Prima della partita con i Blues di Cardiff, in programma domenica, i bianconeri saluteranno l’ex capitano azzurro (classe 1928)
Un minuto di silenzio: le Zebre ricorderanno così Giorgio Fornari
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati

Un sogno durato 75 minuti, una fretta cattiva consigliera e il diesel transalpino: 5 riflessioni su Italia-Francia
Le Azzurre sono andate vicinissime a un'impresa che, alla quarta partita del nuovo ciclo, sarebbe stata clamorosa

L’Italia domina la Scozia al Six Nations Festival U18 femminile
Netto successo delle Azzurrine nell'ultima giornata del torneo

Italia, Fabio Roselli: “Fiero della squadra, abbiamo messo tanta pressione a una delle top mondiali”
Il capo allenatore della nazionale femminile valuta positivamente la gara di Parma malgrado la sconfitta contro la Francia

Sei Nazioni femminile: l’Italia fa sognare, ma si arrende 34-21 alla Francia
Grande primo tempo delle Azzurre a Parma. Nella ripresa tanta difesa, ma le ospiti rimontano e nel finale ottengono il bonus

Sei Nazioni Femminile: la preview della 30esima sfida assoluta tra Italia e Francia
Alle ore 14:00 le Azzurre si presentano al Lanfranchi di Parma per sfidare la seconda forza del Torneo

Six Nations Festival U18: Italia maschile battuta nell’ultimo turno
Il Galles ha avuto la meglio nell'ultimo sconto del torneo giovanile. Domani ultima gara anche per le Azzurrine
Bene!
Quella Rugby Parma alla fine ha vinto poco rispetto ad una qualità stellare. Forse anche per quello è entrata rapidamente nella leggenda e si è poi sempre fatta una fatica della madonna a star coi piedi per terra e a fare i conti con la realtà.
http://www.pramzanblog.com/2008/09/rugby-e-gloria-nel-1950.html
Erano comunque dei campioni. Ed è quello che , oggi, conta, ricordandoli.
Una squadra pazzesca. A proposito delle chiacchiere sugli italiani che crescono tardi rispetto agli altri, guardi le carte d’identità di questi qui che han vinto lo scudetto 1950 e c’è da stropicciarsi gli occhi convinti di essersi sbagliati.
E’ vero. La guerra e il primo dopo guerra avevano affinato le abilità psico motorie di tutti.
@ mal lunge da me aprire una discussione su questo, ma alla fine i ventenni degli anni ’50 eran il prodotto di chi era riuscito a scampare la chiamata alle armi, ma non se la passava bene gli altri (i più grandi) credo avessero altri problemi che giocare a rugby, purtroppo
Mah. Io credo che sia solo un problema di qualità nella formazione e di mancanza di campionati. Vedo (ma non solo nel rugby) allenatori che fanno giocare in allenamento sotto ritmo e si raccomandano di andarci pianissimo coi contatti. Poi per forza non sei pronto. Quando giocavo a calcio nei pulcini, visto che ero una testa di cazzo che non faceva mai la giocata semplice, l’allenatore prendeva da parte il più delinquente della squadra e gli prometteva 200 lire se mi faceva nero di calci nella partitella del mercoledì. Con 30 lire ti compravi un bif (il ghiacciolo, a Parma), con sessanta un panino col salame. La spuma 25, aranciata standard 50, ma la mitica San Pellegrino 90, che era roba da mancetta speciale.
@mal giuro che mi pareva di sentire lla canzone Piccinin dei Pitturafreska , detto questo molte delle cose che si facevan una volta si son perse, ma alcune cose non necessariamente eran peggiori, esempio correre per 10km a caso, o una volta non si faceva stretching perchè non era inconcepibile fare ginnastica sul posto e si prendeva freddo, oppure una volta non esistevan i preparatori atletici, non dico che tutto quello che fanno oggi è meglio ma spiegami cosa risolveva il tuo allenatore a pagare il sicario, rovinava te e lui che poi ripeteva in partita e veniva cacciato
Bell’aneddoto, @Mal! Io mi ricordo che mia madre la mattina mi prendeva 50 lire di pizza bianca, e che il cono gelato più piccolo costava anch’esso 50 lire… Ma il nostro allenatore ci portava il tè caldo 🙂
Lui era scarso per cui si divertiva da matti il mercoledì, io a darla subito a quello dietro e a non fare Di Stefano già negli spogliatoi, un po’ ho imparato. Poco. Anche a prendere i calci senza restituire cartoni, almeno subito.
@Sergio, @mal: io posso raccontare qualche aneddoto sui tornei di subbuteo. 🙂
Giusto così
domenica portero’ alla partita un signore che ha giocato contro fornari…erano persone con una tempra unica putroppo creata dalle tragedie di quel’anni , lo sport dopo la guerra e’ stato un motivo per non pensare piu’ a quegl’anni bui e cercare di andare avanti..pero’ che tosti ragazzi
questo signore che gioco’ contro fornari si era fatto 3 anni di campo di concentramento in giro per l’europa e appena tornato a casa e’ andato subito a giocare a rugby, era un modo per lasciarsi alle spalle le brutture della guerra e riprendere una vita normale
Parega anche se non ci conosciamo personalmente dagli un’abbraccio da parte mia
Ok
E pensa che ha fatto l’ultima partita a 50 anni suonati
Una generazione di giocatori poi dirigenti che ha gestito società senza un soldo anzi mettendoci soldi propri
E forse li ha gestite meglio di mxolti altri presidenti che ci sono ora
Di quella generazione é anche dondi….x questo ho rispetto per lui anche se dopo il sei nazioni ha fatto scelte sbagliate per me
Niente a che fare con ol personaggio che comanda ora
anche adesso ci sono dirigenti e giocatori che ci mettono di tasca propria….però allora a quei tempi nn c’era proprio niente dico niente per dire che facevano fatica ad avere anche un pallone…..
Trasferte fatte con camion mlitari oppure una volta scesi dal treno portati al campo da gioco trainati da un carro con buoi
La doccia nn sapevano neanche cosa era…per pulirsi usavano il canale più vicino , all’epoca puliti, o secchi precedentemente rimpiti d’acqua
E tanti altri aneddoti potrei raccontarvi perché raccontati da quella grande persona che é OVILIO MONTANARI , da far pensare che quello forse era un’altro sport….fatto di mno di utto ma sicuramente dove c’era più amicizia e voglia di aiutarsi uno con l’altro…..sentimenti che col tempo sono stati impiazzati da altri con molta meno umanità
Il “nostro” Marco Pastonesi
http://paneegazzetta.gazzetta.it/2014/09/01/fornari-e-quel-pallone-melone/