fatto a costo zero per le emittenti , diventa facile e possibile piazzarlo su una rete in chiaro a diffusione nazionale , magari in modo graduale , prima 2-4 partite poi di seguito il resto.

    La maggiore visibilità ottenuta avrà delle ricadute importanti : molta maggiore facilità di recuperare risorse dagli sponsors (se ci sono 80′ in TV …anche il semplice striscione vale molto) , maggiore conoscenza e diffusione del gioco , migliore rapporto e disponibilità delle amministrazioni locali …se si va anche solo ogni 15 giorni in TV , diventa fondamentale per ogni politico locale farsi vedere e …fare qualcosa ; non solo, un campionato mediaticamente interessante diventa molto interessante anche per i campioni che hanno sponsor personali o attività – basti pensare a quanto ha contato Adidas per portare Dan Carter in Francia…

    100.000 euro di budget vanno per garantire sui giornali nazionali e locali più importanti una pagina fissa dedicata al rugby ed ai campionati ogni sabato , pagina che dovrà venire prima di quelle destinate al basket, e volley. dopo poco il volano creato dalla visibilità maggiore si tradurrà in modo quasi automatico in investimenti pubblicitari legati al rugby sui giornali e quindi a sinergia.

    Sostegno alle riviste ed all’editoria specializzata, che d’altra parte con un “parco contatti” moltiplicato per 10 rispetto all’attuale beneficeranno di un maggiore interesse e vendite.

    Queste azioni, insieme con quelle che ho descritto sopra, potrebbero portare ad un raddoppio dei praticanti in 3-4 anni, ad un irrobustimento generale delle società, – in particolare delle più piccole e più decentrate che avranno di più da guadagnare da una maggiore visibilità e da maggiori risorse; il miglioramento dei livelli di competizione dei campionati giovanili ci permetterà di selezionare più giovani e più bravi da un numero molto maggiore di squadre e di atleti; la ristrutturazione ed i maggiori fondi a disposizione permetteranno di avere più arbitri (che diventerà un lavoro part-time economicamente interessante) più specializzati e più bravi.

    Ritengo che in 3 anni di lavoro intenso, investendo 1/3 dell’attuale budget della Federazione, potremmo superare per numeri e giro d’affari le nazioni celtiche messe insieme ed avvicinarci alla Francia, potremmo avere 3-4 squadre o selezioni di livello competitivo da Heineken Cup basandoci su 200 nuovi giocatori formati in Italia di alto livello … 50 il primo anno, 70 il secondo , 80 il terzo e senza perderne nessuno … in quanto il Rugby diventerebbe una occasione e possibilità di vita e lavoro e non sarebbe più indispensabile andare in Francia o UK per fare il salto verso il professionismo.

    • fracassosandona 23 Ottobre 2014, 21:21
    • Mr Ian 23 Ottobre 2014, 21:34

      Se la fir fosse composta da persone intellettualmente oneste…

    • Stefo 23 Ottobre 2014, 23:43

      Giorgio tutte idee interessanti ma i numeri che progetti alla fine e gli obiettivi che secondo me centreresti molto poco realistico, non culmini il gap esistente in 3 anni e tantomeno scavalchi celtiche e ti avvicini alla Francia, su questo manchi di realismo pur ritenendo tale progetto valido ed interessante i tempi per colmare il gap sarebbero molto piu’ lunghi anche perch’ non e’ che gli altri se ne stanno nel frattempo a girarsi i pollici.
      Comunque ripeto molte idee interessanti e valide.

      • GiorgioXT 24 Ottobre 2014, 10:09

        Stefo, ricorda che era un post del 2009, e la situazione era molto diversa prima dell’incancrenirsi della crisi. Il problema è che allora come oggi non si è voluto capire che entrando in Pro12 era indispensabile lavorare anche sul resto del movimento e non CONTRO il resto del movimento.
        Molte delle cose che avevo proposto – come la verifica dei numeri reali o i campionati giovanili sono in realtà a costo ZERO o quasi, e non vengono fatte solo per ragioni di convenienza politica.

        • Stefo 24 Ottobre 2014, 11:33

          Giorgio io trovo tutte le tue proposte molto intelligenti ed interessanti, sicuramente un percorso alternativo sostenibile e che punterebbe a lavorare prima di tutto dove i problemi sono piu’ grossi, pero’ anche nel 2009 una stima di 3 anni per cprire il gap a mio avviso e’ un po’ esagerata, io direi che in 3anni si sarebbe potuto raggiungere il punto in cui un circolo virtuoso era partito e da li’ si sarebbe potuti passare ad una seconda fase di espansione importante.
          Non era una critica vera la mia, era solo ritenere le stime molto ottimistiche ma sulle idee messe giu’ al netto delle stime un progetto valido.

  28. william 23 Ottobre 2014, 23:28

    Arrivo tardi. Avete già detto tutto.
    Solo due cose: se si esce si deve avere un progetto serio di professionismo. Sulla lunga distanza potrebbe anche dare buoni frutti, ma ci vorebbe tempo; e intanto gli altri corrono.
    Altrimenti si può dire di uscire perché si spende troppo e siamo in tempi di vacche magre.

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