Movimento Italia, scendono in campo anche i tifosi organizzati

Ombre Nere, Posse Rossoblu, Miclas, Scudieri, Vecchio cuore neroverde e i Pacifici Tifosi si sono incontrati

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 29 Settembre 2014, 08:14

    Riprendo due considerazioni sul “tifo contro”.
    L’essenza e il valore sociale dello sport sta nell’assioma che , nello sport, vince sempre il migliore. Mettere in discussione questo principio significa mettere in discussione tutta l’impalcatura che regge lo sport.
    Tutte le lagne del dopo partita, ” abbiamo perso , ma meritavamo di vincere” oppure ” se l’arbitro non ci avesse annullato una meta regolarissima, sarebbe cambiata l’inerzia della partita”, sono esattamente l’annullamento di tutti i valori contenuti in una prestazione sportiva.
    Lo sport ha avuto ed ha successo, perche è l’essenza della meritocrazia. Chi è più bravo vince. Punto.
    Riconoscere il valore dell’avversario è l’altro caposaldo che sta alla base del valore etico sociale dello sport. Riconoscere il valore dell’avversario, che fa pendant, con il riconoscere i propri errori.
    E’ la pratica di questi principi, che anche dopo 50 anni che non si vedono fa si due ex giocatori si “riconoscano” e scatti tra di loro una solidarieta umana come se fossero familiari di una stessa grande famiglia.
    Ecco il “tifo contro” è esattamente il contrario di questo.
    Ci pensino i teorizzatori di questa pratica come di una inevitavitabile e , tutto sommato, accettabile conseguenza della “modernità” mediatica.

    • Appassionato_ma_ignorante 29 Settembre 2014, 09:35

      Breve considerazione a margine, “vincere” significa anche vincere contro gli errori o le “ingiustizie” arbitrali, la sfortuna o altro “evento avverso non prevedibile”. Questo non per “eroismo” ma per semplicemente funzionalità pratica, perché nel momento in cui il singolo o un gruppo attribuisce ad altro o ad altri i motivi del proprio fallimento, automaticamente abdica alla propria posizione di causalità e decide – di fatto – di perdere.
      In parole povere se io dico “è colpa sua” o “è colpa delle circostanze”, automaticamente dico “lui/la circostanza è causa e io sono effetto” o “io non sono capace/io sono effetto/io perdo”. Il primo tassello di una vittoria è assumere un atteggiamento vincente e su quello costruire le effettive competenze necessarie per realizzare la vittoria.

      • Tomas 29 Settembre 2014, 10:12

        Ciao Alberto.
        Il tifo c’è sempre stato e sempre ci sarà. Nel rugby e altrove. Fa parte dello sport e non c’è da scandalizzarsi. Non potrai mai chiedere ad un rodigino di tifare Petrarca o tv, così come nel calcio ad un viola o granata di tifare Juve! L’importante è limitarsi agli sfottò simpatici e mai offensivi e soprattutto non sfociare in violenza!
        La meritocrazia dici? Ma dove? Non c’è nel mondo del lavoro e nella vita quotidiana, figurati nello sport!
        L’importante è riconoscere il valore dell’avversario, riconoscere i propri limiti ed errori che sempre ci sono perché la perfezione non è di questa terra e si può sempre migliorare, ma le partite possono venire a volte condizionate dagli episodi, e gli arbitri ne fanno parte, nel rugby e altrove. Negar lo vuol dire vivere in un’altra dimensione.
        Nessun riferimento alla finale dell’anno scorso: te l’ho detto che il vs scudetto è stato meritato.
        Ciao

        • Alberto da Giussano 29 Settembre 2014, 12:29

          Ti garantisco che se Rovigo avesse perso con i georgiani mi sarebbe dispiaciuto.
          Ma ugualmente, i Romeni sono stati migliori di Calvisano.
          Al di là che lo dica io, lo dice il risultato. In questo senso lo sport è meritocratico. Chi vince merita. E’ e deve essere così.
          Accettare queste regole è fondamentale.
          Tutto ciò che succede negli 80′ fa parte del risultato ( pali, traverse, sviste arbitrali ecc.) e accettare il risultato è la componente prima per poter giocare la partita successiva.

