Castrogiovanni: il calcio non se la passa bene, ma da noi…

Il pilone azzurro: “Stanno arrivando segnali negativi anche da noi”

COMMENTI DEI LETTORI
  1. jazztrain 7 Agosto 2014, 09:14

    Castro ha segnato un’altra meta.

  2. maz74 7 Agosto 2014, 09:18

    Ha ragione, ma la questione non è legata allo sport che pratichi, purtroppo è una questione sociale dei giovani di oggi, hanno perso la minima educazione e rispetto. Oggi si pensa solo ai soldi, alla fama e non vengono più considerati i valori veri della vita.
    La crisi di spessore dei giovani di oggi è imputabile alla società in cui viviamo, alle famiglie ed alla scuola, purtroppo non siamo educativi quanto lo erano i ns. maestri di scuola o i ns. genitori.

    • Appassionato_ma_ignorante 7 Agosto 2014, 10:56

      È imputabile tanto anche alla televisione e ai messaggi che trasmette.

    • Cuco23 7 Agosto 2014, 15:00

      Quoto totalmente il tuo discorso, ormai conta di più l’apparire e purtroppo sono tanti genitori che inculcano questo pensiero ai figli

  3. diego83 7 Agosto 2014, 09:19

    La persona che ha apostrofato così Nadolo riesce ancora a parlare/camminare?

    • diego83 7 Agosto 2014, 09:19

      (ci vuol del coraggio anche ad essere stupidi)

    • giomarch 7 Agosto 2014, 10:16

      la madre degli idioti partorisce con cadenza annuale e sempre parti plurigemellari…
      Come stereotipo un bar “bianco” sudafricano non sono certo le black panter… 🙂

    • LoScozzeseMilanese 7 Agosto 2014, 15:23

      Purtroppo si. Nadolo ha fatto finto di nulla, e i compagni di squadra non hanno sentito. Ha preferito evitare casini.
      Almeno così mi sembra di aver letto su Planet rugby.

  4. cainerandrea 7 Agosto 2014, 09:40

    Il mondo e il tessuto sociale che i giovani trovano fuori e dentro il campo da rugby, sono l’espressione intermedia di quello che abbiamo lasciato loro in eredità: in termini di cultura, di socialità, rispetto e valori in senso più ampio. Un mondo che globalmente si occupa quasi solamente di profitto, è logico che badi poco alla sostanza valoriale. La Scuola italiana, poi, che è espressione politica del momento sociale che tutti conosciamo, come volete che possa intervenire? E il Rugby Club, in senso più ampio possibile, come può influire su aspetti educativi così delicati, visto che generalmente gestisce il gioco con dopolavoristi (e per fortuna che ci sono ancora) e non con educatori (troppo pochi) “che costerebbero troppo”.
    Io, invece, credo che il Rugby nostrano abbia da imparare moltissimo dal calcio (che come gioco non mi interessa), sopratutto nel sistema di gestione del Club (nel senso aziendale del termine) e di gestione del personale, oltre che come agenzia sportiva/educativa…………..ma non cambierà niente 🙂

    • ginomonza 7 Agosto 2014, 11:25

      Francamente la gestione dei club degli ultimi 10 anni la lascerei morire di morte violenta !!

      • ginomonza 7 Agosto 2014, 11:26

        Club di calcio intendevo

      • mezeena10 7 Agosto 2014, 12:09

        non sapevo che “la scuola italiana fosse espressione politica del momento sociale che tutti conosciamo”..
        non mi è chiaro manco cosa significhi..
        e concordo con nonno gino, la gestione dei clubs di calcio italiani è da “manuale della manfrina”!!!

      • kinky 8 Agosto 2014, 10:00

        Ciao Gino….tutto ok?!? ti sei ripreso?!?

    • andrease 7 Agosto 2014, 14:26

      ah, secondo te i club di calcio sono educativi?

      e stendo un manto di asfalto sulle gestioni di club e relativo personale…

  5. malpensante 7 Agosto 2014, 11:33

    Castro come suo solito va al sodo e noi divaghiamo: società, televisione, non ci sono più le mezze stagioni. Il sistema accademie condominiali per infanti che cos’è, se non l’apoteosi demente del professionismo come unico scopo di mettersi a fare sport?

    • Joest 7 Agosto 2014, 15:10

      hai ragione: i giovani italiani non devono divenatrre professiionisti: è immotale… facciamo così ilalvoro sporco lo faccimao fare ai polinesiani naturalzizati…

      • malpensante 7 Agosto 2014, 15:49

        No, hai ragione tu, devono diventare professionisti o divanisti.

  6. Da 7 Agosto 2014, 12:08

    L’ultima parte dell’articolo relativa alla vicenda di Nadolo non mi piace. Mi pare troppo “difensiva” verso la sparata di Tavecchio. Mio gusto personale, sia chiaro..

    • andrease 7 Agosto 2014, 14:30

      il fatto che ci siano 2 cretini agli antipodi tra di loro non va letto come un mal comune mezzo gaudio.
      Anzi, è un invito a fare a Tavecchio quello che probabilmente ha fatto Nadolo al suo “fan”… 🙂

  7. cainerandrea 7 Agosto 2014, 14:57

    provo a rispondere, senza la pretesa di essere nel giusto (anche perchè mi sembra che molti, le certezze, le abbiano già):
    mezeena10 chiede cosa significhi: semplicemente che la scuola italiana è diventata uno scatolone senza contenuti; una sorta di votificio che dell’educazione e della formazione del Cittadino non sa che farsene…Inutile, obsoleta e solo di facciata, poi, qualche caso diverso, per fortuna, c’è ancora.
    andrease: non ho detto e non credo, che i club di calcio siano educativi. Ho detto che noi del rugby, in quanto a gestione, dovremmo invece capire quali sono gli aspetti interessanti dell’azienda calcistica, sopratutto in termini economici. Il rugby italiano, ma non solo il nostro, si è dato dei valori che io trovo fortemente da tutelare, ma ciò che non va, è l’economia.
    Che non ci piaccia il calcio, va bene; ma questo non significa che loro continuino a fare budget che noi non ci sogniamo neppure in Serie A, e neppure nella serie parallela, ma già nel settore dilettantistico.

  8. balin 7 Agosto 2014, 20:44

    Bravo Castro, mai banale, va a finire che leggerò il libro con la firma sua di Serghio e Gonzo. Qualcuno l’ha letto?

  9. il carogna 7 Agosto 2014, 21:31

    Ma secondo voì quando deciderà che in Francia basta così, tornerà in italia o ritornerà in argentina ? Chissà se ci sarà la possibilità di vederlo giocare in eccellenza .

  10. Camoto 7 Agosto 2014, 22:35

    Razzismo troppo tollerato in Italia. Non parlo di episodi brutali, ma le battute, come quelle di tavecchio fanno parte del pensare comune. Altro che scuole i mali sono le famiglie che non educano. Mio figlio in terza media si è preso una nota per aver detto gay ad un compagno (che tra l’altro non lo è) da parte mia mi sono complimentato con la professoressa chiedendo scusa. Bisogna educare i ragazzi e non trovare scuse. Sento troppe battute sui naufraghi, immigrati e zingari che francamente mi fanno schifo e purtroppo quando le fa un ragazzino il padre ride.
    Per il discorso economico non bisogna certo strapagare qualcuno solo per il talento sportivo, ma se la competitività richiede di allenarsi tutto il giorno uno stipendio buono va riconosciuto, altrimenti saremmo sempre meno preparati di quelle nazioni i cui giocatori non hanno bisogno di lavorare in un bar la sera.

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