          • Tomas 29 Settembre 2014, 21:02

            Alberto, confondi le cose.
            Accettare il risultato del campo anche non lo si ritiene giusto è alla base dello sport: bisogna saper vincere e bisogna saper perdere.
            Ma la meritocrazia è un’altra cosa: premiare il più meritevole. Lasciamo stare i discorsi extra sportivi sennò finiamo a parlare di politica e sociale. Limitiamoci allo sport: vallo a dire alla pattinatrice coreana che i giudici le hanno “scippato” l’oro perchè in Russia bisognava far vincere una russa! Gli esempi sono numerosi.
            Il rugby è uno sport a parte: se uno è più forte vince 9 volte su 10. Ma avendolo praticato lo sport, ti posso garantire che quando l’avversario “gioca sporco”, ai limiti e oltre il regolamento, l’arbitro non ha in pugno la partita, tu che sei in campo ti innervosisci, reagisci alle provocazioni e ti puniscono, giochi male non per merito, ma per colpa dell’avversario, e ci scappa che perdi. Lì non ha vinto il migliore …. mi è successo. La stessa partita rigiocandola 10 volte, 10 volte l’avrei vinta! I pali, le traverse, le sviste arbitrali, fanno parte del gioco, ma io non le chiamo merito, ma sfiga…..
            Per quanto riguarda l’eliminazione del Calvisano mi dispiace, e lo dico sinceramente e un po’ egoisticamente: un Calvisano in Challenge oltre che rappresentare l’Italia, si “distraeva” e non era tutto concentrato sul campionato. La Challenge è una bella esperienza, ma è superfluo dire che non abbiamo velleità di passaggio del turno: il ns unico obiettivo è lo scudetto, e voi siete l’insidia più temuta per raggiungerlo!
            In bocca al lupo, o come diciamo noi, in culo al pilone!

    • Thunderstruck 29 Settembre 2014, 11:08

      Ciao Alberto, la tua disquisizione è giusta, condivisibile, auspicabile e salva i valori prioritari su cui dovrebbe puntellarsi una società prima ancora che uno sport. Però è un pò ideologica ed impraticabile in modo convinto. Mi spiego…
      Lo sport (e mi riferisco soprattutto alle discipline collettive e cioè quelle che muovono le pulsioni più accalorate del tifo) è la classica zona franca in cui (purtroppo) sembra lecito sfogare le proprie frustrazioni, maleducazioni ed accentuare campanilisticamente le rispettive “differenze” ma anche quella in cui ci si dovrebbe poter prendere in giro per esse. Senza annullare o delegittimare i valori sul campo, senza mettere in discussione “l’intera impalcatura che regge lo Sport” in sè, ma solo per creare un pò di discussione da bar, da comari, che tanto a noi maschietti piace. Quelle che ci fanno gonfiare la giugulare, che ci fanno scuotere la testa sul come potremo unire una Nazione se ci si tifa contro per bazzecole ma che poi all’atto pratico ed a mente fredda, ci si rende conto che rimane circoscritta alla sola e mera diatriba sportiva. Il problema quindi, a mio avviso, non è tanto SE fare “tifo-contro”, ma COME. Antipatie e simpatie ci son sempre state ed ognuno può legittimamente averne i suoi motivi. Se poi questo porta a ironìe o sfottò non dà alcun problema se ci si sa prendere un pò in giro. Basta che la cosa sia reciproca e non unilaterale, come a volte anche in questo forum ho notato che accade… Spesso l’ironizzante non vuol fare l’ironizzato, ma questo è un problema di carattere soggettivo, non di “concetto”. Detesto invece l’antisportività quando sfocia in insulto o in atti pratici che regolarmente si vedono/sentono in ogni stadio (anche del sacro e nobile rugby…). Ma questa è la tipica italiota mancanza di cultura, e non la legittima possibilità di gufare intimamente contro una squadra che ci sta antipatica.
      So che ciò che ho detto non rispetta il bon ton che ci si auspicherebbe nel “nostro” ambiente, ma oltre all’antisportività detesto anche le ipocrisie e le demagogie. Se mi spunta un sorriso quando perde una squadra storicamente rivale non mi vergogno ad ammetterlo come non mi faccio alcun problema se la stessa cosa la fanno gli altri.
      Tutto qua. Ciao

      • Alberto da Giussano 29 Settembre 2014, 12:35

        Quando esponi dei principi, un po di ideologia la devi fare. Quello che dici è cronaca vera. Resta il fatto che a me piacerebbe tanto che quando il calciatore avversario, all’ultimo secondo di una partita, ha a disposizione il piazzato della vittoria , potesse calciare senza fischi e nè rumori creati ad arte.

  2. Alberto da Giussano 29 Settembre 2014, 08:19

    OT a margine di Calvisano- Bucarest
    Nel baillame delle (giuste) considerazioni politiche una considerazione tecnica:
    Gabriele Di Giulio è una grandissima ala che sa giocare a rugby. Sabato ha ricevuto due volte la palla e, pur marcato, ha saputo fare il buco utilizzando, non la forza fisica, ma finta e cambio di velocità Veramente un gran bel prospetto.

  3. maz74 29 Settembre 2014, 09:11

    Sabato sono andato a Parma a vedere Zebre-Ulster, partita meritatamente vinta dalle Zebre contro uno svogliato Ulster, la tristezza sta nell’organizzazione praticamente nulla e sulle pochissime persone presenti.
    Ieri pomeriggio mi sono allungato a Viadana incuriosito dalla partita tra le “Vecchie Glorie Giallonere” e Casalmaggiore, bello rivedere in campo certi giocatori, ma la sorpresa è stata nel pubblico più numeroso di Parma e la clubhouse pienamente attiva.
    La morale sta nel fatto che una cosa costruita dall’alto non compete con una cosa genuina ed amata dalla gente.
    La partita è stata vinta dalle Vecchie Glorie per 36-21 contro un Casalmaggiore che francamente mi ha deluso (serie C).

    • malpensante 29 Settembre 2014, 11:54

      Cioè, c’erano un 1800 persone a vedere scapoli ammogliati? Mah. Allora gli conviene dedicarsi agli old, visti gli spettatori dell’Eccellenza. Mah.

      • maz74 29 Settembre 2014, 14:32

        Un migliaio c’erano e comunque non so se a Parma fossero 1.800 spettatori visto che l’unica tribuna occupata era quella a favore di ombra.
        Però mi chiedo, qualcuno paga il biglietto a Parma? Perchè si può entrare tranquillamente senza passare dalle biglietterie.
        Mi chiedo anche, quanto è costato alla FIR lo stadio di Parma e i campi laterali?

  4. leona64 29 Settembre 2014, 15:26

    Io credo, che una delle prime cose da fare, in questi tempi di comunicazione , praticamente diffusa in tempo reale, sia di non abbandonare i siti delle società e dei tifosi.
    Quando vedo siti fermi a maggio, mi chiedo ma come sia possibile questo?
    Vediamo che in altre attività sportive e non, viene dato risalto a tutto anche ad una pipì, ad un colpo di tosse e così via.
    Invece qui nel rugby leggi di formazioni impegnate in amichevoli e non sai neanche che quel tal giocatore ora appartiene a quella squadra.
    Di foto quasi niente o comunque in numero striminzito.
    Non dico di cercare di creare gossip ma quasi.
    Purché se ne parli.

    • Thunderstruck 29 Settembre 2014, 16:14

      Concordo in pieno. Molte persone nemmeno sanno cosa sia questo sport. Non parliamo poi delle virtù che insegna e di quanto formi una persona, prima ancora che uno sportivo. Però c’è ancora tanta ignoranza (nel senso che si ignora) in merito e per principio si rifiuta di informarsi perchè lo si boccia già a priori come disciplina “pericolosa/violenta/antisportiva(?!)/ingiocabile/difficile da imparare/non aggregante(?!) ecc”.
      Il problema è che, come dici, anche gli stessi addetti ai lavori spesso se ne occupano in modo saltuario e sommario. Senza contare che quei siti e quelle riviste settimanali (come In Meta) sono cercate e guardate solo da coloro che già appassionati lo sono e spesso escono pure con ritardi mostruosi, perdendo quindi interesse. Invece occorre intercettare chi ancora “non contempla” questo magnifico sport. Magari nei grandi canali di divulgazione… I media, volendo, oggi hanno in mano milioni di cervelli, ma muovendosi in modo giusto e competente e non mostrando solo grugniti e capoccioni fumanti nel fango dieci giorni prima di un 6N…
      Anche nei siti stessi delle società a volte c’è un’approssimazione imbarazzante. So che è difficile criticare quelle poche buonanime che si prendono la briga di gestirli ma dico…se non ce la fai, fatti aiutare o passa la mano piuttosto di far figure da cioccolataio…
      Insomma, in una parola, c’è troppo dilettantismo. Anche dove dovrebbe esserci alto professionismo.
      Normale che i tifosi si trovino smarriti o in difficoltà nell’organizzazione e nel procacciare altri appassionati. Basti pensare al tifo organizzato delle nostre squadre: Ok le Posse, ottimi i Miclas ma poi ho visto sempre ben poca cosa…
      Il 3°Tempo di Calvisano son 4 gatti, peraltro nemmeno sempre presenti. E sto parlando della società che negli ultimi 15 anni ha maramaldeggiato in Italia…
      Mah…
      Situazione difficile…

Lascia un commento

item-thumbnail

Serie A Elite Maschile, playoff: le formazioni di Colorno e Valorugby

Reggiani per iniziare al meglio la seconda fase, biancorossi all'ultima spiaggia

item-thumbnail

Serie A Elite: ultima spiaggia per Colorno e Mogliano. Il programma della 2a giornata di playoff

Questo weekend potrebbe già essere decisivo: tutto dipenderà dai risultati di sabato e domenica

item-thumbnail

Serie B: i risultati e le classifiche dopo la 21esima giornata

Terminato il penultimo turno di regular season, playoff sempre più vicini

item-thumbnail

Serie A: i risultati e le classifiche dopo la 21esima giornata

Turno decisivo per decretare le vincitrici della stagione regolare

item-thumbnail

Serie A Elite: Rovigo prima soffre il Mogliano, poi dilaga nel finale di playoff

Partita dai due volti al Battaglini: padroni di casa bloccati in avvio, poi la meta di Cadorini cambia il match

28 Aprile 2024 Campionati Italiani / Serie A Elite
item-thumbnail

Serie A Elite: derby Rovigo-Mogliano nel girone 2

Si chiude la prima giornata di playoff del massimo campionato italiano

28 Aprile 2024 Campionati Italiani / Serie A Elite